"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 6 settembre 2016

I 5 Stelle, i Partiti e la Politica


Virginia Raggi by Luca Peruzzi

Per esprimere la mia opinione a proposito della Raggi e delle difficoltà che sta incontrando la giunta romana per diventare operativa faccio due premesse.

La prima. Non ho mai considerato i 5 Stelle come la nuova forma politica in grado di cambiare radicalmente in meglio l'Italia. Contemporaneamente non ho mai considerato i 5 Stelle come i nuovi barbari (o i nuovi fascisti) destinati a completare la distruzione dell'Italia. E non so se fa più ridere o piangere che questa ossessione sia coltivata da chi vota o votava Renzi e Berlusconi o da chi non riesce ad esprimere nemmeno l'uno per cento dell'indignazione che ha per i 5 Stelle nei confronti di chi ci ha condannato alla gabbia dell'austerità liberista e dell'Unione Europea, di chi ha smantellato quel poco di civiltà sociale che avevamo (scuola, pensioni, sanità), di chi galleggia tra mafie e corruzione, di chi ha portato l'Italia in guerra, di chi ha osato progettare la deforma costituzionale (la “svolta autoritaria”) per di più con un parlamento eletto con una legge incostituzionale. I 5 Stelle sono un fenomeno complesso e contraddittorio: in parte incarnazione – nelle forme che possono oggi realizzarsi nel contesto culturale e sociale esistente - del bisogno di ribellione di chi sta in basso contro le élites (ed in questo sta l'aspetto positivo e progressivo dei 5 Stelle), in parte strumento – consapevole o inconsapevole – di “manutenzione” del sistema e di controllo e sedazione della rabbia e della protesta sociale (nella misura in cui non viene messa in discussione l'economia capitalista). Ma ad oggi non avrei esitazioni a votare il Partito di Grillo in un eventuale ballottaggio contro Renzi o chi per lui.


La seconda. Per quelli che sono attualmente i poteri e le risorse a disposizione di un'amministrazione comunale, Roma e i suoi cittadini sopravviveranno anche con una giunta non funzionante. Così come d'altro canto anche una giunta eccellente – con i cordoni della borsa stretti dalle politiche criminali del governo centrale prono ai diktat della UE – non sarebbe in grado di risolvere i problemi di Roma: ridare un senso e un progetto urbanistico alla città, realizzare 100 chilometri di metropolitane, ridurre almeno del 50 per cento la circolazione delle auto private e lo smog che soffoca la città, intervenire in modo significativo sul disagio sociale (diritto alla casa, agli asili nido, ad una istruzione di qualità, al reddito/lavoro, all'assistenza sociale e sanitaria), raggiungere l'obiettivo dei rifiuti zero, garantire per quanto è necessario il decoro della città (la pulizia delle strade, la manutenzione di parchi e giardini, la sistemazione quotidiana delle buche), riattivare iniziative culturali di massa che mancano dai tempi di Renato Nicolini. Stiamo tranquilli: per quanto “pasticcioni” i grillini non potranno mai fare più danni di chi li ha preceduti e cioè le giunte amiche dei palazzinari e delle cricche di mafiacapitale. Certamente i grillini non regaleranno l'ACEA a Caltagirone né favoriranno il consumo di territorio (la speculazione edilizia) più di quanto fatto e deciso in passato.