"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 16 dicembre 2011

Annientati e uccisi da un sistema criminale



Morire sul lavoro, morire come Francesco Pinna e le operaie tessili di Barletta guadagnando cinque euro l'ora, morire suicidi per la crisi economica come in Grecia (e i dati per l'Italia?), morire per reclamare i propri diritti come Mariarca Terracciano, morire suicidi per l'alienazione dal lavoro e le ristrutturazioni selvagge nella Telecom francese o nelle fabbriche cinesi di gadget tecnologici che acquistiamo nei centri commerciali, morire suicidi nelle carceri sempre più discariche sociali, morire di cancro e leucemia per l'inquinamento a Taranto, a Bhopal, nel delta del Niger, a Priolo, a Casale Monferrato, per i rifiuti tossici occultati nelle discariche campane, morire per la follia omicida razzista e fascista a Firenze e in Norvegia, morire ammazzati per una lite scoppiata andando in macchina o in metropolitana, per una sigaretta non data o uno sguardo rivolto in discoteca, morire per lo sballo della droga e dell'alcool, morire di guerra e per la guerra in Afghanistan, in Palestina, in Iraq, in Libia, in Cecenia, morire di fame in Africa, morire annegati nel Mediterraneo inseguendo la speranza di poter sopravvivere con dignità, morire di malasanità e per gli interessi di coloro che speculano sulla salute, morire per mano della criminalità organizzata, morire nelle mani delle forze dell'ordine come Federico Aldrovandi, come Gabriele Sandri, come Stefano Cucchi, morire per l'incuria del territorio che rende anche un acquazzone un killer letale, morire bambini per il degrado in un campo rom.
Morire dentro senza più un lavoro, senza più fiducia, senza più speranza.

Quanto vale una vita umana in questa società dominata dall'egoismo, dal profitto, dalle ragioni del mercato e della finanza? Quanto vale una vita per il 'Sistema' e cosa ha esclusivo valore per il 'Sistema'?

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