"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

mercoledì 21 dicembre 2011

SCUSI SIGNOR CONSUMATOR




Di Gandiego Marigo
(vi ripropongo un articolo di un anno fa...con il medesimo intento)

Quando ricordi stai diventando vecchio, dico in una mia poesia, ma la memoria è storia ed è retaggio, continuo.
Ci credo io a questa cosa ed a questo proposito voglio narrarvi una brevissima storiella. Si colloca nel 1969, anni confusi...appena dopo il maggio, in una scuola: L'I.T.I.S. Ettore Molinari, gloriosa frontiera della lotta studentesca di Milano...sia per i diurni che per i serali, una specie di Statale degli Studenti Medi, molti la ricorderanno.
Un'occupazione, una delle tante , ma sotto Natale...in dicembre. La prima per me ragazzino, mai stato piccolo però, quantomeno per la mole. Stupivo, allora, dei gruppi di studio, delle ipotesi di mondo alternativo, della narrazione di una storia diversa da quella che mi rimandavano i miei libri...e dello stare insieme, le assemblee, l'uso di una scuola che vedevamo diversa da quella dei padroni, la ridiscussione del potere e dell'autorità, le primissime avvisaglie di un femminino in discussione, montante.
Allora si avevano categorie di classificazione piuttosto nette, ma non è di questo che vi voglio parlare ora e qui quindi sorvolerò su inutili richiami autobiografici che, sinceramente, rischiano solamente di annoiarvi. Però mi pare bello disegnare idealmente un ponte fra quegli anni e questi, fra quegli studenti e questi, quasi a ricordare e a dimostrare a molti padri...dov'erano loro all'età dei loro figli...e come in fondo il potere non abbia mai smesso di tentare di fermarci.
Arrivando al sodo, rapidamente in stile post, così caro, sembra, ai lettori contemporanei.
Torniamo insieme quindi ad una sera di un'occupazione qualsiasi nell'atrio della scuola in questione...costruzione moderna, allora, piuttosto ampia, a due entrate, l'una più nettamente professorale e genitoriale, che dava accesso agli scaloni che portavano in segreteria , l'altra decisamente studentesca che dal deposito delle biciclette e dei motorini dava sull'atrio, più “scolastico”.
Da lì si accedeva all'Aula Magna, ai corridoi del piano rialzato ed allo scalone che portava ai due piani superiori.
Alla scala, di quel sotterraneo che divenne il luogo più glorioso e ricordato dell'Istituto Tecnico Ettore Molinari, diurno o serale che fosse, quella stanzetta che chiamammo Interfacoltà, che era il luogo che inventammo come nostro. Ma torniamo nell'atrio.
Noi siamo lì...in entrata, giovani ed abbastanza ingenui, beati leggermente frastornati...io e Mauro come sempre, a quei tempi
E' sera, una delle primissime sere della mia prima occupazione....la prima notte! Si sta facendo buio. All'improvviso dalla scala si leva un canto...stranamente Natalizio, un' anacronismo assoluto in quel contesto, un piccolo corteo dieci persone....portano tutti il camice bianco di laboratorio analisi, cantano qualche cosa sulla falsa riga di Bianco Natale...hanno candele accese e le fanciulle portano fascette con ornamenti natalizi fra i capelli...cantano, appunto, quel che segue. In questa versione solo con qualche piccolissimo aggiornamento, un poco per la memoria che sfugge, ma soprattutto per attualizzare...dove noi parlavamo di Vietnam e di morti di Milano ho voluto aggiornare, anche per facilitarne la comprensione ve, ne chiedo perdono



SCUSI SIGNOR...CONSUMATOR





Lei lo sa cos'è il Natal ?
è soltanto un Sabba infernal,
inventato dal gran capital
Per rubare i quattrini
anche a chi non ne ha
Ma, per rubare i quattrini, che cazzo c'entra Gesù?



La tredicesima che hai con te,
la devi spendere senza un perchè,
Anche se, in fondo, la ragione c'è
Questo sistema ha bisogno di te
festeggia il tuo sfruttamento...pagalo sempre di più
ma in questo tuo sfruttamento, che cazzo c'entra Gesù?




La Rai tv, ci dice che
Natale è festa di pace e d'amor
certo in Afghanistan, pace non c'è
e i morti in galera ci gridano che
il capitalimo ci uccide, sfruttandoci sempre di più
se il capitalismo ci uccide, che cazzo c'entra Gesù?



Scusa signor Consumator
ora sai cos'è il Natal
invenzione del gran capital
una scusa per dimenticar
che in ogni regalo od acquisto
ci paghi una bomba al napalm
Ma In ogni regalo od acquisto, che cazzo c'entra Gesù?


Comunisti, direte voi
, quelli son gli anni in cui tutti lo sono, nasce il Movimento Studentesco, si affermano Avanguardia operaia e Lotta Continua, sono anni belli...molto divertenti, anni che io ricordo con struggente ed assoluta nostalgia.
Si modula sul Comunista più severo, esattamente come oggi, certo! Forse altrettato inutilmente (esattamente come oggi)...su chi porti la vera linea...però no! In questo caso NO! Non sono comunisti quelli che stanno cantando questa canzone, non ancora, non solo...scappa da ridere, tempi strani perché quel gruppetto sparuto è composto anche da cattolici...e da qualche comunista spiritoso, spesso raro ,sin da allora, diciamolo.
“Cattolici per il socialismo” si chiamavano...Niente a che spartire con Franceschini e Marini,ma piuttostosmili a Don Gallo e a Padre Alex Zanotelli. strana gente, cmuque, che parlava di Don Milani, della scuola di Barbiana e del motto “I care” che sostenevano avesse inventato lui.
Gente strana dicevamo, in quei tempi. Ma quella canzone e quel corteo li ho fissati nella memoria e nel cuore e se devo dirvi la verità una parte dell'immagine di Dio che ho in questi anni deriva da lì...da quella canzone e quel corteo, ve la regalo con i migliore auguri di Buon Natale, nell'unico modo in cui riesco a pensarli per voi

venerdì 16 dicembre 2011

Annientati e uccisi da un sistema criminale



Morire sul lavoro, morire come Francesco Pinna e le operaie tessili di Barletta guadagnando cinque euro l'ora, morire suicidi per la crisi economica come in Grecia (e i dati per l'Italia?), morire per reclamare i propri diritti come Mariarca Terracciano, morire suicidi per l'alienazione dal lavoro e le ristrutturazioni selvagge nella Telecom francese o nelle fabbriche cinesi di gadget tecnologici che acquistiamo nei centri commerciali, morire suicidi nelle carceri sempre più discariche sociali, morire di cancro e leucemia per l'inquinamento a Taranto, a Bhopal, nel delta del Niger, a Priolo, a Casale Monferrato, per i rifiuti tossici occultati nelle discariche campane, morire per la follia omicida razzista e fascista a Firenze e in Norvegia, morire ammazzati per una lite scoppiata andando in macchina o in metropolitana, per una sigaretta non data o uno sguardo rivolto in discoteca, morire per lo sballo della droga e dell'alcool, morire di guerra e per la guerra in Afghanistan, in Palestina, in Iraq, in Libia, in Cecenia, morire di fame in Africa, morire annegati nel Mediterraneo inseguendo la speranza di poter sopravvivere con dignità, morire di malasanità e per gli interessi di coloro che speculano sulla salute, morire per mano della criminalità organizzata, morire nelle mani delle forze dell'ordine come Federico Aldrovandi, come Gabriele Sandri, come Stefano Cucchi, morire per l'incuria del territorio che rende anche un acquazzone un killer letale, morire bambini per il degrado in un campo rom.
Morire dentro senza più un lavoro, senza più fiducia, senza più speranza.

Quanto vale una vita umana in questa società dominata dall'egoismo, dal profitto, dalle ragioni del mercato e della finanza? Quanto vale una vita per il 'Sistema' e cosa ha esclusivo valore per il 'Sistema'?

giovedì 15 dicembre 2011

Il resoconto della quinta Assemblea Nazionale del Movimento RadicalSocialista


http://www.radicalsocialismo.it

E’ stato Paolo Pagnoni, presidente della sezione “Leda Antinori” dell’ANPI, ad aprire la V Assemblea Nazionale del Movimento RadicalSocialista ricordando le affinità tra MRS e ANPI e sottolineando come MRS rappresenti la società civile che si organizza autonomamente rispetto ai partiti, portando avanti quei valori per cui anche l’ANPI si batte da sempre. Pagnoni ha poi sottolineato come la nascita del governo Monti, con la sua manovra antipopolare, ci abbia permesso di festeggiare “solo per un pomeriggio” la tanto auspicata caduta del governo Berlusconi. Pagnoni ha poi ricordato le vicende attraverso cui si è arrivati, con il contributo di tanti militanti di MRS iscritti anche all’ANPI, alla conquista della nuova bellissima sede concessa dalla Provincia alla “Leda Antinori”.
La critica durissima nei confronti del governo tecnico e dei partiti che lo appoggiano è stata il leit-motiv del congresso radicalsocialista. Giancarlo Iacchini ha illustrato infatti il documento preparatorio in cui si tratteggiano le due destre che si sono date il cambio al governo del paese, quella populista e cialtrona (ormai impresentabile) e quella tecnocratica legata alle banche ed alla finanza internazionale: due destre diverse ma unite dalla stessa politica neoliberista che dopo avere causato la crisi economica pretende di “risanare” i conti facendone pagare i costi a giovani, lavoratori e pensionati. Per quanto riguarda MRS, il suo ruolo continua ad essere quello di fermento unitario della sinistra e di cerniera tra i partiti e la società civile, con un forte richiamo ai primi affinché seguano l’attivismo di comitati e associazioni, che portano avanti spesso in solitudine la battaglia per i valori e le cose concrete da fare, a fronte di forze politiche ridotte talvolta a scatole vuote e autoreferenti. Tra gli obiettivi MRS di lunga data, il reddito minimo garantito.
Il portavoce uscente Italo Campagnoli ha ricordato le battaglie di MRS dentro i movimenti civici, contro i privilegi e i vitalizi dei politici, per la democrazia diretta ed un profondo rinnovamento della politica stessa, nel senso della partecipazione popolare e della cittadinanza attiva. Italo ha poi presentato la campagna di MRS in favore dei testimoni di giustizia, illustrando la genesi della candidatura di Maria C. a portavoce del Movimento. Ed infatti è stata letta in Assemblea la lettera con cui la giovane testimone di giustizia calabrese accetta con entusiasmo la proposta di candidarsi a portavoce, proposta poi votata alla unanimità dall’Assemblea stessa insieme ai nomi della nuova segreteria. Campagnoli ha concluso il suo intervento auspicando che MRS, nel prossimo anno e sotto la guida di Maria C., lavori per darsi una dimensione nazionale più forte ed evidente.

martedì 13 dicembre 2011

Agrodolce. Una vicenda amara


riceviamo e pubblichiamo da un nostro amico di Palermo


Come diceva il mafioso a uno sprovveduto Roberto Benigni il problema di Palermo è...è...è il traffico. Non è la mafia, non è la disoccupazione.
Ma a quanto pare la storia di Agrodolce sembra smentire questo assunto.
Agrodolce è una soap che nelle intenzioni della Rai doveva diventare la "Un Posto al Sole" siciliana. La produzione è iniziata a Termini Imerese nel 2007. Chiaramente per i suoi cittadini, dopo la storia della Fiat, voleva dire una possibilità di riscatto. Per ristoratori, albergatori, commercianti avere in pianta stabile una grossa produzione televisiva per anni significava indotto. Per la povera gente possibilità di lavoro (anche semplicemente come comparse). Per la Sicilia un ottimo strumento di promozione turistica.
Da metà 2009 la soap non va più in onda. Tutti si chiedono perché ma senza grandi risposte, però la produzione va avanti. A marzo di quest'anno  si interrompe anche la produzione. Molti vanno in cassintegrazione, altri perdono il posto. Ci sono attori e maestranze che hanno rifiutato lavori investendo su un progetto che li avrebbe sostenuti per anni.
Ma soprattutto si spegne quel barlume di speranza per tutti quei siciliani che avevano visto in Agrodolce un'opportunità.

CI MANCA L'AreA





di Giandiego Marigo






In questi tempi più che mai, i nodi vengono al pettine, dimostrando ed esponendo al pubblico ludibrio questa mancanza...quest'assoluta carenza...il vuoto di un'altenativa.
Che non sia equilibrismo sintattico volutamente parolaio, ma insieme di comportamenti, pratiche e teorie che definiscano un modo altro di essere qui ed ora, alternativo alla cultura corrente, diverso dal pensiero dominante.
Portatori sani di una necessità inderogabile di Bio-diversità. Non basta quindi una identificazione pseudo-identitaria, quale quella che possono fornire oggi le compagini partitiche a dare una possibilità di esistenza all'AreA.
Mai come oggi è chiaro, palesato...visibile ad occhio nudo come non esista affatto questo spazio altro se non in “embrioni” e “colture in vitro”.
Si è ripetuto alla noia che oggi non hanno più senso le divisioni logistico-geogafiche fra destra e sinistra...si continua a ripeterlo eppure si permane nell'equivoco.
Si insiste nel fare passare attraverso questa “collocazione”, alcune differenze fondamentali che a causa di questa sovrapposizione speciosa ed errata rischiano di scomparire insieme al senso che queste divisioni artificiose hanno storicamente avuto. L'accostamento, per esempio, fra le parole Progressismo ed Alternativa con il termine Sinistra oggi come oggi non ha più alcun senso e, sprattutto, è falso ed inefficace.
La Politica istituzionalizzata è sempre stata astuzia ed inganno, in questo senso non stiamo attaversando un periodo di assoluta novità, ma sino a poco tempo fa le divisioni, pur artificiose, hanno sempre funzionato. Pur nella corruzione e nell'opportunismo, sempre presenti, è effettivamente esistito un pensiero liberale, uno socialista, uno popolare e cattolico...uno comunista...e via così.
Aveva un senso richiamarli perchè essi definivano una posizione...un modo di porsi, una filosofia di vita ed una visione di futuro e di mondo. Oggi questo non ha alcun senso. Oggi tutti, destra, sinistra, centro ed extra-parlamentari si riferiscono ad un fantomatico pensiero Liberal-democratico.

giovedì 8 dicembre 2011

Hanno ragione Maroni, Belpietro, Sallusti

Mi duole dirlo ma hanno ragione Maroni, Belpietro, Sallusti e tutta la corte dei miracoli che attorniava e attornia Berlusconi ad irridere le ex opposizioni, i sindacati, alcuni movimenti e intellettuali progressisti per il loro far passare, con deboli proteste e timidi distinguo, un sistema di provvedimenti di macelleria sociale che non ha precedenti nella storia repubblicana e che mai avrebbero consentito di realizzare al puttaniere di Arcore.
Ma quale senso di responsabilità? Ma quale Italia salvata sull'orlo del baratro? Perché dovremmo ancora credere a chi ci dice che non c'è alternativa, fidarci di chi rappresenta e sostiene quel mondo folle e ingiusto che è stato organizzato negli ultimi decenni? Perché dovremmo dare fiducia a chi non ci aveva detto, dieci anni fa o sei mesi fa, che l'Euro è destinato a fallire se la Banca centrale che lo governa non è dotata di quei poteri (garantire la solvibilità dei debiti dei paesi membri anche attraverso l'emissione di nuovo denaro) che caratterizzano invece le valute concorrenti: il dollaro, la sterlina, lo yen, il franco svizzero? A chi non ci aveva avvisato che un sistema economico mondiale incentrato sulla speculazione finanziaria, che ha grandezze ormai di sette-otto-dieci volte l'economia reale, non solo avrebbe impoverito i ceti popolari e i lavoratori ma era inevitabilmente destinato al fallimento e a far crollare le economie occidentali e tutto il sistema del welfare? A chi ci diceva che bisognava fare la guerra in Iraq perché lì c'erano le armi di distruzione di massa, in Afghanistan per combattere il terrorismo, in Libia per salvare i diritti umani? Oppure che il riscaldamento globale e l'esaurimento delle risorse naturali sono teorie da complottisti?

lunedì 5 dicembre 2011

La stangata di Monti: la manovra dell'equita(lia)


Da alcune settimane, dall'insediamento del governo Monti, la parola più usata ed abusata della politica italiana è equità.
Sarà che sono sicuramente prevenuto nei confronti di Monti e Napolitano ma l'uso del termine equità non mi convince. Mi sembra il modo più timido possibile per evocare la giustizia nelle decisioni delle istituzioni pubbliche nei confronti dei cittadini senza dover mai usare esplicitamente le parole uguaglianza, giustizia sociale, redistribuzione dei redditi
La sostanza della manovra di Monti così come è stata illustrata domenica 4 dicembre conferma le analisi, le paure e i sospetti di chi l'ha contrastato fin dal primo momento.
Di certo non era indispensabile il 'Genio economico' del 'Salvatore della Patria' Mario Monti, promosso sul campo da Napolitano senatore a vita per meriti 'accademici', per produrre la stangata realizzata dal nuovo governo. Bastava un Andreotti, un Cirino Pomicino, un Giuliano Amato, un Giulio Tremonti. L'unico ruolo originale che si può riconoscere a Monti è quello di aver messo la faccia della pretesa neutralità tecnica per poter emanare tutti i provvedimenti che PD e PDL (entrambi subordinati alle logiche della grande finanza e del potere economico) ritenevano indispensabili ma che non avrebbero mai avuto il coraggio di assumere direttamente per ragioni elettorali: hanno dunque avuto bisogno di qualcuno che se ne assumesse le responsabilità, utilizzando l'alibi dell'emergenza, lasciandoli momentaneamente nell'ombra con la possibilità di riemergere a cose fatte.

domenica 4 dicembre 2011

INFORMAZIONE? MA FATEMI IL PIACERE!



Di Giandiego Marigo




C'è un che di grottesco, a suo modo tragi-comico nel come si presenta oggi il quadro devastante dell'informazione. È recente la memoria di piazze piene in difesa della libertà di stampa, uniti e rivolti per farci illuminare il viso dal sole dell'avvenire. Convinti che la malevolenza di un imperatore proprietario fosse il livello più basso che potessimo raggiungere nella stoltezza della negazione della nostra stessa libertà. Beata ingenuità! Dabbenaggine da popolo bue, quale i veri padroni del mondo ci ritengono e quale noi ci arrabattiamo costantemente a dimostrare d'essere.
Guardiamoci attorno, nel nuovo mondo del Consenso Diffuso...qusto nuovo cosmo in cui persino le icone consacrate del Giornalismo serio e professionale gli dei ricosciuti dell'informazione altenativa, sono proni, solerti servitori dei padroni veri...giullari di corte dei veri signori.

giovedì 1 dicembre 2011

E' in libreria il libro scandalo "Il Casalese": l'ascesa e il tramonto di Nicola Cosentino

È in libreria Il Casalese di Autori Vari (Edizioni Cento Autori, collana Fatti & Misfatti), uno spaccato dell’Italia di Berlusconi; della politica senza passato e dall’incerto futuro. E da filo conduttore all’ultimo ventennio di storia politica dell’Italia, le tante - forse troppe - coincidenze che hanno scandito un’altra significativa storia: quella di Nicola Cosentino, il potente coordinatore del Pdl della Campania, ed ex sottosegretario all’Economia con delega alla Programmazione Economica, sul cui passato grava la pesante ombra del clan dei Casalesi e sul cui presente pende una richiesta di custodia cautelare in carcere per il reato di concorso esterno in associazione camorristica. A raccontare l’incredibile e “fortunata” storia di un oscuro consigliere comunale di Casal di Principe, che a meno di cinquant’anni si ritrova a ricoprire il duplice incarico di uomo di Governo e di segretario politico del primo e più importante partito della Campania, sono nove autorevoli giornalisti che da anni seguono le vicende politiche e giudiziarie della regione.