"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 14 novembre 2009

Berlusconi docet

L’esperienza che sto vivendo in rete, unitamente al recente sforzo per partecipare all’organizzazione della manifestazione del 5 dicembre, mi impone una riflessione.

La rete si sta rivelando, ogni giorno sempre di più, fonte di strumenti preziosi per la democrazia.
Dalla libera circolazione di informazioni e conoscenza, fino al dibattito in tempo reale e diretto tra concittadini d’Italia e del mondo.

Contrariamente alle apparenze, è anche fonte di contatti reali. La rete permette di conoscersi; in essa ci si incontra, come in una piazza, come a scuola o al lavoro o al corso di teatro..Le diverse aree tematiche o il diverso uso che si può fare di essa, per esempio per lavoro, estendono in modo pressoché infinito le possibilità di incontrarsi.

La rete è il mezzo di comunicazione più aderente ad una realtà che è ed è sempre stata planetaria, anche se l’umanità lo ha scoperto piano piano, ed impone di concepire ex novo la dimensione collettiva.

La democrazia, da sempre aspirazione del più nobile pensiero politico, oggi si presta ad essere rivista alla luce di un nuovo vigore possibile per gli strumenti di democrazia diretta e per una ridefinizione del ruolo e della funzione dei partiti, intesi come strumenti organizzativi di sintesi delle diverse progettualità politiche.

In Italia, in particolare, la rete ha assunto un valore essenziale, nel senso che è l’unico spazio di libertà rimasto. Ed è in questo spazio che molti cittadini stanno cercando di organizzarsi per seminare in controtendenza al berlusconismo e al disastro socio-culturale che esso ha prodotto.

Con altri miei concittadini, tra le tante cose che abbiamo in mente di fare usando la rete, avevamo pensato anche di provare a promuovere una manifestazione nazionale per chiedere le dimissioni di Berlusconi, inteso come sintesi di un sistema di potere illiberale ed antidemocratico.
Scrupolosamente, abbiamo considerato con calma tutti gli aspetti tematici, logistici, finanziari.. di una manifestazione ed eravamo arrivati alla conclusione che la rete non era (e non è) ancora matura, essendo ancora in una fase embrionale, e che una manifestazione nazionale non sarebbe stata possibile senza il supporto di strutture organizzative e logistiche già consolidate (alludo naturalmente ai partiti e/o ai sindacati).

Con questa consapevolezza, quando poco più di un mese fa, abbiamo visto l’adesione di due partiti alla manifestazione del 5 dicembre, lanciata su facebook come tante altre iniziative perlopiù senza seguito, abbiamo pensato che questa sarebbe stata possibile ed abbiamo deciso di aderire a nostra volta e di partecipare attivamente alla sua organizzazione.

Senza ripercorre tutte le tappe, mi limito a dire con molta amarezza che non ci è stato permesso di farlo.
Abbiamo cercato di stabilire contatti e collaborazione con tutti coloro che in ordine sparso avevano scelto come noi di attivarsi, ma ci siamo trovati di fronte i comitati Nbd.
Perlopiù comitati solo virtuali, senza alcuna organizzazione sotto, poche persone fisiche che gestivano pagine fan su facebook.
Aldilà della frustrazione di essere messi alla porta e di vedere che comunque, salvo poche persone di buona volontà, nessuno stava facendo niente per organizzare materialmente l’evento, la cosa che più mi ha messa in difficoltà è stata l’operazione di immagine che vedevo crescere in rete, l’assenza di contenuti e l’impossibilità di una partecipazione democratica.

Ora l’evento ha finalmente preso corpo grazie all’intervento dei partiti, è ormai uscito dalla paginetta fan, sta incontrando l’adesione di molteplici soggetti reali della società civile e politica e questo mi rincuora e mi incoraggia a partecipare come cittadina ad un evento che mi auguro sia significativo.

Dato però che scrivo su un blog che si chiama Verità e Democrazia, ritengo necessario precisare la verità di cui sono testimone.

2 commenti:

  1. Cara Barbara,
    la rete è una grande risorsa, come lo sono i movimenti.
    Passare dall'adesione spontanea a una forma di organizzazione è spesso vissuta come una forzatura, ma si impara presto che la democrazia, senza regole, non può dirsi tale.
    Ci (non) vediamo il 5!
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  2. Ciao Luisa,
    concordo pienamente.
    Credo anch'io che l'organizzazione sia necessaria fonte di libertà e democrazia, ovviamente poi dipende da come ci si organizza.
    E credo anche che la rete debba fare proprio questo, organizzarsi e sviluppare democraticamente gli straordinari strumenti che offre.
    Tra l'altro, io confido nell'impegno che tu stai mettendo in questo settore e l'attenzione che dedichi alle preziose libertà digitali.
    Ci vediamo il 5.
    Un abbraccio anche a te.

    RispondiElimina