"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 6 marzo 2011

Il punto. L'offensiva di primavera di Berlusconi.

Dato mille volte per finito e fin qui sempre in grado di rialzare la testa, Berlusconi mette in campo la propria strategia di primavera per fronteggiare l'indebolimento seguito alla scissione finiana e allo scandalo Ruby e delle notti del bunga bunga.
Il primo risultato è stato conseguito respingendo la mozione di sfiducia del 14 dicembre e con la riconquista della maggioranza alla Camera grazie al terrore dei parlamentari delle elezioni anticipate ed alla propria capacità di 'comprare' voti (attraverso favori, leggine, poltrone).
Ora per reagire al calo di consensi e di fiducia di cui parlano tutti i sondaggi, si utilizzano le solite e collaudatissime armi:
si rinsalda l'alleanza con la Lega (alla quale si lascia sostanzialmente la guida del governo) e con il Vaticano (dove la voce prevalente è quella di chi distingue tra i comportamenti personali del Presidente del Consiglio, criticabili come quelli di un qualunque cittadino, e l'effettiva azione del suo governo conforme ai valori cattolici);
si fa il giro dei convegni e dei congressi dei micro partiti della destra per parlare alla pancia dell'elettore reazionario: sui gay, sulla famiglia, sulla scuola privata, sui giudici comunisti, sulle tasse e l'impresa privata, si nega il pagamento di prostitute ma si rivendica la 'gioiosità' del proprio stile di vita;

se non basta la compagnia di giro delle Santanché, delle Zanicchi, dei La Russa, dei Lupi – sguinzagliata nei salotti televisivi - a convincere l'opinione pubblica, bisogna far tacere o almeno depotenziare le trasmissioni televisive ostili, più o meno libere o più o meno espressione dell'opposizione (Ballarò, Annozero) e dare spazio ai fidati megafoni Ferrara e Sgarbi (ma quanto saranno efficaci?);
si deve rintuzzare il procedimento giudiziario sul caso Ruby (l'unico che veramente teme, non tanto per la possibile condanna quanto per gli effetti mediatici) dichiarando da un lato di voler affrontare il processo (Ghedini) e dall'altro dispiegando tutte le possibili mosse ostruzionistiche per ostacolarlo e impedirlo (legittimo impedimento, conflitto di attribuzione della Camera per affermare la competenza del Tribunale dei Ministri rispetto al giudice ordinario, proposte di leggine ad hoc (riduzione dei tempi di prescrizione dei reati, intercettazioni e altro) nel quadro di una riforma complessiva della giustizia, un vero e proprio golpe, dalla realizzazione improbabile e comunque non in tempi brevi ma che serve a dare una patina di 'progetto organico' (ed acquisire eventuali alleanze esterne alla propria maggioranza: leggi Pannella e i radicali) a ciò che ha il solo scopo di garantirne l'impunità e l'improcessabilità).
Se anche l'amico Gheddafi riuscisse a sventare la rivolta libica e a restare al potere, un altro punto a suo favore si realizzerebbe.
Insomma Berlusconi lavora per allontanare le elezioni e nel contempo per arrivarci preparato in qualunque momento si svolgano e tenendo in tasca il possibile colpo di scena: la figlia Marina Berlusconi candidata premier. Una proposta che avrebbe la forza, nel suo elettorato, di mettere insieme il nome Berlusconi con il suo essere donna e relativamente giovane. Insomma la peggiore prospettiva futura possibile è Berlusconi (padre) Presidente della Repubblica, Berlusconi (figlia) Presidente del Consiglio, Bossi senatore a vita e l'Italia del nord completamente nelle mani della Lega.
E le opposizioni? Caduta l'ipotesi di un rovesciamento parlamentare del governo Lega-PDL e di un'alleanza del PD con il centro destra conquistato da Fini e Casini, non esiste ancora una strategia chiara e definita di programmi, di alleanze, di leadership della coalizione alternativa.
E Veltroni invoca la mobilitazione in aiuto dei ribelli libici. Forse siamo noi che dovremmo chiedere aiuto a loro ….

6 marzo 2011 - Maurizio Zaffarano

Nessun commento:

Posta un commento