"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 23 settembre 2011

Napolitano faccia la sua parte



Giorgio Napolitano non perde alcuna occasione gli si presenti, discorso pubblico o manifestazione ufficiale, per ripetere, come un disco rotto, il suo auspicio che “ciascuno faccia la sua parte” e che attraverso la coesione nazionale e lo sforzo di tutti l'Italia affronti e risolva i problemi che la riguardano.
Non so se in questo atteggiamento prevalga l'ipocrisia di chi da oltre cinquant'anni naviga i mari della partitocrazia, l'onesta convinzione che le Istituzioni vadano difese sempre e comunque, l'illusione che le forze politiche possano, nonostante tutto, dedicarsi alla cura del bene comune e dell'interesse nazionale.
La realtà, quella sotto gli occhi di tutti e di cui perfino la Confindustria di Marcegaglia prende ora atto, è ben diversa: è quella di una classe politica nel suo complesso, tutta presa dalla difesa dei propri privilegi, che non è capace di definire un progetto alternativo al sistema dominante che possa salvare l'Italia, è quella di una maggioranza parlamentare di briganti, di inquisiti e di condannati che rifiutano di sottoporsi alle leggi della Repubblica, è quella di un Presidente del Consiglio indegno di ricoprire la sua carica, dal conflitto di interessi all'utilizzo di Previti e Dell'Utri, dal caso Mills fino al principale impegno quotidiano: l'arruolamento di prostitute, servendosi di personaggi impresentabili e sottoponendosi ad ogni possibile ricatto, per soddisfare le proprie pulsioni sessuali.

La realtà è quella di un'Italia divenuta lo zimbello del mondo e tenuta a distanza e considerata inaffidabile dalla comunità internazionale.
La realtà è quella di una forza determinante della maggioranza, la Lega, che lavora per la divisione dell'Italia e lo sfascio delle Istituzioni.
I cittadini la propria parte la stanno facendo: sopportando le conseguenze di una gravissima crisi economica, subendo le ingiustizie di una austerity e dello smantellamento dello stato sociale che fa pagare solo ai più deboli il costo dell'ipotetico risanamento finanziario.
Ma Napolitano quando farà la sua parte?
Credo che tutti i democratici, tutti coloro che si riconoscono ancora nella Costituzione desiderano l'immediato scioglimento delle Camere e nuove elezioni.
Non so se ciò sia possibile e costituzionalmente legittimo finché Berlusconi godrà della fiducia del Parlamento, sia pure ottenuta a suon di favori, prebende e ricatti.
Non so nemmeno se sia auspicabile il conflitto istituzionale che ne deriverebbe, dovendo comunque il Presidente del Consiglio controfirmare l'atto di scioglimento delle Camere e di indizione di nuove elezioni, se sia opportuno che queste avvengano con Berlusconi ancora in carica per l'ordinaria amministrazione e dunque con la visibilità mediatica che non avrebbe alcuno scrupolo ad utilizzare, con questa legge elettorale e con questo sistema televisivo e dell'informazione, quello dei Minzolini e dei Fede.
Ma certo qualcosa Napolitano, per onorare il ruolo che ricopre, dovrebbe fare. Come suggeriva lo stesso Eugenio Scalfari, nell'editoriale di domenica scorsa su Repubblica, sarebbe quantomeno tenuto a inviare un messaggio alle Camere ed alla Nazione per denunciare la situazione intollerabile in cui ci troviamo, per stigmatizzare la manifesta indegnità morale del Capo del Governo, per richiamare tutti i singoli parlamentari alla responsabilità che hanno nei confronti dei cittadini ed al dovere di fedeltà alla Costituzione su cui hanno giurato.
Se non avrà il coraggio di farlo e se dunque dovrà essere considerato corresponsabile di questa situazione di degrado in cui si trova l'Italia, si astenga almeno Napolitano dagli inutili e offensivi predicozzi che è ormai uso sottoporci nelle sue esternazioni pubbliche.

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