"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 5 maggio 2010

LA D'ALEMEIDE



di Giandiego Marigo

Molti , come me, avranno visto la D'alemeide a Ballarò..."Cantaci o diva dell'eroico Masimmo l'ira funesta"...Certamente il suo peccato è veniale, certo si tratta di "astuzia" e di "mezzuccio" da commedia dell'arte, ma questo cambia sinceramente molto poco.
Mi permette però di affrontare un discorso molto serio e gliene sono grato...mai avrei pensato di dirlo, giuro.
Quello che è avvenuto nel salotto di Floris è esemplificativo...di una situazione che dovrebbe farci molto riflettere ed è la sintesi, a mio umilissimo, parere di uno degli errori più gravi che oggi il PD compie.
Per quel che ne so al solotto in questione si accede per inviti, ma se, come credo, i partiti hanno voce in capitolo rispetto alla scelta del rappresentante e mi stupirebbe , sinceramente, il contrario è stato quantomeno avventato se non addirttura sciocco mandare proprio Massimino nostro a parlar di appartamenti. Se invece è l'astuzia del conduttore che ha creato le condizioni, allora è stato, perlomeno ingenuo.
Detto questo sembra che i quadri del PD eccellano di questi tempi nel farsi beccare in posizioni imbarazzanti.
Io mi rendo conto che si stia parlando di esseri umani, fallibili e con i propri vizi e limiti, non pretendo che siano diversi da tutti coloro che rappresentano, ma che almeno abbiano il senso dell'opportunità politica, suvvia lo si aspetterebbe.
Non è di questo però che voglio parlare, però. Quella che abbiamo visto dicevamo è la celebrazione del “Sono tutti uguali”...della politica come assoluto regno di una casta autoreferente ed è proprio questo l'argomento che voglio affrontare, questo terreno comune, questa condivisione culturale al peggio, questa reticenza drammatica di quella che chiamammo Sinistra ad affrontare la propria questione morale ed a porre questo momento di autocoscienza come esempio e base di partenza per ogni progetto futuro d'area.
Proprio D'Alema, anche se non da solo bisogna pur dirlo, è l'esempio sommo di questa condivisione, della teorizzazione e della manifestazione politica di questa area di compromesso culturale di questo Pragmatismo mostruoso che produce solo orrori e che vorrebbe essere definito governabilità.
Sarebbe ingiusto però prendersela solo con lui, molti, sinceramente troppi hanno acquisito atteggiamenti ecumenici per cui “fate quel che dico e non badate a ciò che faccio” frase di chiarissima derivazione vaticana che potrebbe essere la sintesi della odierna teorizzazione politica italica.
Sono lontani i tempi in cui Enrico Berlinguer richiamava la questione Morale come fondamentale. Anni luce dai discorsi di Pertini ai giovani
Ancora e sempre per trovare una motivazione a questa mancanza valoriale, bisognerebbe parlare di motivi...dei perchè si fanno le cose e di quali siano i meccanismi che provocano la definizione piuttosto che la scelta di un'area anzichè di un'altra. Su queste cose noi stiamo arretrando e perdendo le ragioni ed il senso. Sull'altare del Mostro Pragma stiamo sacrificando quel che ci mosse per arrivare sin qui...ci conviene? É produttivo, serve?
Il Mondo che descriviamo poi a coloro che pretenderemmo condividessero il nostro percorso non sarà grottescamente identico a quello descritto da altri? Perdendo così ogni possibile significato di rinnovamento e novità? Sino a quando l'uso artato e retorico di alcune parole tipo Lavoro, Sinistra, Giustizia, Sicurezza...coprirà l'assoluto vuoto dei motivi? Quando ci renderemo conto di non sapere più perchè si sia dove siamo e per quale motivo si preferisca essere lì piuttosto che da un'altra parte?
Siamo tutti coscienti del fatto che le ideologie, le tifoserie, le posizioni di concetto predeterminate ed assunte per analisi libresca e di principio, non siano figlie di questi tempi e nemmeno le proponiamo come alternativa. Non richiamiamo inutili bandiere nè schieramenti o fronti, ma fra questo ed il deserto dei motivi che provoca la convinzione che tutto sia uguale a tutto e che in fondo ogni posizione possa trovare alloggio in un comodo contenitore che non abbia connotazione, che non richieda troppi “sofismi”...bhè penso che esista differenza.
Penso che debba essere chiaro perchè Progressisti, perchè in quest'area e non dall'altra parte, penso che debba esistere una differenza e sono altresì convinto che questa differenza debba passare anche per un'ordine MORALE ed ETICO...
Non perchè si urla più forte o perchè ci si offende a sproposito, mandando vicedirettori di noti giornali di famiglia in luoghi ameni e adatti forse a loro e quand'anche se si debba ammettere lo meritino e che mai come in questa occasione Massimo nostro abbia rappresentato la volontà del suo popolo, ma perchè si abbia qualche cosa da dire al proposito...perchè si tenga conto e si ponga quel valore come pietra di giudizio e paragone nella propria azione politica.
A questo punto, certamente, non sono sufficienti dichiarazioni di principio e norme statutarie, non basta una definizione a piè pagina, implicitamente negata nell'azione quotidiana e persino pubblicamente derisa. Bisogna garantire un'inpegno men che formale, dimostrare un'interesse reale, farne patrimonio della cultura dell'area, farne sistema.
Oggi se ci domandassero che mondo vediamo dovremmo poter risponder che il mondo che immaginiamo ha una morale politica ed un'etica diverse da questo e farne vanto e stimolo non bisbigliarlo agli amici “giustizialisti” e negarlo ai “pragmatici”. Quest'ordine non è materiale da volantini, ma semmai pensiero fondante delle nostre analisi...quindi terreno di motivi e di stimoli, valore e, sinceramente, sarebbe l'ora che iniziasse ad essere anche criterio di selezione e di promozione, certo non l'unico, ma fra i più importanti.
Non si prenda questo scritto per una tirata moralista...non lo è e nemmeno lo vuole diventare, ma se stiamo pensando ad una nuova definizione di quest'area di Progresso, se stiamo ripensando a quella che chiamammo Sinistra...bhè non possiamo non considerare questo aspetto e farne metro e misura. Da ultimo molti portatori sani di “intellettualiasmo di sinistra” che liquidano questa esigenza come giustizialismo o populismo...tendendo quasi inconsciamente a scivolare su mille altri temi dall'ambientalismo, all'antifascismo e ponendo mille altre priorità, per carità presenti e ben chiare, pur di non affrontarlo. Non credo che sia possibile farlo, non a questo punto e non se davvero vogliamo immaginare un mondo diverso da quello del Potere ed avere la credibilità necesaria a poterlo raccontare senza essere derisi

2 commenti:

  1. Premetto che non ho visto ballarò ma mi è stato raccontato ma, scusate, me fate capì qual'è l'illegalità commessa da D'Alema?

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  2. Non mi sembra di aver parlato di illegalità, semmai di "astuzia" e di "mezzucci", di convinzione di potere tutto e che tutto sia consentito...di condivisione culturale...non necessariamente quel che è discutibile moralmente ed eticamente è necessariamente illegale...ma si vorrebbe che un alto rappresentante dell'area di progresso non condividesse "astuzia" e "mezzucci"

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