"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 2 dicembre 2009

No Berlusconi Day del 5 dicembre 2009. Per favore non chiamatela la Manifestazione della Rete.....

Sono fondamentalmente tre le riflessioni che suggerisce l’ormai prossima manifestazione del 5 dicembre indetta per chiedere le dimissioni di Berlusconi.

La prima riflessione riguarda l’opportunità e la legittimità politica di scendere in piazza per chiedere le dimissioni di un governo che gode, almeno fino ad ora, della fiducia della maggioranza parlamentare espressione del consenso degli elettori. Ed è questo che sostanzialmente lascia perplessi o addirittura ostili una parte delle opposizioni e dei commentatori, anche di coloro che convintamente contrastano Berlusconi e il suo regime.
Se però si rovescia il discorso, abbandonando ipocriti formalismi e riconoscendo che Berlusconi ricopre illegittimamente e indegnamente la carica di Presidente del Consiglio determinando il discredito delle Istituzioni e dell’intera Nazione nel mondo e che sarebbe bastata solo una delle innumerevoli ragioni di incompatibilità che lo riguardano per determinarne le dimissioni in qualunque Paese democratico, la manifestazione diventa certamente auspicabile ed espressione della voglia di riscatto e di partecipazione alla vita pubblica di tanti italiani.


La seconda riflessione ha per oggetto la nascita ed il modo in cui si è concretizzata la ‘manifestazione della rete’. L’idea di una grande manifestazione per chiedere le dimissioni di Berlusconi era accarezzata da molti mesi sulla rete e su facebook e così quando qualcuno ha avuto il coraggio (o l’incoscienza ) di indicarne data, ora e luogo il successo (almeno di ‘click’) era inevitabile. Ma 'manifestazione della rete' e 'manifestazione nata dal basso' avrebbe dovuto significare costruzione pubblica dell'evento attraverso proposte, discussioni e votazioni su contenuti e modalità della protesta, avrebbe dovuto comportare anzitutto trasparenza: su chi siano davvero gli organizzatori, sulla provenienza dei soldi necessari per renderla possibile, su quali siano i reali obiettivi.
Speravo che la manifestazione fosse l'occasione per una elaborazione collettiva a cui contribuissero tutte quelle istanze di protesta e di proposta presenti nella società e nella rete (sulla giustizia e contro le mafie, sul precariato ed il lavoro, sull'ambiente, sul nucleare e sull'acqua, sulle grandi opere, sulla scuola, sull'informazione e la libertà della rete, per la dignità delle donne, per i diritti degli omosessuali, per la tutela della vita dei migranti, per la pace, per i diritti dei disabili) capace di superare visioni settoriali e di dare vita ad una spinta al rinnovamento complessivo, soprattutto sul piano della consapevolezza culturale, della società e della politica
Certo la rete ha contribuito alla diffusione dell'evento e a galvanizzare gli animi di chi si appresta a parteciparvi ma avendo personalmente preso parte, direttamente o indirettamente, alla convulsa fase preparatoria, posso in realtà affermare che la manifestazione potrà svolgersi, almeno con le modalità che 'qualcuno' ha deciso, solo grazie all'intervento di determinati partiti (IDV e Federazione della Sinistra) che hanno fornito il decisivo sostegno in termini finanziari, organizzativi e di supporto legale, magari usando allo scopo pseudo-organizzazioni della società civile quale Liberacittadinanza (facente capo al sen. Pancho Pardi di IDV) ed assumendo un ruolo preponderante nei decisivi gruppi di lavoro.
Portare sul palco, magari scelti dai partiti, un operaio, un precario, un resistente di mafia non avrà niente a che fare con un percorso, lungo e faticoso, di condivisione e discussione pubblica dei temi sociali e politici che riguardano il nostro Paese e, attraverso questo percorso, portare poi tali temi in piazza.
Trovo pertanto particolarmente disdicevole e odioso che coloro che promuovono la contestazione del più bugiardo Presidente del Consiglio degli ultimi centocinquant'anni utilizzino poi gli stessi metodi, fondati su false verità e sulla richiesta di adesione acritica, che contraddistinguono il regime berlusconiano, continuando a sostenere l'inganno di una manifestazione spontanea e costruita dal basso.

Il terzo ordine di considerazioni attiene al modo in cui gli organi di informazione hanno presentato la manifestazione. Mentre in rete sono sempre più i blogger che esternano dubbi e domande sulla reale natura del No B Day, gran parte degli organi di informazione (da Il Fatto a Repubblica fino al Manifesto) e dei giornalisti tv che si oppongono a Berlusconi hanno acriticamente sposato la favola della manifestazione della rete. Non si capisce quanto sia prevalso un preciso e consapevole calcolo di convenienza, determinato dalla necessità di far fronte unico contro il nemico comune e dalle simpatie politiche di alcuni quotidiani, ad esempio de Il Fatto e Il Manifesto nei confronti rispettivamente dei partiti di Di Pietro e Ferrero, o piuttosto la superficialità (non infrequente) dei giornalisti e la loro abitudine a cavalcare le mode del momento (il web, facebook ….). Stranamente anche Repubblica e l'Espresso (e il blogger Gilioli) non hanno in questo caso voluto porre e porsi alcuna domanda. Ancora più sorprendente e forse anche inquietante appare invece la posizione del PD. Perchè il PD (e i giornalisti di area, come ad esempio Lerner ..) ha deciso di assumere una così strana e ambigua linea, del tipo 'vorrei ma non posso': da un lato il riconoscimento della natura 'spontanea' della manifestazione e dall'altro la decisione di non aderirvi ufficialmente? Eppure avrebbe potuto facilmente constatare e contestare la finzione messa in atto dai propri concorrenti elettorali. E' possibile che questa posizione sottintenda una qualche forma di accordo con Di Pietro a cui è stato lasciato campo libero per utilizzare a fini elettoralistici la vetrina movimentista della rete? E nel caso cosa comprende questo accordo? L'adesione dell'IDV alle alleanze con il partito di Casini e Cuffaro alle prossime regionali? Oppure il PD (così come Repubblica …), senza legittimare direttamente la piazza pensa di poterla strumentalizzare per aggiungere un ulteriore elemento all'accerchiamento in atto da parte dei centri di potere, a cui fanno capo anche gli stessi PD e Repubblica, nei confronti di Berlusconi (e 'provvidenzialmente' la manifestazione si terrà proprio il giorno dopo quello delle dichiarazioni di Spatuzza …)? D'altro canto una manifestazione che ha per oggetto solo il 'demoniaco' premier e che non promuove la consapevolezza e la denuncia di tutto il sistema di potere che l'ha sostenuto e che ne è stato complice (e che adesso si appresta a sostituirlo ...) quale pericolo potrebbe rappresentare?
A questo punto non mi stupirei affatto di vedere nel corteo che sfilerà il 5 dicembre a Roma anche Gianfranco Fini o quantomeno esponenti della sua Fondazione Fare Futuro ….
Per concludere, cosa potrà restare di questa giornata del 5 dicembre? Tanti dibattiti ed editoriali sulla 'nuova politica' nata dal web, probabilmente qualche voto in più per Di Pietro, forse la fama per gli 'eroici' organizzatori e magari chissà, oltre la gloria di qualche comparsata televisiva, il premio di una candidatura alle elezioni, sicuramente un'occasione persa per la democrazia e la rete.

3 commenti:

  1. Caro Maurizio,
    analisi ineccepibile e amaramente condivisibile.

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  2. Come si può sconfiggere il nano o cambiare relamente l'italia se poi si utilizzano le sue stesse armi: l'inganno, le mancanze di verità e trasparenza, le censure e i bavagli.....MAH!

    Se tutto và bene siamo rovinati!!!!

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  3. Grazie Luisa, grazie Leandro
    mi (ci) conforta molto il fatto che condividiate la nostra posizione.

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