"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 5 luglio 2011

Le sberle a lavoratori e pensionati dalla finanziaria degli amici di Bonanni e Angeletti


Il rimprovero che viene spesso posto al sindacato è quello di non saper più rappresentare gli interessi delle classi popolari e dei lavoratori (anzitutto di quelli precari) ma tutt'al più quello dei propri iscritti, in massima parte ormai dipendenti pubblici e pensionati e ciò soprattutto nella CISL di Raffaele Bonanni e nella UIL di Luigi Angeletti.
Ma evidentemente non sono nemmeno più capaci a far questo. Dopo il lavoro di sponda, di supporto, di sostegno che CISL e UIL hanno fornito al governo Berlusconi ed il tradimento dei diritti dei lavoratori perpetrato accettando passivamente i diktat della Confindustria della Marcegaglia e della Fiat di Marchionne, la finanziaria di Tremonti li ripaga colpendo pesantemente proprio gran parte dei loro iscritti: riducendo o eliminando l'adeguamento all'inflazione delle pensioni a partire da quelle medio-basse e prorogando il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici fino al 2014 (senza contare l'aumento dei ticket sanitari sulle prestazioni specialistiche e su quelle non urgenti di pronto soccorso). Il tutto lasciando, vergognosamente come sempre, nel novero delle intenzioni future la riduzione dei costi della politica e degli sprechi della pubblica amministrazione.
Con la Camusso della CGIL, opportunamente imbeccata dal PD, proiettata a ripercorrerne le orme concertazioniste, Bonanni e Angeletti non hanno però nulla da temere e niente da perdere. Nel sindacato non esiste una elezione democratica dei segretari generali né tanto meno la possibilità di sfiduciarli. E per tutti loro, come per i predecessori, sono pronte ben calde le poltrone da occupare alla scadenza del mandato sindacale: come parlamentare o in qualche ente pubblico.
Giorgio Cremaschi uno dei leader della Fiom e dell'opposizione interna alla Camusso parla della necessità di una forza politica di massa alla sinistra del PD. Credo che serva anche un nuovo e diverso sindacato.

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