"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 12 settembre 2010

Democrazia, primarie e legge elettorale

Ebbene si, lo ammetto, anch'io pensavo nel 1993, all'epoca del referendum promosso da Mariotto Segni, che con una legge elettorale maggioritaria si sarebbe potuto cambiare la politica italiana, scardinare il regime partitocratico, annientare il potere di ricatto di una pletora di insulsi partitini, imporre la selezione di una nuova classe dirigente che si fondasse sui criteri della competenza e dell'onestà.
La storia che ne è seguita, credo che nessuno possa negarlo, è stata diversa. Questi sedici anni sono stati gli anni del berlusconismo, è emerso un personale politico impresentabile ed inqualificabile che ha fatto perfino rimpiangere i vecchi notabili democristiani, la mala pianta della corruzione e dell'inefficienza non è stata certo debellata ma al contrario si è incredibilmente irrobustita e radicata, la politica, intesa come gestione della cosa pubblica da parte di coloro che sono chiamati a rappresentare la sovranità popolare, è stata via via sempre più espropriata da lobbies, oligarchie, mafie, organismi italiani ed internazionali (WTO, FMI, BCE ed altri) non democraticamente eletti e che non devono rispondere a nessun popolo delle decisioni assunte.
Della politica, quella che si può vedere alla luce del sole, è rimasto solo il teatrino, sempre più squallido ed autoreferenziale, di una casta corrotta e vorace che impone ad un'intera Nazione la mano morta del proprio insostenibile parassitismo.
E' dunque davvero sconcertante e deprimente che tante voci di quell'opposizione che si definisce “democratica” (Il Fatto, l'Unità, Repubblica, Giustizia e Libertà ad esempio) ripropongano oggi al centro del dibattito politico gli stessi argomenti - le alleanze anti-berlusconiane, le primarie per la scelta del leader e dei candidati, la riforma della legge elettorale – e che questi argomenti appassionino così tanto la base militante dell'opposizione.
Si tratta, sia ben chiaro di problemi reali, quelli di una legge elettorale truffaldina (e qui Sartori ricorda bene le responsabilità del Presidente Ciampi per averla firmata), della definizione di regole democratiche interne ai partiti, della necessità ed urgenza di liberare il Paese dalla vergogna del governo Berlusconi, ma la loro soluzione non è condizione sufficiente per ridare vita e futuro alla democrazia italiana.

Se un personaggio inaffidabile e screditato come Berlusconi ha vinto tre elezioni dal 1994 ad oggi ed è considerato favorito qualora fossimo a breve chiamati nuovamente alle urne, se, quando possono disporre della possibilità di scegliere tra i candidati disponibili, gli elettori inviano Mastella al Parlamento Europeo, la Trota al Consiglio Regionale nella civile e progredita Lombardia per il solo “merito” di essere il figlio di Umberto Bossi, se la Carfagna è la più votata in tutta Italia alle elezioni regionali, l'attenzione andrebbe posta anzitutto su altro.
E cioè che la crisi politica italiana nasce dalla crisi e dal degrado della società italiana, dall'incapacità dei cittadini, quantomeno di parte rilevante e determinante di cittadini, di esigere una rappresentanza politica in grado di perseguire il bene comune. E che la trasformazione della società italiana, ridare dignità e sovranità ai cittadini, richiede una vera rivoluzione etica e culturale.
Altrimenti, come dimostra il fatto che Berlusconi cade solo perché sfiduciato all'interno della sua stessa maggioranza e che non vengono messi assolutamente in discussione i mandanti della propria azione politica (il potere economico e finanziario, il Vaticano), cambiare la compagine di governo e la coalizione di partiti al potere non servirà a cambiare nulla.
Dice Gino Strada, uno dei pochi riferimenti etici rimasti in questa Italia degradata:
“Noi non riteniamo che questo Paese sia un Paese democratico. Noi non riteniamo che Democrazia sia uguale ad elezioni.”
Il Mondo che vogliamo


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La democrazia è qualcosa che si fonda sulla libertà unita all'uguaglianza, sul rispetto dei diritti e delle regole e che deve vivere giorno per giorno attraverso la partecipazione informata e consapevole dei cittadini.

3 commenti:

  1. Condivido la tua analisi che descrive una realtà triste e amara per chi vuole che l'Italia cambi in meglio nell'interesse collettivo.
    La tua analisi punta il dito contro il degrado culturale e morale della società italiana, in particolare contro chi è impegnato nel mantenimento o consolidamento di questo stato di cose.
    In Italia c'è una degenerazione culturale della società e della politica, causata da una grave crisi di identità culturale; la questione di fondo è che in Italia si è instaurato un clima di torpore culturale, un malcostume diffuso, per cui in una società fatta di ingiustizie, discriminazioni, in cui dilaga corruzione e clientelismo, è diventato prassi comune trasgredire le regole.
    Ciò non può giustificare l'immobilismo culturale e/o la connivenza con il fenomeno corruttivo dell'etica e della morale prima ancora della classe dirigente.
    Per chi pensa che mai qualcosa potrà cambiare in meglio, non resta altro che lasciare l'Italia o subire questo stato di cose, in particolare per chi non riesce a farsi un futuro, e sono milioni di giovani, quasi tutti i giovani del sud. Dunque non bisogna rassegnarsi, bisogna resistere.
    Occorre un risveglio delle coscienze per avviare un nuovo modo di concepire la vita politica e sociale, rivendicare l'esercizio attivo dei diritti di cittadinanza e non subire la sudditanza, e così ogni singolo sconosciuto che vuole una società migliore può ricoprire un ruolo importante nella società civile.

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  2. Grazie Michele, siamo sulla stessa lunghezza d'onda!

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  3. In tanti fin qui hanno parlato di fare una riforma della legge elettorale, ma già nel 2008 l'unico che con tanta determinazione, ha deciso di scrivere come riformarla è stato l'On Saverio Romano!!!Tanto di cappello a quelli che come lui traducono il dire in fare!!!
    Trovi una versione completa della mia opinione a questo indirizzo:

    http://giuseppepiazzese.wordpress.com/2010/09/16/nel-sistema-elettorale-si-torni-alle-preferenze/

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