"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 22 giugno 2010

COMPAGNI, AMICI, SEMPLICI CONOSCENTI

Di Giandiego Marigo

A me viene da piangere, perdonatemi, non solo perchè trovo nel termine una poesia infinita legata ai miei anni migliori ed alla strada, non solo perchè pur con tutte le eccezioni e le trasmutazioni , con gli adattamenti storici con tutte le capacità di ascolto necessarie e le variazioni sul tema io mi senta ancora orgogliosamente di sinistra e quindi “compagno”.
No non è solo questo misto di retorica e nostalgia.
É molto di più, si tratta di una questione culturale di fondo. Si tratta di quella discussione di cui, ormai da tempo, stiamo dibattendo.
Si tratta della mitologia assurda del rinnovamento, del “ricambio” che tanto assomiglia ad una delle antiche metodologie democrisrtiane che cambiavano, ringiovanendo i quadri, per non cambiare nulla, della favola assurda, ben presente nel PD che basti avere meno di 50 anni per potere dire qualsiasi stronzata, appropriandosi dell'ettichetta di rinnovatori.
Non riesco a capire o meglio, riesco purtroppo a capirlo benissimo, da quale intelletto sopraffino derivi quest'esigenza di chiarire la terminologia all'interno del partito, questo bisogno di rinnegare anche un poco azzannando il proprio passato e le proprie radici...che bisogno ne avete, giovani democratici?
Quale se non la medesima che porta il vostro partito ad inseguire le tematiche leghiste al Nord e quelle dell'UDC al Sud? Quali se non il vuoto , desolante ed assoluto, l'eco addirittura che rimbomba nelle vostre ptoposte di visione alternativa?
L'assoluto nulla che riscontrate quando vi si chiede di esprimere un'idea originale non emendata o dedotta, non estrapolata o copiata da un testo, non studiata...un'idea qualsiasi che abbia un minimo di originalità, non necessariamente di sinistra ma d'alternativa al potere?
L'asservimento culturale è ormai preoccupante, da troppo tempo la vostra precipua natura vi porta all'emendamento d'altrui idee, alla precisazione, alla condivisione con eccezioni di forma, riuscite a condividere fondamenti e motivazioni anche con Fini, quindi perchè mai dovrebbe stupire una forma di rancore beota, nei confronti di una parola che è un pezzo della vostra storia...meno male che il segretario che avete eletto partiva riempiendosi la bocca della parola “Sinistra” e del termine “Lavoro”...se così non fosse stato ci domandiamo, come avreste potuto rinnegarli solo qualche mese dopo...vi sarebbe mancato il retroterra.
Questi sono i giovani che vi meritate...che avete cercato nei vostri numerosi equilibrismi e contorsionismi alla ricerca dell'autonegazione, giovani pratici, pragmatici, con un senso dell'opportunità fuori dal comune che riescono ad inserire questo “fondamentale” dibattito in un momento come questo dove, permettetemelo amici? Piace questa parola...va bene? Sembrava davvero mancasse solo questa perla degna della generazione del Trota, dobbiamo ammettere, per completare la desolazione della vostra proprosta politico-culturale...come vogliamo chiamarla, mutuando il titolo di un vecchio romanzo di fantascienza...”IL GRANDE NULLA”.
Vorrei ricordarvi che nella tradizione sindacale anche senza essere necessariamente comunisti ci si chiama “compagni”, che sulle montagne...ricordate? Su quelle montagne dove il nostro paese venne pensato e concepito, dove si pagò con il sangue la possibilità fornita a ragazzotti di trent'anni di dire tutte le cazzate che avessero voluto, bene su quelle montagne ci si chiamava “compagni” ed anche lì lo si faceva senza bisogno d'essere necessariamente e tutti comunisti.
Un'altra cosa vorrei mi spiegassero i vostri giovani virgulti campioni di liberal-democrazia domenicale ed è il livore, malcelato e solo parzialmente dissimulato...loro che premettono la necessità di un negazione, l'esigenza di un taglio con il proprio passato per continuare un percorso comune, quasi che la premessa richiesta fosse il rinnegare sé stessi ed il proprio bagaglio, l'unico modo per parlare insieme, l'accettazione della forca caudina...mi chiedo è su queste premesse che intendete proporvi l'unificazione dell'area di progresso, premettendo un'idiosincrasia ad un termine, che, permettetemelo a questo punto tutto è salvo che solo una parola?
E poi? Premetterete la foto del pontefice nelle vostre sedi? Teorizzerete che sia molto peggio essere comunisti piuttosto che massoni? Questa è la strada del rinnovamento e dell'unità.
Su queste premesse vi proponete di unificare? Rendendo sempre più stretta la porta dell'accesso all'area che i vostri geniali teorici individuamo per l'opposizione?
Chi scrive teorizza da pempo, perdonate la supponenza, la necessità storico-culturale-politica di rinnovare i linguiaggi e di affrancarsi dalle necessità becere di riferimento a trattati e ad analisi novecentesche della società, chi scrive non sente particolare necessità di simboli e di saluti segreti, strette di mano massoniche atte a ricoscersi nel mucchio, chi scrive è disposto a ridiscutersi a cercare aree di confronto anche filosofico-spirituale, non chiederebbe mai a nessuno di premettere una negazione di sé per parlare del nuovo, perchè è la peggiore delle premesse possibili ed il più grave degli errori del settarismo della supponenza e dell'arroganza.
Pare però che ancora una volta nell'area, che sempre più si fatica a definire di progresso, si richieda ancora una premessa di negazione...un io non sono...piuttosto di un io sono.
Questo definisce tutta la miseria di quest'area, la sua impossibilità di vincere alcunchè.
A prescindere dall'appartenenza ad un gruppo e ad una definizione, il postulato di negarne alcuni per essere parte è perdente.
Non si facciano ora riferimenti beceri all'antifascismo , all'antirazzismo o ad altro di questo tipo per rispondere a quanto sto affermando, è d'altro ordine ed è palese come lo sia.
Ultimo ma non ultimo, il senso dell'opportunità il tempismo...sto ancora chiedendomi, trasecolato e stupito come delle menti eccelse abbiano potuto concepire in questo momento ed in questo frangente, di fronte al peggior attacco alla democrazia dall'affermazione del Fascismo ad oggi, con che criterio si sia potuta porre questa questione Ininfluente, Inutile, Drammaticamente settaria, talmente stupida da essere suicida...scuola di partito??? Pragmatismo??? Studi alti di Scienze Politiche, forse. D'altra parte gente come me è drammaticamente superata e negata dalla storia, che passa su di noi e ci dimentica ed il mondo è certamente dei giovani

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