"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

giovedì 18 aprile 2013

Signori elettori del PD: il vostro partito è marcio


Vignetta realizzata da Luca Peruzzi

 
Sono quasi vent'anni che il PD (nella forma attuale ed in quelle assunte nel passato, PDS e DS) chiede il voto agli elettori democratici e di sinistra “per non far vincere Berlusconi” ed il giorno dopo le elezioni, sia esso maggioranza od opposizione, tratta, inciucia, si accorda sotto banco con il Cavaliere Nero di Arcore lanciandogli quando necessario ciambelle di salvataggio e concedendogli salvacondotti.
Per quanto mi riguarda il disvelamento definitivo, senza necessità di ulteriori prove, della menzogna del PD partito popolare e di sinistra (ancorché liberal, ancorché riformista) si è avuto con l'appoggio al più feroce governo antipopolare della storia italiana, quello di Monti, con annessa resurrezione di Berlusconi.
Se il Movimento 5 Stelle è arrivato a prendere il 25 per cento dei voti, pur con tutti gli aspetti contraddittori e discutibili che lo contraddistinguono (almeno per chi come me si sente di sinistra e si riconosce ancora sostanzialmente nella politica e nei partiti tradizionali, fatti di rappresentanza di specifiche classi sociali, di quadri dirigenti, di visioni ideologiche, di discussioni e dibattiti fatti alla luce del sole), non è perché gli italiani si sono impazziti ma perché non esisteva altra strada visibile, credibile e concreta per i cittadini per reclamare un qualche cambiamento ed una qualche moralizzazione della nostra vita pubblica.
La scelta del PD di candidare Franco Marini alla Presidenza della Repubblica è pienamente coerente con questa storia ventennale.

Ma come è possibile? Il centrosinistra ha praticamente da solo o quasi i voti per eleggere il Presidente della Repubblica, Grillo e il Movimento 5 Stelle offrono la disponibilità a votare per il Quirinale Stefano Rodotà (o Gustavo Zagrebelsky) e cioè non semplicemente dei simboli (una giornalista d'assalto come Milena Gabanelli, uno straordinario eroe pacifista come Gino Strada) ma forse il più importante giurista italiano, con una storia personale tutta vissuta nel solco della sinistra democratica, già parlamentare e dirigente del PDS, apprezzato dalla stragrande maggioranza degli elettori di centrosinistra (oltre che grillini), in grado – in quanto fedele interprete della Costituzione – di svolgere il ruolo di Presidente di tutti gli italiani, e il PD sceglie di accordarsi con Berlusconi per l'elezione del nuovo inquilino del Quirinale?
Per indicare Franco Marini, un vecchio e mediocre esemplare della casta sindacale e politica, con quello che è stato giustamente definito, di fronte ad una crisi senza precedenti della politica e dei partiti tradizionali, come un autentico schiaffo ai cittadini italiani ed in particolare agli elettori del centrosinistra?
Per avere come contropartita il via libera ad un governicchio a guida PD in grado di vivere pochi mesi, sotto lo schiaffo ed il ricatto delle destre, con il compito di realizzare il programma dei 'saggi' di Napolitano, pronto a riconsegnare il Paese a Berlusconi quando questi lo rivorrà indietro?
Riuscendo in un colpo solo, da parte di Bersani, a fare il gioco di Renzi, Grillo e Berlusconi?
Se la candidatura Rodotà (si deve presumere grazie alla lodevole influenza di Marco Travaglio) è stata una mossa geniale da parte di Grillo (che contemporaneamente divide il PD, consente al Movimento 5 Stelle di acquisire simpatie presso l'elettorato di centrosinistra contrastando la convinzione fin qui largamente diffusa che proprio l'atteggiamento di totale chiusura del partito di Grillo avesse 'costretto' il PD all'inciucio, offre comunque – e questa è la cosa ovviamente più importante – una soluzione che va nella direzione del bene del Paese), la risposta di Bersani e del PD non può essere considerato un errore fatale e da idioti, un involontario suicidio politico.
La scelta del PD per Marini e per l'inciucio di Berlusconi è l'inevitabile risultato di un partito marcio e di una dirigenza, come insinuano con un retorico punto di domanda Flores d'Arcais e Barbara Spinelli, sotto ricatto.
Si deve amaramente concludere che il vero problema di questo Paese non è (solo) Berlusconi ma il PD. E sotto questa luce appare totalmente fallimentare, miope e colpevole la strategia di Nichi Vendola di stringersi in un'alleanza mortale con quel partito.

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