"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

lunedì 31 dicembre 2012

2012 Cronaca di un anno No Tav




Sì possiamo dirlo, il 2012 per la valle di Susa è stato un altro anno no tav, nel segno della lotta, nel segno della resistenza. Un anno iniziato il 26 gennaio con gli arresti no tav, divenuti famosi in tutta Italia con la grande operazione del procuratore capo di Torino Caselli, oltre 30 arresti e numerose denunce. (articolo cronaca notav.info arresti notav) Immediate le risposte nei giorni che seguono in tutta la penisola e non solo. A testa alta il movimento resiste, rilancia e progetta ancora resistenza (articolo analisi notav.info ci volevate fermare…). E’ anche questo il momento in cui la battaglia si sposta sul web, da tempo teatro di informazione, controinformazione e oggi conflitto. E’ l’11 febbraio e Anonymous, a sostegno degli arrestati, distrugge il portale dell’amministrazione penitenziaria (articolo notav freedom for all from anonymous friends). Il 25 febbraio è la valle a scendere in piazza, dopo gli arresti, in difesa del territorio sostenuta dall’Italia intera. 75000 persone marciano da Bussoleno a Susa contro la Torino Lione, è forse una delle marce popolari più partecipate della storia di questo movimento e la temperatura politica sale ancora, sarà un grande anno anche questo. A nenache un mese dagli arresti sono i famigliari degli arrestati e i sindaci della valle ad aprire il corteo, altro bel segnale di unità. (la cronaca della giornata da notav.info).
Ma il governo è sordo e non vuole sentire le ragioni dei cittadini, tantomeno le ragioni dei no tav e così il 27 febbraio viene organizzata la maxi operazione di esproprio che deve portare al completamento del futuro cantiere in val Clarea. Tutto inizia alle prime luci dell’alba (la cronaca della giornata da notav.info)e dopo poco la situazione diventa ingestibile, Luca sale su un traliccio per rallentare le operazioni e cade inseguito dai poliziotti. Da lì si aprono giorni intensi, giorni di lotta. La protesta dilaga in tutto il territorio e per tre giorni, notti comprese viene inchiodata la viabilità attraverso le alpi, a Chianocco in particolare, vicino a Bussoleno, dove strade statali, autostrade e ferrovia corrono vicine. E’ il 29 febbraio e viene ordinato lo sgombero dei blocchi, violento, in risposta ad una resistenza in questo caso passiva, pacifica dei manifestanti che seduti sull’autostrada vengono caricati di peso, poi spazzati con l’idrante e poi ancora inseguiti fin dentro le case a colpi di lacrimogeni e manganelli (lo sgombero dell’autostrada da notav.info). E’ il 2 marzo, la risposta del movimento non si fa attendere e neanche quella dell’Italia, nasce così la val Susa in ogni città e i presidi di lotta si moltiplicano in oltre cento città. (art. 1 cronaca la val susa in ogni città con art. 2 i ringraziamenti del movimento e una breve analisi del momento art. 3 la settimana che sconvolse il paese).
Intanto molti no tav restano ancora in carcere, è il 22 marzo e a Saluzzo, carcere speciale in Piemonte in cui è detenuto Giorgio Rossetto in stato di isolamento il movimento denuncia la grave condizione del sistema di detenzione in Italia (art. conferenza stampa no isol). E’ un momento per chiedere la scarcerazione dei no tav ancora detenuti ma è anche un momento per crescere, per impegnarsi e il movimento si affaccia così su un problema nuovo, il carcere, sostenendo e dando voce a chi non ce l’ha, a chi non ha diritti e a chi ha subito l’ingiutizia della legge.
Siamo all’11 aprile, primavera, al cantiere è in programma l’ufficializzazione degli espropri. I proprietari dei terreni vengono convocati da Ltf (general contractor Torino Lione) sul posto. Peccato che però i terreni siano stati occupati militarmente già il 27 febbraio, giorno della caduta di Luca e così oltre al danno anche la beffa. Pura formalità, nessuna possibilità di opposizione (art. cronaca della giornata da notav.info). Il movimento così indice un’altra grande giornata di lotta in cui in tutta Italia nuovamente si scende in strada a sostegno della lotta no tav. Marisa di Chiomonte, pensionata e no tav si ammanetta da sola per protesta alle reti e le operazioni per ore vengono sospese. Passa anche il 25 aprile, data storica in valle di Susa, terra di resistenza e l’Anpi delle sezioni locali si sposta dalle solite cerimonie e va alle reti del fortino cantiere di Chiomonte (art. anpi Il nostro posto è lì, con chi lotta, nella lotta no tav). Arrivano poi anche le elezioni e in valle di Susa e nella val Sangone toccate entrambe dal progetto e dai futuri cantieri è il no tav a vincere, non come movimento ma come scelta di alcuni candidati. Per i partiti “istituzionali” è un colpo tremendo, diventano no tav i comuni di Avigliana e Rivalta, due tra i più grandi e importanti, il pd viene ridotto al lumicino e il pdl quasi scompare(art. Avigliana e Rivalta sono notav).

domenica 30 dicembre 2012

Monti, l'Europa, le destre




Sbagliava chi, come Aldo Giannuli, affermava che la candidatura di Monti nascesse dalla scarsa fiducia dell'Europa nei confronti di Bersani (il suo partito è nato dalla fusione di quelle forze politiche – i DS e la Margherita – che hanno portato al Governo gli 'europeisti' e 'liberali' Prodi, Ciampi, Padoa Schioppa, Amato e non ha alcuna intenzione di mettere in discussione gli accordi europei in tema di finanza pubblica) o dalla paura del 'comunista' Vendola. La svolta di Monti è tutta interna alle ragioni della destra (e qui per destra e sinistra non intendo due diverse visioni di società e di mondo ma la rappresentazione partitica di due diversi blocchi di potere e di interessi interni allo stesso sistema).
La destra europea ed è il PPE nel quale è importante la presenza dei cristiano democratici tedeschi della Merkel che chiede a Monti di candidarsi.
E la destra italiana del grande capitale e del Vaticano.
Gli obiettivi: indebolire la probabile vittoria del PD, nei confronti del quale alcuni poteri forti italiani vogliono porsi in una posizione di forza per contrattare le scelte di governo a favore di questa o quella lobby e per fare ostruzionismo rispetto al riconoscimento di diritti civili (unioni di fatto e di persone dello stesso sesso), e soprattutto della conservazione di un ruolo politico importante per Berlusconi, con le sue pulsioni antieuropeiste e antitedesche.
A fronte di queste pressanti richieste (che hanno avuto almeno il merito di obbligarlo a confrontarsi con il consenso popolare e a non limitarsi a 'succhiare la ruota' dei partiti) a cui evidentemente non ha potuto dire di no, Monti sacrifica il ruolo di risorsa della Repubblica che gli avevano assegnato Napolitano e il PD (in soldoni prossimo Presidente della Repubblica o, male che fosse, prossimo Ministro dell'Economia). C'è da stare certi peraltro che abbia ricevuto in cambio del compito di riorganizzare la destra italiana ampie rassicurazioni (futura nomina a Presidente del Consiglio Europeo?) anche in caso di insuccesso elettorale.

sabato 29 dicembre 2012

CAMMINANDO UNA CANDIDATURA

diego
di Giandiego Marigo

Sono stato a lungo incerto sul come affrontarvi, sul come narrarvi questa piccola storia, poi ho deciso di farlo nell'unico modo, a mio parere, possibile, partendo da me e non per assurdo senso di vanagloria il che comunque , conoscendomi, potrebbe anche essere, ma per una forma di affetto, di correttezza, di amore nei vostri confronti.
Non so se vi racconterò tutto il percorso, per ora comincio a farlo, quasi per scherzare.
Inizio ringraziando, perchè è giusto farlo, voi!
Tutti!
Coloro che stanno profondendo lavoro ai banchetti, sulla rete, nei comuni di residenza, grazie per quest'impegno, grazie di crederci e di aver dato a me e ad altri la possibilità di essere “voce”, di riparlarne.
Vorrei spiegarvi cosa vorrei fare, se avessi la possibilità di proporlo, davvero, per esempio come consigliere regionale.
Io sono stato e sono, spero , un operatore culturale. Amo questa parola perchè è la definizione che dovrebbero avere tutti coloro che si piccano d'essere, produttori, pensatori, creatori d'arte. Sia essa letteraria, musicale, immaginifica o il compendio di tutto questo e qualcos'altro ancora.
Nel mondo nuovo che immaginiamo l'operatore culturale sa d'essere artigiano di qualche cosa di meraviglioso, ma pur sempre artigiano. Non crede di sé d'essere superiore o altro, d'aver diritto ad approfittare di un trattamento diseguale così profondamente lontano da chi fruisce del bene, pur importante , da lui prodotto...non pensa di sé d'essere un divo e un profeta, ma, onestamente, un operatore d'un meraviglioso strumento di condivisione e conoscenza.
È convinto che sia giusto ch'egli viva di questo , ma non che ne debba diventare ricco a miliardi.
D'altra parte, in questo mondo, egli può essere quello che, effettivamente è, un operatore culturale...appunto.
Oggi nel nostro paese non è così.
Oggi si spendono 100.000 Euro per un concerto d'un cantante famoso ad Anagni, ma non si vogliono dare 250, 300 ad un gruppo che suoni in un pub. Non ci sono posti veri per la musica live, non si creano opportunità a-sistemiche per gruppi emergenti, che dicano qualche cosa d'importante. Le regole del gioco sono quelle consacrate dello Star-system e del business oppure non sono.
La sin troppo breve stagione della “cultura alternativa ed altra” sembra essere scomparsa, insieme, persino ed anche, a quella che chiamavamo “cultura dominante”, che divora sé stessa in orrendo format televisivo.
Oggi si dimenticano musicisti importanti e validissimi per un passaggio ad “Amici” di Maria de Filippi.
Credo si debba trovare un compendio, un punto di incontro sul quale convergere perchè questo paese abbia una opportunità culturale.
Ho molto lavorato sull'auto-produzione, sul kilometro zero, sui comportamenti, sui rifiuti zero...credo che alla cultura vada applicato il medesimo sistema, credo che l'idea, antica, del giardino dei mille fiori debba ritrovare ascolto, credo che la creatività e l'auto-produzione debbano trovare e ritrovare credibilità, così come i criteri che definiscono l'opera d'arte.
Oggi è un'avventura assoluta editare un libro, anche molto buono, produrre un progetto musicale, fare un'opera d'ingegno con l'immagine, tutto diviene epico o peggio banale, vuoto, formattato.
Voglio lavorare per produrre opportunità, per creare circuito, per aprire strade che non siano, necessariamente l'adesione pedissequa ad un modello al ribasso, idee che permettano per esempio l'emersione dell'universo Indi ed auto-prodotto, che tanto ha da donare a questo povero paese, senza speranza e senza visione.
Voglio lavorare sul no logo, sul sogno dei molti che vogliono fare “cultura” e non solo intrattenimento.
Voglio ritrovare e rilanciare quella volontà di auto miglioramento, di crescita interiore, di rinnovamento dei costumi e dei comportamenti che fu embrione di tanto “pensiero altro”.
E non perchè “Altro” sia indispensabile e discriminatorio ma perchè è, invece produttivo, fecondo.
Altri comportamenti, sottintendono altro pensiero, altra cultura, altro modo di guardare il mondo che ci circonda...il coraggio di discutere quelle cose scontate che ci portano a pronunciare una frase che ho sentito tanto ripetere ai banchetti in questi giorni “Per diventare importanti bisogna sporcarsi le mani”.
Anche questo è uno dei motivi per cui sono qui con M5S, perchè di questo si può parlare, rischiando d'essere ascoltati. Io ne voglio parlare con voi! Perchè senza una nuova filosofia comportamentale e senza una cultura che la sottenda non si opera alcun cambiamento.
Con affetto, a presto

Monti ha salvato l'Italia?


Se Berlusconi, come d'abitudine per ogni campagna elettorale, tira fuori dall'armadio tutto il proprio polveroso armamentario (i comunisti, le tasse, i nemici che gli hanno impedito di governare), certo sempre più logoro e improbabile ma che non è detto che non continui a convincere una consistente quota di elettori, Monti ha mostrato di voler fondare la propria campagna elettorale (appoggiando una coalizione di sua fiducia ed emanazione) sulla pretesa di aver salvato l'Italia.
Si tratta in effetti di un argomento assai insidioso e pericoloso perché, propagato da gran parte dei media, è entrato a far parte del sentire comune di una rilevante parte degli italiani, almeno di coloro che, per il mestiere svolto e per condizione economica e sociale, si sono trovati sostanzialmente al riparo dagli effetti più terribili della crisi che sta attraversando il nostro Paese.
E d'altro canto, sotto la regia di Napolitano, sono state proprio le forze politiche maggiormente presenti in Parlamento e che ora se lo ritrovano come concorrente e rivale (?) alle elezioni, ad aver attribuito a Mario Monti il ruolo di salvatore della patria. Del personaggio cioè capace, affidabile e super partes che doveva realizzare le riforme impopolari ma indispensabili che nessun partito e coalizione avrebbe avuto la forza di approvare e tanto meno il governo di Lega e PDL. Così non solo Casini e Fini si sono da subito contraddistinti quali pasdaran montiani ma lo stesso PD di Bersani ha fortemente voluto il passaggio del governo tecnico anziché puntare sulle elezioni anticipate (“per non costruire il nostro successo sulle macerie del Paese”) ed anche Berlusconi, una volta costretto dai mercati e dagli organismi finanziari sovranazionali a dimettersi, ha riconosciuto in Monti una soluzione utile e necessaria sostenendone i provvedimenti per oltre un anno in Parlamento.

lunedì 24 dicembre 2012

Legalità e giustizia


Ha suscitato alcune perplessità – nell'area di opposizione radicale a cui si rivolge - la candidatura di Antonio Ingroia alla guida del Quarto Polo, la lista che si propone di rappresentare l'alternativa al montismo, al berlusconismo e ai loro complici del centrosinistra. Ed anche, ma ci sarebbe da ragionare se sia davvero incompatibile, con il Movimento Cinque Stelle.
Perplessità su di una designazione sostanzialmente calata dall'alto (definita da Ugo Mattei 'non contendibile'), sulla sudditanza alla logica del traino mediatico del candidato Premier (estranea a chi concepisce la politica come elaborazione collettiva e partecipata) ma contemporaneamente sulle capacità comunicative di Ingroia di rispondere a tale compito (di fatto imposto dalla legge elettorale vigente e dalla soglia di sbarramento del 4 per cento da superare, dagli imperativi della politica spettacolo), sull'origine professionale del candidato Premier che pone ancora una volta come centrale nell'opposizione radicale la questione legalità anziché altri temi più propriamente di sinistra quali il lavoro, la giustizia sociale, l'ambiente, i diritti civili e sociali.
Si vedrà nel corso della campagna elettorale quale sarà l'effetto Ingroia. Sta di fatto che la costruzione di un soggetto politico nuovo che scardinasse le vecchie logiche mediatiche e leaderistiche, realmente espressione delle istanze dei movimenti e dei cittadini avrebbe richiesto (e richiederebbe) ben altro tempo rispetto ai pochi mesi disponibili tra la formulazione dell'appello di 'Cambiare si può' e la scadenza elettorale per di più anticipata al 24 febbraio.

venerdì 21 dicembre 2012

La sinistra e le città

 

da Eddyburg.it

Eddytoriale n. 155 ( 20 dicembre 2012)


«La sinistra pare proprio aver perso la sua identità quando si tratta di ripensare alla città e all’urbanistica. Fra le tante componenti che la crisi delle ideologie ha ridotto in pezzi che non riescono a ricomporsi, vi è sicuramente l'idea di città, o almeno una sua declinazione davvero progressista, orientata al bene comune».
 Questa affermazione, espressa da Cristina Gibelli a proposito del nuovo PGT di Milano, ha una portata che travalica la dimensione, pur rilevantissima, della seconda capitale d’Italia. Quando si cimenta con le questioni che hanno a che fare con l’uso del suolo (e quindi con il ruolo della rendita immobiliare) anche la sinistra che ha la schiena dritta si rivela schiava della triade mattone-finanza- potere mediatico. Seppure in cuor suo (e nelle sue parole) prediliga “la città dei cittadini" o “la città come bene comune”, di fatto si limita ad addolcire, mitigare, depeggiorare la devastante realtà della “città della rendita”. Succede a Milano come a Napoli, a Cagliari come a Venezia (se quest’ultima può essere ancora definita di sinistra).

Abbiamo scrittoin altra occasione i della "vergogna napoletana” e non passa settimana senza che dobbiamo raccontare qualche ulteriore episodio della svendita dei patrimoni pubblici della Serenissima al Benetton o Cardin di turno, o al “libero mercato” che aspirerebbe a investire sulle sponde della Laguna. Questa volta parliamo di Milano, per tirare qualche conclusione di carattere più generale sulla sinistra al potere.

giovedì 20 dicembre 2012

Il Movimento Radicalsocialista per il Quarto Polo

Comunicato MRS 20-12-2012

Alla vigilia delle assemblee del Movimento Arancione e di "Cambiare si può", decisive per il possibile varo di una lista alternativa del cosiddetto "quarto polo" alle prossime elezioni politiche, il Movimento RadicalSocialista - che fin dalla sua nascita (6 anni fa) si batte per l'unità di tutta la sinistra antiliberista e per il rilancio delle idee libertarie dell'azionismo e del liberalsocialismo - rivolge un pressante appello ai protagonisti della doppia assemblea romana affinché si percorra senza indugio la strada della massima unità e condivisione. Affinché insomma, in attesa di un soggetto politico unitario e plurale che forse non può essere creato in poche settimane, si possa intanto confluire tutti - movimenti, comitati e partiti d'opposizione - in un'unica lista alternativa al centrodestra di Monti e a quello del redivivo Berlusconi, nonché al moderatissimo centrosinistra di Bersani e al Movimento di Grillo.

Per tornare finalmente a dar voce sia alla sinistra "radicale" che da troppo tempo è fuori del Parlamento, sia a quella parte così vasta della società civile democratica che ha espresso in questi mesi, in mille modi e forme, la sua indignazione morale nei confronti degli abusi della "casta" e la ferma protesta per l'attacco allo stato sociale e le politiche del rigore a senso unico portate avanti dal governo "tecnico".

Si dia vita dunque, immediatamente, ad un comitato composto dai rappresentanti dei più importanti soggetti coinvolti: le forze politiche, Alba, il Comitato no-debito, Per una lista civica nazionale, Ecologisti e Reti Civiche, ecc., per definire delle proposte in merito agli aspetti ancora oggetto di discussione – programma, alleanze, formazione delle liste, modalità di conduzione della campagna elettorale – sulle quali poi chiamare a pronunciarsi, con le opportunità di intervento e partecipazione offerte dalla rete, tutti i cittadini che si riconoscono in questo progetto.

M.R.S.

martedì 18 dicembre 2012

Appello a Beppe Grillo per la candidatura di Marco Giustini

Dal sito della Lista Civica di Roma

Ho un grillo per la testa!


Grillo68

In questo fine settimana centinaia di cittadini sono venuti in tutta Italia a firmare ai nostri banchetti per permettere al MoVimento Cinque Stelle di presentarsi alle elezioni. Questo ennesimo successo è anche mio e di quelli come me che hanno fatto parte di quell'onda nata nei primi anni di questo secolo grazie a Beppe Grillo, che ha portato alla nascita del MoVimento Cinque Stelle.
Condividevamo un idea pazzesca, quella di abolire i politici come mediatori e di restituire ai cittadini il diritto di decidere direttamente sulle proprie vite. Grazie a Beppe Grillo, in nemmeno una decina di anni è nata e si e sviluppata una rivoluzione che sta cambiando il nostro paese! Il nostro è un movimento giovane e purtroppo non tutti hanno la stessa chiarezza sugli obiettivi. Il cambiamento per potere dispiegarsi completamente dovrà essere prima di tutto culturale, perchè i meccanismi di delega e di potere tendono a riprodursi nonostante il lavoro che abbiamo fatto in questi anni.

giovedì 13 dicembre 2012

Con Salvatore Borsellino per la verità sulle stragi di mafia del 1992 e 1993

 




da Micromega



"Chiamiamo tutti i cittadini che hanno il coraggio, come Antonio Ingroia, di dichiararsi 'partigiani della Costituzione', a scendere in piazza a fianco dei magistrati del pool di Palermo per gridare la nostra voglia di Giustizia, di Verità e di Resistenza". Pubblichiamo l'appello di Salvatore Borsellino per la manifestazione "Noi sappiamo" di sabato 15 dicembre a Roma (Piazza Farnese, ore 15), promossa dal movimento delle Agende Rosse in collaborazione con MicroMega e il Fatto quotidiano.

di Salvatore Borsellino

Ci sono dei momenti nella vita di una nazione in cui non si può stare alla finestra a guardare quello che succede fuori sperando che qualcosa cambi, che le cose vadano nella maniera in cui noi desidereremmo che vadano. Ci sono momenti in cui è necessario mettersi in gioco e dare, ciascuno di noi, il nostro contributo nella difesa dei valori in cui crediamo e che vogliamo trasmettere ai nostri figli.

martedì 11 dicembre 2012

Il ritorno di Silvio B.: tanto rumore per nulla


Berlusconi si ricandida, toglie la fiducia a Monti e Monti si dimette (o meglio si dimetterà dopo l'approvazione della legge di stabilità, l'equivalente della vecchia legge finanziaria).
Dunque si voterà a febbraio e questo, cioè anticipare la scadenza elettorale di alcune settimane, non sembra cosa per cui valga la pena di stracciarsi le vesti.
Dunque si voterà con il Porcellum nonostante le promesse e gli impegni dei partiti della maggioranza di governo (PD, PDL, UDC) e gli auspici di Napolitano: resterà cioè la nomina dei parlamentari in mano alle segreterie di partito senza possibilità di scelta da parte degli elettori .ed un premio di maggioranza abnorme alla Camera (340 deputati alla coalizione che risulta la più votata) senza il vincolo di una percentuale minima da raggiungere per i vincenti, in spregio ad ogni minimale regola democratica, ma che contemporaneamente, in quanto applicato su base regionale per il Senato, rende assai probabile una condizione di ingovernabilità e la necessità di ricorrere a grandi coalizioni.
Dunque si tenterà di ripetere, nel teatrino della politica italiana, lo stesso copione elettorale che è messo in scena da vent'anni: da un lato – il centrosinistra – l'appello al voto utile e alla mobilitazione contro il male assoluto Berlusconi, intimando di non disperdere suffragi, e dall'altro – la destra – la stigmatizzazione della minaccia dei comunisti e degli esosi fautori delle tasse.
Dunque si ripresenta il Cavaliere di Hardcore con tutto il suo squallido repertorio e forte di una sostanzialmente intatta potenza di fuoco mediatica ma questo era un evento previsto e prevedibile: mettersi 'in sonno' assecondando il volere della grande finanza e degli Stati che esercitano una sorta di protettorato nei confronti del nostro Paese – gli USA, la Francia, la Germania – e confidando nella scarsa memoria degli italiani sulle responsabilità economiche della crisi per poi riemergere al momento opportuno. Certo senza velleità di vittoria, questo non sarebbe possibile con la Presidenza Obama, ma con l'obiettivo di raggiungere una situazione di stallo parlamentare o comunque di avere sufficiente forza per condizionare le future scelte di governo per preservare le proprie aziende e difendersi dagli ultimi processi in cui è imputato.

domenica 9 dicembre 2012

Chi sono i candidati del Movimento 5 Stelle





Da qualche mese a questa parte, e cioè da quando i sondaggi elettorali li pongono al secondo o terzo posto a livello nazionale o addirittura possibili vincitori delle prossime elezioni, Grillo e il Movimento 5 Stelle sono sottoposti ad un autentico bombardamento mediatico da parte di stampa e tv.
E' evidente che questa formazione politica è un fenomeno complesso e controverso che merita di essere analizzato e compreso ma a patto che ciò avvenga con onestà e rigore intellettuale e non si riduca al tentativo esplicito – utilizzando ogni pretesto, ogni passo falso di Grillo, ogni venticello di fronda che si alza al suo interno - per indebolirne le potenzialità elettorali a vantaggio dei partiti tradizionali e del centrosinistra di PD e SEL in particolare.
Ciò imporrebbe di dare alle manifestazioni di dissenso e alle critiche di qualsivoglia militante o consigliere circoscrizionale o candidato escluso dalle Parlamentarie del Movimento 5 Stelle un'attenzione proporzionalmente comparabile, tenendo conto della rilevanza politica dei dissidenti e facendo la tara dei possibili interessi personali che possono muoverli, con i macigni che gravano sugli altri partiti. Non solo quelli del PDL berlusconiano ma anche quelli del PD che ha governato per un anno con il partito di Berlusconi ed approvato tutte le leggi antipopolari di Monti quali quelle sull'articolo 18, sulle pensioni, il fiscal compact e l'obbligo in Costituzione del pareggio di bilancio (senza ricorrere al referendum popolare confermativo alla faccia della democrazia partecipata e del protagonismo dei cittadini tanto sbandierata con le primarie), l'IMU sulla prima casa (senza colpire i grandi patrimoni e senza intaccare spese militari e i privilegi del Vaticano), che con Bersani ha ricevuto 98 mila euro di finanziamento dal patron dell'ILVA Riva, che ha visto inquisiti o condannati per gravi reati suoi membri non di secondo piano quali Delbono, Cioni, Penati, Lusi, Bassolino, Tedesco, Frisullo (qui una lista aggiornata a luglio 2011!). E quelli di SEL e Vendola e il suo atteggiamento ambiguo e inerte nei confronti dell'ILVA di Taranto che è esplosa come questione criminale e ambientale solo a seguito delle iniziative dei magistrati pugliesi.

mercoledì 5 dicembre 2012

Più Bersani più belli. Ritratto dell'elettore del PD



Bersani ha vinto le primarie e tutti gli elettori di sinistra (che si considerano tali o che dicono di considerarsi tali) del centrosinistra possono tirare un sospiro di sollievo. Non ha avuto successo per il democristiano Renzi, almeno in questa occasione, il tentativo di OPA su quello che viene ancora considerato il maggiore partito della sinistra italiana.
Si potrebbe ragionare sui numeri delle primarie, sul dato di 4 milioni di elettori pompato per tutta la giornata del primo turno dai media di regime, con Repubblica in testa, ad indicare la 'straordinaria partecipazione popolare' poi ridottosi, e sarebbe tutto da verificare che non si tratti di dati ancora gonfiati, a 3 milioni circa, un milione in meno delle primarie che videro la designazione di Romano Prodi e non poteva essere altrimenti senza più il baubau Berlusconi, senza il coinvolgimento dell'opposizione più irriducibile ed antisistema, con la credibilità dei partiti ai minimi storici come dimostrato dai crescenti consensi del Movimento 5 Stelle e dall'astensionismo arrembante. 3 milioni di votanti, certo un numero comunque importante ma corrispondente a quello della nomina a segretario di Bersani e dunque sostanzialmente coincidente, nonostante Vendola e gli elettori di destra di Renzi, alla sola area di mobilitazione del PD.

lunedì 3 dicembre 2012

Cosa è successo alla manifestazione NoTav di Lione?

E dobbiamo aspettarci che questa Europa del liberismo e dell'attacco ai diritti venga cambiata dai cosiddetti partiti socialdemocratici e progressisti come il partito socialista francese di Hollande e il Partito Democratico di Bersani?


da www.notav.info tramite www.fabionews.info/




Cosa è successo oggi a Lyon? Ve lo raccontiamo noi

Da un lato c'erano i governi delle crisi economiche dall'altro lato l'europa dei popoli, dei cittadini e delle lotte.
I primi hanno firmato l'ennesimo protocollo privo di contenuti e inutile che non smuove un euro verso alcuna opera. I secondi hanno provato a manifestare il loro pensiero, la loro contrarietà verso queste scelte.
I primi, Monti e Hollande usando tutta la loro gradevole gentilezza hanno convinto i giornali e le tv che loro stessi governano che tutto sarebbe filato liscio d'ora in avanti, sul tav, sulle risposte da dare alla crisi economica e su molto altro ancora. Protetti da migliaia di poliziotti hanno firmato, parlato, fotografato, mangiato sulle spalle dei cittadini che tanto erano lontani chilometri.
I no tav, i cittadini veri, quelli che le scelte dei governi le pagano sulla loro pelle sono stati scortati, e bloccati per almeno 4 ore al confine, poi ancora bloccati alle porte di Lyon e solo grazie alla loro caparbietà hanno raggiunto la piazza a loro concessa per manifestare. Partiti alle 6 del mattino giunti a Lyon alle 3 del pomeriggio.
Poi la sorpresa, in piazza le libertà finiscono sulla scaletta del pulman. Qui, a Lyon comanda la polizia del governo Hollande ed ogni tipo di corteo è vietato come lo è allontanarsi dalla piazza anche solo per andare ai servizi. Vietato abbandonare la piazza! Questo l'ordine perentorio, poi però alle 18 si fa buio e per la Police è ora di far rientrare i no tav a casa e così uomini donne anziani e bambini vengono caricati a freddo con manganelli, spray urticanti e lacrimogeni verso i pulman. Quindi i pulman vengono poi sequestrati dagli agenti che salgono e menano chiunque si alzi dal seggiolino. In un caso l'autista viene anche brutalmente sostituito da un agente di polizia che guida lui il pulman verso il confine. In un altro caso gli agenti saliti sul pulman spruzzano lo spray al peperoncino provocando il malore della quasi la totalità dei passeggeri. Ogni pulman viene quindi scorta to sotto minaccia sull'autostrada e dopo il casello vengono ancora bloccati (alle 20:30 sono ancora lì).

sabato 1 dicembre 2012

Costruire una nuova sinistra italiana: l'esempio di Syriza

Pubblico qui un articolo di qualche mese fa tratto da Controlacrisi.org per indicare l'unico percorso possibile per ricostruire la sinistra in Italia: la radicalità dei contenuti programmatici, il radicamento nel territorio, la costruzione di un welfare mutualistico e cooperativo attraverso cui incontrare le persone e offrire loro la possibilità di attenuare le condizioni di povertà oltre che indicare concretamente come sia possibile costuire una società diversa, giusta e solidale.



Syriza, una luce in Europa

La difesa del welfare in Parlamento e l’attività nel sociale, un’organizzazione aperta a chiunque voglia un’alternativa al capitalismo. Ecco come la sinistra più forte d’Europa sta creando un «modello». Con uno stile politico inedito
Nella maestosa cornice del parlamento greco, Alexis Tsipras, il presidente di Syriza, la coalizione radicale di sinistra, apre il primo incontro dei suoi 71 deputati con il suo caratteristico mix di freddezza e giovialità. Nello stesso momento in tutto il paese gli attivisti organizzano assemblee di quartiere, aprono “cucine solidali” e bazar, lavorano in centri medici volontari, proteggono gli immigrati dagli attacchi di Alba dorata, il nuovo partito fascista che ha guadagnato il 7 per cento dei voti alle elezioni, fondano le correnti di Syriza dentro il sindacato, lavorando alla transizione da una coalizione di 12 organizzazioni politiche (con 1,6 milioni di voti) a un nuovo tipo di partito.
Nel mezzo di tutto questo i militanti trovano il tempo di cucinare, ballare, dibattere e organizzare un festival anti-razzista di tre giorni. Il festival, ora alla sua sedicesima edizione, è stato creato per affrontare, nelle parole del suo fondatore Nicos Giannopolous, «la crescita di nazionalismo e razzismo nei primi anni Novanta». Nei suoi obiettivi, principi organizzativi nonché nella pluralità delle forze culturali che promuove, il festival simboleggia la forza della società civile internazionale che Syriza ha contribuito a costruire e di cui è essa stessa in buona parte frutto. Sono state coinvolte nell’organizzazione dell’evento più di 250 tra organizzazioni e partiti e più di trentamila persone di ogni età ed etnia si sono riversate nello spazio “ancora” pubblico del parco Goudi ad Atene.
L’obbiettivo comune di queste attività è trasformare il sostegno elettorale per Syriza in una forza sociale per il cambiamento, oltre a incrementarne la forza lungo il percorso sentiero elettorale che conduce al governo. Quando alle prime elezioni del 6 maggio 2012 Syriza ha ottenuto il 17 per cento dei voti molti attivisti sono rimasti sbalorditi. Soltanto tre anni prima con il 4.7 per cento dei voti l’alleanza aveva passato per un soffio la soglia di sbarramento del 3 per cento che limita l’entrata in parlamento. Alle seconde elezioni del 17 giugno 2012, i voti per Syriza sono cresciuti fino al 27 per cento, e la gente di Syriza ha iniziato a immaginare l’arrivo al governo.

giovedì 29 novembre 2012

La sinistra e il Movimento


 
 
 
 
Ho conosciuto e aderito qualche anno fa al Movimento Radicalsocialista riconoscendomi pienamente in quanto si affermava nel suo manifesto fondativo: il riferimento a parole, spesso travisate e tradite ma che attengono all'essenza di una visione di sinistra, quali radicalismo e socialismo, l'auspicio dell'unità della sinistra in funzione di una reale trasformazione della società per renderla più giusta e libera, l'attenzione a tutti quei fermenti di iniziativa sociale e politica che si muovono dentro questo solco, il richiamarsi al meglio della tradizione di sinistra nelle sue varie componenti: quella del Partito d'Azione, quella del Partito Socialista di Nenni e Pertini, quella del Partito Comunista di Gramsci e Berlinguer, quella degli ecologisti, quella dei movimenti d'ispirazione libertaria ed egualitaria, quella anarchica. Questo ecumenismo di sinistra rischia però di rappresentare un limite ed un ostacolo alla definizione del senso del nostro impegno nel Movimento Radicalsocialista, poiché oggi, con la fine apparente del berlusconismo e stante l'esperienza del governo Monti (che non è una parentesi ma il vero spartiacque della vicenda politica italiana), è il momento delle scelte. Stare con il centrosinistra di PD e SEL quale male minore e come estremo tentativo di condizionare da sinistra il prossimo governo, oppure partecipare alla costruzione di un'alternativa radicale alle politiche neoliberiste di Monti ed al centrosinistra che rispetto a tali politiche, al di là di tutte le dichiarazioni di facciata, intende operare in continuità?

martedì 27 novembre 2012

LA DEMENZIALITÀ AL POTERE



Di Marigo Giandiego
La stoltezza umana non ha limiti, dico stoltezza perchè il termine stupidità, idiozia, dabbenaggine implicano una ingenuità, una purezza d'intenzioni che l'umanità non ha affatto o che, quantomeno, non hanno coloro che al suo interno detengono il potere determinandone le scelte e gli indirizzi.
1200 centrali a carbone, nel mondo, non è un'idea mia, non è una supposizione dietrologica della mia mente, ma un indirizzo di fondo una scelta di prospettiva...e mi viene da piangere. Lo dicono i giornali qui, ne parla ormai tutta la rete qui o qui
Una follia, una cosa talmente stupida e suicida che non ci sono parole sufficienti a commentarla, una scelta demenziale.
Eppure le argomentazioni che sorreggono il progetto sono “motivate”, “strutturate”, corredate da numeri, grafici, argute deduzioni. Vengono proposte come soluzioni a basso costo, adatte a sorreggere ed a rilanciare un comparto energetico mai sufficiente ed adeguato.
Non vi angustierò con i motivi innumerevoli che rendono folle questa scelta, sono ovvi, talmente palesi da sconcertare nella loro evidenza...eppure, sosterranno che non esistano, che sia l'unica scelta possibile, nell'unico mondo proponibile.
E siamo sempre lì, nell'antico discorso delle premesse, delle scelte, delle visioni.
Pare persino sciocco doverlo ripetere e ritrovarsi sempre lì a motivare a contestare ciò che è palesemente folle a dover difendere una posizione che è “a dimensione d'uomo e di pianeta” contro un'altra che è solo “a dimensione di profitto” ed è umiliante e terribile che vinca sempre la seconda.
Sembra davvero di avere a che fare con degli alieni, capita sempre più spesso di chiedersi su che pianeta essi vivano, dove possano fuggire quando il conto verrà presentato...ci si chiede se essi non vedano quel che è davanti ai nostri occhi.
Quante volte “Cassandra” ha ripetuto il suo monito? Quante volta esso è stato poi, purtroppo confermato dai fatti? Quante volte ci siamo ritrovati a riparare danni del tutto prevedibili, ovvi ripetutamente segnalati? Possibile che l'esperienza non ci insegni mai nulla?
Eppure siamo ancora qui e la ricorrenza con la quale queste “scelte” vengono operate di fa pensare d'essere in un brutto film di fantascienza.
In Nome di chi? Non, certamente, in mio nome...e credo nemmeno nel vostro.
Quanto difficile sarebbe fare le scelte giuste? Scegliere di sviluppare le fonti di energia compatibili e sostenibili? Strutturare la nostra società in questo senso...essere parte del luogo che ci ospota e non l'origine d'ogni suo problema?
Sarebbe davvero così impossibile, difficile, improponibile acquisire e cercare nuove morali, nuove filosofie, adeguare le nostre teologie ad una “appartenenza” anziché ad una assurda , inconcepibile e dannosissima “dominazione”.
Eppure questa è la strada che dovremo percorrere(e non uso il condizionale a ragion veduta), l'unica che ci prospetterà una possibile salvezza, possibile non certa, perchè il danno arrecato e l'inerzia che ne consegue sono davvero enormi, molto più grandi di quanto una o due generazioni possano riparare.
Mi rendo conto di farneticare, di parlare di utopie assolute...e me ne dispiace, perchè non lo sono, passatemi il bisticcio.
Non lo sono, perchè, sarebbero davvero “la strada del possibile”, ma implicherebbero sacrificio, quantomeno inizialmente, proprio a quel “primo mondo” che di sacrifici non ne vuole sapere.
Perchè modificherebbero profondamente quel modello di “civiltà” di cui meniamo tanto vanto e che ha creato tanto danno. Perchè farebbe crollare la nostra “Torre di Babele” o quantomeno ci costringerebbe ad abbandonarla.
Un passo indietro? Non credo proprio...due avanti, a mio umilissimo parere, ma si sa i pareri di chi non conta nulla contano ancor meno di lui.
Applicare le nostre enormi potenzialità nel senso giusto, nella giusta direzione ci condurrebbe davvero a quel salto “quantico” di cui molti dietrologi farneticanti parlano.
Chiamateli progresso e civiltà se preferite...e scusate il disturbo

lunedì 26 novembre 2012

Legge elettorale e Monti bis

In molti associano la riforma della legge elettorale, così come sta uscendo dalle Commissioni parlamentari, alla volontà di creare le condizioni per il Monti-bis. Sostanzialmente, riducendo il premio di maggioranza o rendendolo applicabile solo a fronte del raggiungimento da parte della coalizione vincente di percentuali al momento improbabili, si favorirebbe una situazione di ingovernabilità stante l'attuale frammentazione del quadro politico in cui nessun partito e nessuna coalizione potrebbe uscire dalle elezioni, almeno a leggere i sondaggi, con la maggioranza assoluta dei parlamentari.
E dunque diventerebbe indispensabile la riproposizione di quella 'strana maggioranza' che oggi sostiene l'esecutivo dei tecnici – PD, PDL e UDC – e lo stesso Monti alla guida del governo (anche se forse per pochi giorni fino all'elezione alla Presidenza della Repubblica).
Sulla legge elettorale bisognerebbe però fare un po' di chiarezza.
Ha ragione chi dice che non si può tornare a votare con il Porcellum che nega ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti attribuendo la designazione dei parlamentari alle segreterie dei partiti.
Ma ha anche ragione Grillo a denunciare, riferendosi tra l'altro a pronunciamenti dell'Unione Europea, la scorrettezza politica e costituzionale (vero Napolitano?) di modificare la legge elettorale a ridosso del voto sulla base delle convenienze contingenti della maggioranza parlamentare uscente.
E ancora ha ragione chi, come l'UDC e il PDL, afferma che è assolutamente antidemocratico attribuire la maggioranza assoluta dei parlamentari a chi raggiungesse la maggioranza relativa anche solo con il 30 o il 35 per cento dei voti validi. Anche se ovviamente non si può non rilevare l'ipocrisia di una destra che si accorge di tale incongruenza solo quando sa di non avere più la maggioranza degli elettori.
Ma rispetto alle rimostranze del PD che accusa le destre di volerlo scippare, con modifiche ad hoc nella ripartizione dei seggi, della futura maggioranza parlamentare il partito di Bersani non può che fare il mea culpa. Avendo giustificato la scelta di non andare alle elezioni subito dopo la caduta di Berlusconi con l'impossibilità di farlo con il Porcellum ed essendosi illuso (o avendo fatto finta di illudersi) che si potesse fare una riforma elettorale e magari anche di parte dell'assetto istituzionale (nomina del Presidente del Consiglio, numero dei parlamentari, bicameralismo perfetto), nell'interesse generale e per il bene comune, con i berlusconiani e con questo Parlamento di inquisiti e di condannati. E ciò la dice lunga sulla capacità strategica o, peggio, sui torbidi obiettivi che muovono il Partito democratico.

giovedì 22 novembre 2012

Il PD e i palazzinari




Ci sono fotografie che valgono più di mille editoriali e di analisi politiche. Sono le foto di qualche giorno fa del sessantesimo compleanno di Goffredo Bettini, non un dirigente del PD di secondo piano, almeno in passato, ma colui che è riconosciuto come l'artefice delle elezioni a sindaco di Roma, un ruolo di grande visibilità e di assoluta rilevanza nazionale, di Francesco Rutelli e Walter Veltroni e alla successiva ascesa di quest'ultimo a primo segretario del Partito Democratico.
E' sufficiente guardare chi partecipa alla sua festa, duque i suoi sodali, i suoi amici, coloro che gli debbono riconoscenza e che hanno interesse a coltivarne l'amicizia, e tra questi - oltre ai sopra nominati esponenti del PD e del centrosinistra Veltroni e Rutelli, i probabili futuri candidati rispettivamente alla carica di Sindaco di Roma e di Presidente della Regione Lazio Gasbarra e Zingaretti - Gianni Letta e i 'grandi' costruttori romani Toti e Caltagirone. Tutti portatori di interessi che certo non coincidono con le istanze popolari, con la tutela del territorio e con una pianificazione urbanistica che metta al primo piano non il profitto privato e la speculazione ma le condizioni di vita dei cittadini. A dimostrazione del brodo di coltura in cui sguazza questo Partito che fu (considerato) della sinistra.
Ricordiamocene quando si voterà per le prossime elezion nazionali, comunali, provinciali e regionali. Soprattutto non si faccia di Zingaretti il campione della sinistra che si contrappone all'amico dei fascisti Alemanno.








Foto tratte da Repubblica.it








martedì 20 novembre 2012

Come creare un partito nuovo e soprattutto una politica nuova

In questo articolo che di seguito riporto integralmente Jacopo Fo indica, a mio avviso, l'unico percorso possibile per ricostruire in Italia un vero partito e soprattutto una vera politica di sinistra. E cioè un progetto che non si riduca esclusivamente a programmi di ingegneria partitica, ad elaborazioni meramente teoriche e ad accordi di vertice tra notabili politici e intellettuali ma che si fondi sulla costituzione di una diffusa rete solidaristica e mutualistica in grado di riportare la politica tra le persone affrontandone i problemi concreti, di promuovere partecipazione e consapevolezza, di combattere - proprio offrendo alternative reali per la soddisfazione dei bisogni reali anche materiali - i fenomeni di distorsione della democrazia che sono il voto di scambio, il clientelismo, la corruzione, le mafie, l'esproprio della volontà popolare ad opera dei grandi potentati economici, la disinformazione e le bugie che profondono a piene mani i media di regime, di realizzare forme di selezione della classe dirigente basate sulla capacità di gestire il bene comune e non sulle abilità oratorie utilizzate come tecniche di marketing per vendere la politica alla stregua di qualunque prodotto di consumo.

Sostanzialmente le stesse cose che auspicava Pino Ferraris.

Fonte: http://www.jacopofo.com/vuoi-un-partito-politica-nuovo-olistico-bisogni-persone-scuola-politica


Lo vuoi un partito nuovo?

Molti ne parlano e ne strillano… Ma sinceramente non vedo molte idee all’orizzonte. Un modo diverso di fare un partito esiste?
Sono tutti in crisi. Il vecchio modello di partito non regge più.
Con cosa lo sostituiamo?
Lasciamo perdere se chiamarlo partito o movimento… Andiamo al sodo.
In questo momento esiste un solo modello alternativo, quello di Grillo.
Sicuramente è il meglio che si può fare. È stato individuato un sistema per selezionare in modo democratico i candidati, oltre a evitare di inserire gente sotto processo.
OTTIMO.
Questo è il meglio che si può fare adesso. Ma io immagino qualche cosa di più… Il partito del futuro.
Come potrebbe essere?
Innanzi tutto immagino un partito che sta in mezzo alla gente.
Il PCI degli anni ’50 era proprio questo in alcune regioni del centro Italia, che non a caso sono rosse ancora adesso.
Il PCI aveva una ragion d’essere materiale, l’adesione non era ideologica.

lunedì 19 novembre 2012

Sull'aggressione nazista di Israele contro i palestinesi di Gaza

 
 
 
Ricevo da Caterina Donattini e pubblico il bilancio provvisorio (alle ore 14.00 circa di oggi 19 novembre) dell'aggressione nazista di Israele contro i palestinesi di Gaza.
 
I PALESTINESI UCCISI SONO 94. QUASI UN MIGLIAIO LE PERSONE FERITE. TRA LORO MOLTI I MUTILATI GRAVI. SONO IN CORSO MANIFESTAZIONI DURAMENTE REPRESSE IN TUTTA LA WEST BANK SI PARLA DI 54 FERITI, POCO FA A BETLEMME ERANO IN CORSO DURI SCONTRI VICINO AL CHECK POINT DELLA TOMBA DI RACHELE. IERI SONO GIRATI VIDEO ALLARMANTI SULLA REPRESSIONE DELLE E DEI MANIFESTANTI A NABLUS E RAMALLAH.

GAZA E' UNA STRISCIA DI TERRA LUNGA 40 KM E DI UN AREA COMPLESSIVA DI 365 KM2 (MENO DELL'ISOLA  Saintes-Maries-de-la-Mer /Bouches-du-Rhône. per chi la conosce) CI VIVONO 1.7 MILIONI DI PERSONE. DI QUESTE 1.1 SONO RIFUGIATI E PERSONE INTERNAMENTE DISLOCATE. IL 56% SONO BAMBINI. E' UNA DELLE ZONE PIU' DENSAMENTE POPOLATE AL MONDO. E' UNA PRIGIONE A CIELO APERTO. CHI E' SOTTO LE BOMBE NON PUO' SCAPPARE. DA SEI GIORNI PIOVONO LE BOMBE DAL CIELO DI GAZA E DAL MARE. REPUBBLICA TITOLA: UN TERZO SONO CIVILI.. LE NAZIONI UNITE STANNO CALCOLANDO CHE I CIVILI SIANO ALMENO L'80%. PAGLIARA, INVIATO RAI, MENTE, MENTE E POI MENTE ANCORA. NOI IN ITALIA NON ABBIAMO MODO DI CAPIRE QUANTO ACCADE IN QUEI LUOGHI SE CI AFFIDIAMO ALLA NOSTRA STAMPA E ALLA TELEVISIONE. A SEGUIRE TROVATE I NOMI E LE ETA' DEI MORTI. AGGIORNATO ALLE 5.30 DI QUESTA MATTINA. (SONO 89, GLI ALTRI CORPI DEVONO ANCORA ESSERE IDENTIFICATI)

ABBIAMO IL DOVERE DI SCENDERE IN PIAZZA E MOSTRARE IL NOSTRO SOSTEGNO ALLA POPOLAZIONE INERME DI GAZA. ABBIAMO IL DOVERE DI INFORMARCI E NON COMPRARE NESSUN PRODOTTO ISRAELIANO, DIFFONDENDO I CONTENUTI DELLA CAMPAGNA PER IL BOICOTTAGGIO IL DISINVESTIMENTO E LE SANZIONI CONTRO ISRAELE: http://www.bdsitalia.org/

lunedì 12 novembre 2012

GIOVENTÙ BRUCIATA


DALLA “BEAT” ALLA “NEET” GENERATION

Saranno forse “non + disposti a tutto” -ricalcando un noto slogan sindacale- ma i giovani italiani dovranno al più presto farsi le ossa per crescere in un Paese di “lupi travestiti d’agnello”, pronti a sbatterli sommariamente sul banco degli accusati.

Al bando ogni senilismo demagogico o giovanilismo di comodo, è solare che sia facile scovare, nel mucchio dell’intera “generazione Y” nata a cavallo tra gli anni ‘80 e ’90, adolescenti viziati e menefreghisti, pronti a prendersela col mondo intero pur di non assumersi le proprie responsabilità; studenti parcheggiati all’università, che preferiscono vivere di rendita piuttosto che cercarsi un lavoro; giovani fannulloni impiegati nella pubblica amministrazione i quali, conquistato il “posto fisso”, ripongono il minimo impegno nel proprio lavoro.
Di “mele marce” se ne trovano in qualsiasi paniere: chi fa politica, anzi, ha meno autorità di chicchessia nel dare lezioni di morale…

Esiste, però, un’Italia “per bene” di cui andare fieri: una “meglio gioventù”, silenziosa ma pur sempre maggioritaria, che tutti i giorni si fa in quattro per formarsi al meglio nelle nostre università, per mantenersi in qualche modo negli studi o per farsi strada nel mondo del lavoro puntando sulle proprie forze.
È accettabile, allora, che lo sport nazionale preferito da certi politici -ultimamente praticato con successo anche dai tecnici- sia divenuto il “tiro al bersaglio dei giovani”, una gara senza regole ad offendere, umiliare, bistrattare un’intera generazione (ieri sconsideratamente cresciuta a “pane e televisione”, oggi maldestramente rabbonita con “bastoni e carote”)?

venerdì 9 novembre 2012

DUNQUE?




Di Giandiego Marigo
Dunque?
Cosa di diverso da ieri a oggi?
Un Di Pietro in meno ed un uomo politico normale in più? Chi mai si è aspettato , davvero, altro che questo.
Avevamo bisogno di Santoro per scoprire quello che tutti sapevamo?
Proviamo , suvvia per una volta a volare alto...ammesso di riuscire.
Cosa ci sta dimostrando questa fase, convulsa ed anche abbastanza terribile, sicuramente deludente del “minuetto politico” nel nostro paese (ma suvvia, alzando ed allungando gli occhi si può vedere il mondo) e cosa si può aspettarsi se il Notaio-chierichetto-parroco Santoro per tutta “filosofia” e con un impeto di civismo e di grande lungimiranza ci porta ad esempio di “civiltà democratica” le elezioni degli Stati Uniti?
Dove possiamo andare a parare se secondo il grande cerimoniere del pensiero Made in Italy. Il più alto esempio di partecipazione e di “pedalata” è l'elezione di Barak Obama?
Quello che io, umilissimamente, vedo è che ci aspetta un periodo in cui molte brave persone entreranno in conflitto fra loro inseguendo inutili bandierine colorate ed enunciando concetti stereotipi, che conosco a memoria...in nome di opposte e contrapposte tifoserie, in attesa di una finale. Una pertita che, però, sarà inesorabilmente “truccata” per il semplice fatto che la premessa e la sua struttura portante è un trucco.
Casa ci sta dimostrando la “parabola Dipietrista” che sono tutti uguali? Sfido chiunque a dire che non lo sapesse anche prima.
Oppure proprio in questa rassegnazione all'uguaglianza nella fanghiglia sta il nostro problema?
Se noi premettiamo un ambiente in cui questo è normale come possiamo poi stupirci che lo sia, se nella qualità dei nostri rapporti l'impostazione fondamentale è l'astuzia dozzinale, la raccomandazione estemporanea, la struttura familistica e clientelare...poi perchè stupirci che questa sia l'organizzazione del nostro sistema?
Ed in questa acquisizione , non si legge il senso della necessità di un cambiamento che non sia solo di superficie, ma di sostanza. Come potrà mai questo avvenire se di questa sostanza non si parla MAI!
Eternamente prigionieri ora d'una dissertazione pragmatica, ora di un'emergenza, ora di un linguaggio comune...or l'altra di una operazione di marketing?
Come potremmo cambiare se non sappiamo cosa e dove stiamo andando?
Come potrebbe bastare cambiare gli uomini che sorreggono lo scettro o occupano le poltrone se non si cambia , profondamente il senso di quell'occupazione.
Mi rendo conto di non dire nulla che ciascuno di noi dentro di sé non pensi, ma nessuno lo dice, però e tutti accettiamo che le discussioni di sostanza vengano sempre sottintese, postposte. Se nessuno accetta l'idea ed il rischio di ricominciare dall'abc e cioè dal senso delle cose e dal motivo per cui siamo qui. Dallo stabilire per esempio la ragione profonda ed il motivo per cui un uomo accetti di “prendersi la responsabilità”.
Se il brodo di coltura all'interno del quale staziona l'esperimento e infetto come può non esserlo il risultato ultimo di questo esperimento. E se non ci chiediamo il motivo per cui questo brodo non riesce ad essere altro che questo come possiamo rimediare?
I santoni con le ricette magiche abbondano...la “scatola dei sogni” ne è piena, altrettanti spunteranno durante il percorso che ci porterà sino alla “grande farsa” elettorale.
Io stesso che ora scrivo con tanta sicumera e pretesa di saggezza entrerò nelle logiche della soluzione confezionata, prendendone parte.
Se pure in modo “partecipato” ed in un tentativo di “alternativa”...comunque mi troverò a contraddire altre brave persone, convinte, spero per loro, delle proprie idee, su dettagli...luoghi comuni, su inutili orpelli che rischieranno di non cambiare nulla perchè ancora né io né loro staremo parlando di sostanza.
Di ruoli di potere e del perchè siamo entrambi lì e di cosa vorremmo, davvero, in un mondo migliore di questo. Tutto questo rimarrà, come sempre, relegato al territorio dei sogni, delle astrazioni, delle utopie...a quello che non si dice mai però , forse, a volte si sottintende sperando di parlare della medesima cosa
Di questo dovremmo cercare di parlare nel nostro impegno e di questo mi aspetterei che parlassero gli alti intellettuali strapagati e santificati..di questo sicuramente parlo io qualche volta ascoltato le più no, perchè il mostro pragma preme alle porte. Molti di coloro che con me dividono il mio bisogno grande di spiritualità e di significati spesso mi dicono che il mio “sbattere” è inutile...dolorosamente marginale ed ininfluente, che nulla cambierà, perchè l'uomo rifugge la profondità e le ragioni, perchè è spaventato dai motivi e preferisce delegare anche il pensiero, sostituendolo con deliziosi ninnoli riempi-tempo...Spesso capita di pensarlo anche a me, quando mi rendo conto di quanto poco, per esempio si legga, di quanto poco ci si occupi di sé e del proprio spirito. Delegando persino questo ad un comodo format sponsorizzato dal Vaticano.
Ma io sono convinto, da tempo, che il muoversi in questo senso sia, alla fine, uno dei veri motivi per cui siamo qui...ed un dovere.
Credo che il modificare il brodo di coltura in cui staziona la vomitevole politica italiana ed europea sia una “mission” più che sufficiente ed una follia appagante persino per un folle come me.
Allora forse persino una persona come Di Pietro potrebbe rimanere una brava persona, persino facendo politica



giovedì 1 novembre 2012

Le elezioni siciliane e il pauperismo



La Sicilia ha sempre avuto un ruolo strategico nel quadro politico nazionale: in termini numerici (il numero di parlamentari eletti nell'isola ne fanno una delle regioni fondamentali per chi ambisce alla guida del governo nazionale) e di assetti di potere (è siciliana la mafia uno dei veri poteri forti italiani, traeva forza dai voti mafiosi e dalle tessere di Lima la corrente democristiana andreottiana, Forza Italia ha avuto in Sicilia una delle sue principali roccaforti con il 61 deputati a zero conquistati nel 2001 contro l'Ulivo e siciliano è il suo fondatore Dell'Utri).
E' però anche vero che i risultati elettorali dell'isola si contraddistinguono sempre per una specifica peculiarità non automaticamente estendibile all'Italia intera trovandosi lì, ancora più accentuati rispetto alla media nazionale, una tradizione maggioritaria prettamente di destra se non addirittura reazionaria, l'influenza delle organizzazioni criminali e del voto di scambio, l'attitudine al disimpegno e al disincanto dei cittadini.
Certo gli esiti di queste elezioni indicano delle linee di tendenza probabilmente valide, anche se non si sa appunto con quali numeri, per tutto il Paese: l'astensionismo e cioè il rifiuto della politica e dei politici nel loro complesso ma anche il sintomo di un Paese sfiduciato, tramortito, senza più speranze e senza più illusioni; l'ascesa del Movimento 5 Stelle primo partito in Sicilia e che oggi può aspirare a percentuali ancora più elevate a livello nazionale consolidandosi come l'unica, al momento, vera grande opposizione al montismo e allo sfascio partitocratico; la destra che in termini di voti espressi nel suo complesso, tra le varie liste in cui è frammentata, è ancora maggioranza; i partiti che sostengono Monti che ottengono tutti insieme (PD,UDC,PDL più le forze minori) circa il 40 per cento dei voti validi e cioè, tenendo conto dell'astensione, conquistano la fiducia grosso modo solo del 20 per cento dei cittadini siciliani.

domenica 28 ottobre 2012

Se Renzi vince le primarie: tanto peggio tanto meglio

La democrazia si realizza nella partecipazione consapevole ed informata dei cittadini alla formazione della volontà generale e alla determinazione del bene comune. Partecipazione che non significa semplicemente prendere parte, ogni cinque anni, al rito elettorale ma che presuppone una costante attenzione alle questioni che riguardano la collettività, ai processi attraverso cui si formano le decisioni, alle degenerazioni inevitabili ma da combattere e contrastare che colpiscono gli organi rappresentativi e gli esseri umani che li compongono, alla necessità di poter influenzare il dibattito pubblico e le conseguenti deliberazioni delle istituzioni parlamentari e di governo dando vita a gruppi di pressione e a movimenti di opinione ed attraverso i corpi intermedi di cui i cittadini fanno parte: sindacati, organizzazioni politiche, associazioni, comitati locali, gruppi espressione di categorie professionali e di specifiche realtà territoriali. La partecipazione democratica dei cittadini dunque presuppone un'informazione libera e pluralista, la possibilità attraverso il libero confronto di avvicinare quella Verità che è il fondamento della democrazia. Richiede che le varie opzioni politiche in campo si svestano per quanto possibile di tutti gli orpelli propagandistici, menzogneri, ipocriti per disvelare gli interessi specifici di cui sono espressione.
Da questo punto di vista, pur con tutte le critiche che ad esso si possono rivolgere e con tutte le perplessità ideologiche e programmatiche che esso può suscitare, si deve riconoscere che il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo nel momento in cui promuove la partecipazione attiva dei cittadini alla gestione della cosa pubblica ed il stringente controllo sulle decisioni collettive si muove nel solco della democrazia più autentica.
In Italia uno dei macigni che invece impedisce il libero dispiegarsi del gioco democratico è rappresentato dal Partito Democratico.

martedì 23 ottobre 2012

Debito pubblico: se non capisco non pago

Tramite Megachip:

Campagna di sensibilizzazione per una gestione sovrana del debito
se-non-capisco-non-pagoa cura del Centro Nuovo Modello di Sviluppo.
Si narra che per colpa del debito pubblico ciascuno di noi, neonati compresi, porti un debito di 33.000 euro. Non si sa a che titolo, né verso chi. Ma tutti ci dicono che dobbiamo pagare. Anche a costo di perdere scuola, pensioni e sanità. Sarà!... Ma a noi non pare accettabile pagare alla cieca. Prima dobbiamo capire a chi e perché. Solo dopo possiamo decidere se e quanto pagare, perché non è detto che tutto ci torni.   Attraverso la messa a punto di schede informative e la promozione di gruppi locali di sensibilizzazione, la campagna Debito pubblico: se non capisco non pago si pone l'obiettivo di mettere tutti in condizione di capire il problema e dire la propria sulle vie per uscirne. Il documento chiave è rappresentato dal Kit informativo sul debito che può essere usato come dispensa ad uso personale, come mostra pubblica o come materiale da proiettare.

domenica 21 ottobre 2012

Il subcomandante Giulio Tremonti




Grande è la confusione sotto il cielo della politica. Anche i sassi sanno che il dominus della politica continuerà ad essere, anche nella prossima legislatura, Mario Monti: come Presidente del Consiglio o Presidente della Repubblica o in ogni caso con la sua agenda ovvero con quelle irreversibili, nelle intenzioni dei poteri forti italiani e internazionali, linee di politica economica e sociale che si fondano sullo smantellamento dello Stato sociale e dei diritti dei lavoratori, sull'austerità e sul rigore finanziario, sulle privatizzazioni e sulla riduzione del ruolo dello Stato. Non si tratta di chiacchiere o ipotesi complottiste ma della semplice constatazione che nessuna delle coalizioni che hanno qualche possibilità di raggiungere la maggioranza relativa alle prossime elezioni propone di tornare indietro sulla riforma delle pensioni, sull'articolo 18, sul fiscal compact e l'impegno a perseguire il pareggio di bilancio e la drastica riduzione del debito pubblico.
Eppure i due galli del PD, Renzi e Bersani, e Vendola si accapigliano per affermare il proprio progetto politico, solo aria fritta stando le premesse montiane, attraverso la conquista della leadership di un centrosinistra che peraltro non potrà mai avere i numeri per governare da solo il Paese. E contemporaneamente nell'opposizione radicale, questa è la mia impressione, Landini e la Fiom attendono l'esito delle primarie, concedendo un'ultima chance a Vendola prima forse di farsi promotori in prima persona di una iniziativa elettorale, ALBA e Di Pietro attendono Landini (anche se Di Pietro, almeno a parole, non chiude né a Grillo né al PD), Ferrero attende Vendola, Landini, Alba e Di Pietro.

sabato 20 ottobre 2012

SEMPRE PEGGIO





di Giandiego Marigo


Casa per casa, gruppo per gruppo, banca per banca.

Ormai la "battaglia" interna del PD è degenerata a livelli tragicomici a colpi di avvocati e di referenti bancari.
La prospettiva di guidare il paese e gli ha toccato il cervello ancora prima che questo avvenisse.
In assenza di grandi idee e di forti motivi. In assenza di riferimenti storici e di tradizioni culturali (tutte rinnegate) si lotta per il "grande nulla" e l'unica cosa importante pare essere il potere.
Renzi-Bersani sempre più senza esclusioni di colpi. La definitiva fine d'ogni reale motivo, chiunque vinca. Tutto all'insegna della condivisione culturale, dei riferimenti comuni alla cultura del potere, tanto che non si capisce davvero su cosa competano se non su di un personalismo esasperato.
La Pseudo-sinistra ne esce a pezzi, le velleità di Vendola ridimensionate a quelle d'un servo sciocco di Bersani...L'unica cosa realmente stabile è il riferimento a Monti ed al suo governo...e di nuovo sfugge il senso profondo della competizione.
I motivi di rinnovamento e di modificazione della società, pur così urgenti sfumano sull'altare della competizione fra uomini, l'educazione, la militanza comune, il bon-ton...tutto diviene facoltativo di fronte alla prospettiva di sedere sulla poltrona delle poltrone.
Parlano , con la lingua, di primato della "Politica" (per una volta userò la maiuscola perchè il riferimento è a quella Politica) ma poi nella pratica sono i primi fautori dell'anti-politica.
E ne siamo davvero stanchi di questi populisti, anti-politici, arruffapopoli che stanno trascinando l'azione collettiva e l'impegno di tante persone nella polvere, perchè alla fine diciamolo sono proprio loro con questi comportamenti che hanno allontanato e schifato tante persone di buona volontà, brave persone che ritenevano l'agire quotidiano, l'impegno una cosa importante e l'humus sul quale questo paese si era fondato.
Oggi essi si accapigliano senza ritegno, senza rispetto, senza reali ragioni, spiegateci infatti quali siano i gravi motivi e differenze di linea che li portano ad agire così.
Lo Fanno tagliando fuori dalla tenzone, com'è logico che sia, i comprimari, gli ininfluenti, gli inutili che hanno riempito la scena per brevi momenti e che ora navigano a margine...di supporto. Meditando sorprese e sconquassi che nessuno permetterà loro. Roteando inutilmente le loro sciabole spuntate e senza filo e continuando a parlarci di una sinistra e di un'alternativa che non c'è...che non si vede, ma si sa, servono anche loro a radunare le pecore che tendono a sfuggire sui lati.
Sembra un gara fra "Scemo e più scemo" un vecchio film demenziale americano senza né capo né coda. Il tutto per sancire ciò che è già stato deciso, laddove si può farlo e cioè la continuità della linea Monti. Tanto velleitarismo meritava davvero miglior causa.
I loro sponsor invece sono molto interessanti e sono, guarda caso gruppi bancari e di potere, "segui il denaro" vi direbbe qualsiasi investigatore...ed infatti.
Scontro frontale a suon di pubbliche elargizioni e di danaro pubblico che è confluito in casse dal fondo bucato e che sia l'uno che l'altro hanno contribuito a versare. Casse diverse, diversi interessi...libera concorrenza, che altro?
E l'italiano...un poco italiota in questo caso, con tutto l'affetto, infinito che mi lega a questo paese ed al suo popolo così creativo, assiste, basito e preoccupato delle sorti del suo "partito del cuore", tenendo stretti fra le mani i suoi due euro e la bandierina della sua squadra, pronto all'orgia della partecipazione (sperando che sia presto, perchè se va avanti così non ci arriva nessuno) che le primarie rappresenteranno. Cercando poi di capire chi eleggerà il rappresentante del centro sinistra, sarebbe da ridere che fossero truppe cammellate di centro destra, ma non ci stupirebbe affatto.
Sempre peggio!
Perché  l'accusa che viene così spesso ripetuta ad altri, di non avere contenuti e linea è il tristissimo racconto di questa assurda competizione tutta politichese.
L'uno da una parte ripete due parole "Adesso!" e "Rottamare" mentre l'altro ci intrattiene con la modulazione, già purtroppo sentita parecchie volte del termine "sinistra".
E se l'uno, con grande compiacimento di "confindustria" non ha letto Marx, l'altro lo ha sicuramente dimenticato.
Ma persino questo è ininfluente, in realtà, perché la questione in gioco non è questa.
Che nessuno dei due abbia alcun interesse per lo stato di prostrazione dell popolo italico è palese e pacifico. Qui si tratta di decidere di che segno sarà il macello prossimo venturo e di sapere chi lo porterà a compimento e quale sarà il gruppo bancario che ne tirerà le fila...e questo è tutt'altro che ininfluente,
Avete notato che nessuno dei due parla di cambiamento, che nessuno dei due ha mosso la minima critica all'Europa ed all'Euro? Avete notato che nessuno dei due ha mai fatto riferimento alle lotte senza speranza dei popoli in Spagna, Portogallo, Grecia? Già! Ma questo a loro non interessa e su questo disinteresse come su l'assoluta fedeltà al dictat europepo, non vi è discussione nè dubbio, qui si sta solo stabilendo che debba "guadagnarci di più".
Sono caustico ed esageratamente cattivo, forse, ma il dato è sconfortante.
Nessuno parla più di un mndi diverso da questo...meno che meno il marginalissimo Vendola, spazzato via anche da un corposo pre-accordo con Bersani.
Ed invece a me piace ribadirlo...ed è anche il motivo per cui sono dove sono, Un mondo altro e diverso da questo non è solo possibile, ma assolutamente necessario!