"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 28 luglio 2010

VENDOLA, BERSANI O CHI PER LORO



Di Giandiego Marigo


Ho letto su svariate testate di questo sondaggio che vedrebbe Vendola in vantaggio come Leader del centro-sinistra, ma che riscontrerebbe anche una forte fiducia nell'affidabilità di Bersani...il segretario per ogni stagione, il leader di scorta buono sempre.
Comprenderete dal tono quanto poco questa ipotesi e soprattutto questo metodo mi convincano. Li trovo dannosi, pericolosi e anche un poco stupidi, ma bisogna essere oggettivi, anche se a me non piace, quello che abbiamo è questo, non è il massimo ma è questo.
Oggi ho incontrato un amico del PRC, consigliere comunale, persona che stimo, che ad una domanda diretta sullo stato del partito mi ha risposto...testuali "siamo in putrefazione" quindi questo è quello che c'è. A me personalmente dispiace che si sia persa l'occasione di farla sul serio quest'area di riferimento dei comunisti, ma è innegabilmente frammentata, divisa, persa dietro a tentazioni barricadere con le idee pochissimo chiare sulla violenza e sulla forza e su quando e dove sia giustificabile il riferimento libresco ed il richiamo all'analisi marxista della società. Per contro abbiamo quattordici Partiti Comunisti uno più puro dell'altro e che passano il loro tempo ad insultarsi gli uni con gli altri dandosi reciprocamente del “revisionista”, il tutto nella più assoluta indifferenza della classe operaia e del popolo, mi rendo conto di essere molto cattivo, ma sono anche moltissimo arrabbiato, ci ho perso anni della mia vita attaccato a questo sogno.
Quindi ribadisco...quello che abbiamo è questo, vedo attorno a me alcuni apprezzabili tentativi, ma molto isolati, senza i fondi e le enrgie necessarie, artatamente soffocati. Lascio per ora questo inciso, che riprenderò in altra sede, quando parleremo della buona volontà e mi riferisco ad alcune propaggini del Movimento viola, al Movimento per l'Acqua Pubblica, ad alcune aree movimentiste del PRC, ad “Alternativa” di Giulietto Chiesa a certe aree del PD e di SeL, ma anche della stessa IDV. Torniamo, però al confronto Vendola-Bersani.
Una sola cosa vorrei dire all'amico governatore, che stimo molto...ed all'area che "allegramente" gioca il gioco del PD. Se si dimenticano i motivi, il senso e la visione...si diventa uguali a chi si combatte, si finisce con l'omologarsi al peggio.
Sono disperato, sotto moltissimi aspetti.
Lo stato dell'area di progresso è devastato. Culturalmente e politicamente l'uniformazione al peggio impera. Il tentativo di privare di una connotazione precisa il concetto di opposizione al potere avanza, l'azzeramento del punto di vista e la negazione della sinistra culturale è in corso.
Ormai si mettono sullo stesso piano Vendola e Bersani, astenendosi da giudizi di merito, sorvolando sul perchè siano diversi, su quali siano i motivi che li rendono tali...nessuno ne parla, se non in un ambito privato, anzi quando si faccia riferimento ai “motivi” o alle “visioni” si diffonde un certo qual “fastidio”...dovunque questo venga osato. Una sorta di biasimo per aver perso del pempo prezioso in oziose ed inutili divagazioni utopistiche, scarsamente pertinenti. Critiche severe perchè non cìè il tempo di divagare su dettagli...che non producono governabilità, che non fanno maggioranza. Che anzi pongono tematiche e discussioni...con il grave pericolo di non trovarsi d'accordo
Si discute piuttosto di appeal, di affidabilità...di marketing ed in questo senso "condividiamo cultura dominante" alla grande.
Permettendo che ci venga imposto un modus, una sorta di format, un metodo di analisi della società, una filosofia di lettura della medesima...avocando il nostro retroterra e rinunciando al nuovo per uniformarci alle metodologie correnti...UNICO PENSIERO! UNICO MONDO POSSIBILE.
Personalmente riconosco che si debbano fare i conti con la realtà e quello che abbiamo davanti è quello che vediamo, purtroppo. Da una parte una prospettiva assolutamente minoritaria, di testimonianza con pericolosissime venature di estremismo e di radicalizzazione in senso violento oppure questo...e mi viene da piangere, perchè dovrebbe esistere un'alternativa culturale , ma non c'è e sempre più scompare quando si senta minimamente aria di elezioni. Io continuo a dire che occorre una visione ed un mondo da proprorre...ma poi alla fine vince sempre e solo il pragma e mi sembra di parlare da solo...mentre fuori da me si gioca ai sondaggi.
Parliamo solo un attimo, sfiorandolo, della speranza e della buona volontà, speranza nel movimentismo,
Pur in una realtà sempre più confusa, con personalismi sfrenati, all'insegna del litigio e copiando lo stile della Politica Maggiore, in attesa di fare il salto e di appropriarsi di un comodo seggiolino in attesa di una poltrona qualsiasi, tutto infarcito dalla retorica di una lontananza dai partiti del tutto inventata... eppure l'unica speranza vera.
Non piace quello che dico?
Il composito movimento per l'acqua Pubblica...bello, mi piace , molto caratteristico, vincente, ma che corre gravissimi rischi di fare la fine dei No Global, dei No Tav e del meraviglioso movimento di Genova...domenticato, omesso, criminalizzato, abbandonato ed alla peggio usato, come veicolo.
oppure vogliamo parlare dei viola... e di quale dei trecento gruppi o movimenti che vanno rivendicandone l'originalità e l'ispirazione???? Quello più vicino a IDV? Oppure quello più amico del PD o ancora l'area dei Vendoliani e dei Rifondatori movimentisti...ditemi, quale movimento viola e su quale proposta?
Oppure vogliamo riferirci ad ipotesi del tutto embrionali di nuovi agglomerati eticamente e politicamente altri rispetto a quelli in campo, con il rischio concreto di riprodurne i difetti.
Io sono per mia natura uno che spera, che tende a rilanciare e credere sempre possibile un riscatto un colpo di coda, un recupero dei motivi, del senso, ma questa volta lo voglio dire accoratamente e mi piacerebbe d'essere ascoltato, anche se so che non sarà anche perchè sono il “Signor Nessuno”, cui spessissimo ormai ho fatto riferimento. Abbiamo bisogno di immaginare un mondo, di crederlo possibile, di condividere una visione, di imparare a descriverla. Dobbiamo accettare la sfida di elaborare e sipraticare Cultura Popolare, altra, alternativa a quella del potere, che ponga postulati diversie filosofie, comportamenti, modi e mode, realmente alternativi. Abbiamo il dovere e la possibilità di cambiare il paradigma, di porre differenti premesse e postulati di partire dalla gente e dai bisogni anzichè dalla difesa del potere, della cittadella, della casta. Abbiamo la possibilità ed il bisogno di imparare e praticare una spiritualità che venga immediatamente proiettata nell'essere, ponendo le basi di una moralità e di un'etica diverse che non partano da dichiarazioni di principio , ma da acquisizioni e scelte personali. Quello che ho già definito nuovo paradigma non è astruso lontano, altro ed utopico, ma è lì ad un passo, nei nostri bisogni e nelle speranze che condividiamo e che ci fanno essere insieme nonostante tutto. Ed allora che sia un Bersola o un Ventani a guidarci sarà solo un dettaglio e la rabbia di chi non caparà sarà proprio che sia lo stesso, che l'importante non sia il Leader, ma quel che dice.

martedì 20 luglio 2010

RICORDIAMONE I MOTIVI, RICORDEREMO CARLO


di Giandiego Marigo(poesie dell'autore)


Siamo in un tunnel, in cui ci tocca commemorare quotidianamente eroi, martiri o semplicemente caduti, mentre vorremmo scambiare due chiacchiere con amici vivi.
Personalmente odio la retorica e rifuggo i rancorosi slogan che grondano vendetta.
Giuliani vedeva un mondo diverso da questo...era in piazza per un mondo migliore...e questo conta...il motivo per cui tutti quei ragazzi erano a Genova.
Oggi si vuol raccontarla parlando di equanime divisione delle responsabilità e per fare questo, per raccontare una storia diversa si usano tutte le armi possibili, giornali e pensatori.

Oggi tocca al Corriere della Sera deliziarci con le proprie analisi storiche raffinate che vedono Carlo come assalitore e chi l'ha ucciso in palese legittima difesa...non è così, ma ci riproveranno ad ogni scadenza d'anno.
Ve la racconteranno un po' diversa...sino a che vi abituerete all'idea che sia andata proprio come ve la raccontano.
Spesso nella storia di questo paese è andata così, ma, come spesso accade troveranno sempre qualcuno che ricorda, qualcuno che la racconta giusta, questa è la forza della testimonianza, questa è la forza della memoria.
Esiste un rischio però a mio umilissimo parere ed è qullo di ricordare sempre di più il cordoglio e dimenticare i motivi.

Ho visto davvero troppi compagni morire nel mio percorso ed ho sentito troppe volte quel “Pagherete caro! Pagherete tutto!” , pieno di rabbia, denso di motivi, ma difficilmente realizzato.
Io credo che ci sia un modo di farla pagare al sistema, al potere che, così spesso, è ricorso all'omicidio per tentare di imporci il silenzio. Un modo che per giunta è denso di positività, scevro dal gioco inutile dell'accumulo di odio e la vendetta, liberato dalla Rabbia che spesso produce mostri. Si badi ci sono motivi per la Rabbia essa è fertilizzante e ha la sua ragione d'essere, ma è improdittiva ed è un'emozione negativa come la Paura, come lei è energivora e distrae dal senso e dal fine.
Dicevamo esiste un modo ed è ricordare, portare avanti il senso, i motivi profondi che portarono tanti nostri Fratelli ad essere con noi in quelle piazze dove fu loro rubata la vita.
Questa “volontà” di continuare, quaesta “caparbietà” nel ritrovare il senso ed i motivi è “positiva”, “costruttiva” e si muove nel senso del destino, accompagnandolo, liberandolo dei bisogni di punizione e dell'odio vendicativo, che per contro sono “negatività”. Questo modo di pensare non è liquidatorio, ma si muove nel senso di quello che quei ragazzi che erano in piazza a Genova avevano discusso nei giorni precedenti agli scontri...ed è la maggiore eredità che Giuliani e chi prima di lui ci hanno lasciato. I motivi per cui morirono e non la loro morte che di per sé è immanente come per tutti. Ed è passaggio persino per loro.
I motivi...il senso di quello che stiamo facendo, dovremmo averlo presente sempre e molto di più, perchè senza nulla ha alcuna ragione d'essere.
La discussione che caratterizzò il movimento che era in quei giorni a Genova fu ed è fondamentale quella “Varietà” che caratterizzava quel Moovement era l'importante.
Lì risiedeva il cambiamento e lì stava l'essenziale, in quella connessione fra Spiritualità e desiderio di eguaglianza...in quella capacità di parlarsi e dirsi cose “pesanti” a prescindere dalle appartenenze e dai percorsi, l'essere lì tutti insime in quel Movimento dei movimenti era la verà novità...il messaggio! Ricordiamo questo messaggio, raccogliamolo e portiamolo dovunque, questo è quanto Carlo merita, non la rabbia, non l'odio di pochi amici che diventano sempre meno, ma il gonfiarsi di quel movimento in cui credeva...la trasmissione di quel messaggio ch'era tanto importante da morirci.

Non fermiamoci al dolore, andiamo dietro e scopriremo il senso, l'insegnamento. Quanta di quella forza è rimasta oggi, quanto di quel messaggio è passato? Eppure in quello stava tutto il motivo...e se lo cercheremo è ancora lì dove è sempre stato...perchè è molto più grande di noi e delle nostre miserie, dei nostri dolori e soprattutto dei nostri rancori e i nostri odi. Non racconterò ancora una volta quella giornata, molti lo faranno oggi, con maggiore precisione di quanto potrei io
Io vi ricorderò i motivi per cui Carlo era lì e tanti, tanti, tantissimi insieme a lui.

GENOVA, FIRENZE, ROMA…E POI?


Genova, Firenze, Roma…
Puerto Alegre…e Bombay
Mille più mille città che hanno parlato…
Cosa hanno detto al vostro…
al nostro cuore
A quella parte di voi che scalda dentro.
Ed il canto e l’urlo e la preghiera
D’un milione…e più
di menti illuminate
Ha fatto l’onda nell’anima del mondo…
Come una vibrazione…
Un lampo di energia ci ha scossi
Dire non basta più
Pensare, ritenere non è più sufficiente
Ora è motivazione vera,
questa è teoria
In strada ora si scrive nella storia
Un fatto nuovo,
alfin buona novella
Da mille e mille gole si è spiegata
Se al vostro orecchio ancora non è giunta
Senz’altro vostra anima ne è scossa

L’IMPOSSIBILE


Non esiste…
davvero non può…
esistere l’impossibile
Voglio un mondo dove Francesco parli con Guevara
Loro han molto da dirsi.
Loro possono capirsi
Voglio un mondo dove il denaro
Non stia al centro…
sugli altari
altri son quelli che noi dovremmo adorare
Voglio un mondo dove l’amore non sia un concetto astratto
Ma sia! Di fatto,
nelle cose, in un mondo rifatto
Voglio un mondo che sappia , ovunque,
apparecchiar la tavola
Ogni sera, nell’ora della cena
Voglio un mondo senza guerra!!
Voglio Iddio sulla terra!!
Voglio un mondo che non giochi con la catena della vita
Lo vorrei per i miei figli,
per il mio gatto
A misura di ognuno
a vantaggio di nessuno
Non può esistere e davvero non esiste…l’impossibile
PERCHE’ IO CREDO
Che tutto questo possa
Essere vero

lunedì 19 luglio 2010

Fini strategie senza futuro

Le dimissioni in sequenza di Scajola, Brancher, Cosentino. La condanna in appello a Dell'Utri. Le inchieste, tutte con la figura dell'eminenza grigia Gianni Letta sullo sfondo, riguardanti la protezione civile di Bertolaso e la nuova cricca della P3 (Verdini, Cappellacci) che hanno infranto il mito del governo del fare o meglio lo hanno reso non più propagandabile nemmeno attraverso il tg di Minzolini. Il sistema di potere berlusconiano perde visibilmente pezzi proprio nei suoi gangli vitali e nei collaboratori più fedeli.
Ciò che non è riuscito con la condanna di Mills, corrotto da Berlusconi, e con le accuse di Spatuzza e Ciancimino sui rapporti con la mafia, si realizza grazie all'azione di logoramento di Fini, con la sponda del PD di Bersani e D'Alema e dell'UDC di Casini, alla leadership di Berlusconi.
Di fatto Tremonti ha ormai commissariato il governo, facendosi garante nei confronti dei poteri forti italiani e non e delle istituzioni monetarie europee e mondiali della coerenza dell'azione di governo con le logiche del sistema finanziario internazionale.

domenica 18 luglio 2010

Magistratura politicizzata

di Michele

Come ci racconta Marco Travaglio nel suo Passaparola del 12 luglio 2010, per magistratura politicizzata bisogna pensare a quella parte di magistrati a disposizione di una commistione affaristica criminale e strettamente legati ad essa in una sorte di associazione segreta simile alla vecchia P2 di Licio Gelli, di cui facevano parte anche Silvio Berlusconi, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Costanzo.
Oltre alle notizie che riguardano le indagini sulla cosiddetta nuova P3, era già evidente che esiste una magistratura politicizzata, basti pensare al correntismo all’interno del Csm, ma che ci sia una magistratura ostile a Berlusconi è falso ed è evidente che non esistono "toghe rosse" che perseguitano Berlusconi. Anzi, se Berlusconi avesse trovato davvero le "toghe rosse" a Milano, la prescrizione per concessione delle attenuanti generiche (lodo Mondadori) e le assoluzioni per insufficienza di prove (caso Medusa, processo Sme) potevano essere condanne definitive per il signor Berlusconi.
Inoltre, i processi si fanno sulla base di prove e quando le prove erano sufficienti per arrivare a condanna definitiva di Berlusconi (amnistiato 2 volte e prescritto 3 volte) ci sono stati vari interventi legislativi da parte del suo governo allo scopo di: rinviare processi attraverso legittimo impedimento, legittimo sospetto, lodo Schifani e Alfano poi dichiarati incostituzionali; bloccare l'acquisizione di prove con la legge sulle rogatorie; depenalizzare i reati commessi come il falso in bilancio; arrivare alla prescrizione riducendone i termini.
Ovviamente Berlusconi non è vittima di alcun complotto.
Infatti, è accertato, dalla sentenza definitiva della Cassazione, che Mills è stato corrotto per testimoniare il falso nell'ambito di due processi in cui era imputato Silvio Berlusconi (il processo per corruzione alla Guardia di Finanza e il processo dei fondi neri di All Iberian) allo scopo di “tenere fuori da un mare di guai” Silvio Berlusconi.
E’ accertato che il giudice Metta è stato corrotto dai legali di Berlusconi per strappare la Mondadori a De Benedetti.
E’ accertato, dal processo All Iberian 1, il finanziamento illecito di 22 miliardi di lire al PSI, denaro partito da fondi occulti della Fininvest per finire nei conti svizzeri del PSI di Craxi.
E’ accertato che alcuni finanzieri sono stati corrotti per far chiudere loro tutti e due gli occhi sulle irregolarità riscontrate nelle verifiche fiscali presso le aziende di famiglia Berlusconi; Massimo Maria Berruti e Salvatore Sciascia, che erano fiscalisti del gruppo Fininvest e prima ancora ufficiali della Guardia di Finanza, sono stati condannati in via definitiva in tale processo relativo alle tangenti alla Guardia di Finanza e poi hanno fatto carriera politica entrando in parlamento col partito di Berlusconi.

Appare evidente che non c'è un uso politico della giustizia ma c'è chi fa politica per impedire alla giustizia di compiere il suo corso legittimo e doveroso, denigrando e minacciando la magistratura attraverso un disegno eversivo per attentare all'autonomia e indipendenza della magistratura.

SEMPLICEMENTE, PAOLO


Di Giandiego Marigo

Come suole!

Ormai dovreste essere abituati alla scarsa scientificità alla chiave così poco giornalistica che mi contraddistingue, ne meno discreto vanto...ma non riuscirei a scrivere in altro modo che in quello che adopero per comunicare con voi.
Oggi, nel giorno in cui mi accingo a pubblicare questa accozzaglia di parole, messe lì un po' a caso è il 18 Luglio...domani sarà il 19 anniversario della morte dell'eroe moderno Paolo Borsellino.
Pare davvero strano per me uomo di sinistra essere qui a parlarvi di un eroe, un uomo eccezionale che di sinistra non era, ma che rappresentava “degnamente” il potere di uno stato che i quesgli anni, non era affatto tenero con la sinistra.
“Un uomo onesto, un uomo probo” (mutuando de andrè) che come quello cantato dalla canzone “ si innamorò perdutamente di una che non lo amava niente”.
Era innamorato Paolo Borsellino e lo domostrò in tutta la sua vita, pagando sempre il prezzo del suo amore, profondamente e perdutamente innamorato di Sora Giustizia...innamorato di quello Stato che era convinto di rappresentare, di difendere.
Questo suo amore prescindeva da ogni schieramento, da ogni sua idea personale era un amore basato sull'etica, sulla morale...sul senso superiore della giustizia. Il suo modo d'intendere prescindeva i motivi che giustificano le azioni del potere, nella convinzione che esistesse, il giusto e lo sbagliato e che il fine non giustificase i mezzi, quand'essi fossero immorali ed egoistici. Questo non faceva di lui un uomo di sinistra, anche se molti uomini di sinistra oggi desiderebbero vedere le medesime motivazioni a sfondo del proprio procedere. Un'eroe che divide, tracciando un segno con il suo sangue che separa il giusto dallo sbagliato il bianco dal nero. Proprio perchè ad ucciderlo non fu il suo nemico(seppure fu la sua mano a creare le condizioni della sua morte) ma il tradimento, gli interessi immondi che andava via via scoprendo e che non erano solo rapporti fra bande, ma qualche cosa di molto peggio. Un compromesso immondo, fra chi doveva rapressentare la giustizia ed il diritto e chi invece lo eludeva, deridendolo...Un uomo come lui non poteva sopportarlo e lo disse e lo combattè sino al suo ultimo giorno.
Oggi molti lo chiamano eroe, non tutti, alcuni non riescono proprio a nascondere il loro livore, nemmeno adesso, ma quanti lo credono davvero?
Noi/io sicuramente sì, molti che come me appartengono alla classe dei Signori Nessuno certamente lo ritengono un eroe ed un esempio da seguire, da indicare ai propri figli. Quanti di coloro che si menano d'essere politici d'alta schiatta, d'essere importanti, eletti e rappresentativi davvero lo amano? Egli fustigò i loro vizi, scoprì i loro metodi e le loro astuzie, espose al pubblico giudizio le origini di molte delle loro ricchezze, li toccò laddove essi deridono la moralità e l'etica con la pretesa di suoeriori interessi che sono sempre e solo i loro propri, come possono amarlo anche se lo dicono...anche se gli dedicano strade e piazze.
Per finire e per salutarlo, permettetemi di esporvi il mio modo personale di dire, di cantare e di ricordare. Noi paolo, non siamo sapienti, non siamo potenti, siamo nessuno, noi scriviamo canzoni e cantiamo ballate...quella gente per cui tu ritenevi fosse giusto cercare giustizia, ma siamo anche lo stato, quello vero e noi ti rendiamo onore...


Un Giudice

La verità Paolo...la verità t'uccise
il cercarla , l'amarla...
L'inseguirla
quella giustizia matrigna e quello stato
che poi ti volle morto...
Scomodo! Troppo pesante il tuo passo!
Troppo tenace quella tua ricerca
tu ricordavi Giovanni e non dovevi.
Conoscere, il sapere...rende liberi
ma delle volte, semplicemente uccide
Oggi ti fanno eroe
ma non ci credono
solo per convenienza
ed anche poi tentennano
sempre più spesso
e forse si ricredono
Perchè tu che li stanasti,
ed esponesti al sole tutti i loro giochi
tu li tirasti fuori
questi signori occulti
padroni della paura
Tu eri un uomo e solo quello..certo
che altro potresti
T'aspettarono!
concordarono il momento
per fare in modo che ti dimenticassimo
confidando in noi...popolo bue
vittime d'ignoranza, senza memoria
cercando prima e disperderdendo poi
le tue parole al vento
con il tuo corpo
insieme con il tuo sangue
persino coi tuoi appunti
su quell'agenda rossa
si rubarono tutto
con la tua vita
perchè son ladri loro ed assassini
non sanno fare altro
solo questo
ed anche oggi brigano
ebbri di quel che reputarono vittoria
contro la tua memoria
perchè persino quella fa paura
eppure noi restiamo
siamo qui
Noi non dimentichiamo
fate fuoco su di noi
ne arriveranno altri

sabato 10 luglio 2010

I COMITATI PRIMO MARZO ED IL NO RAZZISMO DAY INVITANO ALLA MOBILITAZIONE


Sugli eritrei detenuti in Libia non deve calare il silenzio, il Governo italiano non può sottrarsi alle proprie responsabilità

L'accordo “Di liberazione e residenza in cambio di lavoro” negoziato dal governo italiano in queste ultime ore è inaccettabile e ha il sapore della beffa.
I cittadini eritrei detenuti ingiustamente e in condizioni disumane nel carcere libico di Braq non chiedono, infatti, un'occupazione in Libia ma di veder riconosciuto lo status di rifugiati al quale hanno diritto e di essere accolti in un Paese democratico.

Il Movimento Primo Marzo ed il Movimento No Razzismo Day

Chiedono:
alla diplomazia internazionale di attivarsi affinché:
Venga riconosciuto lo status di rifugiato alle 250 persone deportate nel carcere di Braq e sia trovata per loro una sistemazione degna e sicura in Paesi che abbiano sottoscritto la Convenzione di Ginevra;
Sia rispettato l'anonimato di queste persone, così da non mettere a repentaglio la vita dei loro parenti e amici rimasti in Eritrea;
Cessino immediatamente i respingimenti in mare da parte dell'Italia e il governo italiano risponda del proprio operato al riguardo, avendo agito in totale violazione dei fondamentali diritti umani e delle norme comunitarie in materia di protezione internazionale.
Ricordano:
che l'Eritrea è sottoposta una delle più brutali e oppressive dittature contemporanee e che lasciare il Paese rappresenta per molti eritrei l'unica possibilità di salvezza;
Che almeno 11 tra le 250 persone deportate a Brak sono state respinte in mare lo scorso 1° luglio da una nave italiana senza che nessun accertamento venisse fatto sulla loro condizione o fosse presa in considerazione la loro richiesta di asilo politico.
Esortano:
i comitati locali a mobilitarsi per promuovere iniziative di solidarietà e sensibilizzazione e sostenere quelle che si stanno svolgendo in tutta Italia, e invita le associazioni e le singole persone impegnate nella difesa dei diritti umani e nella costruzione della giustizia sociale a fare altrettanto.

Primo Marzo e No Razzismo Day si uniscono alla protesta sulla libertà di informazione e contro il D.D.L Bavaglio e rilevano che oggi più che mai è indispensabile in Italia una stampa libera dalle censure ma, anche, dal conformismo e dall'opportunismo, dalla superficialità e dall'indifferenza.
Da questi vizi nasce infatti l'assordante silenzio che, con poche eccezioni, ha finora accompagnato le vicende eritree sui media italiani.
Propongono all'attenzione della rete la condizione disumana degli Eritrei di Brak e l'accordo truffa mediato dallo stato italiano, per allontanare da sé le responsabilità che oggettivamente condivide, e che rimandano all'accordo Italia- Libia e alla politica dei respingimenti. La gravità della situazione e la soluzione proposta nulla hanno a che vedere con i diritti internazionali dei rifugiati sanciti dagli accordi internazionali
La mobilitazione partirà su facebook e sulla rete Mercoledì 14 e Giovedì 15 luglio con l'esposizione collettiva del seguente stato:
IO NON RESPINGO, IO NON SCHIAVIZZO, SIANO RISPETTATE LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI PER I DEPORTATI DI BRAQ, NOI NON SIAMO COMPLICI SILENZIOSI DI CAMPI DI DEPORTAZIONE E DI LAVORO FORZATO, NESSUNA COMPLICITA' CON I DITTATORI

( Per aderire, basterà esporre lo stato e se si vuole modificare il proprio avatar con un'immagine attinente, lasciandola esposta e ben visibile on line nei giorni Mercoledì 14 e Giovedì 15 Luglio, cliccate mi piace ogni qualvonta vediate lo stato o questa comunicazione e firmate da subito la petizione on line. Contattate i comitati locali per organizzare mobilitazioni diffondete questo testo e questo slogan)

martedì 6 luglio 2010

A QUALE PREZZO?


Di Giandiego Marigo

Questo momento rischia di essere rilevante...dopo il caso Brancher e dopo la manifestazione del 1 Luglio sembra, a tratti, di rivedere spuntare all'orizzonte un'opposizione...ma quale opposizione? Sorgono molte discussioni al proposito ed in questi giorni ed il tema all'ordine del giorno pare essere una sorta di alleanza fra Finiani ed Area di Opposizione, per matare il signor B.
Si discute su vari organi se sia giusto o meno votare con Fini gli emendamenti alla manovra...si levano alte le voci contro il tafazzismo laddove alcuni pongano il dubbio sull'astuzia e sulla accortezza di tale prossimità, si spera momentanea.
Voglio dire la mia, tanto non conta molto e cambia ancora meno.
Il fatto, di per sé, di avere un momento nella storia parlamentare in cui esistano confluenze su emendamenti anche non di parte, non è di per sé una mostruosità. Anzi sarebbe auspicabile che quando si parli del superiore interesse del paese si creassero momenti di questo tipo. Una democrazia compiuta e sana ha momenti così congegnati, senza che questo provochi confusioni e travasi.
Però, attenzione, l'ipotesi vale in presenza di un'opposizione forte, chiara e con idee precise, che sappia cosa sta facendo e perchè. Che abbia un'alternativa reale, pronta e che sia in grado di governare.
Certo la politica a livello mondiale, non ci riserva un quadro confortante i motivi che muovono i cambiamenti non sembrano sempre essere di altissimo livello, non paiono riservare alla politica...vera uno spazio enorme. Sembrano muoversi piuttosto su manipolazioni incrociate, astuzie mediatiche e pretesti propagandistici...il che uniformerebbe , in fondo il nostro paese ad un quadro mondiale...”normalizzato”.
Però e dell'Italia che stiamo parlando e della Politica, quella con la P maiuscola, quindi continuiamo nel nostro eloquio non cercando l'uniformazione al peggio, arte globalizzata ormai molto di moda, ma mantenedo principi e valori come asse portante.
Questa “rivoluzione de no'artri”, questa tempesta in un bicchiere è stata sin troppo telefonata, lo si dice di un tiro in porta che sia prevedibile e che il portiere possa intuire con facilità, predisposta e preparata. Grandi manovre incrociate Casini-Montezemolo-Fini-D'alema-Rutelli...sono in corso da tempo, già più di una volta si è predisposto e provato questo “approccio innaturale”...sono ormai storia le ipotesi di governissimi di volta in volta proposte da questo e da quel “Profeta”.
Molti oggi dicono che la priorità sia rimuovere l'anomalia Berlusconiana...e a questa rimozione sono disposti a sacrificare qualsivoglia contenuto, pronti a qualsiasi alleanza permetta loro di esplicare e portare a termine questro compito. É giusto? E non sto parlando di opportunità politica ma di correttezza.
Se esistesse una opposizione forte con un'idea chiara, con una visione di mondo alternativo che fosse pronta a supportare e guidare un percorso anche di compromesso, per evitare inutili scontri sarei persino d'accordo ma non è così.
Quello che avviene oggi è molto diverso...è il vuoto che contrasta il vuoto. Vorrei ricordare che quello che sta succedendo nel Centro-Destra non sta avvenendo su questioni sostanziali, ma formali, metodologiche. Quindi non c'è discussione sulla sostanza e sul progetto Piduista da attuare, ma sui metodi con cui questo viene perpetrato. Il progetto che muove l'azione è stato approvato insieme...sono le azioni che vengono discusse, i tempi, i metodi...le astuzie formnali per mascherare la sostanza, la necessità o meno di indorare la pillola...questa è la qualità della discussione in atto nel Centro Destra...se sia più giusto essere dirtti ed arroganti piuttosto che formali ed eleganti per porre però le medesime questioni. È questo che andremo ad appoggiare, questo tipo di correzioni, ingabbiandoci in maniera definitiva in un ruolo appunto, emendante che rinuncia completamente alla proposta ed all'alternativa culturale. Accettando di fatto l'idea che questo paese sia di destra e che l'unica alternativa possibile sia, quindi, una destra dal volto umano.
Rischiando di fatto che quella che potrebbe essere spacciata come una vittoria sia la sconfitta definitiva della cultura altra ed alternativa. La vittoria del Pragmatismo che giustifica il nucleare emendandolo, che accetta la privatizzazione dell'acqua emendandola, che teorizza un unico mondo possibile figlio del liberalismo variamente modulato, ma che rifiuta ogni possibile e reale diversità, che cassa in modo definitivo le fastidiosissime utopie eco-compatibili...i progetti sinistorsi e radicali di mondi possibili, per affermare che l'unico mondo posssibile nasce da un'emendamento. Che l'unica strada possibile sta nel mezzo...il che se è vero spiritualmente, non è necessariamente detto a livello sociale, anzi.
Tutto questo da una banalità assoluta come l'ipotesi di votare insieme a Fini degli emendamenti? Più dai movimenti che hanno preceduto e dalle premesse che hanno prodotto questa possibilità che non dall'evenienza stessa. Dedotto dall'assenza totale di un mondo di sinistra che caratterizzi con la sua esistenza la compagine degli oppositori...essa stessa sbilanciata al centro in modo molto preoccupante e qui tornano le vecchie definizioni, pronunciate da me che le ho combattiute che ne ho proposto in ogni luogo il superamento...da me convinto che sinistra e destra siano definizioni superate. Attenzione però Progresso e Conservazione permangono, Potere e Capitalismo sono ancora attuali Civiltà e Politica, per me hanno ancora un senso e se sono disposto a rinunciare ad un'inutile definizione, a discutere sul colore delle bandiere, sui simboli e sui libri che hanno motivato le mie analisi, non lo sono, mai sulla necessità di un mondo diverso da questo. Sull'impellenza di un pensiero e di una cultura che definiscano diverse necessità ed un diverso racconto. Non credo e non crederò mai, in un unico mondo possibile e nell'innellutabile permanenza delle cose, non sono disposto ad essere “collaborativo” con il potere...accontentandomi di correggerne gli eccessi.
Avverrà quindi, quasi certamente quel che stiamo paventando, avverrà e verrà definito realismo politico, molti lo saluteranno come una vittoria, ma a questo punto sorge l'urgenza di rinnovare un'area anticapitalista ed alternativa al potere, da definire nel modo che si vuole...viola gialla o celestina, azzurrina o rosa pallido...più o meno a pois o a strisce, ma che abbia la capacità di porre un'alternativa culturale vera, un mondo possibile, che accetti di relazionarsi all'area definita di progresso, ma che sia forte a sufficienza da mantenere le sue proposte e da portarle avanti, un'area che nasca da un'acquisizione movimentista e popolare, che sappia trasmette modi e mode, culture ed opinioni...ed influenzare realmente il modo di porsi ed i comportamenti.
Solo a questa condizione sarà possibile...a mio umilissimo parere superare l'era dell'inciucismo che sta per cominciare, volenti o nolenti e che sembra essere oggi l'unica strada praticabile.

domenica 4 luglio 2010

I Mondiali di calcio e la Rai

Alcune riflessioni a proposito di calcio, anzi di calcio in tv o per meglio dire sulla Rai e le tv in chiaro, quelle che un mio amico chiama le tv dei poveri …
La Rai, anche in occasione dei Mondiali sudafricani, dimostra di aver perso la propria centralità nel sistema televisivo ed il ruolo di servizio pubblico che dovrebbe esserle proprio, essendo stata la globalità della manifestazione acquisita da Sky.
Di fatto, anche di fronte ad un evento 'popolare' come il calcio e i campionati del mondo in particolare, si è prodotta una divisione classista tra chi può e chi non può permettersi di pagare per fruire dello spettacolo dagli schermi televisivi.
Per l'amor di Dio si può vivere serenamente senza guardare quattro partite al giorno (o magari provare a vederle con le connessioni peer to peer o in streaming su Tvtube, Atdhe.net, Justin.tv o Iraqgoals (!) ) ma se si deve ragionare in termini di qualità culturale del palinsesto televisivo e di riduzione dei costi appare davvero una beffa da aggiungersi al danno presentare come copertura dell'evento il proliferare di pessimi talk show calcistici.

giovedì 1 luglio 2010

A chi serve la “legge bavaglio”?


di Michele


Se il ddl sulle intercettazioni, già approvato dal Senato, passerà senza modifiche anche alla Camera, impedirà ai cittadini di conoscere quanto di grave avviene nella gestione dei fondi pubblici, si metterà oblio sui rapporti tra politica, massoneria e mafia, cadrà definitivamente il silenzio su quella commistione tra stato e antistato in cui poteri occulti e deviati esercitano il controllo sulle istituzioni per dare parvenza di legalità ad affari illeciti e atti criminali.

Infatti, se fosse stato già legge, nulla sapremmo:
sul mandato di arresto a Cosentino per associazione camorristica;
sul sistema di appalti e sesso alla Tarantini;
su casa Scajola, che sarebbe ancora ministro;
sugli imprenditori che ridevano la notte del terremoto a L’Aquila;
sulle indagini relative all’eolico in Sardegna che riguardano Verdini;
sulle pressioni di Berlusconi all’Agcom per far chiudere Annozero;
sulle indagini per la morte di Stefano Cucchi;
sui rapporti con la ‘ndrangheta dell’ex senatore Di Girolamo;
sull’ex procuratore aggiunto di Roma Achille Toro accusato di fare la talpa.
Inoltre, con estremo ritardo avremmo saputo di Calciopoli, degli scandali finanziari sulle scalate bancarie, dei casi Cirio e Parmalat.

Berlusconi avrebbe voluto addirittura un testo più liberticida perché le intercettazioni telefoniche hanno portato a conoscenza delle raccomandazioni chieste da Berlusconi a Saccà, del tentativo di corruzione di senatori della maggioranza che nel 2007 sosteneva il governo Prodi; inoltre, si è saputo delle cene e della notte trascorsa a palazzo Grazioli dalla registrazione fatta dalla D’Addario, cosa che non sarà più consentito fare di nascosto.

Di seguito l’elenco delle intercettazioni telefoniche che riguardano Berlusconi reperibili in rete (forse ancora per poco tempo).

Nella seguente telefonata tra Berlusconi e Agostino Saccà, allora direttore di Rai Fiction, Saccà chiede a Berlusconi un intervento presso i suoi alleati politici per mettere a posto la situazione nel consiglio di amministrazione della Rai, Berlusconi risponde che provvederà.
Berlusconi chiede a Saccà di mandare in onda una trasmissione voluta da Bossi, e Saccà si lamenta del fatto che ci sono persone che hanno diffuso voci su questo accordo provocandogli problemi.
Berlusconi chiede a Saccà di segnalare le attrici Elena Russo e in particolare Evelina Manna, quest’ultima gli garantirebbe il voto di scambio in senato (ricordiamo che il governo Prodi in Senato si reggeva su una maggioranza di due o tre senatori a vita) perché sta “cercando la maggioranza in senato”, cioè sta cercando di comprare qualche senatore della maggioranza che sosteneva Prodi.

In un’altra telefonata tra Berlusconi e Saccà, Berlusconi parla del ricatto di A.N. e Lega all’UDC che hanno disdetto l’accordo con lui, per questo Berlusconi li definisce "straccioni" e alla fine aggiunge: "purtroppo ho a che fare con questa gente".
Berlusconi chiede di nuovo di sistemare Elena Russo, Saccà lo rassicura che può aiutarlo e cercherà nel frattempo di farle fare qualche lavoretto prima di un altro lavoro le cui riprese erano previste in un tempo più lontano.

Berlusconi parla di Antonella Troise in un una telefonata con Saccà, in cui dichiara che Antonella Troise sta andando in giro a dire cose pazzesche su di lui tanto da considerarla pericolosa, perciò chiede a Saccà un suo intervento invitandolo a chiamarla.

Berlusconi raccomanda Evelina Manna anche in un’altra circostanza, durante la telefonata col produttore televisivo Guido De Angelis invitandolo a chiamarla personalmente.

In un’altra telefonata tra Berlusconi e Guido De Angelis, Berlusconi dice che parte in serata per Roma perché gli hanno chiesto di parlare l'indomani alla Cisl e, siccome Bonanni della Cisl controllava tre senatori che gli sarebbero serviti per far perdere la maggioranza a Prodi in senato, doveva essere presente.

In una telefonata tra Berlusconi e Dell’Utri, Berlusconi gli comunica che Vittorio Mangano ha messo una bomba da "un chilo di polvere nera", cioè poco esplosivo, appena sufficiente per “farsi sentire”.

Nella telefonata tra Berlusconi e Craxi di fine agosto ’83, Craxi si lamenta con Berlusconi per la pessima accoglienza che Indro Montanelli, su “Il Giornale” di proprietà di Berlusconi, ha riservato al suo neonato governo.

Nella telefonata tra Berlusconi e Cuffaro (allora presidente della Regione Sicilia), Berlusconi comunica di aver parlato col Ministro degli Interni per la questione delle indagini e che tutto sta andando per il meglio. Si fa riferimento alle indagini su Cuffaro, accusato del reato di concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti tra il clan di Brancaccio e ambienti della politica locale.

La telefonata tra Bruno Vespa e Salvatore Sottile, portavoce di Gianfranco Fini, ha come oggetto gli argomenti da trattare che vengono stabiliti dal conduttore insieme ai politici alleati di Berlusconi, e ovviamente la “scaletta” del programma è dettata secondo i gradimenti di Fini e Berlusconi.