"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 25 aprile 2010

Alternativa: la 'maniglia' di Giulietto Chiesa

Si è svolta sabato 17 aprile, al cinema Detour di Roma, la prima riunione di Alternativa, il progetto politico di Giulietto Chiesa.

Di fronte alla crisi – morale, sociale, politica, economica – in cui si trova il nostro Paese ed alla voragine che ormai divide i cittadini dalle caste politiche di maggioranza e di opposizione, Alternativa si propone di offrire una 'maniglia' a cui aggrapparsi a quelle persone che, per risalire dal precipizio, disperatamente cercano una buona politica in grado di dare risposte ai propri bisogni ed alla propria aspirazione ad una giusta conduzione della cosa pubblica.

Ma perché si dovrebbe dar credito all'utopia, forse inesorabilmente velleitaria, dell'ennesimo movimento o partitino?
C'è altro oltre al fascino di partecipare alla nascita di un nuovo movimento?

Anzitutto Alternativa è anche e forse soprattutto il tentativo di costituire un laboratorio politico con l'intento pedagogico di raccontare, senza sconti ed inganni, la verità – quella che si conosce – sulla situazione italiana e mondiale, sui meccanismi di dominio e di potere, sulle prospettive terribili cui l'umanità rischia di andare incontro nel prossimo futuro.

Essa nasce dalla convinzione che la sconfitta della sinistra italiana (e mondiale) non sia solo il frutto della mediocrità e della disonestà dei suoi dirigenti e dei loro errori tattici e strategici, ma vada analizzata e compresa in un quadro più ampio. Che essa cioè sia strettamente legata all'involuzione del sistema capitalistico, al suo scontrarsi con la intrinseca ed irrisolvibile contraddizione tra la ineluttabile dipendenza da uno sviluppo esponenziale della produzione e del consumo ed il limite invalicabile costituito dalla limitatezza delle risorse naturali (le fonti di energia, le materie prime,il territorio, l'acqua, l'aria). Una contraddizione alla quale il capitalismo e la sua fondamentale incarnazione statuale, l'Impero Americano, risponde – per la propria almeno momentanea sopravvivenza – raschiando il fondo del barile, con la globalizzazione, con la 'creazione' di nemici esterni (in primis il terrorismo) e con la dittatura culturale che impone - attraverso i media - convinzioni, valori e stili di vita. Grazie ad esse è possibile fare accettare il peggioramento delle condizioni di esistenza e la compressione dei diritti individuali, funzionale al mantenimento ed all'incremento dei profitti. Ed è inevitabile pensare, quando quest'azione di inganno e di plagio delle coscienze non sarà più sufficiente, al passaggio a forme cruente di repressione e di dominio necessarie alla conservazione del potere e dei privilegi.


Nella provincia italiana dell'impero tutto questo si è concretizzato nell'inaccettabile svalutazione, in termini di diritti e di reddito, del lavoro dipendente ed autonomo, nella vorace appropriazione dei beni pubblici ad opera di ristrette oligarchie parassitarie, nella distrazione di massa e nel pensiero unico imposti dalla stragrande maggioranza dei mezzi di informazione e di intrattenimento anche grazie all'annientamento della scuola pubblica, nel populismo plebiscitario di Berlusconi sostenuto dalla destra clericale, fascista e razzista, nel peso sempre più rilevante assunto dall'economia illegale (mafia, corruzione, evasione fiscale), nel disconoscimento sostanziale della Costituzione ed anzi nel progetto di stravolgerne l'impianto democratico.

Quale forza politica, quale movimento è oggi in grado di proporre un'alternativa coerente a tale sistema, con compiutezza di analisi, con assoluta integrità di comportamenti, con efficace originalità dei metodi di azione politica e di diffusione del proprio messaggio, con la chiarezza di proposte in grado di incontrare i bisogni delle persone?
Cosa c'è di più fallimentare di riproporre un'alleanza incentrata sul Partito Democratico, complice e protagonista del degrado italiano e componente a pieno titolo del sistema dominante?
Quale credibilità si può ottenere quando non si rifiutano radicalmente pratiche partitocratiche di basso livello e si continua a riproporre un personale politico ormai screditato?
Anche se la contestazione dell'economia capitalistica, incompatibile con il perseguimento del bene comune e con un efficiente impiego delle risorse, è la premessa ineludibile per una società razionale e giusta, quali possibilità di successo per iniziative che ripropongano slogan e parole non più in grado di attrarre consenso ed ormai incomprensibili ai più come quelli fondati sul termine comunismo?
Quale futuro per partiti e movimenti nei quali il protagonismo e l'assolutismo dei promotori impedisce di ragionare in termini di elaborazione collettiva dell'azione politica ed inevitabilmente genera sospetti sul sincero disinteresse e la genuina spontaneità del loro agire e dei loro obiettivi?
Come è pensabile sconfiggere la formidabile potenza di fuoco dei poteri dominanti senza la consapevolezza di quello che sta succedendo e perché sta succedendo e senza la capacità di squarciare il monopolio culturale e dell'informazione imposto ai cittadini? Senza un progetto che riesca a mettere insieme le grandi correnti ideali su cui si muovono i movimenti di opposizione che sorgono dalla società civile: sulla giustizia sociale, sull'ambiente, sulla legalità, sul pacifismo?

Nel deserto politico italiano, nella desolazione di un Paese ridotto in macerie, ecco dunque l'originalità di Alternativa, il suo sforzo di rompere lo schema destra-sinistra, ormai inadeguato a raccontare ed interpretare le dinamiche delle forze sociali e dei centri di potere in campo, e di costituire la base per il successo di una politica fondata sulla consapevolezza, la conoscenza e sul perseguimento del bene comune.
Senza settarismi, perché lucidamente impegnata a distinguere sempre tra nemici ed amici, tra gli irriducibili sostenitori e complici del Tiranno e coloro che, pur scegliendo altre strade, condividono gli stessi obiettivi, gli stessi valori, lo stesso anelito a costruire una società diversa.

La relazione introduttiva di Giulietto Chiesa: http://www.megachipdue.info/rubriche/34-giulietto-chiesa-cronache-marxziane/3528-assemblea-di-alternativa-relazione-introduttiva.html

1 commento:

  1. ciao. arrivo qui da alternativa. riassumerei con uno slogan: "non si può giocare a Monopoli con il mondo" che ne dici? a presto. umberto b.

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