"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

lunedì 19 luglio 2010

Fini strategie senza futuro

Le dimissioni in sequenza di Scajola, Brancher, Cosentino. La condanna in appello a Dell'Utri. Le inchieste, tutte con la figura dell'eminenza grigia Gianni Letta sullo sfondo, riguardanti la protezione civile di Bertolaso e la nuova cricca della P3 (Verdini, Cappellacci) che hanno infranto il mito del governo del fare o meglio lo hanno reso non più propagandabile nemmeno attraverso il tg di Minzolini. Il sistema di potere berlusconiano perde visibilmente pezzi proprio nei suoi gangli vitali e nei collaboratori più fedeli.
Ciò che non è riuscito con la condanna di Mills, corrotto da Berlusconi, e con le accuse di Spatuzza e Ciancimino sui rapporti con la mafia, si realizza grazie all'azione di logoramento di Fini, con la sponda del PD di Bersani e D'Alema e dell'UDC di Casini, alla leadership di Berlusconi.
Di fatto Tremonti ha ormai commissariato il governo, facendosi garante nei confronti dei poteri forti italiani e non e delle istituzioni monetarie europee e mondiali della coerenza dell'azione di governo con le logiche del sistema finanziario internazionale.

Tutto sommato non è la materia economica e finanziaria il terreno di scontro tra maggioranza ed opposizione ed all'interno della maggioranza: la politica di Tremonti più o meno va bene per tutti, non c'è alternativa al preteso rigore nella gestione dei conti pubblici, fatti salvi i deboli distinguo di rito di PD e CGIL che reclamano misure per la crescita e più attenzione ai bisogni sociali. Piuttosto è l'occasione di un regolamento di conti tra caste politiche nazionali e regionali su chi scaricare la responsabilità delle scelte impopolari.
Tremonti può così vantarsi di aver varato l'ennesima riforma pensionistica senza nemmeno un'ora di sciopero: evidentemente i sindacati dei lavoratori non se ne sono nemmeno accorti.
Ora la battaglia decisiva per la sopravvivenza del Governo appare quella sulla legge bavaglio sulle intercettazioni, particolarmente cara ed utile a Berlusconi ed ai suoi amici, di cui fino ad ora Fini ed i suoi hanno intralciato l'approvazione. Potrà essere l'ennesima occasione di compromesso, utile per tutto il ceto politico, con il varo di emendamenti canaglia oppure il momento della verità. Berlusconi si indebolisce ulteriormente se rinuncia al provvedimento e rischia di ritrovarsi in minoranza se impone la richiesta di fiducia. Dall'altro lato Fini perde definitivamente la faccia se lascia passare la legge senza opporsi o senza ottenere sostanziali modifiche.
La fine politica di Berlusconi ormai è solo questione di tempo. Ma ciò che appare senza futuro è anche la strategia dell'opposizione e del suo alleato Fini: Destra, Sinistra e Centro sono uniti dalla mancanza di un disegno politico e di un progetto attraverso i quali affrontare, in modo realistico e giusto, le grandi questioni che riguardano il nostro Paese.
Lo scenario di un governo di salute pubblica, proposto apertamente da PD e UDC e che in prospettiva appare ampiamente probabile, ha il solo scopo di guadagnare tempo nell'illusione di una ripresa economica mondiale che rilanci crescita e sviluppo e di riforme istituzionali che riducano ancora di più gli spazi per l'esercizio della democrazia, consentendo di non doversi confrontare con i veri problemi.
La polveriera sociale costituita dalla diffusa disoccupazione e dalla progressiva proletarizzazione dei ceti medi, dalle inaccettabili condizioni di vita dei lavoratori precari che prima o poi troveranno forza e consapevolezza per rivendicare in ogni modo i propri diritti. Una situazione sociale destinata ad esplodere tanto più quando si pretende di far pagare il prezzo della crisi ai ceti popolari tagliando servizi pubblici e welfare. L'illegalità e la criminalità arrembante. Un sistema economico capitalistico fondato su sviluppo e crescita senza limiti ed ormai destinato a cozzare con gli orizzonti finiti del pianeta. Un debito pubblico di dimensioni bibliche. Le tensioni internazionali (Israele vs. Iran) sempre più inquietanti.
Anche diventando maggioranza, anche riprendendo la guida del governo, il Centro Sinistra non ha alcuna intenzione e possibilità di affrontare con coraggio questi temi. Potrà solo tentare di continuare ad ingannare il Paese, magari in modo più efficace di quanto non sia ormai più in grado di fare Berlusconi, senza intaccare il capitalismo di rapina, il parassitismo del ceto politico e del Vaticano, l'evasione fiscale, le mafie, la corruzione. Tutti mali che il nuovo governo, così come il vecchio, non saprà e non potrà combattere perché è proprio dai poteri che li esprimono che trae la sua forza.
Come per Berlusconi è solo questione di tempo: anche per i suoi successori, qualunque sia lo scenario futuro, prima o poi tutti i nodi verranno al pettine.

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