"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 27 febbraio 2010

D'Alema è un fallito?

Scuola andreottiana.
Poco talentuoso, ma fedelmente machiavellico.

L'era andreottiana, longeva oltre ogni limite di sopportailità umana, sembra preludere ad una temuta risalita.
Provvido interviene un corrotto.
E il fondo scava contento e risollevato.

L'era craxiana dilaga senza pietà.
Gli italiani, un pò deficienti, un pò ignari, non capiscono, poi confusi e traditi lanciano scompostamente monetine.

Quegli italiani saranno ben presto fosssili di un'era addirittura ancora bipede.

Nessuno avrebbe mai immaginato che dopo l'era craxiana sarebbe potuto seguire qualcosa di peggio.

Invece, al peggio non c'è mai fine.

A dispetto degli italiani, con il rigoroso, quasi pignolo controllo dei voti della mafia, l'italia si armò di pala e cominciò a scavare.

Nel giro di pochi anni, gli italiani furono rapiti dal sogno delle monetine del superenalotto, non meno che dalle tette del grande fratello.
Le une come le altre artificiali, inutili e corrosive, ma efficaci e potenti per chi si è fatto risucchiare dal tubo catodico e sono molti.
E questo è tutto, o meglio niente.
Per essere pignoli, il letamaio.
Un Paese sepolto sotto il ghigno beffardo di un co-regista specializzato in film horror.

Il Berlusca era ed è incandidabile e impresentabile.
Quando scese in campo, suscitò scandalo e indignazione persino tra i più zozzoni d'Italia.
Ma forse D'Alema pensò che se fosse passato uno come Berlusconi, tutti sarebbero stati salvi.
C'era un'intera classe dirigente da salvare.

Tutto stava a convincere gli italiani.

A quanto pare ci sono riusciti.

In fondo, gli italiani pensano quello che loro vogliono che pensino.
Sanno quello che loro vogliono che sappiano.
Credono quello che loro vogliono che credano.

Insomma, è facile facile.

Infatti.

D'Alema passa per perdente, ma posiziona salde e inattaccabili tutte le sue pedine.
E, a dispetto delle apparenze, governa, anche se non da solo, la porcilaia Italia, guidandola alla sua distruzione.

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