"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 8 aprile 2012

Perché serve un nuovo soggetto politico per l'alternativa



Ha ricevuto non poche critiche, in quella stessa area – politica, culturale, sociale – a cui si rivolge, il Manifesto per un Nuovo Soggetto Politico, l'appello per l'avvio di un percorso, partecipato e condiviso dal basso, per dare rappresentanza a chi ritiene improcrastinabile la nascita di un'alternativa politica alla dittatura neoliberista, espressa in Italia dal governo Monti, ed alla degenerazione partitocratica che coinvolge anche tutti i partiti della sinistra o sedicente tale.
C'è chi ha rimproverato l'assenza delle categorie interpretative e degli strumenti di analisi utilizzati dall'ideologia marxista, chi la critica alla forma partito indicata invece dalla Costituzione quale via fondamentale attraverso la quale i cittadini partecipano alla vita politica, chi l'eccessiva enfasi sul tema della rappresentanza anziché riconoscere la necessità del conflitto e/o prospettare soluzioni di democrazia diretta, chi il mancato esplicito appello ai partiti di opposizione alla sinistra del PD per la costituzione di una forza unitaria radicale, chi la presenza tra i firmatari del Manifesto di professionisti della politica in cerca di una nuova poltrona, c'è chi ironizza sull'ennesimo appello dei soliti intellettuali privo di un effettivo riscontro popolare, chi lamenta il carattere di iniziativa calata dall'alto anziché autogeneratasi dal basso.
Di fatto questa proposta non ha fin qui ricevuto l'interesse e l'adesione che mi sarei aspettato (ma avendo da sempre auspicato un'iniziativa di questo tipo ammetto di non essere sereno nei miei giudizi).
In ogni caso, a mio avviso, ha ricevuto critiche e diffidenze non giustificate.

Per prima cosa, il percorso che viene prospettato per la formazione di un nuovo soggetto politico di alternativa radicale al sistema politico, sociale, economico dominante, è talmente aperto, inclusivo, privo della pretesa di esclusività di appartenenze, non preordinato in schemi definiti a priori, che gran parte delle critiche appaiono il frutto di malintesi o di prevenzione. Sostanzialmente, nel quadro di alcune parole d'ordine che chi è dalla nostra parte non può non condividere (Democrazia – lavoro – beni comuni – partecipazione- rottura con il neoliberismo), quello che si ripropone è il modello vincente, trasversale e non ideologizzato, del Forum per l'Acqua Pubblica. Le forme e i contenuti di questo soggetto politico appaiono tutti da definire e si comporranno attraverso l'interazione e la discussione tra élites e cittadini.
In secondo luogo, basta guardare alla situazione italiana per convenire sul carattere improcrastinabile di un'iniziativa politica che vada nel senso indicato dal Manifesto. Il dopo Berlusconi, come i più avveduti e consapevoli avevano previsto, è andato nel senso di un violento e inesorabile rafforzamento delle politiche neoliberiste senza in alcun modo scalfire le deviazioni criminali e partitocratiche del sistema italiano (perché quest'ultima è la condizione indispensabile per l'attuale governo per godere di una maggioranza parlamentare). Nel contempo l'opposizione radicale, pur rappresentando una parte non marginale del Paese, è frammentata, inadeguata, priva di un progetto unitario e condiviso, paralizzata dai personalismi dei suoi capi e capetti.
La realtà di questa area è costituita dalla Federazione della Sinistra con un consenso stimato tra l'1 e il 2 per cento, con i verdi allo zero virgola, Grillo per la sua strada, tre o quattro partiti comunisti intransigenti, i movimenti in ordine sparso ciascuno geloso della propria identità, IDV e SEL che avevano puntato tutto sull'alleanza con il PD e che ora, con la progettata riforma elettorale di Alfano-Casini-Bersani, dovranno rinunciare ai propri sogni di risultare determinanti in una futura alleanza elettorale (o addirittura a prenderne la guida attraverso le primarie) e rassegnarsi ad un ruolo politicamente ininfluente che produrrà al massimo qualche scranno parlamentare.
Si tratta di forze politiche che personalmente non demonizzo, a ciascuna delle quali è possibile riconoscere qualche merito e pregio ma i cui limiti (di strategia, di linguaggio, di coerenza nelle proposte o di degenerazione leaderistica) sono evidenti.
In assenza di un progetto unitario che riesca ad utilizzare e canalizzare quel poco o tanto di buono che esse esprimono dovremo rassegnarci, come cittadini e come lavoratori,alle politiche di macelleria sociale del governo Monti che passano con il beneplacito di PD e CGIL ed alla futura normalizzazione politica che vorrebbero imporci Bersani, D'Alema, Casini, Fini e Berlusconi.
Da ultimo infine, vi sono tra i proponenti del Manifesto personalità di tale valore intellettuale, autentici punti di riferimento per chi anela ad un mondo e ad una società italiana diverse, e di tale probità al di sopra di ogni sospetto che ciò dovrebbe di per sé indurre alla fiducia e all'attenzione.
E' evidente d'altronde che senza un coinvolgimento e un impegno diretto di grandi soggetti collettivi, penso anzitutto alla FIOM, che per seguito e prestigio possano spingere alla partecipazione importanti masse popolari sarà difficile che il progetto di un Nuovo Soggetto Politico potrà rappresentare qualcosa di diverso da un Libro dei Sogni.

3 commenti:

  1. Non ne ho molta di fantasia Perché credo che l’utopia sia la luce per un domani migliore. Per fare si che questo entri nelle menti va alimentata e credimi faccio molta fatica perché io appartengo alla generazione nata ne l’era fascista dove gli analfabeti erano la maggioranza siamo sopravvissuti al fascismo alla distruzione della guerra ma il sogno utopico non ci a mai abbandonato con sacrificio abbiamo ricostruito L’ITALIA da consegnare hai nostri figli per un domani migliore. L’ignoranza credevamo fosse la nostra debolezza ma i fatti ci hanno smentito Noi senza licenza elementare abbiamo avuto come insegnante l’esperienza che ci ha fatto capire che le ideologie non esistono sono solo create ad arte dalla classe dominante per creare fazioni da sottomettere al proprio volere Ti domanderai ma dove vuole arrivare? Ci arrivo subito al sogno utopico che se venisse coltivato è l’unica salvezza L’utopia unica luce per un domani migliore senza partiti che fanno chiacchiere da 64 anni Utopia per un popolo coeso a l’interesse comune non dei pochi come avviene da sempre con la sparizione di tutto ciò che sino ad oggi ci a ingannato per il loro tornaconto
    Sfruttando credenze politiche e religiose hanno approfittato dell’ignoranza per gettare radici cosi profonde del male da ingannare anche chi ignorante non è
    Tutto questo ha fatto il suo tempo per questo più li lasceremo al potere
    e più si avvicinerà la fine fa da spia la crisi mondiale creata dalla cupidigia anticamera della fine di tutto
    L’unico antidoto è il sogno utopico che diventa realtà rispecchiando cosi il volere di chi ha creato un mondo perfetto Dominato dalla gente più imperfetta che esiste sulla faccia della terra L’utopia è il messia del terzo millennio dove quell’uno per cento che domina il mondo cederà il passo al nuovo privo dell’interesse dei pochi a beneficio di tutto il mondo unito in un solo credo la fratellanza . scusami se ti ho annoiato ma noi ignoranti con pochi vocaboli ci ripetiamo allungando lo scrivere per spiegare il nostro pensiero. VITTORIO

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  2. Mi sono chiesto spesso cose L’utopia
    E da ignorante quale sono questa è l’unica risposta
    Che mi è venuta in mente
    L’utopia è il bene Che non c’è
    È la scintilla che manca a L’uomo per essere simile a Dio. VITTORIO

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  3. Grazie Vittorio ... per essere una bella e grande persona come te non occorre aver studiato ...
    E' molto bella la definizione che hai dato di utopia.

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