"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

giovedì 5 maggio 2011

Con Pisapia e De Magistris e con i referendum per far dimettere Berlusconi

Se il più ridicolo capo di governo dell'occidente, tra narcolessia e satiriasi, è ancora al suo posto, tuttora sostenuto da potenti lobbies e centri di potere (il Vaticano in primis) e non ancora abbandonato da complici e servi è anche perché ad oggi, secondo i sondaggi, resta favorito in caso di nuove elezioni.
Le elezioni amministrative del 15 e 16 maggio e soprattutto i referendum dell'11 e 12 giugno sono dunque l'occasione per noi cittadini di dargli la spallata finale, facendogli intorno terra bruciata e dimostrando che non gode più del consenso della maggioranza degli elettori, di seminare il terrore tra i suoi sodali e mandarlo a casa obbligandolo finalmente a farsi giudicare come qualunque altra persona per i reati di cui è accusato.

Sarà importante in particolare ciò che i cittadini decideranno a Milano e Napoli dove le candidature di Pisapia e di De Magistris hanno un significato più ampio rispetto alla semplice scelta dell'amministrazione comunale e alla contesa tra destra e centro sinistra. La loro vittoria in città di fondamentale importanza e dallo straordinario carattere simbolico (Milano, la capitale del leghismo nordista; Napoli, la città martoriata dai rifiuti e dalla camorra e sedotta e illusa da Berlusconi) dimostrerebbero che può esistere un'alternativa vincente alla destra con un carattere non moderato e centrista.

Pisapia a Milano è l'esponente della SEL di Vendola che ha prevalso alle primarie sul candidato del PD. De Magistris a Napoli è espressione della società civile, delle forze politiche più radicali e propugnatore di una svolta legalitaria nell'amministrazione della città non solo contro la destra ma anche contro un PD che ormai da decenni male amministra il capoluogo della Campania e che presenta quale proprio candidato un ex prefetto.
La loro vittoria dunque non solo rappresenterebbe un colpo forse mortale per Berlusconi ma obbligherebbe anche il PD a ripensare le proprie strategie, darebbe forza agli esponenti che al suo interno si oppongono alla deriva moderata e proto-democristiana che ormai contraddistingue la sua politica, aprirebbe alla prospettiva di un'alternativa a Berlusconi fondata su valori di sinistra e non semplicemente come cambio della guardia all'interno delle oligarchie dominanti.
Dispiace che Grillo, di cui condivido tantissime delle cose che sostiene, non abbia capito questo. Lo aspettiamo ai ballottaggi o davvero pensa che portare qualche esponente del Movimento 5 Stelle in Consigli Comunali in cui la destra abbia la maggioranza ed esprima il Sindaco migliorerà la vita dei cittadini?

1 commento:

  1. Penso che politicizzare troppo le elezioni comunali faccia il gioco di Berlusconi, che quando fa i referendum su di sè ricatta i suoi sostenitori cui compra il voto: se non lo votano, vanno tutti a casa, stanno sulla stessa barca, è questo il motivo per cui la politicizzazione delle elezioni amministrative porta successo a Berlusconi, perchè inasprendo lo scontro politico, con la dispiegazione di mezzi di disinformazione squilibrata a suo favore, dalla sua parte trova ampio consenso, mentre dalla parte dei suoi oppositori non tutto colgono l'opportunità e la necessità di mandarlo via, ogni volta che ha messo in gioco la sua persona gli è andata bene, quindi evitiamo la politicizzazione di queste elezioni.

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