"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 13 luglio 2011

L'epoca del grande inciucio

di Giandiego Marigo per AreA

Non è affatto necessario essere marxisti-leninisti e nemmeno degli anarco-insurrezionalisti, non serve essere NO-TAV o NO-Dalmolin.
Non serve essere nemmeno “antagonisti arabbiati" per accorgersene.
Sebbene l'idea di un accordo “sotterraneo” per mantenere lo stato di cose o comunque per prendere tempo...abbia un vago profumo di dietrologia, facendo sovvenire alla memoria i progetti diegli “illuminati” di Bilderberg ed il loro NWO.Eppure non serve nemmeno essere, appunto, dietrologi o presunti tali.
Basta guardare come vanno le cose qui da noi, seguendo, pur con difficoltà, le notizie dai giornali mainstream, cioè accodati e proni nella descrizione del mondo e delle necessità. Destra e sinistra qui non contano, qui stiamo parlando di cose vere!
Eppure fra le righe l'inciucio viene fuori,palese, pacchiano e offensivo.
Qualche sociologo no global ha elaborato la teoria dei traumi successivi. Creare un trauma e poi dare la soluzione, come “unica possibilità di scampo” per preparare e facilitare i cambiamenti in progetto.
Oggi di traumi ce ne stanno ammanendo una serie...uno dietro l'altro, in dosi massiccie, ma continue e graduali, per darci il tempo di assorbire bene il concetto e contemporaneamente per non lasciarci troppo agio di guardarci attorno.
Loro stanno lavorando sulla loro “visione”, ce la stanno appioppando senza nemmeno chiederci il permesso...senza vasellina, in buona sostanza.
Passatemi l'allusione crassa e di bassa lega, ma va di moda.
Quello che sconcerta è, al di là, di qualche isolato belato, di qualche urlaccio scomposto e di alcune manifestazioni di forza puramente muscolare è l'assenza di un'alternativa, la mancanza assoluta di un'altra ipotesi.
Persino coloro che si riempiono il petto di medaglie auto-definendosi “oppositori” si accodano, responsabili, ordinati e “presenti” nel momento del bisogno. Per il superiore interesse della nazione.
Le voci d'alternativa, sono isolate, spesso derise, trattate anche da chi dovrebbe essere loro amico con sufficienza e commiserazione. Perchè...suvvia “Dove si può trovare un mondo migliore di questo?”.Loro lo sanno benissimo che la loro ipotesi non regge, che non è compatibile , che non può durare, perchè prende senza dare, perchè non ha rispetto delle scorte perchè nasce da un rapporto parassitario che non ha futuro, eppure insistono nel raccontarci che questo è “il miglior mondo possibile”.Sanno benissimo anche d'avere il tempo limitato dalle risorse in esaurimento, sono perfettamente coscienti che il modello di “Capitalismo selvaggio e deregolato” non ha alcun futuro, a volte, persino lo dicono, per farci credere d'essere sinceri.
Eppure continuano a ribadire la loro “cultura” perdente e marciscente come “l'unico pensiero possibile e attuabile”.In questo è davvero difficille individuare chi non sia d'accordo, impossibile nella politica tradizionale...persino alcuni “radical” finiscono con l'essere organici e appiattiti sulla “cultura dominante”, certo propagandando il suo contrario...ma legittimandola implicitamente, proprio perchè incapaci di pensiero altro e diverso da quello dominante.
Io l'ho definito “capitalismo feudale” il loro progetto finale, quello che , realmente, nascondono dietro l'affermazione di un modello che loro stessi sanno insostenibile. L'Affermazione del potere delle “famiglie dominanti”.
La separazione fra il “mondo normale”, l'illusione, matrix e la realtà d'un dominio che non ha nulla di moderno, perchè aderente ad un modello millenario di “impero dell'acqua”...dove l'acqua è sia quella per definizione che l'idea dell'energia che muove le cose, che permette al mondo, al “miglior mondo possibile” di esistere. Tutto questo sotto l'aspetto generale di “modernità” di “tecnologia avanzata” di “progresso”.
Tutto questo passa per un'inciucio miserabile, su una legge finanziaria ridicola in un piccolo paese della periferia del mondo? Anche!
Passa dalla non comprensione della necessità di modificare il paradigma per salvare il mondo.
Passa dalla glorificazione della campagna referendaria per privarla della sua dirompenza, passa per la standardizzazione dei modelli “ribellistici” arancioni , verdi, rossi o viola...per assorbirne la pericolosità.
Passa dalla accettazione della necessità di salvare questo modello, anziché chiedersi quale potrebbe essere più efficiente e “giusto”.
Loro lo sanno, certo, quale il loro modello, ma per sé stessi e per le loro “famiglie” qui il feudalesimo...e noi beoti facciamo la ola al loro passaggio.
Loro stanno affermando l'impossibilità di cambiare le cose, per quanto possano essere difficili ed assurde.
Stanno raccontandoci dell'esistenza di una crisi per risolvere la quale basterebbe stampare carta moneta non a debito e distribuirla.
Stanno imponendoci sacrifici...sempre e solo a noi, per salvare un mondo che è funzionale e che serve solo a loro.
Nell'assurda convinzione che ciascuno di noi potrebbe accedere un domani, impegnandosi strenuamente e credendoci all'Olimpo dove essi vivono i loro giorni.
Perchè siamo in democrazia, nel “miglior mondo possibile” ed abbiamo tutti le medesime opportunità.
Ridicolo, falso e penoso...guardate cosa stanno facendo della scuola pubblica, guardate il modello culturale che propongono, tutto! La loro stessa esistenza afferma il contrario.
Eppure qualcuno ci dice di crederci, trvestendosi da “oppositore” ci parla di responsabilità, di coesione, di necessità di srare insieme per difendere questo “mondo meraviglioso”...per chi?
Coraggio! Un'altro mondo è possibile, ma si deve avere il coraggio di affermarlo, anche in momenti come questo, senza esibizione di muscoli , che fa solo il loro gioco, senza urla, ma con la forza di una cultura diversa dalla loro, che premette valori differenti, non smettendo di essere altri per inchinarsi alla “reponsabilità necessaria” ed “all'indispensabile coesione”.
Loro mentre lo dicono non ci credono affatto...pretendono però che ci crediamo noi.

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