"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

lunedì 23 settembre 2013

Le elezioni tedesche e la crisi della democrazia rappresentativa

Anche le elezioni in un Paese 'serio' come la Germania ci indicano quanto sia in crisi la democrazia rappresentativa. Quello che tutti i giornali titolano come il trionfo della Merkel in realtà è una vittoria ottenuta con circa il 42 per cento dei voti espressi e cioè tenendo conto del dato dell'affluenza (il 72 per cento circa) la Democrazia Cristiana tedesca ha ottenuto il consenso di tre tedeschi su dieci (3,4 tedeschi su dieci se sommiamo al partito della Merkel i voti dei liberali che, almeno al momento, non vengono accreditati del superamento della soglia di sbarramento).
Nonostante i voti dei partiti di opposizione (i socialdemocratici, i verdi, la sinistra radicale della Linke) tutti insieme equivalgano grosso modo al consenso ricevuto dalla Markel, il voto di quei tre tedeschi su dieci determinerà la politica della Germania per i prossimi 4 anni. E non solo della Germania ma di tutta la zona Euro.
C'è però da riconoscere quantomeno, proprio perché la Germania a differenza dell'Italia è un Paese 'serio', che la Merkel nemmeno si sognerà di stravolgere le regole costituzionali tedesche facendosi forte unicamente del voto ricevuto. E se venisse colta sul fatto con le mani nella marmellata (chessò aver copiato la tesi di laurea o non aver pagato i contributi alla propria collaboratrice domestica) si dimetterebbe dall'incarico senza fare troppe storie.

1 commento: