"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 1 aprile 2018

ECCOCI DI NUOVO ED ANCORA LA RISPOSTA. È QUELLA DI SEMPRE:FARE RETE





di giandiego


Ieri mattina chiacchieravo con un vecchio amico, un intellettuale di spessore internazionale, direttore di rivista culturale (vera). Uomo di pensiero, anche se, forse, un poco troppo cattedratico e sistemico per i miei gusti selvaggi ed ignoranti.
Si parlava di editoria, grande e piccola, sistemica e non e si constatava come il problema di fronte al quale molti si arenano sia e resti La Distribuzione. Settore che diviene pretesto di super sfruttamento per Trangugia et Divora.
Cioè di come essa stia diventando la parte più rivelante e costosa dell'editoria moderna, nelle sue componenti fondamentali come la visibilità e la pubblicità, ma anche solo la reperibilità e la facilità di accesso.
É agghiacciante come, per esempio, qualsiasi velleità di auto-produzione si areni inesorabilmente e definitivamente di fronte a questa problematica, a quanti scrittori anche di valore rimangano al palo, nascosti ed ignorati solo perchè non sistemici, non famosi, non remunerativi., solo perchè sarebbero da seguire ed accompagnare.
Già il libro è merce … e nemmeno fra le più richieste e facilmente vendibili. Non conta il valore intrinseco, ma la vendibilità.
Si discuteva, quindi, di come si potesse sviluppare e vivificare una editoria alternativa. Una editoria che tenga conto dell'essere umano autore, dei suoi diritti … del suo lavoro. Che rispetti la proprietà intellettuale come valore prima che come fonte di business.
Due i sentieri individuati da questa amena discussione. Il primo “il coinvolgimento degli autori nella gestione editoriale”, cioè una via mista fra l'editoria tradizionale e l'auto-produzione che vede gli autori stessi associarsi e fare “editoria di qualità”, percorrendo le strade della cooperazione e del possesso collettivo e cedendo i ruoli organizzativi ad una struttura di servizio che abbia come prime finalità la “cultura popolare” ed i “beni comuni”.
Partendo da un ruolo ed una ridiscussione della figura dell'intellettuale e del produttore d'opera letteraria, piuttosto che musicale. L'intellettuale nel suo ruolo “sociale” e non come divo auto-referente o prodotto da vendere.
Il secondo, ovviamente, non può che riguardare la “distribuzione”. Fare Rete! … ( mi sovviene come a suo tempo con alcuni dei protagonisti chiamati in causa in questa lettera aperta, non solo se ne parlò ma si fondò anche una pagina su Facebook che titolava Fare Network, Fare rete, Fare movimento).
Sono un autore che si “picca” d'esser buono e dire qualche cosa, un Poeta e mi piacerebbe che quel che scrivo “sorgesse” da una esperienza di “diffusione” comune, una piattaforma condivisa che sia il “luogo della letteratura d'alternativa, di base, condivisa e realizzata dal basso”.
Che sia un luogo riconoscibile, conosciuto e di cui si parli. Un Luogo in cui la lettura si riconcilia con il lettore in cui sia facile trovare tutti quei libri che derivano da queste esperienze e che non sia mera “auto-produzione di poche speranze”, ma una proposta reale che abbia attinenza con la verità, con la cultura, con l'alternativa di sistema.
Utopia?
Forse pensare ad una letteratura non di sistema, ad una figura d'intellettuale fuori dal coro eppure “di spessore” è pura follia?
Eppure due Radio Web, che io amo ed un contenitore di notizie che stimo si sono , pur in tempi diversi, posti questo obbiettivo cercando la strada editoriale. Una di loro è il mio attuale editore e con essa collaboro , proprio nell'ottica di quella prima proposta di sviluppo della “nuova editoria”.
Ed allora io, nella mia infinita ignoranza ed ininfluenza mi chiedo
Perchè non cominciare da qui?
Dagli autori, e sono molti, che si dibattono in rete proponendo sé stessi con poche o nulle speranze di successo, pur avendo per le mani prodotti validi e credibili. Da questo epico e coraggioso tentativo delle due radio in questione di fare editoria accarezzando la cultura, la verità, l'onda anti-sistemica … perchè non fare sinergia, non condividere, non creare, per esempio una piattaforma comune di diffusione dell'edito, Una pratica comune di pubblicizzazione, una connessione che non sia mera coltivazione di orticelli, ma un vero colpo di zappa nell'immenso campo della cultura letteraria e musicale … perchè NO?
Scrivo questa mia con l'ovvia speranza di essere letto, nella speranza che succeda qualche cosa che questa antica perorazione Fare Network, Fare Rete, Fare Movimento diventi realtà … Chissà io aspetto e continuo disperatamente a scrivere