"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 20 ottobre 2010

Ancora alcune riflessioni sulla manifestazione della Fiom del 16 ottobre


L'informazione

Sopire, troncare …. troncare, sopire. Quello che è stato il principale evento sindacale ed uno dei principali fatti politici degli ultimi tempi è passato come una meteora nei tg e nei giornali. Un fatto minore, da relegare in terza o quarta fila e subito da dimenticare. Come nota Giulietti se non c'è l'incidente attraverso il quale si possa denigrare tutta la manifestazione di questa non si deve parlare. I temi e le richieste che hanno ispirato la manifestazione – il diritto al lavoro e la dignità del lavoro, la disoccupazione, la povertà, la crisi, il precariato – devono presto sparire sommersi dagli efferati fatti di cronaca, sui quali non si riesce a far scendere un rispettoso silenzio e che si devono continuare a dare in pasto alla curiosità morbosa dei telespettatori, e alle vicende del teatrino della politica.
Possibile che non si possa fare a meno di ridurre, almeno per qualche giorno, l'impegno per la democrazia nella sacrosanta lotta contro le malefatte di Berlusconi e della sua cricca?
Possibile che ci si appassioni alla libertà di informazione solo per la solidarietà che giustamente si deve a Michele Santoro e non anche quando vengono fatti scomparire dalla scena i problemi che riguardano la vita delle persone?


Il PD, CISL e UIL

Tastando, empiricamente, il polso della base del PD attraverso la lettura di commenti e riflessioni, pubblicati sui social network e sulla rete, in merito alla scelta del partito di Bersani di non aderire alla manifestazione della Fiom si percepisce, forte e chiaro, il disorientamento e la delusione dei militanti e simpatizzanti piddini.
Bersani si schermisce affermando che il PD non aderisce a manifestazioni sindacali e non deve scegliere tra CGIL da un lato e CISL e UIL dall’altro. In realtà è proprio il segretario della CISL, Bonanni, a cogliere il vero senso della manifestazione di sabato nel momento in cui ne denuncia il carattere politico.
Ma CISL e UIL pretendono di continuare a condurre i lavoratori sulla stessa strada degli ultimi trent’anni, dalla rinuncia alla scala mobile, senza contropartite, in poi: concertazione, precariato, deroghe, accordi separati, cedimenti, moderazione salariale, rinuncia ai diritti pregressi. E’ la strada che ha portato i lavoratori italiani ai gradini più bassi, come livelli di reddito e condizioni di vita, tra i Paesi europei senza che da ciò sia derivato sviluppo, buona occupazione, modernizzazione ed efficienza dal punto di vista della struttura produttiva, né equità fiscale, ammortizzatori e servizi sociali ‘europei’ sul piano dell’amministrazione dello Stato e del welfare.
I manifestanti di San Giovanni chiedono invece risposte politiche alternative perché in termini di lotta sindacale, tra recessione precarizzazione e globalizzazione, comprendono che i lavoratori non hanno più forza contrattuale nei confronti delle aziende.
E la mancata adesione del PD non è una errata scelta tattica ma l'inevitabile conseguenza della propria natura e della propria missione. Il problema non è, in ossequio alla cosiddetta vocazione maggioritaria, perseverare nel tentativo fallimentare di rappresentare, in una impossibile ricerca di sintesi, tutto e il contrario di tutto, gli interessi di Confindustria e di Marchionne e quelli degli operai, i grandi banchieri e i precari, i progressisti e i moderati.
Checché ne pensi Santoro che ha cercato di ridicolizzarne l'idea, incombe sulla linea politica del PD quel 'cerchio sovrastrutturale' (grande finanza mondiale? Multinazionali? Confindustria? Vaticano? Mafie? Imperialismo statunitense?) che impone le sue direttive ai vari attori politici in campo. Nelle scelte passate e presenti del partito di Bersani, nel passaggio dal PCI al PD, attraverso il PDS e i DS, appare evidente e fortissima la dipendenza da quei poteri forti di cui ricerca la legittimazione, il compito di recitare, nella fiction democratica, la parte della sinistra, acquisire i voti delle classi popolari per depotenziarne le rivendicazioni affinché non vengano realmente toccati  gli interessi dei ceti dominanti. E dunque come poteva il PD stare in quella piazza a fianco di chi lotta contro lo sfruttamento del lavoro, contro il nucleare, contro la guerra, contro le privatizzazioni?

Grillo e il Popolo Viola

Grillo e il suo Movimento Cinque Stelle è l'altro grande assente della manifestazione della Fiom. Un'occasione perduta per definire qual è il suo modello di società. Tutto il suo programma si riduce ai rifiuti zero, al wi-fi, alle energie rinnovabili? Non basta il tardivo dichiararsi di stare dalla parte degli operai di San Giovanni espresso attraverso il suo blog. Non è razionale pensare che un popolo, che i cittadini possano esprimere e realizzare i propri desiderata senza rappresentanza. Non è accettabile mettere tutti nello stesso calderone: le caste sindacali di CISL e UIL e, parzialmente, della CGIL e i dirigenti della FIOM che in questi mesi, isolati e criminalizzati da tutti, hanno preso la testa di una lodevole ed impagabile battaglia per la difesa dei diritti e della dignità del lavoro. Diritti e dignità di tutti, non solo della categoria che rappresentano.
E che dire del popolo viola, o meglio degli ignoti mediocri personaggi che ne definiscono le uscite pubbliche e di chi li manovra? Anche qui un'occasione persa, quella di non disperdere, per miopia politica e bassa smania di protagonismo, le forze dell'opposizione e del cambiamento preferendo promuovere una autonoma iniziativa, il NoBDay2, inevitabilmente deludente piuttosto che dare il proprio contributo ad un grande evento unitario.

La strada maestra per un'alternativa politica

L'alternativa nasce quando un popolo incontra delle teste pensanti in grado di interpretarne bisogni e obiettivi e dare a questi riposte e soluzioni e una struttura organizzativa in grado di realizzarli. Per usare le parole di Maurizio Landini, segretario della Fiom, il popolo che vuole cambiare questa società ingiusta esiste ed è quello di San Giovanni e dei lavoratori che non rinunceranno mai alla dignità e ai diritti, è quello del primo No B Day, del referendum per l'acqua pubblica, del mondo del precariato e delle nuove povertà, di chi crede nella laicità dello Stato e nel ruolo essenziale della scuola pubblica, di chi lotta in tutta Italia per la legalità e la salvaguardia del territorio e la tutela della salute pubblica. Ora sta agli intellettuali (e ai politici di sinistra capaci e onesti che ancora esistono) dare vita a delle forme politiche in grado di rendere questo popolo, che probabilmente è ancora minoranza nel Paese, un soggetto fondamentale nella democrazia italiana. Un soggetto politico unitario, forte e riconoscibile. E dunque la strada maestra per la nascita di un'alternativa di sinistra è quella della immediata convocazione di una costituente democratica alla quale aderisca, vincendo egoismi e visioni particolaristiche, il meglio della intellettualità, dei movimenti, del sindacalismo, dei partiti per la formulazione di un programma di trasformazione della società e la definizione delle strategie per la sua realizzazione.

Foto di Stefano Bonif











il cannocchiale

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