"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

giovedì 30 aprile 2015

Con l'Italicum cala il sipario sulla finzione della democrazia italiana



Renzi il Duce by Luca Peruzzi

L'approvazione dell'Italicum, la legge elettorale truffa di Renzi, un vero e proprio colpo di Stato, produce paradossalmente anche un effetto positivo: squarciare il velo di menzogna e di ipocrisia che avvolge il sistema politico italiano.
Nel Paese della Costituzione più bella del mondo – Costituzione mai applicata nei suoi principi fondamentali della sovranità del popolo, del diritto al lavoro, dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini condizione indispensabile per la partecipazione alla definizione del bene pubblico, della laicità dello Stato – la democrazia non è mai esistita.
Nei settant'anni che vanno dalla fine della guerra ad oggi i governi li hanno scelti a Washington e poi anche a Bruxelles e Francoforte, li hanno eletti le mafie, il Vaticano, il potere economico e finanziario del grande capitale. Il consenso lo si è ottenuto attraverso il voto di scambio, il clientelismo, la corruzione, i brogli elettorali, l'intimidazione mafiosa, l'indottrinamento religioso, il condizionamento delle menti e il travisamento della realtà realizzati attraverso giornali e televisioni. Quando il Partito Comunista si è avvicinato alla possibilità di conquistare la guida del governo si sono progettati colpi di stato e sono stati scatenati terrorismo e stragi.

domenica 26 aprile 2015

Quanti disoccupati in meno nel 2015?




Nell'annuncio del Ministero del Lavoro di un saldo positivo, tra cessazioni e attivazioni, di 92.000 contratti di lavoro nel mese di marzo vi è implicitamente un doppio messaggio: il jobs act funziona e proiettando i dati del solo mese di marzo per tutto il resto dell'anno si può confidare in un sensibile aumento dell'occupazione nel 2015. Questo è quanto è stato dato in pasto all'opinione pubblica (con i più che leggono solo i titoli degli articoli e non approfondiscono quanto vi è contenuto) a cui ha aderito in qualche modo, definendolo "segnale incoraggiante", anche il Presidente Mattarella.
La realtà è però che ancora non sono disponibili, come ricorda il Presidente dell'Istat, i dati complessivi sul lavoro attraverso cui poter esprimere valutazioni e giudizi e fondare, nel caso, speranze.
Che l'occupazione possa aumentare in modo significativo (rispetto alla tragedia della mancanza di lavoro che riguarda milioni di persone) nell'anno in corso è in effetti qualcosa che è fuori da ogni previsione, nonostante si sia in presenza, secondo gli economisti che aderiscono all'ideologia liberista, delle condizioni ideali per la crescita: liberalizzazioni delle norme sul lavoro, basso prezzo del petrolio, bassi tassi di interesse, ampia liquidità assicurata al sistema economico dal Quantitative Easing della Bce di Draghi (e mettiamoci dentro pure l'Expo che con tutti i soldi sperperati dallo Stato e tutte le mazzette pagate qualche risultato per i consumi e il turismo dovrà pure conseguirlo). Il Documento di Economia e Finanza indica appena qualche decimale di punto di miglioramento per l'occupazione.
Al più si stanno trasformando i contratti: da quelli esplicitamente precari in quelli nominalmente stabili (in cui però il datore di lavoro può licenziare in qualunque momento il proprio dipendente con il pagamento di una modesta indennità). E lo si sta facendo a spese della collettività (8000 euro l'anno il costo della decontribuzione per ogni nuovo assunto).

domenica 19 aprile 2015

Il modello americano. Un promemoria per Renzi.

Renzi l'amerikano by Luca Peruzzi

La passerella mediatica dal Presidente degli Stati Uniti è un rito a cui nessuno dei nostri Presidenti del Consiglio vuole rinunciare. Si tratta evidentemente di incontri che non hanno alcun valore politico, non c'è alcuna trattativa da svolgere. Siamo di fronte soltanto all'udienza concessa dall'Imperatore ad uno dei propri vassalli nella quale questi confermano la propria fedeltà ricevendone in cambio una qualche legittimazione ed un qualche credito da spendere presso l'opinione pubblica italiana. 
La litania delle dichiarazioni che accompagna questo rito è sempre uguale (come documenta con la consueta precisione Marco Travaglio): attestati di stima e fiducia, il riconoscimento degli "straordinari sforzi" fatti per rinnovare e riformare l'Italia, l'esaltazione servile della stampa nazionale.
Immagino così che anche altri Presidenti del Consiglio, come Renzi, abbiano definito gli Stati Uniti "il nostro modello" però credo che su questa affermazione, peraltro pienamente coerente con gli atti politici dell'amico di Marchionne e Farinetti, valga la pena di riflettere richiamando qualche dato.

giovedì 16 aprile 2015

Il DEF di Renzi e l'occupazione che non c'è

Lasciando da parte la trovata elettoralistica del "Tesoretto" e le bugie di Renzi sulla diminuzione delle tasse, quello che più colpisce dalla lettura dei numeri del Documento di Economia  e Finanza è l'encefalogramma piatto per ciò che attiene l'occupazione.

Di fronte alla tragedia del lavoro che non c'è, né per i giovani né per gli ultraquarantenni o cinquantenni, al Sud evidentemente molto peggio che al Nord, le previsioni (le speranze, gli auspici peraltro tutti da dimostrare e concretizzare) di Renzi e Padoan indicano una riduzione della disoccupazione dello zero virgola qualcosa per ciascuno dei prossimi anni. Le fantasmagoriche riforme, il "cambia verso", le promesse di far tornare l'Italia "protagonista" in Europa e nel mondo, la cancellazione dei fondamentali diritti del lavoro (con il jobs act) operate dal parolaio fiorentino producono dal 2015 fino al 2019 una misera riduzione del tasso di disoccupazione dell'uno virgola quattro per cento.

Rispetto cioè ai circa tre milioni di disoccupati "ufficiali" quello che ci aspetta nei prossimi cinque anni sono in totale 30-50 mila posti di lavoro in più (e non entriamo qui nel merito della qualità e delle retribuzioni dei nuovi lavori).

Poi ovviamente se questo non è sufficiente per dire basta all'inganno dell'austerità, delle "riforme" strutturali, del liberismo quale unico modello economico possibile, dei bugiardi che si succedono al potere, davvero non c'è nulla da fare.





domenica 12 aprile 2015

Un appalto su tre è illegale e nel Sud crollano i viadotti autostradali

Viadotto Scorciavacche



Il rapporto annuale della Guardia di Finanza fornisce, attraverso i dati delle proprie inchieste che si aggiungono alle relazioni della Corte dei Conti e alle statistiche di Banca d'Italia e Istat, un'ulteriore conferma che l'Italia è sommersa da un mare di illegalità: un appalto su tre di quelli su cui si è indagato è risultato illegale. E' sufficiente del resto la lettura della cronaca quotidiana delle inchieste giudiziarie - Expo, Mose, Tav, Grandi Opere, Mafia Capitale e via discorrendo fino al più piccolo dei comuni - per avere un'idea esaustiva della questione.
Esiste, a dire il vero, anche chi considera mafie, corruzione ed evasione fiscale un falso problema, un fatto fisiologico comune a tutti i Paesi del mondo che viene usato come specchietto per le allodole per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dal vero grande crimine: la rinuncia da parte dello Stato al potere di stampare moneta. Ma certamente, al di là di ogni discussione sull'euro e sulla perduta sovranità monetaria (e tanto più in tempi di spending review ogni euro rubato o sprecato nell'attività della pubblica amministrazione diventa ancora più inaccettabile), è impossibile non vedere quale cancro e quale tragico fattore di distorsione della vita politica, economica, sociale del nostro Paese, anzitutto del suo stesso tessuto civile e morale, rappresentino le centinaia di miliardi sottratti alla collettività da corruzione, evasione fiscale e dall'economia criminale e illegale in generale. Appalti inquinati dalla corruzione si traducono in lavori inutili o mai conclusi o malfatti: non possono essere considerati casuali i crolli dei viadotti verificatisi negli ultimi mesi (il viadotto Scorciavacche, la campata sulla Salerno-Reggio Calabria, il pilone dell'autostrada Palermo-Catania).

mercoledì 8 aprile 2015

Crisi: suicidi raddoppiati in 3 anni. Reddito minimo garantito subito!




Papa Francesco definisce il capitalismo l'economia che uccide. Ed è veramente così. Questa economia uccide le persone negando i diritti fondamentali: la garanzia di una rete di protezione e di un reddito dignitoso per tutti, una casa, la possibilità di curarsi. Uccide obbligando ad accettare lavori pericolosi e rinviando l'età della pensione finché non ce la fai più e schiatti. Uccide con l'inquinamento. Uccide spingendo alla disperazione le persone a cui non viene più concessa nemmeno la speranza e la fiducia in un futuro migliore. I dati sui suicidi sono inequivocabili. E tutto ciò rende non più rinviabile l'adozione di un reddito minimo garantito: una misura umanitaria irrinunciabile come soccorrere una persona che sta annegando o curare in un pronto soccorso chi è colpito da infarto o ictus. 



http://www.campagnareddito.eu/firma/

PS A chi criticherà la citazione del Papa evidenziando l'ipocrisia ed il ruolo di sostegno al potere della religione e del Vaticano rispondo così: tutto vero ma che oggi ci sia qualcuno, ascoltato da milioni di persone e non censurabile dai TG, che dica certe cose e così facendo metta in discussione e apra delle crepe nell'ideologia dominante del capitalismo e del liberismo a me sembra straordinariamente importante. Poi è evidente che la rivoluzione non la farà né il Papa né la Chiesa cattolica: il mondo ,lo dobbiamo cambiare noi che siamo le vittime di questo sistema economico.

lunedì 6 aprile 2015

Renzi, basta con le frottole: aumento delle tasse o tagli di spesa sono ugualmente sacrifici per i cittadini


Renzi Fottemos by Luca Peruzzi


Nella neolingua renziana (si veda al riguardo l'intervista del giorno di Pasqua al Messaggero), perfettamente in linea con la vulgata neoliberista, la riduzione della spesa pubblica significherebbe chiedere sacrifici alla politica.
In ballo c'è ora la cosiddetta clausola di salvaguarda prevista (in base agli antisociali dogmi dell'austerità) per i prossimi anni: qualora non si riuscissero a soddisfare i vincoli di bilancio previsti in sede europea si dovrebbero aumentare le aliquote dell'IVA incidendo ancora nella carne viva dei cittadini e deprimendo ulteriormente i consumi.
Presentare la riduzione della spesa pubblica, cioè meno stanziamenti per Ministeri ed Enti Locali come condizione per evitare l'aumento dell'IVA, quali sacrifici chiesti alla politica ed ai politici anziché ai cittadini è un diabolico capolavoro della comunicazione renziana: e chi potrebbe essere contrario a colpire e punire la "casta"?
La realtà è però completamente diversa per quanto sia difficile farla accettare dal senso comune. Il finanziamento pubblico ai partiti e le retribuzioni ai politici, anche laddove possano essere considerate moralmente esecrabili, sono quantitativamente poca cosa rispetto al bilancio complessivo dello Stato e dunque i tagli (eventuali) possono ben poco; i risparmi derivanti da maggiore efficienza, riduzione degli sprechi e lotta alla corruzione sono un miraggio tenendo conto del sistema politico-imprenditoriale-clientelare-criminale-mafioso che governa l'Italia. Di esso la maggioranza renziano-berlusconiana è parte integrante e la cronaca giudiziaria ci propone quotidianamente esempi di come sia strutturalmente radicato e operante.