"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

venerdì 31 gennaio 2014

UN GROTTESCO MINUETTO



di Giandiego Marigo

Si fa sempre più forte in me la sensazione d'un grottesco minuetto, dì un balletto in cui il popolo è l'oggetto del contendere, la vittima di una orrenda manipolazione.
Da una parte un potere elitario e crudele che ha “corrotto e comperato” la classe politica europea e nazionale, per ovvia conseguenza, sino ai risvolti più vergognosi, senza alcun riguardo per le bandiere ed i colori delle divise.
Dall'altra il blaterio e l'urlo di una opposizione pochissimo chiara, composita, indeterminata, interclassista, confusa e torbida, che fa dell'urlo e dell'insulto il suo linguaggio, che privilegia l'apparenza alla sostanza.
Entrambe le fazioni non sono composte da ignoranti schiavi delle propie pulsioni, entrambe anzi affidate ad esperti della comunicazione, della manipolazione mediatica … entrambe ampiamente “organizzate” in senso comunicativo...ed allora ci si chiede perché la ricorrenza di “equivoci, fraintendimenti, di un uso strumentale e finalizzato”.
Un Balletto, persino un poco macabro, che si muove, però, solo sulla superficie, che distrae parlando anche con toni ieratici e vagamente profetici solo della buccia di ogni questione in gioco, sino a ridurre ogni cosa ad sterile inutile scontro, ottimo per l'apparenza ma inutile per il cambiamento, ben farcito di insulti e di “dichiarazioni di principio”.
Da una parte e dall'altra però la finalità mi appare la medesima … distrarre, sviare, procrastinare la ribellione possibile, ipnotizzare.
In questa chiave possono essere letti gli eccessi, tutto sommato inutili, del guru assoluto dell'antipolitica Made in Italy da una parte e quelli di una classe politica senza alcuna morale dall'altra... quasi a illudere che il problema sia l'onestà e non gli interessi in gioco. In un batti e ribatti che appare ogni giorno di più programmato solo per rinviare e guadagnare tempo all'affermazioone del nuovo ordine.
L'etica privata della morale e della spiritualità, fine a se stessa.
Il Pragmatismo elevato ad unico linguaggio.
L'annuncio mediatico che diviene metodo.
Il racconto del punto di vista elevato a verità oggettiva.
L'abuso dei media rispetto all'esperienza diretta.
La partecipazione esaltata ed esorcizzata nel medesimo gesto.
Ed in mezzo l'oggetto del contendere … quel consenso popolare che si trasforma non in partecipazione attiva e critica, ma in santificazione del potere, certificazione del diritto al comando. Il televoto portato ad essere proposta di democrazia diretta.
Mentre del lavoro, dell'evasione fiscale, delle povertà dilaganti, della privazione totale dei diritti, della globalizzazione della miseria, della manipolazione delle leggi internazionali e nazionali a favore dello strapotere delle major, del rapporto di potere mostruoso che si sta realizzando fra chi detiene ormai mezzi di produzione ed energia per alimentarli, sino al potere sull'alimentazione reale della gente, non si discute affatto.
Così come non si tange in alcun modo il potere “reale” degli 85 padroni del mondo.
Mentre si permette , di fatto, che il medioevo, prossimo venturo, della nuova nobiltà delle “Famiglie dominanti” si affermi su una plebe … una servitù della gleba sempre più ampie.
Certo per amore dell'apparenza della verità questa realtà viene, a volte, sommariamente descritta, a volte persino distrattamente citata, ma mai realmente affrontata.
Il Giogo Europeo e la sua parte nel progetto di dominio globale, affrontato in modo superficiale anche se “apparentemente radicale” limitando ad un vuoto slogan anti-euro la realtà di un'analisi molto complessa, che incontrerebbe immediatamente e direttamente la questione dell'elite, se affrontato in modo corretto.
Partendo cioè dai Trattati, dalle premesse e non dalla moneta che è un sffetto (sebbene rilevante).
L'attenzione viene deviata sui temini “Rivoluzione, Boia, Vaffanculo, Sollevazione” così come la polemica, mentre si perde di vista il senso ed il contenuto.
Soprattutto si distrae dalla reale portata dei “mutamenti in atto”, la gente guarda i due litiganti, cerca l'insulto e la vista del sangue … mentre intorno si riempie di cartelli di “Lavori in Corso”,.
Il che e perfetto, dal punto di vista dell'elite che ha, dal suo punto di vista, soltanto bisogno di quel lasso di tempo tecnico che viene guadagnato in inutili polrmiche sull'insulto, sul litigio, sulla descrizione del problema.
Basti guardare a esemplificazione come gli avversari apparenti si descrivono l'uno con l'altro, narrando dell'antagonista apparente la stupidità, la faciloneria, l'orrida volontà della bestia ignorante e cattiva, quasi che essere l'altro sia la dimostrazione dell'assoluta mancanza d'ogni cultura. L'ignoranza assoluta.
Entrambi sanno benissimo che non è così.
Hanno frequentato le medesime università ed hanno da entrambe le parti un'ampia raccolta di Master in Comunicazione, stuoli di pubblicitari e di esperti.
Sanno quel che dicono e lo dicono così proprio perchè sanno e perché vogliono.
Un Balletto, un orrendo minuetto che rarissimamente affronta la sostanza delle cose, ma chiama spessissimo, da una parte e dall'altra il popolo in difesa strenua del nulla ed allora io mi chiedo... che sia il medesimo disegno?
Per finire come ultima considerazione entrambe le fazioni sembrano avere un unico nemico reale. Un comune spauracchio ed è una “vera sinistra di classe” che superi il pantano della citazione e la palude libresca e sappia parlare con la lingua di questi tempi … che sia un caso?
Sono uno spiritualista e non credo nelle coincidenze … perdonatemene.


giovedì 30 gennaio 2014

Il colpo di Stato dell'Italicum

L'accordo Renzi-Berlusconi visto da Luca Peruzzi

Secondo il filosofo Diego Fusaro l'antiberlusconismo è stato il grande inganno e la grande mistificazione ideologica con cui la “Sinistra” (in realtà bisognerebbe dire il partito – PDS-DS-PD – principale erede del PCI e che proprio nella sua involuzione ha tradito tutti i valori della Sinistra) ha fatto accettare il liberismo capitalista, sotto l'ombrello del tutti contro il padrone di Mediaset. A distanza di vent'anni dalla discesa in campo berlusconiana ci ritroviamo in piena dittatura del pensiero unico liberista e con Berlusconi nuovamente sdoganato, nonostante condanne e inchieste penali, quale novello padre della patria e costituente.
Leggi Italicum, il progetto di legge elettorale e di modifica costituzionale frutto dell'accordo tra Renzi e Berlusconi (e per questo definito anche il Renzusconi o il Pregiudicatellum), e ti viene in mente, per una tragica associazionedi idee suscitata dall'assonanza dei termini, l'Italicus, il treno di una delle tante stragi fasciste, nel 1974 in piena epoca piduista.
D'altro canto dici Italicum e non puoi non pensare alla massoneria. Matteo Renzi è nato in Toscana, terra di antiche tradizioni massoniche, alcuni affermano sia figlio di un massone ed egli stesso è indicato da Gioele Magaldi del Grande Oriente Democratico quale aspirante massone, toscano e più volte accusato di essere massone è anche Denis Verdini colui che per conto di Forza Italia ha condotto la trattativa con la segreteria del PD, di Berlusconi ovviamente non si può non ricordare la tessera n. 1816 della loggia massonica P2.
E ovviamente un progetto antidemocratico e autoritario come l'Italicum non può non far tornare alla mente a Licio Gelli, massone e toscano, capo della P2, non perché si possa pensare che il suo Piano di Rinascita Democratica sia ancora la fonte di ispirazione degli attentatori della nostra Costituzione ma perché in quel Piano erano elencati i passi necessari, praticamente tutti realizzati, per trasformare la democrazia italiana in un morbido regime autoritario: rendere innocui i sindacati, mettere saldamente il sistema televisivo e dell'informazione al servizio del potere, imporre coattivamente il bipolarismo-bipartismo per cancellare quanto più possibile dal Parlamento le voci alternative, di opposizione e di critica politica e sociale.

domenica 26 gennaio 2014

Appello dei giuristi: Italicum peggio del Porcellum, fermatevi!

Riforme. L’appello dei più autorevoli costituzionalisti italiani ai parlamentari. Sotto accusa premio di maggioranza, liste bloccate e sbarramento


La pro­po­sta di riforma elet­to­rale depo­si­tata alla Camera a seguito dell’accordo tra il segre­ta­rio del Par­tito Demo­cra­tico Mat­teo Renzi e il lea­der di Forza Ita­lia Sil­vio Ber­lu­sconi con­si­ste sostan­zial­mente, con pochi cor­ret­tivi, in una rifor­mu­la­zione della vec­chia legge elet­to­rale – il cosid­detto “Por­cel­lum” – e pre­senta per­ciò vizi ana­lo­ghi a quelli che di que­sta hanno moti­vato la dichia­ra­zione di inco­sti­tu­zio­na­lità ad opera della recente sen­tenza della Corte costi­tu­zio­nale n.1 del 2014.
Que­sti vizi, afferma la sen­tenza, erano essen­zial­mente due.

sabato 25 gennaio 2014

Una moneta complementare per il welfare. Potrebbe essere questa la soluzione per uscire dalla crisi?

Foto di Maice da Facebook https://www.facebook.com/photo.php?fbid=564998003589775&set=a.160384130717833.37334.160381424051437&type=1&theater

di Maurizio Zaffarano

Non mi addentro in questo post nella discussione sull'uscita dall'euro consapevole delle implicazioni, non liquidabili in poche righe, economiche, politiche, sociali, storiche, culturali, delle relazioni internazionali che essa si porta dietro e nella convinzione che, se questa Europa dell'austerità e del liberismo è l'Inferno, l'uscita dall'euro di per sé non è il Paradiso (“le ingenue apologie del cambio flessibile quale panacea di ogni male” per citare il monito degli economisti di Emiliano Brancaccio e altri).
L'euro, se non cambieranno le regole e gli strumenti che lo governano, è destinato probabilmente ad implodere: dunque il problema per la Sinistra non è di accodarsi alle destre nello sventolare la bandiera dell'uscita dall'euro (cioè focalizzarsi sull'arma che uccide e non su chi la impugna) ma di lottare per cambiare i rapporti di potere e gli assetti proprietari su cui è fondato il capitalismo dei nostri tempi e di contrapporgli un'alternativa (ed in questo senso è interessante leggere cosa scrive Bruno Amoroso).
In caso contrario, se e quando si arriverà all'uscita dall'euro questa verrà gestita dalle stesse oligarchie (quelle che fondano il proprio potere sulle mafie, sulla corruzione, sull'evasione fiscale, sulla devastazione dell'ambiente, sulla subalternità ai 'mercati', al Vaticano, al capitalismo di rapina e agli interessi delle grandi multinazionali) che ci hanno condotto al baratro a cui siamo giunti: serve allora dunque costruire da subito una reale alternativa politica e culturale ed una concreta rete di protezione a favore dei ceti popolari, per contrastare povertà ed esclusione sociale.

domenica 19 gennaio 2014

Le balle spaziali su legge elettorale e governabilità




Che le regole di una democrazia, e tra queste il sistema elettorale, debbano essere approvate con il massimo del 'consenso' (termine il cui senso e significato andrebbe però ben definito e sviscerato) possibile è cosa buona e giusta.
Che il partito di maggioranza relativa che si è proposto di modificare la legge elettorale debba incontrare su tale argomento le opposizioni è un fatto assolutamente normale.
Detto questo, riguardo all'incontro tra Renzi e Berlusconi sulle riforme istituzionali, finisce quanto può essere considerato corrispondente al buon senso e comincia l'enorme serie di balle che stanno raccontando su legge elettorale e governabilità.
Anzitutto incontrare i leader di un partito di opposizione è un atto dovuto, non lo è affatto se il leader che si incontra e con cui si pretende di costruire l'architrave della terza Repubblica è stato espulso per indegnità dal Senato, per una condanna di evasione fiscale, e se è gravato da un conflitto di interessi grosso come un macigno.

venerdì 17 gennaio 2014

APPELLO DI CITTADINI, ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI PER LA LISTA PER TSIPRAS

APPELLO DI CITTADINI, ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI
 PER LA LISTA DI SOSTEGNO ALLA CANDIDATURA DI ALEXIS TSIPRAS
 ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA


Siamo cittadine e cittadini, attivisti, militanti dell'area dell'alternativa politica e sociale e della Sinistra che aderiscono con forza e convinzione al progetto di costituire una lista per le prossime elezioni europee in collegamento con la lista della Sinistra Unitaria Europea nel nome di Alexis Tsipras, il simbolo della resistenza solidale e democratica del popolo greco alla macelleria sociale imposta dall’Unione Europea.


A tal fine

-          auspichiamo che tale lista possa raccogliere tutte le varie e disperse anime dell’area progressista italiana che condividano la visione di una nuova Europa fondata sulla solidarietà e sulla sovranità dei popoli, su di un modello economico  che valorizzi e rispetti le aspirazioni ed i diritti di tutti i cittadini europei e che sia compatibile con la salvaguardia dell’ambiente naturale, contro l’Europa del liberismo e del potere delle oligarchie finanziarie alla quale continua a fare riferimento l’attuale maggioranza parlamentare Renzi-Alfano-Monti-Casini di cui è espressione il governo Letta;
-          coerentemente con lo spirito a cui è sempre stato improntato il nostro impegno, chiediamo che tale lista possa nascere attraverso un processo ampiamente partecipato ed orientato dal basso e con il coinvolgimento, in assemblee territoriali, di cittadini, movimenti, associazioni, comitati di lotta e di resistenza sociale, rappresentanti e militanti di organizzazioni partitiche;
-          riteniamo che tale processo di costruzione partecipata della proposta politica elettorale, per non ripetere gli errori e le divisioni del passato e perché non diventi ostaggio né delle logiche lottizzatrici delle segreterie partitiche né di discutibili autoinvestiture di pur prestigiosi personaggi del mondo della cultura e della società civile, debba trovare il momento di sintesi e di verifica democratica, sulla base del principio “una testa, un voto”, in una specifica consultazione in cui tutti i cittadini interessati a questo progetto possano esplicitamente definire in modo trasparente, libero e non manipolabile priorità programmatiche, candidature e la stessa “cabina di regia” della lista;
-          invitiamo pertanto tutti i soggetti interessati - a cominciare da partiti, movimenti, associazioni - a costituire da subito un tavolo di lavoro, al quale come rappresentanti dei movimenti che aderiscono a questo appello chiediamo di partecipare, per attivare nel più breve tempo possibile il percorso di consultazione democratica dei cittadini, indispensabile per costituirci come “comunità politica” e per infrangere quel silenzio mediatico che è inevitabilmente destinato a scendere nei prossimi mesi sulla lista per Tsipras.


PROMOTORI:

Movimento RadicalSocialista
Sinistra Unita - Area di Progresso e Civiltà
Centro Studi Marxisti Lelio Basso per l'Alternativa Socialista



sabato 4 gennaio 2014

L'IMPORTANZA DI UN 'OCCASIONE



Di Giandiego Marigo

Abbiamo un nome Alexis Tsipras che non è solo un nome , ma sottende un progetto. Non amo , come ormai molti sanno, i leader, mi sorge una forma di idiosincrasia allergica quando un “signor chiunque” diviene troppo “enfatizzato e pompato”, non credo e non crederò mai nei santi portatori di soluzioni, negli uomini del destino. (anche per questo, soprattutto per questo diffido di chi punta tutto sul carisma di un solo uomo)
Però quel che c'è dietro e dentro la candidatura di Tsipras è d'importanza fondamentale, soprattutto, anche se non solo, per quel che rimane della “sinistra” italiana.
Chi mi sonosce sa che che non amo la parola “sinistra” la trovo riduttiva ed angusta per descrivere compiutamente quello che occorre davvero a questo paese e all'umanità ( sempre modesto … notate) che è un'AreA di Progresso e Civiltà, che sappia opporsi e contrapporsi alla conservazione forzata dei pochi che detengono oggi il potere nel mondo. Credo che questa lista possa rappresentare un primo passo, se viene intesa come l'occasione fondamentale che potrebbe rappresentare.
Certo un progetto come questo, diciamolo chiaramente, passa per la dismissione … per il ritorno a casa, delle attuali dirigenze, segreterie , comitati. Per la dismissione di leader e grandi vecchi, ma se il loro fosse un passo indietro volontario? Un mettersi a disposizione, una presa di coscienza di una inderogabile neccessità … bhè allora tutto diventerebbe possibile. Perchè mai dovremmo continuare a farci moralizzare da un comico e dal suo oscuro suggeritore? Abbiamo forse bisogno che qualcuno ci re-insegni la strada dell'etica? Della giustizia e della moralità?
Oppure riusciremo a sfruttare questa occasione per iniziare, finalmente, un percorso di unità dell'AreA.
Non sono io a dover segnalare la necessità che questo avvenga, vogliamo forse lasciare in mano il mondo e la visione a Trangugia & Divora. Rimanere succubi di questo gioco assurdo del poliziotto buono e di quello cattivo … mentre il potere trasmuta sé stesso verso un nuovo medio evo bio-tecnologico, che ci vedrà schiavi felici in un mondo che loro ci descriveranno come “perfetto”?
Detesto i pensatori raffinati e “citatori professionisti” e quindi continuerò a scrivere, così … a braccio.
Quello che voglio dire è che “probabilmente” quel che resta della sinistra radicale troverà in “Tsipras presidente” un momnento di “forzata” promiscuità, che riuscirà persino a superare ego sconfinati e leader orticulturi. Che imporrà vicinanze che i “costruttori di muri” hanno sin qui accuratamente evitato.
Abbiamo l'occasione, sfruttiamola, per fare in modo che gli arzigogoli intellettuali, le raffinate definizioni libresche, le dotte analisi di fondo, che sino a qui ci hanno frantumato divengano di secondaria importanza rispetto alla centralità dell'unità necessaria ed auspicabile, rispetto alla inderogabilità di procedere uniti alla profonda modificazione del nostro intorno. 
Sulla base di quel che siamo, di quello che scegliamo, di quello che facciamo e non delle parole che altri hanno scritto su un libro, che per quanto importante resta quel che è, un libro.
Comportamenti quindi, scelte condivise, argomentazioni di fondo … perché è di comportamenti e scelte il vero cambiamento … e forse ci accorgeremo che la misura della vicinanza e della condivisione è altra che non un'etichetta, un marchietto, una bandiera.
Parlandoci e camminando insieme saremo forse costretti ad ascoltarci ed a scoprire quanto i nostri discorsi di fondo siano simili, quanto lo siano i motivi che ci hanno spinto a scegliere d'essere qui ed ora.
Questo e non altro è il trovarsi sulle cose, questo quello che da sempre chiedono le donne e gli uomini di sinistra che si appellano all'unità … parlare delle cose , del fare, del cambiare e dell'essere, piuttosto che del dividere un capello … di dubbia provenienza in quattordici elaboratissimi pezzi.
Non ho voluto fare un discorso da intellettuale ma volutamente ho tenuto un profilo basso … logico, ovvio, ma è proprio l'offesa a questa ovvietà, a questa innegabile necessità che più ha distrutto, più ha frantumato e più ha allontanato.
Ancora oggi i “militanti” fanno fatica, a separarsi dalla loro “appartenenza a dismettere la maglietta da tifoso, prigionieri dell'orgoglio di aver “tenuto botta nei tempi difficili”, li capisco sono stato uno di loro, per tanti … tantissimi anni Avanguardia Operaia, Democrazia Proletaria, Rifondazione … ho visto loro e gli altri ( ho molto girato e molto cercato, e molto poco trovato)… ma oggi è il tempo dei comportamenti, dell'esempio e del camminare sull'onda del cambiamento, dell'essere il cambiamento nell'onda medesima.

La lista per Tsipras può essere pretesto od occasione “Sinistra Unita- AreA di Progresso e Civiltà” nasce per questo perché sia occasione, inizio ...primo passo.

mercoledì 1 gennaio 2014

L'intollerabile ipocrisia del discorso di fine anno di Giorgio Napolitano




Gli auguri, si sa, sono normalmente intrisi di retorica e spesso anche di ipocrisia. Tanto più nel rito istituzionale del discorso di fine anno del Presidente della Repubblica. Non ho, ovviamente, ascoltato in televisione Giorgio Napolitano facendo parte dei tanti, probabilmente la maggioranza degli italiani, che non gli riconoscono il ruolo di supremo garante della legalità costituzionale e dell'unità nazionale.
Mi è bastato però leggere, nei resoconti e nei commenti degli organi di informazione, l'ampia e scontata profusione di parole come coraggio, fiducia, speranza, riforme, lavoro, l'invocazione di sacrifici 'pure per i politici' ed in più la strumentale citazione di alcune delle lettere disperate giunte al Quirinale per sentire rafforzata la mia indignazione per una politica ridotta ad una squallida rappresentazione caricaturale di quella che dovrebbe essere la sua nobile funzione.
Giorgio Napolitano non può rammaricarsi della tragica condizione di tanti italiani perché questa dipende anche dalle sue scelte. Egli è infatti, nell'ambito dell'attuale ceto politico, il maggior responsabile della crisi economica, sociale, politica che stiamo vivendo (una situazione da dopoguerra per citare i 'comunisti' di Confindustria).
Per la sua complice tolleranza nei confronti dei governi dell'eversore ed evasore Silvio Berlusconi prima e per aver fatto da levatrice ai governi della macelleria sociale di Mario Monti (quello che con la caduta verticale del Prodotto Interno Lordo e con le 'riforme' sul lavoro e sulle pensioni della Fornero ha prodotto e rafforzato la dilagante disperazione sociale) e della inconcludente navigazione a vista di Enrico Letta dopo, svolgendo il ruolo di garante degli interessi delle oligarchie finanziarie e dei poteri forti a danno di un intero popolo, niente più che l'esecutore fallimentare di una Nazione sulla base delle criminali e irrazionali disposizioni impartite da Commissione Europea, BCE e Fondo Monetario Internazionali.