"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 10 agosto 2010

Berlusconi e la mafia






di Michele

L’attuale governo secondo la propaganda filo berlusconiana di alcuni telegiornali appare come il governo che sta facendo molto nella lotta alla criminalità organizzata. Ovviamente non è vero, infatti, sono state proposte e approvate numerose leggi e provvedimenti che favoriscono finanziariamente le organizzazioni criminali, quali:
scudo fiscale, che consente di riciclare il denaro frutto di attività criminali;
legge bavaglio, che impedisce le intercettazioni in caso di reati collocabili all’interno di un’associazione criminale ma di cui non è nota l’appartenenza a tale associazione;
tagli alle forze d'ordine (riduzione di 7.900 cancellieri e 1.800 ufficiali giudiziari, manca persino la benzina per le volanti);
messa all’asta dei beni confiscati alla mafia dando così la possibilità alle organizzazioni criminali di ricomprarli avvalendosi di prestanome;
mancato scioglimento del consiglio comunale di Fondi per infiltrazioni mafiose, nonostante le sollecitazioni del prefetto e l’esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare;
negazione del piano di protezione al collaboratore Spatuzza;
proposta di modifica degli articoli 192 e 195 del C.p.p. in modo da restringere i casi di utilizzabilità nei processi delle dichiarazioni dei pentiti di mafia;
il Disegno di legge sul “processo breve” prevede che per l'imputato incensurato il processo non può durare più di sei anni (due anni per grado e due anni per il giudizio di legittimità), tutto a beneficio di Berlusconi nelle vicende sui diritti tv Mediaset, Mediatrade, corruzione di Mills, matale norma estinguerebbe anche oltre 100 mila processi penali in corso, tra i quali: Thyssen Krupp, quello Antonveneta per le accuse di aggiotaggio ad Antonio Fazio e Luigi Grillo, il processo Parmalat, quello per il disastro di Viareggio del 29 giugno 2009 e il processo sul crollo della Casa dello Studente e del Convitto Nazionale in seguito al terremoto che colpì L’Aquila nel 2009.

Numerosi fatti di cronaca, anche recenti, sono indizi di un legame, ancora da provare sotto l'aspetto giuridico, tra Berlusconi e gli ambienti mafiosi. Eccone alcuni:

- la II sezione penale del tribunale di Palermo con sentenza dell’11 dicembre 2004 ha pronunciato quanto segue: "vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era viepiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al parlamento europeo nelle fila dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale".
Il 29 giugno 2010 la seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo ha condannato Dell’Utri a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. In primo grado gli erano stati inflitti nove anni di reclusione.

- autorevoli esponenti mafiosi pentiti del calibro di Antonino Giuffrè, Salvatore Cancemi, hanno parlato di un patto tra Forza Italia e Cosa Nostra fatto nel 1994.

- la banca Rasini, di cui fu procuratore Luigi Berlusconi, aveva tra i clienti privilegiati gente come Bernardo Provenzano, Totò Riina, Vittorio Mangano.

- Marcello Dell'Utri fissò due incontri, mentre nasceva Forza Italia (2 e 30 novembre 1993), con Mangano il quale già era stato in galera undici anni a scontare una parte della pena complessiva di 13 anni che aveva subito al processo Spatola, per mafia, e al maxiprocesso, per droga, istruito da Falcone e Borsellino insieme.

- il pentito Gaspare Spatuzza ha recentemente dichiarato che, dopo le stragi del 1992, tra Cosa nostra e lo Stato era in corso una trattativa e che i referenti politici dei boss fossero proprio Dell'Utri e Berlusconi.

- La Procura di Firenze ha indagato per molti anni (fino all'agosto 1998) su Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri considerati come i mandanti a volto coperto delle stragi:
• del 14 maggio 1993 a Maurizio Costanzo (via Fauro, Roma)
• attentato agli Uffizi del 27 maggio 1993 (via de' Georgofili, Firenze)
• attentato al Padiglione di Arte Contemporanea del 27 luglio 1993 (Via Palestro, Milano)
• di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano (Roma, 28 luglio 1993)
• allo stadio Olimpico (dicembre 1993 - gennaio 1994)
• a Formello-Roma (attentato a Salvatore Cotorno, 14 aprile 1994)
Il Pm di Firenze chiese l'archiviazione del procedimento al termine delle indagini preliminari, accolta dal giudice per le indagini preliminari competente, sebbene si evidenziasse nel decreto di archiviazione che vi era "un’obiettiva convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione" (ovvero Forza Italia) e che durante le indagini "l'ipotesi iniziale abbia mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità".
Le recenti dichiarazioni di Spatuzza hanno portato all'iscrizione di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri nel registro degli indagati della Procura di Firenze; è quanto scritto il 3 agosto 2010 dal quotidiano l’Unità, rivelando che Berlusconi e Dell'Utri compaiono nel fascicolo numero 11531 del 2009 con generalità protette, “Autore Uno” e “Autore Due”, come già successe nella prima indagine sulle stragi del 1993, poi archiviata nel 1998.

- A Caltanissetta Berlusconi e Dell'Utri furono iscritti nel registro degli indagati come mandanti delle stragi di Via D'Amelio (Paolo Borsellino) e Capaci (Giovanni Falcone).
Il 3 maggio 2002 il fascicolo venne archiviato, su richiesta dello stesso PM, perché il quadro indiziario risulta friabile. Il Gip tuttavia, nel decreto di archiviazione, lascia alla valutazione dei pubblici ministeri di effettuare ulteriori indagini su "piste investigative diverse da quelle sinora perseguite" ritenendo che "tali accertati rapporti di società facenti capo al gruppo Fininvest con personaggi in varia posizione collegati all'organizzazione Cosa nostra, costituiscono dati oggettivi che rendono quantomeno non del tutto implausibili nè peregrine le ricostruzioni offerte dai diversi collaboratori di giustizia". Oltre a questo viene evidenziato anche che "gli atti del fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità di contatto tra gli uomini appartenenti a Cosa Nostra ed esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati". Tale richiesta di archiviazione, tuttavia, non fu sottoscritta dall'altro pm che si era occupato delle inchieste e dei processi sulle stragi, Luca Tescaroli, contrario alle impostazioni della richiesta di archiviazione soprattutto nella parte in cui si sostiene che le dichiarazioni dei principali pentiti della strage, Cancemi e Brusca, erano "contrastanti". Una tesi che è stata confermata anche nella sentenza d'appello della strage di Capaci dove i giudici scrissero tra l'altro che le dichiarazioni di Brusca e Cancemi erano "convergenti" e che era necessario indagare ancora "nelle opportune direzioni per individuare i convergenti interessi di chi era in rapporto di reciproco scambio con i vertici di Cosa nostra".

- La procura di Palermo ha indagato su Silvio Berlusconi e su Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco.

- Berlusconi e Dell’Utri hanno definito Vittorio Mangano un eroe, invece Mangano era un pluriomicida mafioso, ospite sotto mentite spoglie di stalliere alla villa di Berlusconi ad Arcore, dalla seguente fedina penale:
condanna in primo grado a due ergastoli, in due distinti giudizi per omicidi ed in uno anche per associazione mafiosa;
condanna definitiva al maxiprocesso di Palermo per traffico di stupefacenti;
condanna definitiva al processo Spatola per associazione a delinquere con la mafia;
condanna definitiva per false fatture e frode fiscale a 2 anni e 3 mesi.

- il 19 agosto del 1998 su La Padania, quotidiano della Lega Nord, vengono poste 10 domande a Berlusconi sulla provenienza del denaro, esprimendo il dubbio che si tratti di denaro sporco riciclato, con cui Berlusconi ha costruito il suo impero economico.

Per approfondimento si riportano di seguito i link di alcuni video su youtube:
La prova che Berlusconi è mafioso
Mangano eroe, Dell'Utri supereroe - Marco Travaglio
Spatuzza, il penultimo a parlare - Marco Travaglio
Marco Travaglio parla di Dell'Utri
Genchi, le stragi e la nascita di Forza Italia
Gioacchino Genchi: La genesi di Forza Italia
Verità che non tutti sanno: Berlusconi-Telefonate tra massoni-cospirazione

Che Berlusconi sia mafioso è ancora da provare sotto l'aspetto giuridico, ma che Berlusconi sia per niente affidabile e che nei suoi confronti non ci sia alcun complotto politico-giudiziario è già dimostrato.
Infatti, è accertato, dalla sentenza definitiva della Cassazione, che Mills è stato corrotto per testimoniare il falso nell'ambito di due processi in cui era imputato Silvio Berlusconi (il processo per corruzione alla Guardia di Finanza e il processo dei fondi neri di All Iberian) allo scopo di “tenere fuori da un mare di guai” Silvio Berlusconi.
E’ accertato che il giudice Metta è stato corrotto dai legali di Berlusconi per strappare la Mondadori a De Benedetti.
E’ accertato, dal processo All Iberian 1, il finanziamento illecito di 22 miliardi di lire al PSI, denaro partito da fondi occulti della Fininvest per finire nei conti svizzeri del PSI di Craxi.
E’ accertato che alcuni finanzieri sono stati corrotti per far chiudere loro tutti e due gli occhi sulle irregolarità riscontrate nelle verifiche fiscali presso le aziende di famiglia Berlusconi; Massimo Maria Berruti e Salvatore Sciascia, che lavoravano per il gruppo Fininvest e prima ancora erano ufficiali della Guardia di Finanza, sono stati condannati in via definitiva in tale processo relativo alle tangenti alla Guardia di Finanza e poi hanno fatto carriera politica entrando in parlamento col partito di Berlusconi.

1 commento: