"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 31 marzo 2012

Un nuovo soggetto politico per la sinistra



Era ora. E' nato finalmente il progetto per la costruzione di un nuovo soggetto politico della sinistra per iniziativa, con l'adesione e la partecipazione dei migliori e più autorevoli intellettuali progressisti: Stefano Rodotà, Luciano Gallino, Guido Viale, Paul Ginsborg, Alberto Lucarelli, Ugo Mattei, Massimo Torelli, Marco Revelli, Tonino Perna, Piero Bevilacqua (ne ho citati, tra i primi firmatari, solo alcuni, quelli che ho avuto modo di conoscere, chiedo scusa del mio limite, attraverso la lettura dei loro articoli e delle loro analisi, proposte, denunce, proteste).
Un soggetto politico di sinistra, nonostante Ginsborg tenga a precisare che nel manifesto costitutivo non sono mai citate le parole destra e sinistra, perché di sinistra sono i promotori, di sinistra è l'esemplare percorso (aperto, inclusivo, non settario, con l'impegno a combattere la costituzione di nuove caste partitiche) che viene prospettato, di sinistra sono il quadro dei valori e le parole chiave: democrazia – lavoro – beni comuni – partecipazione - rottura con il neoliberismo.
Un soggetto che deve colmare il vuoto determinato dall'inspiegabile assenza, nel quadro politico italiano, di un grande partito di sinistra, stante l'inesorabile involuzione centrista del PD e la frammentazione, i mediocri personalismi dei vari capi e capetti e la marginalità delle forze dell'opposizione radicale.
Un vuoto tanto più drammatico quanto più oggi i ceti dominanti (attuando una vera lotta di classe) pretendono di uscire dalla crisi da 'destra', con la riproposizione e anzi il rafforzamento delle politiche liberiste, facendo pagare il risanamento economico e finanziario esclusivamente ai più deboli.
Questo nuovo soggetto – con sullo sfondo, mi pare di capire, la Fiom, il Forum dell'acqua pubblica, il Manifesto, la lista civica nazionale evocata da De Magistris, Emiliano, Vendola - ha tutte le carte in regola (per quanto i citati intellettuali apportano in termini di proposte, di principi, di valori, di competenze, di profondità e acutezza delle proprie analisi) per diventare un importante movimento di opinione.
Perché possa però incidere in modo reale e concreto nella vita politica italiana ed europea, per influenzarne i rapporti di forza in essere, deve ottenere la partecipazione consapevole e convinta delle grandi masse popolari.

Non sarà solo un problema di comunicazione, non basteranno le belle idee e i valori condivisibili. Per non soccombere di fronte ai fattori di distorsione della democrazia - la schiavitù dal bisogno, il peso abnorme dei poteri forti, il voto di scambio, il clientelismo, il sistema dell'informazione (quella televisiva in particolare), la criminalità, l'illegalità diffusa – serve incontrare e parlare alle persone e dimostrare loro che è possibile soddisfare i propri bisogni (anzitutto lavoro, reddito, sicurezza sociale, futuro per sé e i propri cari) senza dover rinunciare alla libertà e alla dignità, senza essere obbligati a trasformarsi in servi o clienti.
E dunque in parallelo alla costituzione del nuovo soggetto politico dovranno svilupparsi e farsi sistema reti e circuiti economici alternativi, fondati sul mutualismo, sulla solidarietà, sulla cooperazione vera, sul rispetto dell'ambiente e sul riconoscimento dei diritti degli individui.
Nella logica, seguendo la lezione del compianto Pino Ferraris, opposta a quella della sussidiarietà intesa come esternalizzazione a beneficio del profitto privato di indispensabili funzioni pubbliche, non solo per dare una soluzione, anche minima anche parziale, a problemi di povertà e disagio sempre più tragici, ma per diffondere coscienza e consapevolezza dei diritti di ciascuno e di come si possa conquistare la possibilità di vederli concretamente riconosciuti con dignità e in giustizia, attraverso un'azione collettiva.
Fino ad oggi di iniziative che sono andate in questa direzione ce ne sono state tante: i gruppi di acquisto solidale e popolare, le cooperative, le banche del tempo, l'utilizzo collettivo di beni, i circuiti monetari complementari, le forme di mutuo aiuto e assistenza reciproca. Ma esse non hanno mai raggiunto un peso sociale ed economico realmente decisivo.
Se non sarà accompagnato da una forza economica con caratteristiche tali che consentano di penetrare nel profondo della società e di garantire l'indipendenza dai grandi poteri economici e finanziari è difficile pensare che il nuovo soggetto politico possa ambire ad un ruolo di reale direzione politica e andare al di là di una funzione di mera testimonianza per recitare al massimo la parte della ruota di scorta nella solita coalizione di centro sinistra.

5 commenti:

  1. Quale sinistra? Ormai non esiste più una sinistra, i resti di una parvenza di sinistra sono morti e sepolti nel 2008, ma erano già in putrescenza nel 1992

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  2. Se esiste una destra (e Berlusconi e Monti sono le due facce che la rappresentano), se consideriamo dei traditori quelli del PD diventati ormai dei centristi, perché dovremmo considerare morta la sinistra? Se poi si vuole chiamarla in altro modo, se si pensa che il termine sinistra sia ormai impresentabile, benissimo. Ma i contenuti saranno sempre quelli ....

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  3. Ginsborg e soci ne fondano uno all'anno, è una specie di hobby del periodo di marzo. C'è chi tira fuori gli aquiloni, chi gli appelli firmati. Non per smorzare gli entusiasmi, ma più che moltiplicare ulteriormente sarebbe meglio unire quello che c'è. Anche per un minimo di rispetto nei tanti (molti di più dei firmatari di Ginsborg e soci) che militano sotoicamente nei partiti alla sinistra del PD, che hanno assieme un consenso pari se non superiore al terzo polo. A sinistra negli ultimi anni si è aggravata la brutta mania di non riconoscersi a vicenda, ognuno pensa che i compagni siano parte del problema e preferisce ricominciare tutto da capo facendo la sua cosa. Così non cresce lui, si indeboliscono gli altri e alla fine - come al solito - ci rimettono i lavoratori.

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  4. Caro GAribaldi
    ho consumato i tasti della tastiera del mio pc a scrivere della necessità e dell'opportunità dell'unione dei partiti a sinistra del pd (da idv a sel, da fds ai verdi, fino ai vari partiti comunisti e compreso il movimento 5 stelle) ma al momento si tratta di una cosa che non è all'orizzonte e che nessuno sembra volere. Perché rispetto chi milita in quei partiti e ritengo che i loro dirigenti non siano tutti da buttare, perché sarebbe inutile e dannoso pensare di fare tabula rasa per ripartire da zero. Allora ben venga un tentativo che, se lo interpreto correttamente, va proprio in quella direzione e che sia sostenuto dal basso e che si giovi degli strumenti di analisi del meglio degli intellettuali di sinistra. Un tentativo è chiaro, onestamente non so con quali possibilità ma credo che si debba provare ....

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