"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 28 agosto 2010

Eravamo quattro amici al bar …

Discutere dei massimi sistemi politici, in un pomeriggio d'estate a Trastevere di fronte ad un bicchiere di birra …
Il risultato non è, non può essere, mettere dei punti fermi ma realizzare un piccolo inventario dei pezzi di un puzzle arduo da completare, la catalogazione dei frammenti, sbrecciati e coperti di una spessa polvere, in cui si è frantumata un'antica opera d'arte, identificare i sentieri che vanno tutti percorsi ed esplorati per mettere a fuoco l'ideale di una nuova Polis.


La Costituzione della Repubblica Italiana, l'ideale di democrazia e la democrazia possibile.

Se il diritto romano è all'origine dello stato di diritto, sul quale si fonda qualunque forma di Stato e di Governo, non necessariamente prerogativa di uno Stato ‘repubblicano’ e di un Governo ‘democratico’, la Costituzione è il quadro di riferimento, il testo sacro, la condizione necessaria e sufficiente per realizzare concretamente la democrazia italiana.
E' il modello politico organizzativo ad oggi più aderente e funzionale al principio di uguaglianza, alla dichiarazione universale dei diritti umani e alle esigenze di bilanciamento tra dimensione individuale e dimensione collettiva.
Essa è la sintesi matura di un lungo percorso della storia del pensiero politico, giuridico, economico, sociale e morale.
Non potendo evidentemente prescindere dall'opera dell'uomo e delle sue scelte politiche, nella sua genesi come nella sua attuazione (non si è scritta da sola e non si attua da sola), la declinazione concreta della Costituzione, la sua applicazione attraverso la legislazione ordinaria e le scelte politiche di governo viaggia sulle gambe degli uomini, sulla base dei rapporti di forza esistenti nella società e del prevalere delle opzioni politiche contingenti.
Ma la sua mancata attuazione, il tradimento via via sempre più esplicito dei principi in essa sancita, non sono stati causati da limiti e difetti della Costituzione ma dall'azione di forze criminali (mafie, terrorismo interno o indotto da potenze straniere, ceti dirigenti corrotti della politica e dell'economia) che nulla hanno a che vedere con rapporti di forza politici e ancor meno con ‘opzioni politiche contingenti’. I primi come le seconde sarebbero infatti del tutto naturali in una democrazia e in essa fisiologici, purtroppo non vi sono stati e sono anzi stati impediti.
Uomini onesti e competenti, per quanto imperfetti, sarebbero in grado di attuare la Costituzione in modo più che soddisfacente. I disonesti incompetenti ed egoisti ovviamente no.
Ma come è possibile per gli uomini onesti sconfiggere oggi le forze criminali che hanno in ostaggio la democrazia italiana?

lunedì 23 agosto 2010

COSTRUTTORI DI PONTI

Di Marigo Giandiego

Nella vita in genere accade di costruire è una componente inalienabile e quasi automatica di ogni esistenza.
Ognuno, però, può scegliere cosa costruire, ma essenzialmente, metaforicamente, semplicisticamente, riassumerò in due possibilità le scelte di ciascuno.
Si possono costruire Muri o Fortezze oppure si possono costruire Strade e Ponti. Certamente l'enunciazione è riduttiva, ma concedetemela se no stiamo qui sino a domani senza mai cominciare a dire quel che voglio dire.
Esistono alcune caratteristiche in queste ipotetiche costruzioni che dipendono dal periodo storico.
Ci sono, quindi, periodi che sono favorevoli alla Fortezza, al confine in filo spinato, al muro insomma ed altri che sono maggiormente ariosi e danno possibilità all'idea dell'ampio viale o del ponte...ancora miglior metafora, fra due diverse sponde.
Questo vale in generale per la lettura dei periodi storici, ma esiste una componente personale, una possibilità di scelta, che vale quasi per ogni cosa con la quale l'essere umano si trovi a cimentarsi.
Gli esseri umani quindi, in qualche modo, si dividono, sommariamente in costruttori di ponti o di muri.
Certo a volte le componenti si mischiano e nel corso di un percorso ci si trova a fare l'una o l'altra cosa, secondo l'esigenza e l'accadimento, ma resta la vocazione e questa è fondamento, carattere.
Ora se noi applicassimo questo criterio agli accadimenti quotidiani sarebbe facilissimo individuare dove abbia prevalso l'uno o l'altro.
Non voglio qui scendere in giudizio rispetto al fatto che sia maggiormente importante fare l'una o l'altra cosa, anche se, come tutti, io ho una mia personalissima vocazione. Non mi interessa decidere qui se sia più importante proteggere o conoscere.
Solo vorrei ragionare con voi di cosa ci serva oggi...qui, in questo paese per fare dei passi avanti e per cambiare un poco le cose.
Non vorrei limitarmi alla politica, anche se la tentazione è forte, perchè finirei con l'essere riduttivo, limitato e sebbene la politica c'entri, non è l'unico aspetto di questa necessità e del discorso che stiamo toccando...o almeno provando a toccare.
Sono convinto che oggi, per cambiare il paese, si debba iniziare a descrivere un mondo altro da quello proposto dal potere, credendoci e creando un cultura diversa ed alternativa all'Unico Pensiero...l'ho detto molte volte, è un po' il mio marchio di fabbrica, ma può non voler dire molto se non sia corroborato dalla possibilità.
Un bel progetto resta carta straccia se non lo si attua.
Un'idea rimane un'astrazione sino a che non la si pratichi.
Quindi definire questa necessità non è più sufficiente, bisogna iniziare a fare.
A questo punto entra la differenza di cui abbiamo amorevolmente chicchierato sin qui...esistono tendenze , anche progressiste, all'individuare caratteristiche che definiscano, che delimitino, che escludano, quasi che la definizione sia poi così importante.
Quasi che l'individuare quallo che non dobbiamo essere divenga maggiormente importante dell'essere medesimo. Io vorrei iniziare a parlare di quello che si deve fare. Di cosa vogliamo rispetto a quello che non.
Non pensiate che porre le questioni in questo modo non imponga scelte precise, tutt'altro, solo pone le questioni in temine di costruzione di ponti anziché di definizione ed innalzamento di muri. Faccio un esempio...ed uso la politica, perchè poi nella pratica della vita, quasi tutto finisce con il diventarlo, stolto l'uomo che pensa che la politica sia cosa necessariamente sporca e per politici.
Il nucleare...esistono due possibilità di approccio a questa discussione. L'una che definisce quello che non si può fare e che si perde nel muro contro muro dei possibilisti e dei contrari di principio, che continua dividendo la stessa area di progresso in finti antinucleristi...in veri e puri, in astuti che fanno finta per procacciarsi voti.
L'altra che parte dalle esigenze della gente, dai bisogni di Gaia e dal collegamento che esiste fra il tutto e noi, che tiene presente l'impegno innegabile che noi abbiamo con le generazioni future, che ragiona sulla compatibilità perchè pensa al domani e vede futuro...che pensa possibilità e che osserva quello che ha attorno con l'occhio di colui che vuole andare avanti.
Ed allora la differenza si crea sul fare, sul praticare sull'esserci e non sul dire, è differenza reale...sulle scelte di fondo, sulle premesse e non dà luogo ad equivoci, permette persino il gioco della democrazia.
Definire quindi dopo il rapporto con il potere diviene molto più semplice, perchè quello che si acquisisce, quello che si conquista non viene determinato dall'appartenenza ad un gruppo, ad una tifoseria.
Non parte da una limitazione, ma dall'acquisizione, dall'estensione...dall'abbattimento di muri e dalla costruzione di ponti.
Il che è anche l'essenza dell'avanzare, del proporre, dell'essere contagiosi.
Il comportamento di chi costruisce ponti è completamente diverso da quello di chi costruisce muri. L'uno si svolge camminando in avanti e guardando l'orizzonte, mentre l'altro arretra cercando di fermare le invasioni...l'uno fonda sul coraggio e la prospettiva mentre l'altro sulla paura e sul bisogno di delimitare il proprio territorio.
E' facile applicare questo criterio davvero ad ogni manifestazione dell'essere umano dalla spiritualità alla filosofia, alla cultura...costruttori di ponti oppure di muri.
Facilissimo, non resisto alla tentazione, applicarlo alle cose della politica spicciola, quella delle alleanze, per esempio nell'Area di Progresso, si può procedere confrontando i propri muri oppure costruendo ponti...attraverso i quali circolino le idee e si confrontino le opinioni, ci si può avvicinare gli uni agli altri avendo in testa un muro oppure un ponte.
Facile pensare che il prediligere il ponte al muro crei confusioni, contaminazioni, scarsa chiarezza...non è così, crea possibilità, condivisione...premesse comuni, vale il medesimo criterio che abbiamo adoperato per il nucleare. Quando si parla di ponti e difficile simulare una disponibilità! Premettere una regola inalienabile è muro! Come il porre un postulato. Il premettere il proprio guadagno ed il profitto è muro.
Quando si parli di ponti i costruttori di muri sono palesi...individuabili, scoperti...
Perdonate se insisto ponendovi la mia vocazione come positiva.
Perdonate se pretendo che questa volta i pensatori autorizzati ed i dirigenti politici ascoltino quel che dico...diciamo, ma siamo stanchi di trovare muri e muretti ad ogni curva delle nostre strade, stanchi di gabellieri, traghettatori, stanchi di caselli e casellanti, stanchi d'ogni pedaggio.
Noi costruiamo ponti, noi creiamo possibilità, perchè questa è la nostra vocazione...chi costruisce muri, per questa volta si faccia in là, perchè stavolta Gaia non può aspettare

domenica 22 agosto 2010

Verità e Democrazia secondo Francesco Cossiga

"E' stato un omaggio a un grande uomo di Stato, ho salutato un amico" (Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, uscendo dalla camera ardente).
“Francesco Cossiga, figura di spicco del cattolicesimo politico democratico italiano, è stato essenzialmente un uomo di Stato” (L'Osservatore Romano),
"Informato della scomparsa del senatore Francesco Cossiga già presidente della Repubblica italiana e per lungo tempo protagonista della vita pubblica e generoso servitore delle istituzioni di codesto Paese, il Sommo Pontefice desidera far pervenire a Vostra Eccellenza e all'intera nazione italiana l'espressione del Suo profondo cordoglio, mentre eleva fervide preghiere di suffragio per l'illustre e caro defunto" (Messaggio di cordoglio del Papa recato personalmente dal segretario dello Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone).
“Il testamento lasciato dal presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, ai parlamentari, è quello di governare la Repubblica al servizio del popolo, unico sovrano del nostro Stato democratico" (Schifani).
"Era una persona molto complessa, con tanti volti, ma è sempre stato molto attento alle condizioni dei lavoratori e soprattutto negli ultimi 15 anni ha avuto sempre un buon rapporto con la Cgil" (Guglielmo Epifani, segretario della CGIL).
“Salvaguardò la democrazia in momenti drammatici” (Gianfranco Fini).
“Un grande protagonista della vita democratica del nostro Paese” (Massimo D'Alema)
“Ha sempre agito con senso dello Stato e non ha mai rinunciato alla provocazione intellettuale” (Dario Franceschini).
“Un grande uomo democratico, uno dei cristiani autentici della politica italiana” (Luca Zaia)
“Un testimone coraggioso e fedele dei valori costituzionali” (Rosa Russo Iervolino)
“Anticomunista convinto, ha sempre sinceramente rispettato i comunisti. Lo ricordiamo con rispetto” (Oliviero Diliberto)

Non si prova solo disgusto nell'assistere al rituale con il quale la CASTA del Potere Politico e Religioso celebra la morte di un proprio aderente, nel leggerne le dichiarazioni di circostanza, tanto più ipocrite ed offensive di fronte allo storia politica di Cossiga (Giorgiana Masi, Gladio, Ministro degli Interni circondato, nei ruoli strategici delle indagini, da uomini della P2 quando Aldo Moro venne rapito ed ucciso, Presidente del Consiglio all'epoca delle stragi di Ustica e di Bologna, accusato di favoreggiamento verso il terrorista br figlio del compagno di partito Carlo Donat Cattin, il picconatore e destabilizzatore della Costituzione che ha gettato nel discredito la Presidenza della Repubblica, colui che definì con disprezzo Rosario Livatino, poi ucciso dalla mafia, il 'giudice ragazzino').

Si percepisce soprattutto la LORO estraneità al nostro mondo di comuni cittadini, il loro rispondere a diverse e specificatamente proprie leggi che ne regolano i sentimenti e le azioni.

sabato 21 agosto 2010

SE I FINIANI SE NE TORNANO A CANOSSA...GLI OPPOSITORI...DOVE SE NE VANNO???


Di Giandiego Marigo(Poesia dell'autore)

Bene! Abbiamo finalmente partorito il topolino, dopo mesi di travaglio dolorosissimo...dalla mole della pancia ci appariva come un parto trigemino.
Abbiamo avuto l'impressione che per i giornali italiani tutto dovesse passare per questo scontro (epocale).
L'attenzione con cui il PD (il maggiore partito dell'opposizione ricordate?) seguiva l'evolversi della gestazione ci sembrava sinceramente dovesse produrre, come minimo il rinnovamento radicale della politica italiana...ed invece no, non è successo praticamente nulla.
Abbiamo saputo da Bocchino e da D'Urso che voteranno praticamente il 95% delle richieste del Magnifico Unto.
Bhè ve lo confesso io non ha mai avuto dubbi che potesse avvenire nulla di diverso. Fini è complice nelle premesse che sottendono al programma che questo governo muove...è partecipe nel pensiero e nell'esigenza che lo ha prodotto, così come è profondamente connesso con il pensiero e la teoria che ha mosso...l'idea stessa dell'Imperatore Buffone e del suo impero.
Questo è il problema ed è anche il vero limite che rende qualsiasi alleanza trasversale una follia. Eppure molti, moltissimi...le voci ufficiali dell'area l'hanno accarezzata davvero quest'idea assurda ed ancora tutto sommato l'accarezzano.
Si badi...non sono qui a fare proclami rivoluzionari e non sto nemmeno dicendo che questo paese non abbia bisogno di un governo di emergenza che modifichi la legge elettorale, solo, il mio ruolo di Signor Nessuno con peso zero sulle cose dell'opposizione e dell'area di progresso, mi consentono di poter dichiarare che, ancora una volta, quella che definimmo un tempo sinistra sembra voler perdere l'ennesimo treno della storia, come se la sua vocazione fosse solo quella. Il perdere un treno dopo l'altro..non riconoscendo mai sé stessa nei momenti del bisogno.
Oggi più che mai questo paese avrebbe bisogno di Sinistra o del suo corrispondente tecnico nei moderni linguaggi.
A me sinceramente, l'ho ripetuto molte volte, dei simboli, delle regole e dei nomi non interessa...io guardo alla sostanza. Avremmo bisogno di una visione, di una intenzione di mondo, della capacità di porre un'alternativa anche culturale.
Non credo che in questo specifico luogo ci sia davvero bisogno di mortivare questa esigenza, non voglio far affronto all'altrui intelligenza andandone ad elencare i motivi...che davvero non mancano.
Questo bisogno è talmente forte e la risposta sistemica talmente nulla che tutta un'area oggi viaggia al buio fidando in uno spontaneismo senza speranza ed in quella che viene, spesso abusando, definita società civile.
Mai come in questo momento l'esigenza di una cultura della compatibilità, della Decrescita Felice, della Green Economy, della Realizzazione dell'Utopia è stata così pressante, così importante, così indispensabile...eppure proprio quella manca.
Un'Area di Progresso che non riconosce sé stessa, abbiamo detto, ed il suo ruolo, cosa fa? Cerca condivisioni improbabili, in una irrecuperabile crisi di identità non propone visioni, forse nella paura di apparire utopistica e scarsamente pragmatica, ma emenda senza uno scatto di orgoglio ciò che il Potere e la Destra che oggi ne tiene saldamente le redini, le propone.
Ricerca i medesimi linguaggi, convinta che il problema sia di forma e non di contenuti. Accetta le medesime premesse, non si pone dalla parte del lavoro e dei lavoratori, ma vagheggia equilibri compromissori con poteri forti, quasi che fossero possibili equilibrismi alla capra e cavoli.
Non sono né il primo né l'unico a dirlo, ma voglio poterlo dire. Cerchiobottisti senza speranza
Persino gli alternativi, c'è della tristezza vera in quello che dico, ripercorrono strade all'americana, per riconquistare il diritto di parola.
La personalizzazione, l'uomo d'immagine, il leader rappresentativo di un movimento intero, possessore di una linea di pensiero.
Movimenti costruiti in laboratorio e gestiti da oculati ed abili webmaster e comunicatori, condividendo, almeno nello stile e nei metodi le premesse e le dinamiche di consenso che, a parole, avversano.
Si critica in buona sostanza un partito costruito da un predellino per proporre un'area pensata a tavolino...la rima è voluta, cercata ed ostentata.
Io nasco in anni sostanzialmente diversi da questi e sono decisamente vecchio, a questo punto, ma cosa si crede di fare?
Sostituire un moovement generazionale, spontaneo ed epocale con un prodotto di software?
Tutto questo senza avere nemmeno individuato dei punti forti che coinvolgano i bisogni e le opinioni?
Si pensa di proporre la Caduta di un'Imperatore Buffone...come unico contenuto di un'area? Usando il metodo della ripetizione del nome del prodotto, senza nessun'altra garanzia, per ottenerne la diffusione?
Ed in questo dove sta la differenza?
Dove la proposta?
Dove l'alternativa?
Non c'è ed è questa mancanza che ci condanna.
La gente ripete "A quello che c'è, che vediamo non esiste alternativa, questo è l'unico mondo possibile" ed è proprio questa certezza, questa convinzione che ci condanna e ci condannerà alla sconfitta.
Se la compaggine di governo cambiasse permanendo queste premesse, siamo poi così certi che sarebbe davvero cambiato qualche cosa?
E' Berlusconi che ha inventato il berlusconismo o è vero il contrario?
Perdonate il gioco di parole, ma davvero siamo convinti che se non si cambiano, almeno alcune delle premesse che hanno portato a questa situazione drammatica, possa questa stessa fermarsi e modificarsi solo ad opera di una congrega di persone teoricamente migliori?
Cosa è davvero scandaloso, che in questo paese si rubi oppure che nessuno si stupisca davvero che possa avvenire?
In questa mancanza di coraggio culturale e civile risiede, a mio umilissimo parere, il problema per il quale un grande partito di opposizione si trova ad inseguire ora le farneticazioni leghiste, ora i rimbrotti formali Finiani...senza mai dimostrare di avere un'anima propria.
Perchè nega la sua stessa esistenza, per rendersi grato alla propaganda del potere.
Perchè ha talmente poco coraggio da pensare di sé stesso che qualsiasi atteggiamento men che moderato, men che perbenista, men che accondiscendente, potrebbe sbilanciarlo dagli assurdi giochi di equilibrismo dialettico e filosofico che hanno sostituito la politica...che pur sporca e difficile partiva, è sempre partita, da punti di vista, anche molto differenti, mentre oggi si pretende che scaturisca da una serie di verità postulate valide per tutti.
Così non si cambia il mondo, non si cambia nulla e si rimane esattamente nel solco e sul binario che ci ha portati sin qui, che non è un bel solco e rischia di essere un binario morto. Se diamo per scontato, ineluttabile, non modificabile il modo di vivere che stiamo praticando...come mai potremmo divenire il cambiamento di cui continuiamo a parlare? E se non diventiamo questo come può cambiare il mondo che ci circonda?


UN MODO NUOVO

Un modo nuovo di vedere le cose
Nasce fra la gente comune
Quelli di tutti i giorni, un po’ banali
Per la strada, vive, si nutre e impara
Di strada e di discorsi normali è la sua natura
Cresce, inavvertito…che non pare
Non lo riconosci nemmeno, proprio non te ne accorgi
Poi dalla strada sale , come un profumo
Forse una sensazione, non è realtà…
È come un’impressione
S’alza e s’aggira
Sinchè un astuto parruccone
Uscito in strada, forse per la noia
Ne coglie il volo
Lui lo irretisce, ne fa una cosa sua
Poi lo trasforma
Lo riempie di arzigogoli e parole
Lo fa sembrar difficile
E dichiara
“ Ecco signori, questa è filosofia
qui la risposta dei moderni tempi
un modo nuovo di veder le cose”

No Berlusconi Day 2






di Michele

Nemmeno il tempo di ritornare dalle vacanze, per chi ha avuto il privilegio di andarci in vacanza, che si torna subito a parlare di mobilitazione contro un governo eversivo, piduista, xenofobo e razzista, che sta facendo macelleria sociale e soprattutto contro il suo capo che si è messo in politica per:
curare gli interessi delle aziende di famiglia e salvare il suo monopolio televisivo privato, data l’incostituzionalità della legge Mammì fatta dal suo amico Craxi che gli consentiva di mantenere le tre reti televisive;
coprirsi tramite una sorte di scudo giudiziario dai suoi problemi con la giustizia;
raccogliere l’eredità politica lasciata da Craxi;
fare da referente politico di Cosa Nostra, su richiesta di Dell’Utri.

Come per il No B Day del 5 dicembre 2009, anche questa volta la manifestazione prevista per il prossimo 2 ottobre sembra essere partita dal web:
la prima pagina Facebook che parla di “No Berlusconi Day 2” è nata il 13 agosto;
la nota dell’appello sulla pagina Facebook più numerosa de “Il popolo viola”, per intenderci quella che fa riferimento al “Santo” ( San Precario), è comparsa il giorno 17 agosto e subito dopo è nato il blog dell’evento;
il giorno 18 agosto sul blog di Di Pietro viene comunicata l’adesione dell’IDV.
Il tam tam in rete è quindi subito partito alla grande, anche questa volta tra le adesioni ci sono esponenti del PD, come Ignazio Marino, e non solo a titolo personale, infatti aderisce “Insieme per il PD” tra i cui sostenitori ci sono gli onorevoli: Argentin, Gozi, Sarubbi, Lumia, Gottardi.

Quelli del “Santo” hanno di nuovo colto nel segno o è una storia già scritta?
L’appello poi fa sorgere il dubbio che ci sia qualcuno che suggerisce o qualcuno che copia; in esso si legge:
“ Per lasciarci alle spalle la lunga e drammatica fase storica del berlusconismo, iniziata nel ’94 con la nascita di Forza Italia sostenuta dalla mafia, non bastano le dimissioni di Berlusconi e del governo: occorre operare un radicale cambiamento delle condizioni politiche e culturali che ne hanno favorito la nascita e lo sviluppo, in particolare attraverso il ricorso ai mezzi di informazione di proprietà di Berlusconi sin dalla sua “discesa in campo”.
Per questo chiediamo che dopo le dimissioni di Berlusconi si operi tempestivamente 1) per la modifica dell’attuale legge elettorale e 2) per una nuova legge sul conflitto di interessi che impedisca il riproporsi dei nuovi Berlusconi.
E poi subito al voto per nuove elezioni libere e democratiche. ”
E’ anche quello che chiede Di Pietro.

Per il No B day ci fu l’annuncio in conferenza stampa, appena fu lanciato in rete, di Di Pietro e Ferrero, i quali nei giorni successivi continuarono a precisare che la manifestazione non veniva promossa da loro ma dal “popolo della Rete”. Poi si è visto che quello che contava in rete era la pagina Facebook del “Santo”, un despota che ha adottato metodi tutt’altro che democratici, mentre il comitato organizzatore non ascoltava le proposte sui contenuti di utenti attivi tramite Facebook e che parteciparono di persona ad alcune riunioni di preparazione all’evento. L’IDV si occupò di fornire il palco (potendo disporre di fondi provenienti dai rimborsi elettorali), mentre Comunisti Italiani e Rifondazione favorirono la mobilità contribuendo al pagamento di circa 200 pullman da tutta Italia.

Dunque la storia sta per ripetersi, ma si può comunque prendere il lato buono di una mobilitazione dal basso al di là del colore e della vanità dei personaggi che vogliono fare i protagonisti.
L'importante è che ci sia una mobilitazione dal basso.
Forse oggi quello che fa più paura ai falsi profeti della politica è proprio il risveglio di una parte della società civile. Infatti, adesso la politica è ad una finta svolta, la stessa che ha segnato il passaggio da Vito Ciancimino a Dell'Utri, da Craxi a Berlusconi.
Nel cosiddetto “terzo polo” di Casini, Fini e Rutelli, c'è solo l'impronta gattopardesca di chi non vuole colpire il berlusconismo, ovvero un modello culturale degradato e degradante, ma sostituire Berlusconi con un altro simile sotto l’aspetto della questione morale.
Invece, c’è bisogno di volti nuovi tra coloro che si sono distinti per la loro passione civica e anche del fermento dei movimenti di piazza; la mobilitazione delle idee, nel segno di un rinnovamento culturale, parte soprattutto dal basso, perciò i movimenti hanno un ruolo importante, mentre da ripudiare sono i protagonismi e gli atteggiamenti che niente hanno a che vedere con ciò che a parole si dice di voler combattere.

lunedì 16 agosto 2010

VIOLA, VIOLINO E VIOLA D'AMORE


Di Giandiego Marigo
Qualcun altro ha in mente...che so...un NO.B. Day a Settembre?
Magari uno ad Ottobre, se poi ne facciamo anche uno a Gennaio, magari festeggiamo il nuovo anno.
Ah, scusatemi volete sottovalutare il periodo dell'anno in cui ogni scherzo vale...bhè facciamone uno anche a Febbraio, per non farci mancare nulla.

Vogliamo forse perdere la fantastica possibilità di sfilare su carri allegorici e di attribuirci il merito del carnevale.
Nel frattempo insultiamoci a sangue, delegittimiamoci a nastro, disconosciamoci l'uno con l'altro, magari sputiamoci in gola...facciamo ridere il mondo ed in particolare facciamo sganasciare dall'ilarità l'Imperatore Buffone...che sembra abbia deciso di indirne uno lui stesso a marzo...pareva brutto non ce ne fosse uno. Se no, dice, si parla poco di lui a primavera.
Sarà una risata a seppellire noi temo...o a richiamarci alla realtà di una farneticazione senza fine.
Quella che era un'occasione...un'idea di movimento sta rischiando di diventare una ridicola sconfitta ed ancora una volta lo avremo permesso noi con il pressapochismo dell'improvvisazione, il protagonismo assoluto, l'autorefenzialità senza tregua. Vogliamo nascondercelo?
Bhè allora quasi, quasi domani mattina, appena svegli, indico un NO.B. Day per Aprile...manca, in effetti. Inoltre io ci compio gli anni e voglio farmi un regalo!
Chi scrive crede nei movimenti, ma diamoci una regolata, guardiamoci in faccia e proviamo a non essere ridicoli...prendiamoci in giro da noi stessi , per carità perchè quando lo faranno loro ci faranno molto più male

sabato 14 agosto 2010

Il "politico" Berlusconi

di Michele

Berlusconi si è messo in politica per:
curare gli interessi delle aziende di famiglia e salvare il suo monopolio televisivo privato, data l’incostituzionalità della legge Mammì fatta dal suo amico Craxi che gli consentiva di mantenere le tre reti televisive;
coprirsi tramite una sorte di scudo giudiziario dai suoi problemi con la giustizia;
raccogliere l’eredità politica lasciata da Craxi;
fare da referente politico di Cosa Nostra, su richiesta di Dell’Utri.

Di nuovo Berlusconi non ha portato niente, il suo disegno politico è stato seguire la strada del suo maestro Licio Gelli, capo della P2 di cui Berlusconi era tesserato con numero di tessera 1816 e, facendo sue tante idee del piano di Rinascita Democratica, sta attentando ai principi fondanti della Costituzione come: l’autonomia e indipendenza della magistratura, la libertà di manifestazione del pensiero e di stampa, l’uguaglianza di tutti cittadini di fronte alla legge.
A livello nazionale Berlusconi ha trovato il favore: di Cosa Nostra, di quello che rimane della vecchia P2, dello Ior e Vaticano; ha raccolto l’eredità politica lasciata dal latitante Craxi e il sostegno degli anticomunisti, degli estremisti di destra, dei veri liberali che pensavano Berlusconi fosse un liberale.
Tale situazione andava bene anche ad altri ‘poteri forti’ controllati a livello internazionale da logge massoniche e cosche mafiose, sapendo di poter ricattare Berlusconi e che Berlusconi sarebbe stato espressione di una classe dirigente che di nuovo sostanzialmente non presentava niente rispetto ai vecchi partiti scomparsi con tangentopoli, così la logica gattopardesca, del “cambiare tutto perché non cambi nulla”, ha avuto la meglio.
Questi altri ‘poteri forti’ si sono occupati di rendere sempre più trasversale la collusione nella rappresentanza politica per non avere capi politici, bensì politici a loro disposizione; Berlusconi, essendo ricattabile per la sua storia fatta di tante ombre, si è dovuto rendere disponibile. Ma all’apparente disponibilità, Berlusconi ha contrapposto poca affidabilità dal punto di vista degli equilibri nella gestione politico-finanziaria a livello globale, essendosi mostrato incline agli interessi del fronte russo-libico-iraniano, cosa che non piace al fronte Usa-Israele-Occidente.

Da tali considerazioni personali, supponendo che siano giuste, si deduce che tra gli obbiettivi di questi ‘poteri forti’ c’è la sostituzione di Fini con Berlusconi, quale nuovo rappresentante politico della destra italiana.

Tutte le leggi 'ad personam' ed 'ad aziendam'

di Michele

Tra i vari condoni fatti da Berlusconi, di cui ne ha beneficiato, come verrà meglio illustrato in seguito, ci sono:
il condono fiscale, contenuto nella Legge Finanziaria del 2003; l’estensione del condono edilizio alle aree protette; il cosiddetto Lodo Cassazione, norma fatta su misura per la Mondadori.

Diverse sono state le norme che favoriscono le società di Berlusconi dal punto di vista fiscale, approvate dai governi Berlusconi; fra queste, come verrà illustrato più avanti, ci sono:
la legge Tremonti del 1994 per la detassazione degli utili reinvestiti; il cosiddetto Decreto Salva-Calcio; la detassazione delle plusvalenze da partecipazione; la riduzione delle aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti.


LEGGI AD PERSONAM

Tra le leggi ad personam da ricordare, fatte dai governi Berlusconi a partire dal 1994, ci sono:

venerdì 13 agosto 2010

Emanuele Filiberto conduttore televisivo


Nella follia italiana di questo inizio millennio merita la sua brava menzione la carriera televisiva del principe Emanuele Filiberto di Savoia, potenziale pretendente al trono del Regno d'Italia nell'ipotesi, non si sa mai, che questo venga restaurato.
Pur chinando devotamente il capo di fronte agli imperscrutabili disegni della Provvidenza Divina, non è possibile non chiedersi quali siano le ragioni artistiche, professionali, di indici di ascolto e di gradimento che hanno consentito al giovane e bel Principe di diventare una presenza costante del palinsesto televisivo pubblico.
Dopo essere stato sdoganato da Fazio in 'Quelli che il calcio', da Ballando con le stelle a Pupo, dal Festival di Sanremo fino al quiz pomeridiano per ragazzi sul risparmio energetico (e chi potrebbe essere oggi contro la difesa della natura e la protezione dell'ambiente?) programmato nei tristi pomeriggi estivi della Rai, il Principe non ci ha più lasciato.
Certo, si tratta di performances artistiche che probabilmente non resteranno nella storia della televisione e che non aumenteranno il prestigio di Casa Savoia (del resto si sa che il senso della decenza e della dignità non è esattamente il forte della nostra famiglia reale …) ma che comunque contribuiranno a rendere familiare e popolare il nostro eroe nel pubblico televisivo.

martedì 10 agosto 2010

DOPO RICOMINCEREMO A SCHERZARE


Di Giandiego Marigo (poesia dell'autore)

Io non leggo giornali di Gossip e programmazione radiotelevisiva, soprattutto se di proprietà diretta od indiretta del Magnifico Unto.
Ho dovuto quindi aspettare che A.N.S.A e quotidiani rimandassero la notizia e ho pianto lo confesso, quando l'ho letta. Di frustrazione, di umilazione e mi sono cadute le braccia.
65.000 Euro a Puntata alla Cortellesi per condurre Zelig insieme a Bisio (lei ne aveva, sembra, chiesti 100.000). Di certo la giovane attrice ha dimostrato oltre ogni possibile critica d'essere molto brava, anche bella e simpatica, ma , permettetemelo! Dall'alto del mio assegno di invalidità negato per aver guadagnato nell'anno prima più di 4350 euro.
Permettetemelo! Dall'angolo di mondo dove rifugerò la mia umiliazione e la mia vergogna.
Permettemelo di essere offeso, da questa notizia.
Troppo, davvero troppo semplice sarebbe liquidare ora la questione con un poco di sdegno, un urto di vomito e poi correre ad accendere la televisione. Ci sono varie considierazioni che mi sovvengono e cercherò, nonosatante la rabbia sia tanta e l'emozione anche, di essere freddo e lucido.
Il mio primo pensiero va ai disoccupati, ai poveri, mi sia permesso di pensare a tutti gli invalidi, che oggi vengono additati, da quello stesso Paperone che poi si permette di pagare la signora Cortellesi questa cifra, come la causa del disavanzo dello stato.
Penso agli operai in cassa integrazione, che vedono concretizzarsi giorno dopo giorno il rischio di perdere la casa, di vedere la loro vita completamente sconvolta.
Penso a me che questo mese farò poca o niente spesa, che non mi compro una maglietta da un paio d'anni, che non vado al cinema ( eppure mi piace moltissimo ), che non esco a mangiare una pizza con mia moglie da un secolo...non fate battute di spirito, sciocche ed inutili, la amo moltissimo ancora oggi, pur con i miei 55 anni.
Non solo a questo però!
Penso alle miriadi di artisti bravi che non vedono un euro da un sacco di tempo, a quelli che il teatro lo fanno per strada e non prendono nulla o molto poco, ai miei amici rocker che combattono per autoprodursi e la svangano ad ogni concerto, a quelli a cui hanno tagliato i fondi , agli enti lirici che stanno chiudendo.
Penso ai miei amici musicisti che si sentono ripetere da una vita la stessa frase quando dichiarano il proprio mestiere...”Sì ok e di lavoro cosa fai?”.
Penso al fatto che sono poeta e che con la poesia non si mangia...penso a quanto sia difficile pubblicare un romanzo
Penso al fatto che leio gioca a fare la sinistorsa, quella che è contro il bavaglio, penso ai suoi monologhi sugli “ultimi”, in quella breve parentesi televisiva “Non Perdiamoci di vista” o che a teatro reciti in uno spettacolo che si chiama, ed è grottesco, “Gli Ultimi resteranno Ultimi”...non c'è alcun dubbio Cortellesi...è sicuro.
Tu cavalchi esattamente quella sotto-cultura che lo permette, ci sei centro come un pisello nel baccello, permettimi di dubitare della tua buona fede.
Certo li prende anche Santoro, tanti soldi, li prende Travaglio, li prende Bisio e Chiambretti, li prende Neri Marcorè, li prende Albanese e Benigni non è che loro li giustifico o che Paola mi stia antipatica...ma 65.000 euro a puntata, sono davvero tantissimi, permettetemi, quindi, dall'alto della mia incapacità a sostentarmi, dalla mia povertà assoluta, da quell'angolo di mondo di cui vi ho parlato poc'anzi di sentirmi offeso dal suo atteggiamento sinistorso, dai suoi monologhi sulla "Mia Famiglia...siamo uno"...
Permettetemi di pensare e di dire che la complicità con un programma che ha la chiarissima finalità di distrarre le masse rende molto bene.
Ci sono cose che io non riesco ad accettare...Bisio per esempio che nasce nell'area di Smemoranda...e va dicendo in giro che “I bambini sono di sinistra”...gioca e scherza e fa cinema impegnato.
Bene, perdonatemi voi e perdonateli perchè io non riesco a farlo, proprio non riesco ad accettare l'idea che siano gli artefici della distrazione di massa, c'è un limite a tutto.
Non vale a nulla il dire che non è colpa loro...che questo è il mercato , che questo è il mondo
IO VI DICO CHE E' PROPRIO LI' IL PROBLEMA, NELL'ACCETTAZIONE DI QUESTO MONDO DI QUESTE REGOLE.
Vorrei anche poter dire che sta nel piatto di lenticchie e nella vendita dell'anima il problema, certo è facile per me che sono quasi un barbone, fare il puro, almeno quanto lo è per lei, che mette in tasca il malloppo, trovare il modo di perdonare sè stessa, ma permettetemi di sentirmi offeso ed umiliato
CERCANDO

Cercando dignità,
abbarbicati al tempo
ed elemosinando un giorno
alla speranza
strade e vicoli
da cui non c’è ritorno
son senza uscita
forse sbagliato certo
però quella paura
chiude gli occhi
ferma il cuore
sospende il tuo respiro
e vedi solo buio, solo disperazione
solitudine e poi anche il silenzio
solo parole nulle… fatte di circostanza
che tu ti senti attorno
quelle non fanno vita
ma disperatamente…vuoto
interrotta la collana del tuo tempo
dispersi i grani al tuo rosario
persa la strada al pane
e poi non ti capiscono
eppur giudicheranno
ti insegneran morale
da case calde e tavole imbandite
Loro! Con tutti i loro giorni
legati alla certezza
Loro con sicurezza
di una nuova alba, del giorno dopo
loro che non lo sanno
che poi non proveranno che vuol dire
guardare i figli tuoi e non sapere
cosa sarà domani…
molti descriveranno,
racconteranno, molti ne parleranno
però da lì al capire
ci sarà sempre il mare
del tuo dolore…della tua solitudine
dopo ricorderanno e parleranno
ma sarà sempre dopo…
tutto inutile
saggezza d’uomini…
retorica imbecille

Berlusconi e la mafia






di Michele

L’attuale governo secondo la propaganda filo berlusconiana di alcuni telegiornali appare come il governo che sta facendo molto nella lotta alla criminalità organizzata. Ovviamente non è vero, infatti, sono state proposte e approvate numerose leggi e provvedimenti che favoriscono finanziariamente le organizzazioni criminali, quali:
scudo fiscale, che consente di riciclare il denaro frutto di attività criminali;
legge bavaglio, che impedisce le intercettazioni in caso di reati collocabili all’interno di un’associazione criminale ma di cui non è nota l’appartenenza a tale associazione;
tagli alle forze d'ordine (riduzione di 7.900 cancellieri e 1.800 ufficiali giudiziari, manca persino la benzina per le volanti);
messa all’asta dei beni confiscati alla mafia dando così la possibilità alle organizzazioni criminali di ricomprarli avvalendosi di prestanome;
mancato scioglimento del consiglio comunale di Fondi per infiltrazioni mafiose, nonostante le sollecitazioni del prefetto e l’esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare;
negazione del piano di protezione al collaboratore Spatuzza;
proposta di modifica degli articoli 192 e 195 del C.p.p. in modo da restringere i casi di utilizzabilità nei processi delle dichiarazioni dei pentiti di mafia;
il Disegno di legge sul “processo breve” prevede che per l'imputato incensurato il processo non può durare più di sei anni (due anni per grado e due anni per il giudizio di legittimità), tutto a beneficio di Berlusconi nelle vicende sui diritti tv Mediaset, Mediatrade, corruzione di Mills, matale norma estinguerebbe anche oltre 100 mila processi penali in corso, tra i quali: Thyssen Krupp, quello Antonveneta per le accuse di aggiotaggio ad Antonio Fazio e Luigi Grillo, il processo Parmalat, quello per il disastro di Viareggio del 29 giugno 2009 e il processo sul crollo della Casa dello Studente e del Convitto Nazionale in seguito al terremoto che colpì L’Aquila nel 2009.

Numerosi fatti di cronaca, anche recenti, sono indizi di un legame, ancora da provare sotto l'aspetto giuridico, tra Berlusconi e gli ambienti mafiosi. Eccone alcuni:

- la II sezione penale del tribunale di Palermo con sentenza dell’11 dicembre 2004 ha pronunciato quanto segue: "vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era viepiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al parlamento europeo nelle fila dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale".
Il 29 giugno 2010 la seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo ha condannato Dell’Utri a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. In primo grado gli erano stati inflitti nove anni di reclusione.

- autorevoli esponenti mafiosi pentiti del calibro di Antonino Giuffrè, Salvatore Cancemi, hanno parlato di un patto tra Forza Italia e Cosa Nostra fatto nel 1994.

- la banca Rasini, di cui fu procuratore Luigi Berlusconi, aveva tra i clienti privilegiati gente come Bernardo Provenzano, Totò Riina, Vittorio Mangano.

- Marcello Dell'Utri fissò due incontri, mentre nasceva Forza Italia (2 e 30 novembre 1993), con Mangano il quale già era stato in galera undici anni a scontare una parte della pena complessiva di 13 anni che aveva subito al processo Spatola, per mafia, e al maxiprocesso, per droga, istruito da Falcone e Borsellino insieme.

- il pentito Gaspare Spatuzza ha recentemente dichiarato che, dopo le stragi del 1992, tra Cosa nostra e lo Stato era in corso una trattativa e che i referenti politici dei boss fossero proprio Dell'Utri e Berlusconi.

- La Procura di Firenze ha indagato per molti anni (fino all'agosto 1998) su Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri considerati come i mandanti a volto coperto delle stragi:
• del 14 maggio 1993 a Maurizio Costanzo (via Fauro, Roma)
• attentato agli Uffizi del 27 maggio 1993 (via de' Georgofili, Firenze)
• attentato al Padiglione di Arte Contemporanea del 27 luglio 1993 (Via Palestro, Milano)
• di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano (Roma, 28 luglio 1993)
• allo stadio Olimpico (dicembre 1993 - gennaio 1994)
• a Formello-Roma (attentato a Salvatore Cotorno, 14 aprile 1994)
Il Pm di Firenze chiese l'archiviazione del procedimento al termine delle indagini preliminari, accolta dal giudice per le indagini preliminari competente, sebbene si evidenziasse nel decreto di archiviazione che vi era "un’obiettiva convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione" (ovvero Forza Italia) e che durante le indagini "l'ipotesi iniziale abbia mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità".
Le recenti dichiarazioni di Spatuzza hanno portato all'iscrizione di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri nel registro degli indagati della Procura di Firenze; è quanto scritto il 3 agosto 2010 dal quotidiano l’Unità, rivelando che Berlusconi e Dell'Utri compaiono nel fascicolo numero 11531 del 2009 con generalità protette, “Autore Uno” e “Autore Due”, come già successe nella prima indagine sulle stragi del 1993, poi archiviata nel 1998.

- A Caltanissetta Berlusconi e Dell'Utri furono iscritti nel registro degli indagati come mandanti delle stragi di Via D'Amelio (Paolo Borsellino) e Capaci (Giovanni Falcone).
Il 3 maggio 2002 il fascicolo venne archiviato, su richiesta dello stesso PM, perché il quadro indiziario risulta friabile. Il Gip tuttavia, nel decreto di archiviazione, lascia alla valutazione dei pubblici ministeri di effettuare ulteriori indagini su "piste investigative diverse da quelle sinora perseguite" ritenendo che "tali accertati rapporti di società facenti capo al gruppo Fininvest con personaggi in varia posizione collegati all'organizzazione Cosa nostra, costituiscono dati oggettivi che rendono quantomeno non del tutto implausibili nè peregrine le ricostruzioni offerte dai diversi collaboratori di giustizia". Oltre a questo viene evidenziato anche che "gli atti del fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità di contatto tra gli uomini appartenenti a Cosa Nostra ed esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati". Tale richiesta di archiviazione, tuttavia, non fu sottoscritta dall'altro pm che si era occupato delle inchieste e dei processi sulle stragi, Luca Tescaroli, contrario alle impostazioni della richiesta di archiviazione soprattutto nella parte in cui si sostiene che le dichiarazioni dei principali pentiti della strage, Cancemi e Brusca, erano "contrastanti". Una tesi che è stata confermata anche nella sentenza d'appello della strage di Capaci dove i giudici scrissero tra l'altro che le dichiarazioni di Brusca e Cancemi erano "convergenti" e che era necessario indagare ancora "nelle opportune direzioni per individuare i convergenti interessi di chi era in rapporto di reciproco scambio con i vertici di Cosa nostra".

- La procura di Palermo ha indagato su Silvio Berlusconi e su Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco.

- Berlusconi e Dell’Utri hanno definito Vittorio Mangano un eroe, invece Mangano era un pluriomicida mafioso, ospite sotto mentite spoglie di stalliere alla villa di Berlusconi ad Arcore, dalla seguente fedina penale:
condanna in primo grado a due ergastoli, in due distinti giudizi per omicidi ed in uno anche per associazione mafiosa;
condanna definitiva al maxiprocesso di Palermo per traffico di stupefacenti;
condanna definitiva al processo Spatola per associazione a delinquere con la mafia;
condanna definitiva per false fatture e frode fiscale a 2 anni e 3 mesi.

- il 19 agosto del 1998 su La Padania, quotidiano della Lega Nord, vengono poste 10 domande a Berlusconi sulla provenienza del denaro, esprimendo il dubbio che si tratti di denaro sporco riciclato, con cui Berlusconi ha costruito il suo impero economico.

Per approfondimento si riportano di seguito i link di alcuni video su youtube:
La prova che Berlusconi è mafioso
Mangano eroe, Dell'Utri supereroe - Marco Travaglio
Spatuzza, il penultimo a parlare - Marco Travaglio
Marco Travaglio parla di Dell'Utri
Genchi, le stragi e la nascita di Forza Italia
Gioacchino Genchi: La genesi di Forza Italia
Verità che non tutti sanno: Berlusconi-Telefonate tra massoni-cospirazione

Che Berlusconi sia mafioso è ancora da provare sotto l'aspetto giuridico, ma che Berlusconi sia per niente affidabile e che nei suoi confronti non ci sia alcun complotto politico-giudiziario è già dimostrato.
Infatti, è accertato, dalla sentenza definitiva della Cassazione, che Mills è stato corrotto per testimoniare il falso nell'ambito di due processi in cui era imputato Silvio Berlusconi (il processo per corruzione alla Guardia di Finanza e il processo dei fondi neri di All Iberian) allo scopo di “tenere fuori da un mare di guai” Silvio Berlusconi.
E’ accertato che il giudice Metta è stato corrotto dai legali di Berlusconi per strappare la Mondadori a De Benedetti.
E’ accertato, dal processo All Iberian 1, il finanziamento illecito di 22 miliardi di lire al PSI, denaro partito da fondi occulti della Fininvest per finire nei conti svizzeri del PSI di Craxi.
E’ accertato che alcuni finanzieri sono stati corrotti per far chiudere loro tutti e due gli occhi sulle irregolarità riscontrate nelle verifiche fiscali presso le aziende di famiglia Berlusconi; Massimo Maria Berruti e Salvatore Sciascia, che lavoravano per il gruppo Fininvest e prima ancora erano ufficiali della Guardia di Finanza, sono stati condannati in via definitiva in tale processo relativo alle tangenti alla Guardia di Finanza e poi hanno fatto carriera politica entrando in parlamento col partito di Berlusconi.

domenica 8 agosto 2010

A li mejio poooooosti!


Lo spettacolo offerto dal centro sinistra negli ultimi tempi ricorda sempre più quello di un gruppo di corridori ciclistici che si appresta a disputare la volata finale di una gara. La campana ha suonato l'inizio dell'ultimo chilometro del governo Berlusconi (almeno di questo governo …) ed ecco che tutti i capitani delle squadre in corsa tentano di prendere la migliore posizione per il più proficuo risultato personale. Vendola tenta lo scatto in avanti a sorpresa ma viene subito ripreso, gli altri sgomitano, si tagliano reciprocamente la strada, sbandano a destra e sinistra, trattano con i corridori avversari. L'obiettivo non è di far vincere la Nazionale dell'Opposizione, anche chi è cosciente delle proprie scarse possibilità tenta comunque di raggiungere un piazzamento in grado di fargli guadagnare il premio gara pure se questo fa correre il rischio di consegnare la vittoria finale all'avversario.
Il maggior partito dell'opposizione, il Partito Democratico, vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca. Garantirsi i voti o la non ostilità dell'opposizione radicale e nel contempo essere libera di governare con i centristi e magari con Fini.
La Federazione della Sinistra di Ferrero non sa riproporre altro che la desistenza, Vendola vuole fare il generale con gli eserciti degli altri anzi con gli eserciti dei nemici (velleitarismo o disponibilità a rappresentare la foglia di fico del PD?), Di Pietro si propone di portare all'incasso, non solo in termini di voti ma soprattutto di potere politico personale, la credibilità e la popolarità acquisita con l'opposizione intransigente che ha svolto nei due anni e mezzo di legislatura, Grillo a sorpresa sposa la linea di chi chiede di rimandare le elezioni.
E' triste che l'unico argomento di dibattito dell'opposizione, politici e commentatori, resti quello di come non far vincere Berlusconi e se a tal fine sia preferibile un governo di transizione per alcune riforme essenziali o elezioni subito. E' la più straordinaria ammissione della propria pochezza e dell'assenza di una proposta credibile da presentare agli elettori, pur di fronte al fallimento ed alla vergogna del regime berlusconiano.
L'unica idea sensata è quella di Di Pietro di un accordo tra le forze di opposizione esterne al PD per costituire un polo alternativo e impedire l'inciucio al partito di D'Alema, ma anche qui non è chiaro se non ci si trovi semplicemente di fronte ad una mossa tattica per alzare il prezzo della propria alleanza e dei voti parlamentari che in questo momento sarebbero probabilmente indispensabili per la costituzione di un governo di transizione.
E' evidente che non è possibile andare a votare con questa legge elettorale e con il monopolio berlusconiano dell'informazione televisiva (salvo spiegare come sia possibile in un anno fare una legge antitrust e realizzare concretamente, in termini di offerta informativa, un reale pluralismo televisivo).

martedì 3 agosto 2010

STAVOLTA FACCIO SUL SERIO


Di Giandiego Marigo


Alla fine ci sono riusciti mi hanno tolto l'assegno, mi hanno buttato su una strada, ridotto ancor meno di quel poco che ero...

Io ho pagato ben più di una volta il mio tributo alla crisi.
Per motivarvi quello che andrò a fare devo, però, premettere un paio di cose.

Lo faccio io, prima che vengano usate a pretesto...sino ad otto anni fa ero un'artigiano, trasporti e montaggi conto terzi di mobili per uffici, ho chiuso. Un artigiano non può fallire, essendo una ditta nominale, può solo chiudere ed io ho chiuso, con debiti, molti, che non ho più potuto pagare, debiti con le banche e con lo Stato...quindi ve lo premetto io, prima che ve lo dicano loro, sono un pessimo pagatore.

Cosa sia successo dentro a questi otto anni è difficile da spiegare e non lo farò qui, non voglio narrarvi una storia penosa e cercare la vostre lacrime. Sta di fatto che, nella dinamica della distruzione di una vita io abbia perso tutto! Confiscato, pignorato e ci ho fatto un infarto, un bell'infarto forte con strascichi, cuore ipocinetico, ginocchia fottute...insomma un bel quadretto da 80% di invalidità permanente, non regalata badate, ma sancita dal dirittto civile...al nord e non per fare il di più, ma per evitare battute demenziali.
Qualche tempo fa io avevo scritto un post su Verità e Democrazia "Lettera aperta di un invalido civile vero" che aveva girato su molti blog e su facebook nella quale, di fronte alla pretesa di togliere gli assegni agli invalidi, minacciavo uno sciopero della fame...bene ci siamo arrivati.
Il mio era un assegno, non una pensione, perchè avendo lavorato in modo precario o autonomo negli anni precedenti all'avvenimento non avevo diritto alla pensione pur avendone le caratteristiche, assegno vitale lo chiamano...derisorio!

Quindi invalidità civile, assegno vitale ed iscrizione nelle più che ridicole liste della legge 68 Facilitazione all'ingresso al lavoro altra grande presa in giro.
Fatto sta che io nel 2009 abbia lavorato due mesi ed abbia percepito un contributo anticrisi della provincia di Lodi oltre ad aver partecipato ad un corso di riqualificazione professionale regionale con una dote lavoro...il tutto per la cifra esagerata di 7602 Euro lordi di redditto (mod.Unico 2009), da dividersi in due, perchè mia moglie è a carico essendo disoccupata e casalinga.
Questa cifra esagerata, percepita in due, fa decadere secondo l'INPS il dirittto all' Assegno Vitale. (per inciso un cifra esorbitante di ben 256 euro).
Questo blocco avviene perchè da quest'anno INPS ed Agenzia delle Entrate dialogano(finalmente) ma nel dialogare pensano bene di prendersela prima di tutto con i più deboli, per i quali l'applicazione della legge è sempre dogmatica.

I grandi e gli alti proseguano pure nei loro furti con destrezza, nelle loro corrutele senza fine e senza vergogna, diamo ai parlametari ogni tipo di bonus possibile, no problem ci sono i deficenti in basso a pagare e non solo una volta.
Se ripenso agli ultimi anni mi viene da piangere!

Ho chiuso in seguito alla crisi provocata nel settore del mobile per ufficio a seguito dell'11 settembre, sei mesi/un anno di fermo che per me artigiano con scarse risorse hanno significato la chiusura.

Mi sono rovinato ed indebitato per poter pagere gli stipendi ai miei dipendenti, ho venduto una casa quasi pagata per prenderne una più piccola, quella che poi mi hanno pignorato, per potere pagare tasse e tredicesime, eppure ho chiuso con una montagna di debiti. Senza aver visto, si badi, una giornata di ferie da 11 anni, senza aver comprato macchine potenti e ville al mare. Senza debiti di gioco o vizi nascosti.

Dopo la chiusura non mi sono adagiato sulla mia roivina, ho lavorato per due anni in una situazione di assoluta sospensione di ogni diritto umano e sindacale nell'inferno assoluto delle cooperative che consegnano per DHL, UPS.

Sino a quando l'infarto non mi ha fermato. Due anni con la convalescenza senza una lira di aiuto da nessuno. Tanto tempo ci è voluto per farmi riconoscere l'invalidità.

Dopo ho avuto la fortuna di trovare un impiego a termine grazie alle liste 68 che non mi è stato rinnovato per via della crisi...ed ora son quasi due anni che non lavoro, perchè c'è la crisi...ho 55 anni, dove voglio andare?

Quindi credo di averla subita per bene e tutta questa stramaledetta crisi. Ho bevuto dal calice del crollo del capitalismo sino in fondo, quale altro tributo mi si chiede?
Non ho amortizzatori, i precari non ne hanno, ma nell'anno 2009 ho percepito ben 7602 euro lordi, poco importa che nel 2010 io muia di fame, che non percepisca alcunchè, che non ci sia contributo anticrisi o qualsiasi altra cosa per me, questo non interessa alla burocrazia, allo stato. Non interessa a nessuno, nemmeno ai patronati che tutto sommato ormai ne sentono talmente tante che sono diventati cinici, professionali, distanti...e gli impiegati comunali ti guardano straniti.
All'INPS, per esempio l'impiegata che mi comunicava la cosa mi ha detto, ed è vero temo, "io non posso nulla se la prenda con i politici loro fanno le regole".

IO NON VORREI PRENDERMELA CON NESSUNO, VORREI POTER LAVORARE PER QUANTO E COME POSSO O ANCHE AVERE UNA PENSIONE DEGNA. INSOMMA VORREI MANTENERE IL DIRITTO AL VIVERE E A DEFINIRMI UNA PERSONA. UN PUGNO MISERABILE DI DIGNITA'.

Però questo non si regala, non in questo mondo costruito sulle logiche del potere e del profitto, pensato per difendere il diritto alla proprietà privata ed alla tranquillità, alla privacy...ma solo dei dei potenti. Difendere il sacro diritto di chi può prima di qualsiasi forma di auito ai deboli. Bene questo sistema ha sancito la mia dimenticanza, mi vuole su una strada, in una stazione ferroviaria.

Pensa che i deboli siano a perdere come i vuoti della birra.

Non morirò in silenzio, perchè non ho vissuto in silenzio, per quanto miserabile non ho mai piegato il capo sui valori e sulle idee. Ancora oggi, sembra incredibile, riesco a pensare che possa che debba esserci una promessa, una possibilità di un mondo migliore di questo.
Sono un cardiopatico, non dovrei, lo so io e lo sa anche mia moglie, ma lo farò! Sono deciso a farlo e chiedo alla società civile di appoggiarmi dove, come, se vuole e può.

Non lo faccio da oggi , in agosto, non per il gusto a rimandare, ma perchè nessuno mi ascolterebbe, la gente è in ferie, pensa al mare e al sole, persino i progressisti, persino quelli che non hanno più nulla da perdere.

Quindi lo farò a Settembre, ma ormai sono deciso si tratta solo di definire i termini ed il luogo preciso, anche se ovviamente sarà qui a Codogno dove abito.

Se questo sistema ha deciso di uccidermi non lo farà senza che io faccia rumore, non con me connivente e silenzioso.

Perchè un'altro mondo migliore di questo è possibile.
Da Settembre quindi inizierò uno sciopero della fame per il diritto alla dignità umana, per il diritto al lavoro, tutti diritti sanciti sia dalla nostra costituzione che dalla carta dei diritti dell'uomo, ma che troppo spesso vengono dimenticati

lunedì 2 agosto 2010

Mercoledì la fine del governo Berlusconi?


Arriva prima di quanto si potesse pensare la prova del fuoco per Berlusconi e Fini con il voto di sfiducia al sottosegretario Caliendo, inquisito nell'ambito dell'inchiesta sulla P3.
Comunque vada, è veramente penoso vedere intanto l'entusiasmo di una consistente parte del popolo della sinistra e dello schieramento democratico, cittadini ed intellettuali, di fronte alla rottura Fini – Berlusconi
Si accreditano il Presidente della Camera di inverosimili ragioni ideali e politiche, gli si riconosce il ruolo di difensore della democrazia liberale. La pur comprensibile gioia di pregustare la probabile ed imminente caduta del governo Berlusconi annebbia la mente di cittadini e la buona fede di acuti commentatori politici nascondendo la vera realtà del conflitto: un puro e semplice scontro di potere, una lite tra vecchi complici su come spartirsi il 'bottino' della Democrazia. Se dopo sedici anni Fini si è reso conto di chi è Berlusconi o, meglio, dice apertamente cosa pensa di Berlusconi è perché solo ora si sente sufficientemente forte per scalzare il suo vecchio protettore.