"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 29 dicembre 2015

Italia: il pareggio di bilancio si realizza con i morti





C'è la melassa stucchevole dell'informazione natalizia e c'è la réclame senza soste di Renzi, il Vanna Marchi della politica, che spaccia per successi del suo governo e segni della rinascita italiana persino meri doveri dell'Esecutivo: il completamento di opere pubbliche (peraltro di dubbia utilità) cantierate e finanziate in tempi immemorabili e qualche manciata di restauri a fronte di uno smisurato patrimonio artistico e archeologico lasciato nel degrado e nell'incuria.
E poi ci sono le notizie vere, quelle che dovrebbero essere al centro del dibattito pubblico e sulle quali costruire le trasmissioni televisive se non fosse più comodo e utile farlo mistificando la realtà e sfruttando marginali episodi di cronaca nera o grigia di cui sono protagonisti qualche balordo, qualche piccolo criminale di strada, qualche falso invalido o qualche dipendente pubblico assenteista.
Quante trasmissioni televisive hanno parlato della notizia, sconvolgente e inquietante, dell'aumento record di morti nel 2015 in Italia, un incremento comparabile a quello degli anni della guerra?
Non sono ancora disponibili i dati suddivisi per regione, per classi di età, per sesso, per condizione sociale ed economica che consentano di trarre conclusioni ma evidentemente sul banco degli imputati ci sono la crisi ed il taglio della sanità pubblica. Sono fatti già accertati che con la crisi e lo smantellamento progressivo del servizio sanitario nazionale molte persone sono costrette a rinunciare a curarsi e che si sono persi dal 2004 tra i sette e i dieci anni di vita in buona salute.

domenica 20 dicembre 2015

Grande è la confusione sotto il cielo della Sinistra


Salvini e la Le Pen secondo Luca Peruzzi


Grande è la confusione sotto il cielo ma non so se ciò renda, non me ne voglia il compagno Mao Tse-tung, la situazione favorevole.
Grande è la confusione sotto il cielo della Sinistra, in Italia e nel mondo. Una confusione che è figlia, da un lato, della frustrazione e del senso di impotenza di chi vede il baratro – morale, sociale, politico, economico – nel quale siamo precipitati ma non riesce ad individuare un modo per riscattarci e per salvarci e, dall'altro, è conseguenza del fatto che sono venuti meno gli schemi mentali, i punti di riferimento ideali attraverso i quali potevamo indicare ed indicarci dal punto di vista collettivo ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e i mezzi per perseguire il bene e il giusto.
Nella mia visione, pragmatica e rudimentale e di questo chiedo preventivamente comprensione e perdono ai cultori e ai custodi dei Dogmi e della Dottrina, la Sinistra è la parte politica che vuole per ciascun essere umano la possibilità di esprimere il meglio di sé stesso e di cercare la propria felicità coltivando la propria natura, il proprio talento, le proprie inclinazioni e che ritiene, perché ciò possa realizzarsi, che ciascun essere umano sia liberato dalla schiavitù del bisogno. Dunque che ciò che viene prodotto possa essere equamente distribuito tra tutti, perché a nessuno manchi ciò che è necessario per vivere, e che collettivamente possiamo decidere cosa, quanto e in che modo produrre.

Recita l'articolo 3 della Costituzione (e mi sembra che possa spiegare egregiamente ciò che dovrebbe essere e dovrebbe perseguire la Sinistra):

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. 

domenica 29 novembre 2015

Sinistra: che (cosa si potrebbe) fare




Vi sono due parole che, a proposito di Sinistra, sono scomparse dal mio personale vocabolario: Stupore e Unità.

Lo Stupore per la totale scomparsa della Sinistra dal Paese che aveva il più grande Partito Comunista dell'Occidente e contemporaneamente un Partito Socialista che non era la ridicola formazione politica di Nencini ma quella di Nenni, Lombardi, Pertini oltre ad una numericamente piccola ma politicamente assai significativa area extra-parlamentare. Allo stupore, cioè alla rabbiosa incredulità, si è sostituita la razionale rassegnazione: oggi la Sinistra è tramontata dall'orizzonte collettivo, non solo e non tanto come Partito ma come valori e sentimenti condivisi, come coscienza e cultura di massa, come senso comune diffuso nel popolo. Da questa elementare consapevolezza bisogna ripartire, se sarà possibile ripartire.

L'Unità delle forze della Sinistra radicale quale premessa indispensabile – mettendo insieme quel poco di apparati, di militanza, di risorse che ancora esiste – per la formazione di un soggetto politico con il minimo di forza necessario a non essere condannato alla totale marginalità e per potersi candidare ad essere riconosciuto quale Alternativa di sistema. Il percorso degli ultimi anni - tra cartelli elettorali last minute, Rifondazione, SEL, benecomunisti, cosiddetta sinistra PD - ci ha mostrato una misera e meschina guerra di posizione di pseudo generali senza esercito per occupare posizioni – leadership e poltrone – nel nuovo ipotetico soggetto politico. L'ultima iniziativa elettorale unitaria è stata l'Altra Europa con Tsipras ad inizio 2014 ed ad oggi, mentre infuria la feroce offensiva reazionaria di Renzi, siamo ancora "al carissimo amico": nessuna organizzazione stabile, nessuna strategia politica e comunicativa, nessun chiarimento definitivo riguardo ad un elemento essenziale quale il posizionamento nei confronti del PD, nessuna capacità di calarsi nella realtà sociale imitando l'unica cosa buona che ci ha lasciato Syriza (l'organizzazione mutualistica di Solidarity For All). Ciò che ci viene proposto continua ad essere il progetto (nostalgico del Centrosinistra) di SEL allargata e patetiche e ambigue riproposizioni di cartelli elettorali usa e getta i cui manifesti fondativi riescono persino nell'impresa di non nominare mai le parole Socialismo e Comunismo. E' stato detto, e oggi lo condivido totalmente, che la Sinistra potrà rinascere non attraverso l'unità di pezzi di ceto politico – come se esistesse un popolo di Sinistra, maggioranza nel Paese, che non aspetta altro di ritrovare una guida per muoversi e sollevarsi – ma quando emergerà un'iniziativa politica, originale ed autonoma, che sarà in grado di mettersi in sintonia con i bisogni e i sentimenti migliori delle masse popolari. Maurizio Landini e Stefano Rodotà lanciando il progetto di Coalizione Sociale sembravano aver capito perfettamente tutto questo: peraltro anche loro sono ancora fermi alle parole, agli annunci, agli appelli, alle richieste di mobilitazione senza essere riusciti a penetrare la carne viva della Società.

sabato 10 ottobre 2015

Marino e Renzi: il liberista pasticcione ed il liberista feroce


Marino, Buzzi e Nieri


Che a Sinistra, che ha nel proprio dna lo stare dalla parte dei perdenti e dei deboli, ci sia qualcuno che simpatizzi per Ignazio Marino può essere comprensibile. Che lo si elevi a baluardo dell'onestà e del bene dei cittadini contro i poteri forti (i padroni capitalisti), romani e non, mi sembra francamente ridicolo.
La Sinistra non è (semplicemente) empatia caritatevole, la Sinistra è la volontà – lucida e razionale – di costruire una Società fondata sulla giustizia sociale e la liberazione dal bisogno: Marino ha forse mai dimostrato, con i propri atti, di agire per affermare valori popolari socialisti e comunisti e di contrastare il dominio capitalista del profitto?
L'onestà è una indispensabile condizione pre-politica ma non esprime in sé un programma di governo e di amministrazione della cosa pubblica finalizzata al bene comune.
Cerchiamo di capirci: se siamo tra chi considera Renzi il male assoluto - per la rottamazione della Costituzione, dei diritti dei lavoratori, dello Stato sociale - non possiamo nemmeno stare dalla parte di chi, come Marino, dipende per la propria sopravvivenza e ruolo politico da Renzi.
Ignazio Marino è senza alcun dubbio nemmeno lontanamente paragonabile ad Alemanno e al suo coinvolgimento nel malaffare politico, ma mi auguro che sia ormai passato il tempo, per chi è convinto della necessità di costruire un'Alternativa di Sistema, della resa alla logica della scelta del (presunto e meramente consolatorio) male minore: Marino contro Alemanno (o alle prossime elezioni Marchini), ieri Prodi contro Berlusconi, domani Renzi contro Salvini.
E poi, se Marino ha (fino ad oggi) la fedina penale pulita l'onestà e la coerenza politica sono altre cose.

lunedì 17 agosto 2015

Democrazia e “Sistema”


La Strage di Bologna by Luca Peruzzi

La resa della Grecia di Tsipras nella trattativa con la Troika (chi, a Sinistra, nega che si sia trattato di resa è o in malafede o non è in grado di fare a meno di interpretare la realtà unicamente in modo autoconsolatorio) non solo sancisce l'irriformabilità attuale dell'Unione Europea soggetta al pugno di ferro dell'ordoliberismo tedesco ma ci riporta tutti sulla terra, cancellando sogni e illusioni, dimostrando l'impossibilità - dentro il sistema di potere globale – di governare a vantaggio della maggioranza dei cittadini e dei ceti popolari .
Puoi anche vincere le elezioni con un programma di riforme radicali (se riesci a neutralizzare e sconfiggere, sul piano del voto, i formidabili fattori di distorsione della comprensione ed interpretazione della realtà e decisivi nella formazione della volontà popolare, tutti sotto il controllo del “sistema”) ma poi non puoi realizzare nulla o quasi di quel programma.
E' l'ormai vecchia questione della Politica, il governo della Cosa Pubblica fondato sui bisogni e gli interessi del popolo ed espressione della volontà generale, esautorata dal potere delle elites economiche e finanziarie.
E' sufficiente rileggersi Noam Chomsky: Non ha più importanza chi detiene il potere politico, tanto non sono più loro a decidere le cose da fare.”

venerdì 10 luglio 2015

La lezione della Grecia




Provo a guardare allo straordinariamente positivo esito del referendum di domenica 5 luglio in Grecia non dal punto di vista della questione austerità/euro ma rispetto alla prospettiva della rinascita di un'Alternativa di Sinistra in Italia.
Ciò che ci insegna la Grecia di Syriza ma anche la Spagna di Podemos, due Paesi cioè molto spesso accomunati all'Italia in termini di cultura e "indole" sociale nonché di (in)efficienza delle strutture amministrative pubbliche, è che la condizione indispensabile (anche se non sufficiente) per dare una dimensione maggioritaria e di massa ad una proposta politica di Sinistra è la coerenza e la credibilità di chi la porta avanti.
E' attraverso la propria credibilità e coerenza, rendendo manifesta e innegabile la propria diversità nei confronti dei partiti che si sono alternati al governo della Grecia negli ultimi decenni, che Syriza ha potuto prima vincere le elezioni e poi ricevere un esplicito mandato popolare a trattare con la Troika, sulla base di una linea di fermezza e dignità nazionale, sulla questione del debito (gli esiti e i risultati di questa trattativa.esulano evidentemente da questa riflessione).

domenica 5 luglio 2015

Papa Francesco e la dittatura del pensiero unico liberista




L'accusa al capitalismo e al libero mercato - “l'economia che uccide” - di essere alle origine delle inaccettibili disuguaglianze e povertà diffuse nel mondo e della distruzione dell'ambiente naturale, il riconoscimento della Palestina come Stato, la definizione dell'ergastolo quale pena di morte mascherata, l'elogio ricevuto da Raoul Castro per il decisivo intervento volto alla rimozione delle sanzioni economiche da parte degli Stati Uniti nei confronti di Cuba, l'incontro con i movimenti e i centri sociali per riaffermare che terra, casa e lavoro sono diritti inalienabili degli esseri umani, l'invito a Naomi Klein a partecipare ad una conferenza in Vaticano sul riscaldamento globale..
Chiunque auspica la trasformazione del mondo (e dell'Italia) nel senso dell'uguaglianza e della liberazione dal bisogno non può ignorare il contributo che la “svolta” di Papa Francesco sta dando al dibattito politico.
E di questa svolta infatti si trova ampia eco nella Sinistra: con commenti positivi o addirittura entusiastici soprattutto nell'Area Benecomunista e Decrescista ma non solo (Guido Viale e Gianfranco Amendola, Megachip e Comune-Info, Paolo Ciofi e Pierluigi Fagan solo per citare alcuni esempi) accompagnati da dure prese di distanza e denunce dell'ipocrisia papista, in particolare nel mondo dell'ortodossia marxista e di coloro che non vogliono rinnegare il dogma della “religione oppio dei popoli”. Sta di fatto che Papa Francesco riesce ad essere citato sia dal “riformista” Landini che dall'antagonista Cremaschi.

martedì 2 giugno 2015

Commento Elettorale



La politica non è una partita di calcio e dunque lasciamo le metafore da deficienti sui risultati – 7 a 0, 5 a 2, 4 a 3 – alla propaganda piddina e agli ultras renziani e proviamo a ragionare sui fatti e sui numeri.
Che il PD fosse destinato a prevalere in gran parte delle sette regioni in cui si votava era scontato: per la martellante propaganda televisiva di Renzi, perché tre di quelle sette regioni fanno parte del tradizionale insediamento storico dei degeneri eredi del PCI, perché di fatto il partito di Renzi è oggi pressoché l'unica proposta di governo che ai cittadini è consentito percepire e concepire con il disfacimento della destra berlusconiana, con l'emergere dell'inaccettabile (per la maggioranza delle persone al di fuori del “civile” nord) fascio-leghismo di Salvini, con l'incapacità dei 5 Stelle di diventare i promotori di un'alleanza politica e sociale che vada oltre i confini del grillismo, con la scomparsa della sinistra radicale.
Le elezioni regionali designano dei “vincitori” solo grazie a truffaldini meccanismi elettorali maggioritari e per di più su due delle “vittorie” del PD grava una pesante ipoteca costituzionale-giudiziaria: sulla costituzionalità della legge elettorale umbra e sulla impresentabilità di Vincenzo De Luca.

sabato 30 maggio 2015

La Commissione Antimafia: Vincenzo De Luca è un impresentabile



E' assolutamente sbagliato ridurre la politica ad una questione di legalità che è cosa ben diversa dalla giustizia. Coloro che maggiormente si sono accaniti con ferocia contro il popolo italiano negli ultimi anni - Napolitano, Monti, la Fornero, Renzi, Marchionne - a quanto risulta hanno la fedina penale pulita. Legalità non coincide con il buon governo e non necessariamente ha a che fare con la soluzione dei problemi sociali.
Ma la questione degli impresentabili - coloro che sono stati candidati nonostante siano stati condannati in via non definitiva o inquisiti per reati contro la pubblica amministrazione o il patrimonio o addirittura per rapporti con la criminalità organizzata - non è un semplice dettaglio.
E' la condizione minima per l'agibilità delle istituzioni: come chiedere che un medico o un ingegnere o un professore siano laureati o che un autista di un mezzo pubblico non abusi dell'alcool e non faccia uso di droghe.
Se si è scelto di pagare un alto prezzo di immagine nel candidarli è perché costoro, con le proprie relazioni e la propria popolarità sul territorio, portano voti. E ciò presuppone che in qualche modo dopo la consultazione elettorale, anche se non eletti, dovranno essere "retribuiti". Il fatto che anche il Partito Democratico di Renzi e non solo le coalizioni costruite da Forza Italia non abbia potuto fare a meno di includere nelle proprie liste tali personaggi - a partire ovviamente da Vincenzo De Luca, lo sceriffo di Salerno - è emblematico della mission che si è attribuito il parolaio fiorentino: accumulare ad ogni costo più potere possibile per realizzare il programma del grande capitale internazionale.
E dunque il 31 maggio, per allargare la crepa che sta incrinando la debole costruzione del regime renziano, bisogna andare a votare per sconfiggere i candidati del PD.
L'elenco degli impresentabili indicati dalla Commissione parlamentare Antimafia guidata da Rosy Bindi
da Il Fatto Quotidiano
Lista con sorpresa per il Partito Democratico. Nell’elenco dei 16 nomi la lista dei candidati “impresentabili” alle elezioni regionali del 31 maggio, resa nota dalla Commissione parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindi, c’è anche quello di Vincenzo De Luca, candidato del centrosinistra alla presidenza della Campaniasul quale pende la spada di Damocle della legge Severino. Una sorpresa per il Pd, e in primis per Matteo Renzi che nei giorni scorsi prevedeva all’unisono con il vicesegretario Lorenzo Guerini: “Nessuno del Pd tra gli impresentabili”. “Mai visto dibattito così autoreferenziale e lontano dalla realtà – scriveva ancora questa mattina il premier nella sua Enews – nessuno di loro verrà eletto”. “Denuncio la Bindi per diffamazione“, la prima reazione di De Luca, che sfida la presidente della commissione Antimafia a “un dibattito pubblico per sbugiardarla”, fanno sapere dal suo staff. Sul versante opposto della barricata, quella del centrodestra, il candidato alla presidenza della Regione Stefano Caldoro ha fatto sapere di aver chiesto “personalmente” un passo indietro a uno dei candidati giudicati impresentabili, Francesco Plaitano: “Il punto – dice Caldoro – è che di fronte a reati di mafiacamorra non bisogna avere alcuna titubanza”. Quindi su De Luca: “E’ ineleggibile. La sua è una candidatura contro la legge, oltre la legge”.
Impresentabili in Campania: c’è anche Sandra Mastella
Secondo la Commissione, che ha presentato i risultati del proprio lavoro in una conferenza stampa poco dopo le 14,30 al termine dell’Ufficio di presidenza e della seduta plenaria della Commissione, sono 13 e tutti campani i candidati impresentabili alle Regionali, oltre ai 4 pugliesi i cui nomi sono trapelati nei giorni scorsi. Ecco i nomi: il candidato presidente del Pd Vincenzo De Luca, Antonio Ambrosio di Forza Italia, Luciano Passariellodi Fratelli d’Italia, Sergio Nappi di ‘Caldoro presidente’,Fernando Errico di Ncd, Alessandrina Lonardi di Forza Italia,Francesco Plaitano di Popolari per l’Italia, Antonio Scalzone eRaffaele Viscardi entrambi di Popolari per l’Italia, Domenico Elefante di Centro democratico-Scelta civica, Carmela Grimaldi (che, come De Luca, ha annunciato di voler denunciare per diffamazione i componenti dell’Antimafia) della lista Campania in rete e Alberico Gambino della lista Meloni Fdi. Tra questi, dunque, ci sono anche il candidato del centro sinistra in Campania, sulla cui candidatura pende la spada di Damocle dellalegge Severino, e Sandra Lonardo, moglie dell’ex ministroClemente Mastella. “Si sa benissimo per quale motivi sono stati inseriti nelle liste – ha spiegato la presidente della Commissione – perché portano voti, forse proprio perché sono impresentabili”.Non c’è più invece Biagio Iacolare dell’Udc che in un primo momento era stato iscritto tra i “casi di prescrizione per reati rientranti nel codice di autoregolamentazione con giudizio ancora pendente”, ma solo perché la Cassazione non aveva ancora registrato la sentenza finale.
De Luca “impresentabile” per le accuse di concussione e truffa
La vicenda per la quale Vincenzo De Luca è stato inserito nella lista dei cosiddetti “impresentabili” risale al 1998 e riguarda un’inchiesta della Procura di Salerno incentrata sulla richiesta di cassa integrazione per circa 200 operai dell’ex Ideal Standard. Secondo l’accusa, la cassa integrazione fu sollecitata dallo stesso De Luca inassenza dei presupposti di legge. Un altro filone dell’inchiesta è relativo alla richiesta degli oneri di urbanizzazione ad alcuni imprenditori interessati alla realizzazione di una struttura sempre nella zona orientale della città. Il rinvio a giudizio per De Luca e per altri 46 imputati è arrivato nel 2008. I reati contestati all’ex primo cittadino di Salerno sono di concussione (in relazione alla richiesta degli oneri di urbanizzazione) e di truffa (per la concessione della cassa integrazione). Lo stesso De Luca, che più volte nel corso degli anni ha commentato la vicenda, ha rinunciato alla prescrizione “relativamente ai delitti per i quali era maturato il relativo decorso”.
Tutti i reati degli altri impresentabili
Antonio Agostino Ambrosio (lista Forza Italia, candidato Caldoro) è stato condannato per concussione (reato poi estinto per patteggiamento) e è in attesa di giudizio per tentata concussione; Luciano Passariello (lista Fratelli d’Italia, Caldoro presidente)rinviato a giudizio per impiego di denaro, beni o utilità diprovenienza illecita aggravato da abuso dei poteri d’ufficio); Sergio Nappi (consigliere regionale uscente, candidato nella lista Caldoro presidente) rinviato a giudizio per tentata concussione; Fernando Errico (lista Ncd Campania popolare, Caldoro presidente) ha pendenti due processi per concussione e per concussione continuata in concorso; Alessandrina Lonardo (Forza Italia, Caldoro presidente), la moglie di Clemente Mastella ha un processo pendente in fase di giudizio per concussione; FrancescoPlaitano (di Popolari per l’Italia, Caldoro presidente) imputato per ruolo direttivo in associazione mafiosa e condannato in primo grado per estorsione, pende l’appello; Antonio Scalzone (di Popolari per l’Italia, Caldoro presidente) processato per associazione mafiosa; Raffaele Viscardi (Popolari per l’Italia, Caldoro presidente) rinviato a giudizio per corruzione e abuso d’ufficio; Domenico Elefante (Centro democratico-Scelta civica, Caldoro presidente) condannato in 1° e 2° grado per concussione, reato prescritto; Carmela Grimaldi (lista Campania in rete, candidato presidente De Luca) rinviata a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e partecipazione ad associazione finalizzata a traffico di stupefacenti, accuse da cui è stataassolta ma contro cui pende un processo d’appello proposto dalla procura generale della Corte d’appello di Salerno; Alberico Gambino (lista Meloni-Fratelli d’Italia) condannato per concussione, giudizio contro cui pende l’appello.

domenica 10 maggio 2015

Il brutale cambiaverso di Renzi




Non so quanti abbiano consapevolezza del cambiamento decisivo in atto nel nostro Paese.
Il passaggio epocale che stiamo vivendo si sostanzia nell'insieme delle riforme renziane: l'Italicum e le modifiche costituzionali, lo Sblocca Italia, il Jobs Act, la Buona Scuola, le privatizzazioni di ciò che resta dell'economia pubblica in particolare nei servizi pubblici locali, la pubblica amministrazione, l'ulteriore e insostenibile riduzione di risorse destinate al welfare. Si aggiungano lo shopping di importantissime fette dell'industria nazionale da parte di investitori esteri ed il TTIP. Il renzismo completa così la trasformazione dell’Italia da Repubblica fondata (almeno idealmente) sul lavoro in Regime fondato (anche sul piano delle sovrastrutture giuridiche) sul profitto.
Il risultato è una società gerarchizzata e autoritaria, fondata sulla competizione selvaggia di tutti contro tutti e sull'esclusione dei più deboli, senza garanzie e diritti per nessuno ed un'economia totalmente colonizzata e dipendente dal capitale sovranazionale.

giovedì 30 aprile 2015

Con l'Italicum cala il sipario sulla finzione della democrazia italiana



Renzi il Duce by Luca Peruzzi

L'approvazione dell'Italicum, la legge elettorale truffa di Renzi, un vero e proprio colpo di Stato, produce paradossalmente anche un effetto positivo: squarciare il velo di menzogna e di ipocrisia che avvolge il sistema politico italiano.
Nel Paese della Costituzione più bella del mondo – Costituzione mai applicata nei suoi principi fondamentali della sovranità del popolo, del diritto al lavoro, dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini condizione indispensabile per la partecipazione alla definizione del bene pubblico, della laicità dello Stato – la democrazia non è mai esistita.
Nei settant'anni che vanno dalla fine della guerra ad oggi i governi li hanno scelti a Washington e poi anche a Bruxelles e Francoforte, li hanno eletti le mafie, il Vaticano, il potere economico e finanziario del grande capitale. Il consenso lo si è ottenuto attraverso il voto di scambio, il clientelismo, la corruzione, i brogli elettorali, l'intimidazione mafiosa, l'indottrinamento religioso, il condizionamento delle menti e il travisamento della realtà realizzati attraverso giornali e televisioni. Quando il Partito Comunista si è avvicinato alla possibilità di conquistare la guida del governo si sono progettati colpi di stato e sono stati scatenati terrorismo e stragi.

domenica 26 aprile 2015

Quanti disoccupati in meno nel 2015?




Nell'annuncio del Ministero del Lavoro di un saldo positivo, tra cessazioni e attivazioni, di 92.000 contratti di lavoro nel mese di marzo vi è implicitamente un doppio messaggio: il jobs act funziona e proiettando i dati del solo mese di marzo per tutto il resto dell'anno si può confidare in un sensibile aumento dell'occupazione nel 2015. Questo è quanto è stato dato in pasto all'opinione pubblica (con i più che leggono solo i titoli degli articoli e non approfondiscono quanto vi è contenuto) a cui ha aderito in qualche modo, definendolo "segnale incoraggiante", anche il Presidente Mattarella.
La realtà è però che ancora non sono disponibili, come ricorda il Presidente dell'Istat, i dati complessivi sul lavoro attraverso cui poter esprimere valutazioni e giudizi e fondare, nel caso, speranze.
Che l'occupazione possa aumentare in modo significativo (rispetto alla tragedia della mancanza di lavoro che riguarda milioni di persone) nell'anno in corso è in effetti qualcosa che è fuori da ogni previsione, nonostante si sia in presenza, secondo gli economisti che aderiscono all'ideologia liberista, delle condizioni ideali per la crescita: liberalizzazioni delle norme sul lavoro, basso prezzo del petrolio, bassi tassi di interesse, ampia liquidità assicurata al sistema economico dal Quantitative Easing della Bce di Draghi (e mettiamoci dentro pure l'Expo che con tutti i soldi sperperati dallo Stato e tutte le mazzette pagate qualche risultato per i consumi e il turismo dovrà pure conseguirlo). Il Documento di Economia e Finanza indica appena qualche decimale di punto di miglioramento per l'occupazione.
Al più si stanno trasformando i contratti: da quelli esplicitamente precari in quelli nominalmente stabili (in cui però il datore di lavoro può licenziare in qualunque momento il proprio dipendente con il pagamento di una modesta indennità). E lo si sta facendo a spese della collettività (8000 euro l'anno il costo della decontribuzione per ogni nuovo assunto).

domenica 19 aprile 2015

Il modello americano. Un promemoria per Renzi.

Renzi l'amerikano by Luca Peruzzi

La passerella mediatica dal Presidente degli Stati Uniti è un rito a cui nessuno dei nostri Presidenti del Consiglio vuole rinunciare. Si tratta evidentemente di incontri che non hanno alcun valore politico, non c'è alcuna trattativa da svolgere. Siamo di fronte soltanto all'udienza concessa dall'Imperatore ad uno dei propri vassalli nella quale questi confermano la propria fedeltà ricevendone in cambio una qualche legittimazione ed un qualche credito da spendere presso l'opinione pubblica italiana. 
La litania delle dichiarazioni che accompagna questo rito è sempre uguale (come documenta con la consueta precisione Marco Travaglio): attestati di stima e fiducia, il riconoscimento degli "straordinari sforzi" fatti per rinnovare e riformare l'Italia, l'esaltazione servile della stampa nazionale.
Immagino così che anche altri Presidenti del Consiglio, come Renzi, abbiano definito gli Stati Uniti "il nostro modello" però credo che su questa affermazione, peraltro pienamente coerente con gli atti politici dell'amico di Marchionne e Farinetti, valga la pena di riflettere richiamando qualche dato.

giovedì 16 aprile 2015

Il DEF di Renzi e l'occupazione che non c'è

Lasciando da parte la trovata elettoralistica del "Tesoretto" e le bugie di Renzi sulla diminuzione delle tasse, quello che più colpisce dalla lettura dei numeri del Documento di Economia  e Finanza è l'encefalogramma piatto per ciò che attiene l'occupazione.

Di fronte alla tragedia del lavoro che non c'è, né per i giovani né per gli ultraquarantenni o cinquantenni, al Sud evidentemente molto peggio che al Nord, le previsioni (le speranze, gli auspici peraltro tutti da dimostrare e concretizzare) di Renzi e Padoan indicano una riduzione della disoccupazione dello zero virgola qualcosa per ciascuno dei prossimi anni. Le fantasmagoriche riforme, il "cambia verso", le promesse di far tornare l'Italia "protagonista" in Europa e nel mondo, la cancellazione dei fondamentali diritti del lavoro (con il jobs act) operate dal parolaio fiorentino producono dal 2015 fino al 2019 una misera riduzione del tasso di disoccupazione dell'uno virgola quattro per cento.

Rispetto cioè ai circa tre milioni di disoccupati "ufficiali" quello che ci aspetta nei prossimi cinque anni sono in totale 30-50 mila posti di lavoro in più (e non entriamo qui nel merito della qualità e delle retribuzioni dei nuovi lavori).

Poi ovviamente se questo non è sufficiente per dire basta all'inganno dell'austerità, delle "riforme" strutturali, del liberismo quale unico modello economico possibile, dei bugiardi che si succedono al potere, davvero non c'è nulla da fare.





domenica 12 aprile 2015

Un appalto su tre è illegale e nel Sud crollano i viadotti autostradali

Viadotto Scorciavacche



Il rapporto annuale della Guardia di Finanza fornisce, attraverso i dati delle proprie inchieste che si aggiungono alle relazioni della Corte dei Conti e alle statistiche di Banca d'Italia e Istat, un'ulteriore conferma che l'Italia è sommersa da un mare di illegalità: un appalto su tre di quelli su cui si è indagato è risultato illegale. E' sufficiente del resto la lettura della cronaca quotidiana delle inchieste giudiziarie - Expo, Mose, Tav, Grandi Opere, Mafia Capitale e via discorrendo fino al più piccolo dei comuni - per avere un'idea esaustiva della questione.
Esiste, a dire il vero, anche chi considera mafie, corruzione ed evasione fiscale un falso problema, un fatto fisiologico comune a tutti i Paesi del mondo che viene usato come specchietto per le allodole per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dal vero grande crimine: la rinuncia da parte dello Stato al potere di stampare moneta. Ma certamente, al di là di ogni discussione sull'euro e sulla perduta sovranità monetaria (e tanto più in tempi di spending review ogni euro rubato o sprecato nell'attività della pubblica amministrazione diventa ancora più inaccettabile), è impossibile non vedere quale cancro e quale tragico fattore di distorsione della vita politica, economica, sociale del nostro Paese, anzitutto del suo stesso tessuto civile e morale, rappresentino le centinaia di miliardi sottratti alla collettività da corruzione, evasione fiscale e dall'economia criminale e illegale in generale. Appalti inquinati dalla corruzione si traducono in lavori inutili o mai conclusi o malfatti: non possono essere considerati casuali i crolli dei viadotti verificatisi negli ultimi mesi (il viadotto Scorciavacche, la campata sulla Salerno-Reggio Calabria, il pilone dell'autostrada Palermo-Catania).

mercoledì 8 aprile 2015

Crisi: suicidi raddoppiati in 3 anni. Reddito minimo garantito subito!




Papa Francesco definisce il capitalismo l'economia che uccide. Ed è veramente così. Questa economia uccide le persone negando i diritti fondamentali: la garanzia di una rete di protezione e di un reddito dignitoso per tutti, una casa, la possibilità di curarsi. Uccide obbligando ad accettare lavori pericolosi e rinviando l'età della pensione finché non ce la fai più e schiatti. Uccide con l'inquinamento. Uccide spingendo alla disperazione le persone a cui non viene più concessa nemmeno la speranza e la fiducia in un futuro migliore. I dati sui suicidi sono inequivocabili. E tutto ciò rende non più rinviabile l'adozione di un reddito minimo garantito: una misura umanitaria irrinunciabile come soccorrere una persona che sta annegando o curare in un pronto soccorso chi è colpito da infarto o ictus. 



http://www.campagnareddito.eu/firma/

PS A chi criticherà la citazione del Papa evidenziando l'ipocrisia ed il ruolo di sostegno al potere della religione e del Vaticano rispondo così: tutto vero ma che oggi ci sia qualcuno, ascoltato da milioni di persone e non censurabile dai TG, che dica certe cose e così facendo metta in discussione e apra delle crepe nell'ideologia dominante del capitalismo e del liberismo a me sembra straordinariamente importante. Poi è evidente che la rivoluzione non la farà né il Papa né la Chiesa cattolica: il mondo ,lo dobbiamo cambiare noi che siamo le vittime di questo sistema economico.

lunedì 6 aprile 2015

Renzi, basta con le frottole: aumento delle tasse o tagli di spesa sono ugualmente sacrifici per i cittadini


Renzi Fottemos by Luca Peruzzi


Nella neolingua renziana (si veda al riguardo l'intervista del giorno di Pasqua al Messaggero), perfettamente in linea con la vulgata neoliberista, la riduzione della spesa pubblica significherebbe chiedere sacrifici alla politica.
In ballo c'è ora la cosiddetta clausola di salvaguarda prevista (in base agli antisociali dogmi dell'austerità) per i prossimi anni: qualora non si riuscissero a soddisfare i vincoli di bilancio previsti in sede europea si dovrebbero aumentare le aliquote dell'IVA incidendo ancora nella carne viva dei cittadini e deprimendo ulteriormente i consumi.
Presentare la riduzione della spesa pubblica, cioè meno stanziamenti per Ministeri ed Enti Locali come condizione per evitare l'aumento dell'IVA, quali sacrifici chiesti alla politica ed ai politici anziché ai cittadini è un diabolico capolavoro della comunicazione renziana: e chi potrebbe essere contrario a colpire e punire la "casta"?
La realtà è però completamente diversa per quanto sia difficile farla accettare dal senso comune. Il finanziamento pubblico ai partiti e le retribuzioni ai politici, anche laddove possano essere considerate moralmente esecrabili, sono quantitativamente poca cosa rispetto al bilancio complessivo dello Stato e dunque i tagli (eventuali) possono ben poco; i risparmi derivanti da maggiore efficienza, riduzione degli sprechi e lotta alla corruzione sono un miraggio tenendo conto del sistema politico-imprenditoriale-clientelare-criminale-mafioso che governa l'Italia. Di esso la maggioranza renziano-berlusconiana è parte integrante e la cronaca giudiziaria ci propone quotidianamente esempi di come sia strutturalmente radicato e operante. 

domenica 29 marzo 2015

Landini, la Sinistra, l'Alternativa




Se la Sinistra rappresenta la visione politica nella quale il bene comune e la soddisfazione dei bisogni materiali delle persone non vengono realizzati spontaneamente dal mercato, dall'impresa privata, dal primato del profitto individuale ma richiedono l'intervento pubblico nell'economia ed il controllo sociale e collettivo dei mezzi di produzione, l'elemento essenziale da cui far partire per analizzare lo stato attuale e le prospettive della Sinistra è la consapevolezza che questa visione è oggi largamente minoritaria e invisibile alla maggioranza dei cittadini.
Il punto fondamentale è come restituire alla Sinistra una dimensione di massa: come afferma Stefano Rodotà le idee diventano forti quando sono forti nella società. Tutto il resto viene dopo. Ogni giudizio e valutazione sul progetto di Coalizione Sociale della Fiom di Maurizio Landini non può dunque non tenere conto di questa premessa, a mio avviso, indispensabile.  

martedì 24 marzo 2015

Veneto. Anche SEL e i Verdi vanno dall'estetista


Ci chiediamo sempre perché in Italia non ce la fa proprio a nascere un soggetto politico unitario della Sinistra, magari con il 5 per cento dei voti ma decoroso e dignitoso, in grado di camminare a testa alta e di tenere la schiena dritta, e di candidarsi a governare per rendere questo Paese più giusto e civile quando ce ne saranno le condizioni. Ebbene la decisione di SEL e Verdi, due pezzi di una ipotetica Sinistra Unita, di allearsi in Veneto con la renziana Moretti spiega molte cose. In soldoni: SEL e Verdi sputano quotidianamente fuoco e fiamme contro la "svolta autoritaria" di Renzi (Italicum e rottamazione della Costituzione), la prosecuzione delle politiche antisociali di austerità, lo Sblocca Italia, il Jobs Act, la "Buona Scuola", le modalità di salvataggio dell'Ilva, trivellazioni, inceneritori, grandi opere e tutte le porcate che questo governo ci sta propinando e poi vanno a sostenere un candidato del PD che se vincesse contribuirebbe a far dire a Renzi: "Avete visto? Sulle "riforme", sul Jobs Act, su economia, scuola, ambiente, ecc.ecc. gli italiani sono con noi!".

domenica 22 marzo 2015

Coalizione sociale. Perché credo che Landini abbia intrapreso la giusta direzione

Landini e Renzi by Luca Peruzzi


C'è un tema, sul quale su questo blog ho provato talvolta a cimentarmi come ad esempio qui e qui, che dovrebbe stare in cima ai pensieri di chi vuole ricostruire in Italia un progetto non marginale di Alternativa di Sinistra (o comunque la si voglia chiamare) cioè un progetto fondato su di una visione di società egualitaria e che consenta a tutti gli individui di vivere liberi dal bisogno. E' il tema della cultura dominante, del senso comune prevalente, del pensiero unico liberista che viene bombardato ad ogni ora del giorno e della notte da tutti i media di regime e sul quale la maggior parte delle persone costruisce la propria interpretazione del mondo, giudica gli accadimenti, esprime la propria preferenza politica ed il proprio voto.
Possiamo pensare tutto il male possibile (per alcuni di questi a ragione, per altri no) dei Bertinotti, dei Vendola, dei Ferrero, degli Ingroia e via discorrendo ma nessuno può pensare che gli scarsi risultati elettorali della Sinistra dipendano solo dai loro errori e dal fatto che siano peggiori di chi ha governato negli ultimi anni e governa oggi l'Italia - i Berlusconi, i Monti, i Renzi - o di chi comunque riesce a mantenere un ruolo e un consenso rilevanti (Salvini e la Lega tanto per citare dei nomi).
La verità è che ormai tutti o quasi tutti sono convinti che esiste solo il mercato, che la ricchezza e il lavoro possono essere creati solo dalle imprese private, che lo Stato e il Pubblico sono l'inefficienza e lo spreco mentre il privato è in grado di fornire alla collettività beni e servizi migliori e a prezzi più convenienti, che la competizione tra gli individui è il destino dell'umanità, che gli immigrati ci rubano il lavoro e vengono per delinquere, che il debito pubblico è il male assoluto e dipende dal fatto che abbiamo vissuto per decenni al di sopra delle nostre possibilità.
In questo contesto culturale non c'è spazio per ciò che intendiamo autenticamente come Sinistra. Lo stesso schieramento legalitario e anti-casta (Travaglio, Grillo) - pur focalizzando l'attenzione su aspetti fondamentali e ineludibili quali corruzione, malaffare, mafie - è parte del senso comune e della cultura dominante: c'è un mercato da rendere più efficiente e trasparente non un mercato inadeguato in sé a regolare la vita sociale.

venerdì 20 marzo 2015

TAFAZZISMO INFINITO


di Giandiego
Premetto che scrivo questo post come posizione personale, da uomo libero da appartenenze, disinteressato alla difesa di alcuna rendita di posizione. Individuale, così come è stata la decisione di partecipare al percorso dell'Altra Europa.
Assisto, con sommo dispiacere ed anche da questo Blog ad un attacco nei confronti dell'Altra Europa, sancendone anzi tempo, cioè ben prima della conclusione del suo primissimo percorso e della sua stessa Assemblea Costitutiva, la prematura morte.
Forse in nome della Cosa di Landini? Che è, però e resta cosa diversa.
Va riconosciuto che questa fase iniziale sia stata piuttosto lunga e con lunghe momenti di stagnazione, ma forse i nervosismi e le deprecazioni nascono , anche da una scarsa comprensione del percorso stesso.
Oltre ... e va detto ... che da una superficialità endemica alla sinistra che sin troppo spesso inizia cose che non porta sino in fondo, per innamorarsi della novità e del nuovo leader carismatico.
É pur vero ed innegabile che questo percorso fosse cominciato con la presenza, per esempio di SeL e questa stessa presenza oggi sia fortemente in dubbio, quantomeno a livello direzionale, così com'è vero che in tutta la fase iniziale una presenza eccessiva e “pesante” dei garanti ha “oppresso” e frenato questa evoluzione.

martedì 10 marzo 2015

Sinistra Unita: la demenziale contrapposizione tra partiti e movimenti




Sono cinquant'anni che siamo in attesa del completamento della Salerno-Reggio Calabria ed è almeno dal 2008, dalla sconfitta dell'Arcobaleno, che siamo in attesa in Italia della ricostruzione di un soggetto politico di massa della Sinistra di Alternativa.
Anche la coalizione dell'Altra Europa, dopo le pur timide speranze che aveva suscitato, sembra essere svanita nel nulla, stritolata nella demenziale contrapposizione tra "movimentisti" e "partitisti".
Se i cosiddetti "partitini" della Sinistra non stanno bene considero però demenziale la retorica alla Guido Viale del soggetto assembleare, che nasce spontaneamente dal basso, dai comitati di base e dai movimenti diffusi sul territorio e che, contemporaneamente, pretende lo spontaneo annientamento dei partiti. E questo per una serie di ragioni.

Prima ragione. I movimenti di base - per la difesa dell'ambiente e del territorio e per l'azione sociale - non hanno un seguito di massa, di milioni di persone, ma una penetrazione limitata, oserei dire di nicchia. Il movimento No Tav in Val di Susa è un'eccezione per la capacità di esprimere la stragrande maggioranza della popolazione di un intero territorio (ed è questo che giustamente la rende un modello per tutti) ma si tratta comunque di un fenomeno che riguarda, come partecipazione diretta e non come mero appoggio ideale, qualche decina di migliaia di persone.

sabato 7 marzo 2015

Francesco Totti, il ragionier Casoria e il comune senso del pudore




Ricordate quel pezzo del film "La Banda degli Onesti" in cui Totò spiega, a modo suo, a Peppino De Filippo come funziona il capitalismo identificato nel ragionier Casoria, l'amministratore di condominio "speculatore e approfittatore"?


 

A me l'ha fatto tornare alla mente la notizia del palazzo di Totti affittato a prezzi incredibili al Comune di Roma, attraverso Luca Odevaine uno dei protagonisti della vicenda di Mafia Capitale, per l'alloggio degli sfrattati.

L'Alternativa e l'informazione: il bisogno di fare rete


La costruzione in questo Paese di un'Alternativa socialista e libertaria al capitalismo dipende anche (anche non solo!) da un'informazione in grado di far conoscere ai cittadini come stanno realmente le cose, quali sono i problemi, quali persone riguardano, di chi sono le responsabilità, quali sono le soluzioni possibili.  Ciò che abbiamo invece è sotto gli occhi di tutti: giornali, televisioni, case editrici, produzioni cinematografiche sono totalmente o quasi in mano al potere economico e alla maggioranza politica. La narrazione dei fatti deve essere dunque funzionale al "sistema" così come i valori, i sogni, le emozioni, i desideri che vanno suscitati e inculcati nelle persone, più che con i TG e i talk show con la pubblicità, le fiction, i film, i reality, lo sport e via discorrendo. Internet stesso non è il mondo della libertà ma un ambito dominato da pochi grandissimi soggetti sia sul piano dei contenuti che su quello del mezzo (google, facebook e gli altri social network).

martedì 3 marzo 2015

Renzi peggio di Berlusconi. E Repubblica e i Girotondi che fine hanno fatto?


Renzi by Luca Peruzzi
Mettiamo insieme, una accanto all'altra, tutte le cose che Renzi ha realizzato e ha posto le basi per realizzare nel suo anno di governo: la legalizzazione dello sfruttamento del lavoro (il jobs act), la svolta autoritaria (per cancellare con la controriforma costituzionale e italicum pluralismo politico e divisione dei poteri), l'aggressione all'ambiente (sblocca italia, decreto ilva), le privatizzazioni, la subalternità in politica estera alle direttive amerikane, la totale sudditanza al sistema finanzcapitalista europeo e mondiale senza riuscire in alcun modo ad incrinare i vincoli dell'austerità definiti dall'Unione Europea, il taglio alle spese sociali, la legge sulla responsabilità civile dei magistrati, condoni e colpi di spugna per evasori fiscali e per chi ha esportato capitali all'estero, la trasformazione della scuola pubblica in una scuola classista e al mero servizio dell'impresa, l'utilizzo spasmodico della decretazione d'urgenza e del ricorso al voto di fiducia per svuotare le residue funzioni delle Camere.
Il tutto dentro il contesto di una incessante propaganda mediatica, fatta di bugie, annunci e promesse di un mondo migliore sparati come proiettili di una mitragliatrice, di un cerchio magico (il "giglio magico") nel quale non mancano furbetti e speculatori, di favori e regalie - nascosti nei codicilli di questo o quel provvedimento - a lobby e amici furbetti, di un Partito Democratico immerso nella corruzione ed in procedure di selezione dei candidati (le primarie) imbarazzanti. In questo contesto Renzi emerge come un omunculo dal modesto spessore culturale ed umano che, a giudicare dalle sue citazioni e dai suoi slogan, deve aver compiuto il proprio processo formativo sull'Almanacco del Calcio e sugli album delle figurine Panini oltre che attraverso la visione dei Processi di Biscardi.
Renzi ha dunque completato e sta completando tutto quanto avrebbe voluto fare Berlusconi e per le quali spesso Berlusconi è stato costretto a fermarsi di fronte all'opposizione, oltre che politica, di una parte rilevante dell'opinione pubblica.

venerdì 27 febbraio 2015

Ebbene lo confesso: sono un landiniano




Domenica leggendo l'intervista a Maurizio Landini su Il Fatto Quotidiano (quella sull'impegno politico) avevo manifestato la mia impazienza rispetto all'ennesimo annuncio dell'avvio di un percorso politico che però, nonostante la drammatica situazione italiana, ancora non ha visto la luce. Non mi sembrava infatti che in quell'intervista ci fosse alcuna novità rispetto a quanto Landini va dicendo da tempo (la volontà di contribuire all'organizzazione di una rete o coalizione sociale); e se i commenti isterici e infantili di Renzi e dei suoi accoliti sul supposto partito del leader della Fiom mi avevano fatto sorgere il dubbio di averla male interpretata, le successive precisazioni di Landini hanno confermato la mia lettura (e dunque la mia impazienza).
La realtà è che nei confronti di Maurizio Landini vi sono così tante aspettative e speranze perché all'orizzonte della Sinistra italiana non si vede nessun altro che abbia - come il segretario della Fiom - carisma, credibilità, popolarità, capacità comunicative tali da farne il potenziale catalizzatore della ricostruzione dell'Alternativa progressista.
Non è, per quanto mi riguarda, l'attesa dell'uomo della provvidenza o il chinarsi alla mitologia del capo (il leader a cui penso è anzitutto un portavoce e un simbolo che riporta all'esterno le deliberazioni assunte democraticamente da un corpo collettivo). Ma si tratta di prendere realisticamente atto che non esiste un popolo (tanto meno il popolo italiano opportunista, ignavo, amorale, sottoposto per di più al bombardamento ininterrotto del pensiero unico capitalista condotto attraverso i media) capace di darsi spontaneamente un'organizzazione ed una rappresentanza politica. Esistono i sentimenti, i valori, i bisogni, i desideri di un popolo a cui solo un progetto, efficace e razionale, messo in atto da un ristretto gruppo di persone può dare consapevolezza e voce e fare emergere in un soggetto politico organizzato. E qui contano la comunicazione, le strategie, la struttura organizzativa, la qualità e la credibilità del ceto dirigente, il ruolo stesso del leader, la funzione educatrice dei militanti e il carattere contagioso che assume un progetto politico quando diventa riconoscibile fenomeno di massa. E d'altra parte, quando parliamo di Alternativa di Sinistra, nessuna strategia, nessun programma, nessuna organizzazione, nessun leader può portare a qualche risultato se non ha dietro una vasta mobilitazione popolare.
La storia, anche recente, dei partiti e dei movimenti politici ci consegna questi dati di fatto.

sabato 21 febbraio 2015

Angelino Alfano, Ministro, segni particolari: Inetto e Incapace




Di fronte alle minacce vere o supposte che gravano sui destini di questo Paese - mafie, terrorismi, migrazioni bibliche dal Terzo Mondo, rom, manifestanti vari, comitatini, no tav - constatare che la sicurezza nazionale è nelle mani di Angelino Alfano, l'uomo "senza quid" secondo Berlusconi (tradotto in termini comprensibili: una nullità politica), non dovrebbe far dormire a nessuno sonni tranquilli. Anche perché costui ha il compito istituzionale di sovrintendere alla regolarità delle consultazioni elettorali.
Se davvero i guerrieri dell'Isis decidesse di far abbeverare i propri cammelli alle fontane di Piazza San Pietro le nostre Autorità svolgerebbero il ruolo di inerti e passivi spettatori. Salvo poi, il giorno dopo, Ministri Prefetti e Questori invocare Daspo internazionali (quanto è fico citare 'sto Daspo: lo faceva pure Renzi riferendosi a corrotti e corruttori mentre scriveva personalmente l'ennesimo condono su falso in bilancio ed evasione fiscale), deprecare le norme europee, giustificarsi con l'alibi di aver evitato il peggio.
La storia politica di Angelino Alfano (non solo, ad essere onesti, quella di Angelino Alfano) è emblematica dell'abisso morale in cui è precipitata l'Italia: cresciuto nel vivaio politico siciliano con annesse e immancabili ambigue frequentazioni, Ministro della Giustizia di Berlusconi perché considerato leale esecutore dal capo (e autore di uno dei famigerati Lodi "tana libera tutti", firmati immancabilmente da Napolitano e cassati perché illegittimi dalla Corte Costituzionale), delfino per finta del padrone di Forza Italia e poi scissionista insieme ad emeriti personaggi come Formigoni, Giovanardi e Sacconi a sostegno provvidenziale, per volontà di chissà quali oscuri poteri occulti, dei governi Letta e Renzi, scivolato - come si ricorda sul blog di Beppe Grillo - da responsabile degli Interni, mettendo insieme in un mix letale arroganza ed incompetenza, su di una serie infinita di bucce di banana.

venerdì 20 febbraio 2015

La Rivoluzione Greca non è un pranzo di gala


Eurogruppo by Luca Peruzzi


L'entrata a piedi uniti, minacciosa ed intimidatoria, degli Stati Uniti nella crisi greca e verso il tentativo di Syriza di smarcarsi dall'austerità ("immediate difficoltà" in caso di mancato accordo con l'Europa) mostra chiaramente l'importanza di ciò che si sta giocando sui tavoli dell'Unione Europea e cioè la tenuta del sistema finanziario internazionale unito all'effetto collaterale del possibile passaggio della Grecia, alla ricerca di prestiti, sotto l'orbita russa o cinese.
Il fatto che sia sufficiente l'inceppamento del piccolo ingranaggio greco (il 3 per cento del PIL europeo) per mettere in crisi un intero sistema dimostra quanto sia folle, irrazionale e costruito sulla sabbia l'edificio "finanzcapitalista" (per richiamare la definizione di Luciano Gallino) dell'economia mondiale.
Nei confronti di Syriza vi è ora, nel popolo della Sinistra, o l'attesa messianica degli eroi rivoluzionari che ci libereranno tutti oppure lo scetticismo prevenuto di chi non aspetta altro che un cedimento per poter dire che l'aveva previsto e che il progetto di Tsipras era già sbagliato in partenza per l'eccessiva disponibilità al dialogo e alla mediazione ("l'irriformabilità delle Istituzioni europee" da mettere subito sul tavolo). Due sentimenti ugualmente sbagliati: a Syriza va concessa fiducia per la lucidità e l'efficacia con cui ha condotto il suo percorso di lotta e per la costruzione di un'Alternativa e per la schiena dritta che ha dimostrato fin dai primi incontri con gli aguzzini dell'Unione Europea, nel contempo non possiamo pensare in Italia che sarà il successo di Syriza a togliere le castagne dal fuoco ad una Sinistra che non riesce a riconquistare centralità politica e sociale. Un atteggiamento quest'ultimo - la passiva attesa delle mosse dei compagni greci -estremamente rischioso perché nel caso di un loro insuccesso - la catastrofe economica o la resa alla Troika - trascinerebbe con sé nel baratro anche le speranze dei movimenti fratelli di tanta parte dell'Europa.
E' stato detto che Syriza ha bisogno di tempo perché la Grecia ha un'economia debolissima ulteriormente massacrata dall'austerità della troika, perché non ha pozzi di petrolio o miniere da nazionalizzare e con i cui proventi finanziare importazioni e spesa sociale.
Il rifiuto dell'avventurismo, di condannare il proprio popolo ad altre sofferenze, di far entrare la Grecia nel mirino delle trame destabilizzatrici degli amerikani, la disponibilità alla mediazione e alla politica del passo dopo passo, indispensabile oggi quando ancora bisogna trovare le risorse per restituire dignitose condizioni di vita a milioni di persone non possono esser fatte passare per debolezza o per una propensione parolaia in stile renziano.
Questo, nei confronti di Syriza, è il momento della fiducia e della mobilitazione solidale che non deve escludere però l'attenta analisi di ogni mossa e contromossa. 
Per un giudizio complessivo e per trarre le dovute conseguenze politiche aspettiamo almeno qualche mese.

giovedì 19 febbraio 2015

VEDERE UN MONDO ALTRO … DIFFICILE PER I MIOPI!

di giandiego

Mi rifaccio ai molti articoli usciti ultimamente che parlano della credibilità a sinistra, quello che ormai i dirigenti attuali (tutti chi più chi meno) hanno perso sull'altare di mille compromessi di anni passati all'insegna del meno peggio, dell'emendamento del possibile della difesa degli ultimi rimasugli inutili della cenere di un'area storica.

Non posso che essere d'accordo con coloro che sostengono che l'alternativa debba essere “rappresentata” da figure diverse da quelle che hanno cavalcato mille asini diversi pur di entrare in Gerusalemme.

In questo senso l'arroganza, l'onnipresenza ed il peso specifico dei leader attuali dell'area è oggettivamente un ostacolo alla crescita di questo nuovo che urge. Un ostacolo rappresentato anche dalla loro personalissima sclerosi, dalla personale difesa dei propri, personalissimi privilegi, delle propri rendite di posizione.

Ogni qualvolta il riferimento cada sulle loro nefandezze e sui loro compromessi la credibilità di qualsivoglia processo subisce un colpo, difficile da assorbire e recuperare.

Eppure la nostra ricerca continua a soffermarsi su di loro, quasi che il nostro cervello fosse in un loop irrecuperabile.

Questo non significa affatto privare una moltitudine di brave e degne persone dei loro riferimenti quarantennali, sono davvero moltissimi coloro che in buona fede hanno continuato a frequentare le stanze in cui si faceva quel che si poteva fare, con le poche forze, fisiche , materiali ed economiche che erano rimaste. Non è di loro che sto parlando ed è, per contro, proprio a loro che mi rivolgo, anche se non esclusivamente.

Sfatiamo la mitologia di u o stuolo di persone di sinistra abbarbicate alle rendite di posizione di cui stiamo parlando, è un falso! Che comoda forse alle anime più destorse del M5S, ma che non corrisponde alla realtà, a meno di non riferirsi al PD, che sinistra non è più … da tempo ed alle sue componenti vagamente, fantasiosamente e strumentalmente sinistorse, che hanno però dimostrato a più riprese di esserlo solo nominalmente e strumentalmente.

Coloro che riescono, mantenendo un profilo realmente, anche se moderatamente alternativo al sistema a mantenere le propri rendite di posizione sono, a sinistra, una nettissima minoranza, sebbene presente sia nelle strutture politiche che sindacali.

Il reale problema è che è, in un modo o nell'altro, proprio questa minoranza a veicolare, trasmettere e gestire le scelte ed anche le istanze di cambiamento nonostante i mille tentavi di circolarità ed orizzontalità, banalmente perchè ha tempo, perchè fa quello di mestiere e viene remunerata per farlo, perchè ha la possibilità di presenziare e di avere un polso costante della realtà dei movimenti e del paese intero, perchè ha la possibilità concreta di viaggiare, di seguire le velleità itineranti che sembrano essere connaturate nelle istanze di novità e cambiamento in questo disgraziato paese.

La domanda seguente è semplice: Questa minoranza (molto autoreferente) rappresenta realmente lo stato della sinistra italiana? Ed anche ammesso che la rappresenti, possiede, nei suoi componenti individuali, la credibilità personale necessaria, indispensabile per allargare, ampliare e coinvolgere anche chi, disperatamente si è rifugiato nella riserva indiane del non voto o peggio ha venduto l'anima a Grillo, perchè di meno peggio in meno peggio, ci si ritrova ad essere qualunquisti?

Forse no! Visto quello che abbiamo accumulato sino ad ora, considerati gli enormi ritardi, i numerosi fallimenti, gli innumerevoli personalismi ed il numero mostruoso di tentativi di aggregazione in atto nel paese.

La volontà unitaria è cosa di cui molto si parla, di cui altrettanto si vocifera, che viene individuata come necessità assoluta, da tutti, ma che diviene un miraggio morganatico, un obbiettivo difficile, lontano, irraggiungibile, non appena ritornino in campo “gli addetti ai lavori”.

Abbiamo una discreta collezione di intellettuali conseguenti, per quelli abbiamo sempre avuto sovrabbondanza, legati ora a questa ora a quell'ipotesi che si esibiscono in tesi ed antitesi, in mozioni e contro-mozioni e, mentre tutti dichiarano la necessità storica ed assoluta d'un comportamento unitario si studiano gli anfratti dentro ai quali infilarsi per rendere sempre più complesso questo processo.

Fra fazioni che vogliono mantenere il proprio nome e la propria natura, altre che suggeriscono coordinamenti multi-tessera e multi-partici, altri ancora che in nome dell'orizzontalità e della circolarità sono disposti a bocciare qualsiasi iniziativa, che, a loro indiscutibile ed inconfutabile parere non corrisponda a queste caratteristiche.

Perdendosi in sofismi di purezza e di metodologia che si acculuano su un piatto ancora del tutto vuoto di contenuti reali.

Forse è tristemente vero che è il bisogno e la disperazione a stimolare la creatività ed il realismo e forse, oltre ad una certa quantità di coraggio e di coscienza in più è proprio questo che avvantaggia oggettivamente i compagni greci e spagnoli.

Forse la nostra cecità ad un mondo altro nasce dal fatto che, tutto sommato, noi stiamo ancora troppo bene e siamo ancora in balia della società dei consumi e delle illusioni o forse ci hanno solo mortalmente ma efficientemente illusi di esserlo.

Quello che è certo resta il dato di quanto sia difficile, complesso e decisamente improbo far passare le iniziative e le istanze di solidarietà, di mutualità, di comunità, di circolarità ed orrizzontalità, di partecipazione attiva che hanno costituito il successo di Syriza e di quanto sia mitico ed improbabile ottenere la mobilitazione, la partecipazione e l'assemblearità produttiva e creativa di Podemos o Ganemos o anche solo la determinazione ed il pragmatismo positivo di Izquierda Unida.

Finisco, anche controllando il mio estremismo, mettendo a tacere le mie istanze di purezza resta il fatto che per avere credibilità si debba essere, personalmente credibili, dimostrare di essere quello di cui si parla, ma questo è stato ripetuto sino alla noia e sta diventando un luogo comune.

La credibilità sicuramente si conquista nei fatti, le chiacchiere servono solo a mantenere lo status quo, il cambiamento vuole azioni, fede e visione, per questo è faticoso, sebbene oggi si tenti anche di farlo apparire laborioso e ferraginoso ed è forse questo che difetta alla sinistra made in Italy.

Per i miopi è, notoriamente difficile guardare lontano!