"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 15 settembre 2012

Fenomenologia di Beppe Grillo

Seguo da anni Beppe Grillo, attraverso i post ed i video che pubblica sul suo blog, considerandolo, al di là delle critiche nei suoi confronti, siano esse giuste o sbagliate, uno dei più importanti fenomeni politici dell'Italia di questi ultimi anni, uno dei pochi tentativi – poi si potrà discutere se spontaneo o manovrato da qualcuno alle sue spalle, se utile per la consapevolezza collettiva o mero sfogatoio delle frustrazioni dei cittadini – di squarciare il conformismo del regime – culturale, economico e politico – che domina il nostro Paese.
Ma non avevo mai visto integralmente un suo spettacolo finché, a seguito delle polemiche innescate dalle 'rivelazioni' del Corriere della Sera sulle presunte dichiarazioni razziste tratte da un suo show del 2006, ho voluto verificare la fondatezza della replica di Grillo stesso che dal blog contestava l'estrapolazione arbitrarie di alcune frasi dal contesto in cui erano state dette invitando ad esaminare il video completo della sua esibizione su youtube.
Be' allora diciamolo, secondo me, certe allusioni, certe cadute di stile, razziste e omofobe sono presenti negli spettacoli e nelle dichiarazioni di Grillo. Intendiamoci, cose non eclatanti che passerebbero probabilmente inosservate se si fosse in presenza esclusivamente di esibizioni comiche ma che non possono non essere rimarcate quando ci si trova di fronte al leader di un importante movimento politico.
E d'altra parte Grillo è uso proporre consapevolmente post, argomenti, idee, dichiarazioni che alternativamente solleticano i valori e le rivendicazioni dell'elettorato di sinistra (il reddito di cittadinanza, la Resistenza, i diritti dei lavoratori, la denuncia del pensiero unico filo-israeliano) e di quello di destra (le tasse troppo alte soprattutto per lavoratori autonomi e imprenditori, la necessità di ridurre le spese dello Stato e i dipendenti pubblici, la contrarietà al riconoscimento della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati). Insieme a temi che incontrano un favore trasversale: la contestazione dei privilegi dei politici e gli sprechi dello Stato, la difesa dell'ambiente.
Ma chi è e cosa rappresenta Grillo, oltre ad essere un personaggio carismatico, un attore comico di razza, uno showman instancabile ed efficace capace di stregare per due ore e passa il pubblico che assiste ai propri spettacoli? Un esperimento mediatico del dottor Stranamore Casaleggio? Un'entità manovrata da qualche potenza straniera o dai poteri forti per destabilizzare l'Italia? Un uomo che combatte il declino che colpisce inesorabilmente i personaggi di successo del mondo dello spettacolo percorrendo nuove strade per conservare popolarità e guadagni milionari? Un uomo spinto dall'ambizione e dai propri sogni di gloria? Semplicemente un uomo onesto che combatte per il bene comune?
Non lo so e credo che nessuno possa dare una risposta in assenza di concreti elementi di fatto.
Per quanto mi riguarda mi riconosco pienamente in quello che scrive il buon Aldo Giannuli: “Non ho mai nascosto la mia simpatia esterna verso un movimento che può crescere e dare un contributo importante al rinnovamento di questo paese ed ho sempre detto che l’esito del processo aperto dalla nascita del M5s dipenderà anche dalla capacità di dialogo che avremo noi da sinistra. E dunque ho avuto un atteggiamento amichevole che confermo –pur nella differenza di collocazione politica: io ero e resto marxista- ma la migliore prova di amicizia è non tacere nessuna critica.”
Tornando agli spettacoli di Grillo, è questo il contesto dove si può comprendere quella che è, secondo me, la chiave del suo successo e del suo attuale consenso: dire ad alta voce quello che pensiamo in tanti, probabilmente la stragrande maggioranza dei cittadini. E cioè che ci stanno ingannando e mentendo tutti: politici, burocrati, militari, industriali, finanzieri, economisti, giornalisti, medici, produttori di farmaci.
Ci raccontano menzogne da sempre. Basta guardare alla storia d’Italia anche limitandosi al solo dopoguerra: Portella della Ginestra, il piano Solo, il terrorismo, l’assassinio di Moro, Ustica, le stragi di mafia.
E non solo in Italia: Pearl Harbour, l’11 settembre, le armi chimiche di Saddam Hussein e si potrebbero indicare una serie infinita di episodi.
Menzogne sull’economia, sulle tasse, sui rifiuti, sulla medicina, sulle guerre.
Non conta che le contro-verità di Grillo siano poi effettivamente autentiche: le nanoparticelle, la wash ball, i motori ad alta efficienza. Tutti noi sappiamo che esistono altre verità che vanno conquistate contro e nonostante il potere, contro gli interessi dominanti. Il messaggio centrale di Grillo è l'invito a diffidare, a cercare di capire, ad ascoltare altre campane, ad informarsi attraverso la rete. E questo va apprezzato ed elogiato incondizionatamente: al di là dei motivi per cui lo faccia ciò che sta seminando tra i cittadini e soprattutto tra i giovani non resterà senza conseguenze, non potrà essere cancellato da un momento all'altro, implica un percorso di ricerca di conoscenza e consapevolezza da cui non sarà possibile tornare indietro.
Anche se poi bisogna riconoscere che nessuno può diventare esperto di tutto: chimico, biologo, farmacologo, medico, economista, commercialista. La politica (così come la vita) richiede di fidarsi di qualcuno, di delegare, di scegliere di fare assegnamento sull’esistenza di persone capaci ed oneste. Come fa d'altra parte lo stesso Grillo, contraddicendo in questo almeno in parte le sue impostazioni, fondando la validità delle sue idee e delle sue proposte sul parere degli esperti mondiali che consulta (come se anche loro non fossero condizionabili, corruttibili e non potessero perseguire interessi oscuri e di parte). Bisogna coltivare il dubbio, la ricerca, aprirsi alle analisi indipendenti senza cadere in nuovi dogmatismi.
Il fatto che il Movimento Cinque Stelle sia attualmente oggetto di un'aggressione mediatica da parte dell'establishment politico ed economico attraverso i suoi organi di informazione (e tra queste La7 di Telecom che qualche desiderio di rivalsa nei confronti di Grillo deve averlo …) dimostra il peso della minaccia che questo Movimento rappresenta nei confronti del potere, essendo passato da una marginale presenza politica a livelli di consenso importanti e decisivi (si vedano gli ultimi risultati elettorali, la conquista di una città come Parma, i sondaggi che gli accreditano risultati a due cifre addirittura tra il 15 e il 20 per cento dei voti alle prossime elezioni politiche).
Certo esiste un problema di democrazia interna nel Movimento Cinque Stelle ma non perché lo dice Favia (una persona seria ed onesta certe posizioni le affronterebbe alla luce del sole e non in 'strane' registrazioni fuori onda considerato che non risulta che Grillo si serva di squadracce per reprimere il dissenso interno) o perché si debbano prendere lezioni di trasparenza e di quali siano i meccanismi corretti attraverso i quali le organizzazioni politiche formano le proprie decisioni dai partiti di Casini e Cuffaro, di Berlusconi, Letta e Cicchitto, di D'Alema e Veltroni, di Lusi, Scajola, Formigoni, Penati, Milanese, dei signori delle tessere.
Con queste accuse e queste polemiche si sta scoprendo l'acqua calda come scrive Marco Cedolin, si tratta di argomenti ampiamente conosciuti e dibattuti in rete come dimostrano post di anni fa. Ne cito due: uno di Pietro Orsatti ed uno pubblicato su questo blog.
Esistono problemi nel Movimento Cinque Stelle perché un conto è parlare di democrazia diretta ed un conto è realizzarla e perché è arduo, io credo impossibile, strutturare un'organizzazione politica senza un ceto dirigente, quadri intermedi (sia pure liberamente scelti e vincolati alla temporaneità dell'incarico), senza (veri) congressi e consultazioni pubbliche in cui iscritti e simpatizzanti siano chiamati a decidere le questioni politiche fondamentali: il programma e le alleanze.
Ferme restando le critiche che da sinistra si possono fare (e che io faccio mie), Grillo, Casaleggio e i cittadini dei meetup hanno fin qui svolto un gran lavoro, che deve ancora di più far rimarcare l'arretratezza dei leader della sinistra radicale, ma ora, riprendendo sempre Giannuli, sono ad un bivio.
Possono incassare dal punto di vista elettorale il consenso fin qui raggiunto per una probabilmente non trascurabile presenza parlamentare che difficilmente però potrà essere qualcosa di più di una testimonianza e andare oltre il vano tentativo di intralciare decisioni prese in altre sedi e da altri poteri, non democraticamente eletti, di cui PD, PDL, UDC e SEL sono e saranno i meri esecutori.
Oppure, cogliendo l'opportunità storica che abbiamo di fronte per il vuoto politico che si è prodotto, fare piazza pulita delle accuse di doppiogiochismo che gli vengono rivolte e diventare promotori e partecipi di una più ampia alleanza per l'alternativa – insieme a Di Pietro, agli 'arancioni' di De Magistris, ai comunisti, agli ambientalisti, alle liste civiche, alla Fiom, agli intellettuali di ALBA, di Micromega, del Fatto Quotidiano, del Manifesto, ad Alternativa di Giulietto Chiesa – per trasformare radicalmente il nostro Paese.
Un'Alleanza in cui, forte dei propri numeri, il Movimento Cinque Stelle potrebbe imporre le proprie condizioni: programmi e candidature scelte dal basso, incandidabilità di inquisiti, condannati e di chi ha pregresse esperienze in assemblee rappresentative, rifiuto del finanziamento pubblico.
Io, come faccio da anni, continuo ad illudermi che esista ancora una possibilità di salvezza per il nostro Paese.

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