"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

giovedì 29 gennaio 2015

Verso un Presidente della Repubblica della P2





Il patto del Nazareno è la versione moderna della P2.

Lo è nei programmi (la rottamazione della Costituzione e dei principi fondanti della Repubblica, la cancellazione del pluralismo, l'intenzione di rendere inoffensive e subalterne le Istituzioni di garanzia, il varo di una legge elettorale che unisce il carattere maggioritario ed antidemocratico con la designazione di gran parte degli eletti da parte delle segreterie dei partiti, lo smantellamento dei corpi intermedi a partire dai Sindacati), nella segretezza intollerabile in democrazia che ne avvolge i contenuti, nell'ascendente massonico di gran parte degli attori in gioco.

Non è pensabile che chi ha concepito questo progetto di eversione dei principi democratici enunciati nella Costituzione nata dalla Resistenza ed ha la maggioranza in Parlamento, grazie ad una legge elettorale incostituzionale, possa tollerare la presenza al Quirinale, nel ruolo chiave di Presidente della Repubblica, di qualcuno che possa mettersi di traverso alla sua realizzazione. Il profilo ideale del Patto del Nazareno è quello di un Presidente, possibilmente una figura di secondo piano, politicamente succube a Renzi e Berlusconi (e cioè che perpetui la retorica delle “riforme”, pronto a sciogliere le Camere in base all convenienze del parolaio fiorentino, disposto alla riabilitazione politica di Berlusconi condannato per evasione fiscale). Esiste è vero il tema del rinnovamento e dell'opportunità di dare in pasto all'opinione pubblica un personaggio non manifestamente compromesso. Per quanto sia oggi sui media un tema messo sotto il tappeto, ciò potrebbe giocare a favore di qualche outsider (Piero Grasso?) che unisca il carattere di novità alla lealtà verso il Renzusconi.

Purtroppo i rapporti di forza in Parlamento non consentono nemmeno lontanamente di sperare nell'elezione di un Presidente galantuomo, in grado di rappresentare tutti i cittadini, garante della Costituzione e dei principi democratici.
Ciò in cui, al massimo, si può sperare è in un Presidente, pur organico ai poteri dominanti e pur corresponsabile dei mali italiani, che non sia diretta espressione del Patto del Nazareno, che possa mantenere una sua indipendenza ed una sua autonoma forza in grado di consentirgli di dire anche dei no alle peggiori intenzioni renziane. In questa ottica, necessariamente difensiva, sono pertanto da apprezzare i tentativi di Vendola e dei Cinque di Stelle di incunearsi nel fronte berlusconiano-renziano con le candidature di Prodi e Bersani.

Vedremo come andrà a finire ma, intanto, dobbiamo essere sempre più consapevoli che esiste una voragine tra NOI, i comuni cittadini, e LORO, le élite politiche ed economiche dominanti e che le Istituzioni rappresentative sono sempre meno espressione della Democrazia essendo state occupate "militarmente" dalle cricche della malapolitica e del malaffare. Il massimo degli sforzi per costruire l'Alternativa ed un sistema autenticamente democratico va dunque fatto al di fuori dei Palazzi e sul piano sociale e culturale.

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