"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

giovedì 24 luglio 2014

L'informazione marcia e l'assoluzione di Berlusconi per il caso Ruby




Dagospia definisce i quotidiani in mano ai grandi poteri economici i “giornaloni marci”. Ed in effetti non si può non condividere questo giudizio se si guarda a come vengono presentati e trattati i fatti che riguardano la vita italiana e le più importanti vicende internazionali (a partire dal genocidio perpetrato dai sionisti contro i palestinesi a Gaza).
L'assoluzione di Berlusconi (in un procedimento peraltro che dovrà ancora passare per la Corte di Cassazione) nel caso Ruby (dalle accuse di aver avuto rapporti a pagamento con una prostituta minorenne e di aver 'costretto' un pubblico funzionario ad affidare la ragazza trattenuta in questura ad una persona di sua fiducia) è certamente un piccolo fatto ma emblematico di come certa stampa e certa politica tratti le notizie.
E' un piccolo fatto perché di tutte le inchieste ed i procedimenti giudiziari che ha affrontato e sta affrontando Berlusconi è quello probabilmente con meno rilevanza politica. E' emblematico per come si tenta fraudolentemente di far passare l'assoluzione in questo singolo procedimento giudiziario come la riabilitazione politica di Berlusconi e la sua legittimazione a nuovo Padre Costituente per sovvertire, in accordo con il PD di Renzi e in ossequio alla regia di Giorgio Napolitano, la Carta Fondamentale eredità della Resistenza antifascista.
Facendo affidamento su di un'opinione pubblica distratta e di poca memoria si tratta di un'operazione politica di disinformazione talmente disonesta da far venire i brividi e lasciare basiti e si accoppia, pur su di un piano di ben altra gravità, con il tentativo di far credere che le centinaia di civili, ed in particolare di bambini, assassinati dall'esercito di Israele a Gaza costituiscano la conseguenza inevitabile del diritto a difendersi da parte di Israele dall'aggressione (in realtà condotta con razzi inoffensivi) di Hamas.

Allora lasciamo stare il caso Ruby: i fatti contestati non erano rilevanti sul piano penale così come non dovrebbero esserlo sul piano politico i comportamenti sessuali di Berlusconi; facciamo finta di dimenticare gli effetti sulla sentenza della legge 'anticorruzione' della Severino, tutte le menzogne dette nella vicenda, i pagamenti effettuati a favore delle protagoniste delle 'cene eleganti' chiamate a testimoniare dai magistrati dell'accusa in Tribunale, che il titolare della più importante carica politica della Repubblica (la Presidenza del Consiglio dei Ministri) si sia posto in una condizione di ricattabilità accogliendo nelle proprie abitazioni personaggi - uomini e donne - equivoci e impresentabili.
Ma restano come macigni tutte le vicende accertate giudizialmente che rendono Berlusconi indegno di governare l'Italia o anche solo di fare politica e tanto più di partecipare, con i suoi voti determinanti, alla riscrittura della Costituzione.

Tralasciando i tanti procedimenti in corso, quelli prescritti in passato o che si sono conclusi con l'assoluzione grazie a modifiche legislative tempestive e 'provvidenziali', ne cito quattro (tutti passati in giudicato):

la condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale;
la condanna di Marcello Dell'Utri, cofondatore di Forza Italia e storico collaboratore di Berlusconi, per concorso esterno in associazione mafiosa (e nella sentenza Dell'Utri viene indicato quale tramite tra Berlusconi e la mafia);
la condanna di Cesare Previti, avvocato della Fininvest ed esponente della prima ora di Forza Italia, per corruzione in atti giudiziari tra i quali l'assegnazione a Berlusconi della Mondadori (sentenza frutto di corruzione a fronte della quale la Fininvest è stata condannata a risarcire la Cir di Carlo De Benedetti per 494 milioni di euro);
la condanna in primo e secondo grado di David Mills, avvocato inglese di Silvio Berlusconi, per aver reso falsa testimonianza in tribunale, dietro un compenso di 600.000 dollari, a favore di Silvio Berlusconi; sentenza annullata in Cassazione per intervenuta prescrizione.

Ce n'è abbastanza – se vivessimo in un Paese dove la parola decenza significasse ancora qualcosa – perché le forze politiche democratiche e interessate al bene pubblico, le persone chiamate alla guida delle Istituzioni della Repubblica, l'informazione e gli opinion leader agissero per stendere un cordone sanitario attorno a Berlusconi e al suo partito personale. Per impedirgli di poter influenzare le decisioni che riguardano la cosa pubblica.
Ma siamo in Italia e dunque si chiedono a Berlusconi i voti determinanti per cambiare la Costituzione ed attuare il piano di rinascita nazionale del capo della P2 Licio Gelli.


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