tag:blogger.com,1999:blog-48940427123111454632024-03-13T16:04:39.774+01:00Verità e DemocraziaKristel Kaaberhttp://www.blogger.com/profile/01019321270568041532noreply@blogger.comBlogger1062125tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-39264906193309309082019-10-30T00:50:00.000+01:002019-10-30T00:57:03.991+01:00Elezioni regionali in Umbria: niente di nuovo sul fronte della Sinistra radicale<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-XtgofPjuyxk/XbjKD_SdMMI/AAAAAAAABN8/3kmyaFBVpW8ceQZoIP0QTnwvQTzk9pBYgCLcBGAsYHQ/s1600/Elezioni%2BUmbria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="546" data-original-width="960" height="182" src="https://1.bp.blogspot.com/-XtgofPjuyxk/XbjKD_SdMMI/AAAAAAAABN8/3kmyaFBVpW8ceQZoIP0QTnwvQTzk9pBYgCLcBGAsYHQ/s320/Elezioni%2BUmbria.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le elezioni in Umbria viste da Luca Peruzzi</td></tr>
</tbody></table>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Riguardo ai risultati delle
elezioni regionali in Umbria esistono specifiche vicende (le dimissioni
della giunta piddina a seguito dello scandalo della Sanità) che
hanno certamente influito sull’esito delle stesse.</span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Dopodiché,
detto che gli scandali influenzano inesorabilmente i consensi dei
partiti cosiddetti progressisti e di centrosinistra ma mai di quelli
di centrodestra, dai risultati delle elezioni regionali umbre credo
si possano, ancora una volta, trarre alcuni insegnamenti.</span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><b>Primo</b>.
La maggioranza dei votanti oggi richiede un cambiamento radicale del
Paese e dunque i partiti che ottengono la maggioranza o che
riscuotono i maggiori incrementi percentuali sono quelli che vengono
percepiti come i partiti del cambiamento radicale. Poi, come qualcuno
ha detto, si può convenire che si tratti di scelte elettorali di
disperazione anziché fondate su di una razionale e consapevole adesione a
determinate visioni e progetti politici ma resta, a mio avviso, il
dato di fatto: la richiesta di cambiamento radicale. </span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Ancora: il
consenso si conquista con le promesse di spesa e potrebbe essere
conservato solo attraverso una spesa pubblica espansiva. Nell’Italia
che da trent’anni persegue politiche di austerità, costretta a ciò
dai vincoli europei e della finanza globale, non è un caso che
nessun governo in carica sia mai stato confermato alle elezioni
successive. La gestione (la sostanziale conservazione)
dell’esistente, anche ammesso che fosse condotta con onestà ed
oculatezza, è una politica elettoralmente fallimentare in un Paese
precipitato nella crisi e nel declino: i grillini sono stati premiati
come forza di cambiamento radicale e sono stati puniti per essersi
adattati a governare dentro i vincoli della finanza globale. Lo
stesso avverrà con il futuro governo Lega-Fratelli
d’Italia-Berlusconi salvo che emerga la volontà, ad oggi
assolutamente inimmaginabile per politici di mezza tacca e facilmente
ricattabili, di mettersi realmente di traverso all’Ordine Economico
Internazionale.</span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><b>Secondo.</b>
L’Italia è un Paese fondamentalmente di destra, nella cultura e
nei valori, ed intriso di individualismo consumista: le proposte
elettorali (anche di cambiamento) che vengono premiate sono solo
quelle che si muovono dentro il contesto capitalista. Dunque ci si
scordi che gli appelli antifascisti ed antirazzisti possano avere
qualche efficacia (se non funzionano nemmento in Umbria o Emilia
Romagna figuriamoci altrove!): sono oggi fuori contesto e fuori tempo
soprattutto quando promossi da chi, come il PD, ha contribuito a
distruggere larga parte delle conquiste sociali ottenute attraverso
decenni di lotta politica e sindacale. </span>
</div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><b>Terzo.</b>
Dentro l’attuale contesto socio-culturale, con il senso comune
dominante, non esiste alcuno spazio politico significativo per le
forze di ispirazione socialista e comunista ridotte a comparse nelle
elezioni e nel dibattito pubblico. Anche nella rossa, almeno un
tempo, Umbria i pur dignitosissimi candidati comunisti – quello del PC di Rizzo e
quello della coalizione PCI-Potere al Popolo – non arrivano
complessivamente al due per cento. Cioè più o meno quanto
raccolgono tutte le liste di sinistra radicale sommate insieme da una
decina d’anni con l’eccezione, essendo arrivata al 4%, della
lista Tsipras che però d'ispirazione socialista e comunista aveva
ben poco (un cartello elettorale che dentro la cornice del riformismo
europeista (leggi accettazione delle leggi della finanza globale) e
sotto la bandiera di Tsipras, rivelatosi poi il traditore delle
istanze di riscatto del popolo greco dalla schiavitù dell’euro,
comprendeva in posizione di vertice anche gli ascari piddini (i
vendoliani) e alcuni editorialisti di Repubblica (bastione del
liberismo europeista e tra i principali artefici della conversione
pro capitalismo della Sinistra)).</span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Sono
convinto ormai da tempo che questi fallimenti non derivino da errori
o inadeguatezze nelle proposte, nei programmi, nella forma partito, nei leader (a meno di pensare
che Salvini o la Meloni prendano così tanti voti per le proprie
capacità personali) e tantomeno dalla mancata realizzazione di alleanze unitarie. Certo esistono anche questi problemi ma il
punto fondamentale è che oggi, ripeto, non esiste lo spazio politico
per qualsivoglia proposta politica social-comunista qualunque veste e
gradazione assuma (compresa quella del cosiddetto sovranismo di
Sinistra che non ha nemmeno la forza di raccogliere le firme per
presentarsi alle elezioni).</span></div>
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Francamente
penso che sia venuto il momento per tutti coloro che pensano sia
necessario ricreare una prospettiva reale di realizzazione di una
società socialista di farla finita, almeno per qualche anno, di
giocare con le elezioni e a fare i dirigenti di partiti e partitini
inesistenti o, peggio, a lusingare unicamente la propria vanità con
dotte e sferzanti quanto ininfluenti analisi politiche sui social e ad impiegare
tutte le proprie forze a riflettere e a discutere, per poi agire concretamente, su come si
ricostruisce (attraverso
l’informazione, la produzione culturale e artistica, le iniziative
sociali e sindacali) </span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">una coscienza di massa anticapitalista, premessa indispensabile per dare forza ad un'Alternativa di sistema</span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-49753889555056062762018-08-18T18:14:00.000+02:002018-08-18T18:14:48.142+02:00La privatizzazione di Autostrade: ve li ricordate i governi di Centrosinistra?<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-miOJ0OW0KDA/W3hDs_XT9sI/AAAAAAAABME/sEsVEhNP02ADOXttVSAz3LZ5QmE5LeQ7ACLcBGAs/s1600/L%2527Italia%2Bvenduta%2Ba%2Bpezzi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="752" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-miOJ0OW0KDA/W3hDs_XT9sI/AAAAAAAABME/sEsVEhNP02ADOXttVSAz3LZ5QmE5LeQ7ACLcBGAs/s320/L%2527Italia%2Bvenduta%2Ba%2Bpezzi.jpg" width="250" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'Italia venduta a pezzi by Lupe</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
In Italia dagli anni novanta in poi sono state attuate politiche
che - attraverso le privatizzazioni, la cancellazione del ruolo attivo dello
Stato nell’economia, l’attribuzione alla speculazione finanziaria del compito
di fornire allo Stato le risorse monetarie necessarie per svolgere le sue
funzioni, il “dimagrimento” dello Stato a vantaggio del privato (in base alla menzogna
che il privato fosse più efficiente e conveniente per i cittadini a confronto
del pubblico), la precarizzazione del lavoro, la progressiva demolizione dei
servizi sociali pubblici essenziali (sanità, scuola, pensioni, trasporti,
edilizia pubblica), l’ingresso nella gabbia dell’euro e delle regole europee
della finanza e della concorrenza senza adeguate contropartite e senza reti di
protezione - hanno realizzato il passaggio dall’economia sociale di mercato, prevista
dalla Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza antifascista e frutto del
compromesso tra comunisti e democristiani, al liberismo selvaggio (senza
peraltro intaccare minimamente le incrostazioni della corruzione, delle mafie,
del familismo che ammorbano la società e l’economia italiana).<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
I risultati di queste politiche, nelle condizioni di questo
disgraziato Paese, sono ora sotto gli occhi di tutti.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ma se si dimentica che queste politiche sono state in larga
parte guidate e realizzate dai governi di centrosinistra (a cui partecipavano
anche Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani), con il silenzio/assenso dei
Sindacati complici (ivi compresa la CGIL), non si può capire perché oggi la
Sinistra è morta in Italia.</div>
<a name='more'></a><o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Per la Sinistra – responsabile o corresponsabile della
distruzione delle condizioni di vita dei ceti popolari - pensare adesso di riguadagnare
la fiducia, il consenso, la partecipazione politica attiva dei ceti popolari ad
una prospettiva di trasformazione socialista della società italiana attraverso l’allarmata
denuncia del razzismo e dell’imminente arrivo del fascismo o irridendo o stigmatizzando
questa o quella dichiarazione, questo o quello strafalcione linguistico, questa
o quella proposta di esponenti della maggioranza gialloverde (a cui viene così
lasciato di fatto il monopolio dell’agenda politica) è totalmente sbagliato
perché inefficace e velleitario. Inefficace e velleitario perché inidoneo a
spezzare e ribaltare il senso comune dominante fondato sull’individualismo e il
consumismo e sull’idea che il mondo capitalistico del profitto e della rincorsa
al successo individuale è l’unico mondo possibile. Inefficace e velleitario perché
inadatto ad intercettare la rabbia e la paura dei ceti popolari riguardo il
futuro, l’impoverimento, la difficoltà a soddisfare i propri bisogni
fondamentali. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Altrettanto illusoria e velleitaria è l’idea che possa
esistere nel contesto socio-economico-culturale in cui viviamo in Italia una
svolta fondata esclusivamente su elementi politico-programmatici in grado di
restituire di per sé alla Sinistra una dimensione di massa. Penso al
sovranismo, al cosiddetto populismo di Sinistra, alla richiesta di un’uscita
dall’euro “da sinistra”. Lo spazio populista e di contrasto delle élites (sia
esso autentico o simulato) è oggi saldamente in mano a Lega e 5 Stelle e non si
vede all’orizzonte la possibilità di scalzarli da Sinistra finché impererà il
pensiero unico capitalista. E penso anche al partito assembleare che “nasce dal
basso e sul territorio”, senza organizzazione e senza leader con un briciolo di
carisma, il “format” ormai consolidato con cui i partitini di Sinistra provano
ad ogni tornata elettorale a riproporre un nome e un simbolo (sempre nuovi e dunque
sempre sconosciuti) per tentare di raccattare qualche seggio e qualche briciolo
di finanziamento. O ancora a chi richiede di riprendere la lotta di classe
quando non esiste più coscienza di classe. Per tutti costoro poi vale
l’impossibilità di rivolgersi in modo massiccio alla generalità dei cittadini
usando quegli stessi mezzi di formazione dell’opinione pubblica (tv, giornali,
cinema, musica, la produzione culturale in generale, ecc.) da cui si è
sistematicamente esclusi. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Analogo ragionamento può essere fatto sulla questione
migranti. Un conto è l’affermazione di principi etici che fanno parte del DNA della
Sinistra: la solidarietà, l’accoglienza, l’integrazione, il dovere di salvare
chi è in pericolo di vita,<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>l’affermazione del diritto alla libera circolazione degli esseri umani,
il riconoscimento che le migrazioni sono diretta conseguenza dell’imperialismo
economico e militare dell’Occidente capitalistico e al di sopra di tutto questo
la convinzione che tutti gli esseri umani sono uguali nella dipendenza dal contesto
sociale per poter realizzare ciascuno il meglio di sé stessi (e francamente
lascia allibiti chi a Sinistra lancia l’allarme per un’asserita “minaccia” del
meticciato e sulla conseguente perdita delle nostre tradizioni culturali come
se tutta la storia dell’umanità non fosse la storia della mescolanza di popoli
e dell’evoluzione di usi e culture dipendenti da tale mescolanza e come se, in
particolare, il nostro Paese non fosse il risultato del “meticciamento” di
tutti i popoli che nel corso dei secoli scorsi lo hanno invaso e colonizzato
(normanni, franchi, arabi, slavi, germanici, ecc.)). Un altro conto è sul piano
politico (che è inesorabilmente ricerca del consenso e dei voti) auspicare una
immigrazione senza limiti o disconoscere i comportamenti socialmente devianti
di buona parte delle popolazioni romanì laddove la stragrande maggioranza degli
elettori la pensa in modo totalmente differente, ignorando i problemi sociali,
economici, culturali che obiettivamente crea l’immigrazione (regolare e irregolare,
comunitaria ed extracomunitaria, di migranti economici e di richiedenti asilo,
di cristiani o musulmani o atei) e la fortissima pressione che essa pone sul
mercato del lavoro, su quello delle abitazioni e sull’accesso ad un welfare
ormai ridotto all’osso a danno indiscutibilmente soprattutto dei ceti popolari
e socialmente più deboli. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Per quanto detto fare della questione migranti la “linea del
Piave” della Sinistra ed il suo principale o quasi esclusivo argomento di polemica
e propaganda politica è assolutamente autolesionistico ed un autentico suicidio
politico. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La mia convinzione è che il bisogno e la speranza di
realizzare una società socialista per dare piena soddisfazione alla necessità ineludibile
ed inestinguibile di uguaglianza e giustizia sociale e di liberazione dal
bisogno non potrà mai morire ma nel contempo ritengo incontestabile il fatto che
per restituirgli il necessario peso politico e la centralità nel dibattito
pubblico – ora che siamo all’anno zero della Sinistra – sia indispensabile un
immane e titanico lavoro – che richiederà anni ed anni – da svolgere sul piano culturale,
comunicativo, sociale, organizzativo, programmatico. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Lavoro culturale e nella comunicazione – da condurre con
genialità e perseveranza stante l’esclusione dai mezzi di comunicazione di
massa – per dimostrare che senza l’abbattimento del capitalismo non può
esistere benessere e sicurezza, per spezzare la dittatura del pensiero unico
liberista e capitalista e conquistare alla causa socialista e comunista quella
massa critica necessaria per poter costruire una prospettiva politica che non
sia condannata alla marginalità. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Lavoro nella società perché è indispensabile far rinascere una
grande comunità politica attraverso la ricostruzione di un sindacato
conflittuale e la presenza sul territorio. Il mutualismo non è e non deve
essere, come alcuni temono e accusano, la resa alla dissoluzione dello stato ma
il mezzo con cui contribuendo a soddisfare, attraverso l’auto-organizzazione, bisogni
primari delle persone – incremento del reddito disponibile, difesa dei diritti,
affrancamento dall’isolamento cui ci condanna la società attuale – si può ricominciare
a stare tra le persone, a parlare con le persone, a riconquistare la fiducia
delle persone. Ed un mezzo che ci faccia uscire al più presto dalla bolla dei social network con
cui qualcuno si illude di poter fare politica.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Lavoro organizzativo perché serve un partito di militanti e
di sezioni, stabile e riconoscibile nel tempo, in grado di raccogliere le
risorse necessarie alla sua attività, predisposto a selezionare una nuova
classe dirigente, all’altezza di studiare la realtà che ci circonda e i problemi
che la caratterizzano e di indicare programmi e strategie idonee alla radicale
trasformazione economica e sociale che è necessaria, guidato da leader
carismatici che possano diventare dei punti di riferimento in grado di ispirare
fiducia e speranza nella maggioranza dei cittadini. La realtà che abbiamo
conosciuto negli ultimi dieci anni è stata invece quella dei cartelli
elettorali last minute ed “usa e getta”, destinati ad essere abbandonati poco
dopo le elezioni: un destino che mi sembra inevitabile anche per Potere al
Popolo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E’ evidente, per concludere, che nessuno oggi a Sinistra ha
la forza e le risorse per agire contemporaneamente su questi tre piani. Si
parta dunque dall’azione culturale e nella comunicazione per recuperare spazio
nel dibattito pubblico e nella coscienza collettiva, accantonando per l’immediato
velleità elettorali prive di prospettive e foriere solo di divisioni e
contrasti, mettendo insieme partiti, associazioni, gruppi di informazione
indipendente, singoli individui di buona volontà per costituire una Rete dove
ciascun soggetto agirà secondo le proprie capacità e le proprie inclinazioni ma
coordinati in vista dell’obiettivo comune. Alle elezioni ci si penserà più
avanti, quando sarà possibile.<o:p></o:p></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-22250089898017092422018-07-16T10:01:00.001+02:002018-07-16T19:41:35.216+02:00È DAVVERO TROPPO CHE NON FACCIAMO OH YEAH!<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-rBEVC6rUD24/W0xP0Nps9yI/AAAAAAAACAM/FChMI3DiN-wA5aZFq6jYaKrcJp2MhEPLACEwYBhgL/s1600/01174%2BVenetian%2BMasquerade%2BMask%2BColombina%2BArlecchino-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="550" data-original-width="550" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-rBEVC6rUD24/W0xP0Nps9yI/AAAAAAAACAM/FChMI3DiN-wA5aZFq6jYaKrcJp2MhEPLACEwYBhgL/s400/01174%2BVenetian%2BMasquerade%2BMask%2BColombina%2BArlecchino-1.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>di giandiego</b></span></span><a href="https://1.bp.blogspot.com/-rBEVC6rUD24/W0xP0Nps9yI/AAAAAAAACAI/QLQu8CQ2nrMDZ-f2NJUs_vY2AFnBn4xcwCLcBGAs/s1600/01174%2BVenetian%2BMasquerade%2BMask%2BColombina%2BArlecchino-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"> </a></i></div>
<br />
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>o</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Per
quelli </b>che chiudono i porti …
<b>oh yeah!</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Per
quelli</b> che , pubblicmente e
palesemente inneggiano a quelli che chiudono i porti …. <b>oh yeah!</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Per
quelli </b>che, pubblicamente
dileggiano, ma intimamente approvano quelli che chiudono i porti …
molti, ma molti <b>oh yeah!</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Per
quelli </b>si sono adattati, in un
modo o nell'altro, a questo modello di mondo, competitivo, crudele,
fondato sulla furbizia e sulla legge del più ricco e del più forte
… <b>oh yeah!</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Per
quelli </b>che fanno appelli per
gli ultimi del mondo dalla terrazza di Portofino con o senza Rolex,
poco c'importa … <b>oh yeah!</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Per
quelli</b> che misurano le buone
intenzioni da un'orologio … oh yeah!</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Per
quelli</b> che erano comunisti …
<b>oh yeah!</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Per
</b>i moralisti, i bigotti, gli
omofobi, i nazionalisti e i sovranisti … <b>oh yeah!</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Per
quelli </b>che senza L'uomo nuovo
come si può fare qualche cosa che sia diverso dal vecchjo? …<b> oh
yeah!</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;">P<b>er
quelli</b> che sono ancora qui, in
fondo, insieme agli ultimi e che per loro non cambia mai nulla …
Re, Imperatori, Papi, Presidenti o Duci restano dove sono a spalare
fango e a piangere lacrime e sangue …<b> oh yeah!</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Per</b>
i migranti ricchi che si chiamano turisti e che nessuno sembra
accorgersi che si spostino … <b>oh yeah!</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Per
quelli</b> che sono giovani,
Italiani e laureati, intelligenti e forti che se ne vanno, costretti
dall'immanenza, lasciandoci qui, soli, con i mediocri … che sono
tanti, tanti di più di quei migranti poveri che ci fan tanta paura …
ciao ragazzi e<b> oh yeah!</b></span></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br />
</b></div>
<div align="CENTER" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-24834001284540884552018-04-01T13:47:00.000+02:002018-04-01T13:47:12.424+02:00ECCOCI DI NUOVO ED ANCORA LA RISPOSTA. È QUELLA DI SEMPRE:FARE RETE<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-Z8w9kIxmmio/WsDGfPt7mTI/AAAAAAAAB6Q/_dt9gmSiMtEE6JIoYan0Paoe_EGvX9OkwCLcBGAs/s1600/poezia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="624" height="256" src="https://4.bp.blogspot.com/-Z8w9kIxmmio/WsDGfPt7mTI/AAAAAAAAB6Q/_dt9gmSiMtEE6JIoYan0Paoe_EGvX9OkwCLcBGAs/s400/poezia.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="CENTER" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>di
giandiego</i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Ieri
mattina chiacchieravo con un vecchio amico, un intellettuale di
spessore internazionale, direttore di rivista culturale <i>(vera)</i>.
Uomo di pensiero, anche se, forse, un poco troppo cattedratico e
sistemico per i miei gusti selvaggi ed ignoranti. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Si
parlava di editoria, grande e piccola, sistemica e non e si
constatava come il problema di fronte al quale molti si arenano sia e
resti <b>La Distribuzione</b>. Settore che diviene pretesto di super
sfruttamento per<b> Trangugia et Divora.</b></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Cioè
di come essa stia diventando la parte più rivelante e costosa
dell'editoria moderna, nelle sue componenti fondamentali come la
visibilità e la pubblicità, ma anche solo la reperibilità e la
facilità di accesso.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">É
agghiacciante come, per esempio, qualsiasi velleità di
auto-produzione si areni inesorabilmente e definitivamente di fronte
a questa problematica, a quanti scrittori anche di valore rimangano
al palo, nascosti ed ignorati solo perchè non sistemici, non famosi,
non remunerativi., solo perchè sarebbero da seguire ed accompagnare.
</span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b>Già
il libro è merce … e nemmeno fra le più richieste e facilmente
vendibili</b>. Non conta il valore intrinseco, ma la vendibilità.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Si
discuteva, quindi, di come si potesse sviluppare e vivificare una
editoria alternativa. Una editoria che tenga conto dell'essere umano
autore, dei suoi diritti … del suo lavoro. Che rispetti la
proprietà intellettuale come valore prima che come fonte di
business.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Due
i sentieri individuati da questa amena discussione. Il primo <i>“il
coinvolgimento degli autori nella gestione editoriale”,</i> cioè
una via mista fra l'editoria tradizionale e l'auto-produzione che
vede gli autori stessi associarsi e fare <i>“editoria di qualità”</i>,
percorrendo le strade della cooperazione e del possesso collettivo e
cedendo i ruoli organizzativi ad una struttura di servizio che abbia
come prime finalità la “cultura popolare” ed i “beni comuni”.
</span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Partendo
da un ruolo ed una ridiscussione della figura dell'intellettuale e
del produttore d'opera letteraria, piuttosto che musicale.
L'intellettuale nel suo ruolo “sociale” e non come divo
auto-referente o prodotto da vendere.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Il
secondo, ovviamente, non può che riguardare la </span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>“distribuzione”</i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.
Fare Rete! …</span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>
( mi sovviene come a suo tempo con alcuni dei protagonisti chiamati
in causa in questa lettera aperta, non solo se ne parlò ma si fondò
anche una pagina su Facebook che titolava <a href="https://www.facebook.com/FARE-NetWorK-fare-retefare-movimento-122569841104358/">
Fare Network, Fare rete, Fare movimento</a>).</i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Sono
un autore che si “picca” d'esser buono e dire qualche cosa, un
Poeta e mi piacerebbe che quel che scrivo “sorgesse” da una
esperienza di <i>“diffusione”</i> comune, una piattaforma
condivisa che sia il<i> “luogo della letteratura d'alternativa, di
base, condivisa e realizzata dal basso”</i>. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Che
sia un luogo riconoscibile, conosciuto e di cui si parli. Un Luogo in
cui la lettura si riconcilia con il lettore in cui sia facile trovare
tutti quei libri che derivano da queste esperienze e che non sia mera
<i>“auto-produzione di poche speranze”</i>, ma una proposta reale
che abbia attinenza con la verità, con la cultura, con l'alternativa
di sistema. </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b>Utopia?
</b></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Forse
pensare ad una letteratura non di sistema, ad una figura
d'intellettuale fuori dal coro eppure <i>“di spessore”</i> è
pura follia?</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Eppure
due Radio Web, che io amo ed un contenitore di notizie che stimo si
sono , pur in tempi diversi, posti questo obbiettivo cercando la
strada editoriale. Una di loro è il mio attuale editore e con essa
collaboro , proprio nell'ottica di quella prima proposta di sviluppo
della <i>“nuova editoria”.</i></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Ed
allora io, nella mia infinita ignoranza ed ininfluenza mi chiedo</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b>Perchè
non cominciare da qui?</b> </span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Dagli
autori, e sono molti, che si dibattono in rete proponendo sé stessi
con poche o nulle speranze di successo, pur avendo per le mani
prodotti validi e credibili.<u> </u><span style="text-decoration: none;">Da
questo epico e coraggioso tentativo delle due radio in questione di
fare editoria accarezzando la cultura, la verità, l'onda
anti-sistemica … perchè non fare sinergia, non condividere, non
creare, per esempio una piattaforma comune di diffusione dell'edito,
Una pratica comune di pubblicizzazione, una connessione che non sia
mera coltivazione di orticelli, ma un vero colpo di zappa
nell'immenso campo della cultura letteraria e musicale …</span><span style="text-decoration: none;"><b>
perchè NO?</b></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="text-decoration: none;">Scrivo
questa mia con l'ovvia speranza di essere letto, nella speranza che
succeda qualche cosa che questa antica perorazione </span><span style="text-decoration: none;"><b>Fare
Network, Fare Rete, Fare Movimento </b></span><span style="text-decoration: none;">diventi
realtà … Chissà io aspetto e continuo disperatamente a scrivere</span></span></span></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-7658865325695906632018-03-14T00:34:00.000+01:002018-03-14T00:50:25.529+01:00Potere al Popolo: un contributo per l'assemblea del 18 marzo<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-nY8L5HaV8nM/WqhWxA68A1I/AAAAAAAABLc/yUPEEdnWGM4kERWjrpHr8PTAHrj-QrtKwCLcBGAs/s1600/Potere%2Bal%2BPopolo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-nY8L5HaV8nM/WqhWxA68A1I/AAAAAAAABLc/yUPEEdnWGM4kERWjrpHr8PTAHrj-QrtKwCLcBGAs/s320/Potere%2Bal%2BPopolo.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<h3 style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
Un commento sulle elezioni del 4 marzo e sulle possibili prospettive future di Potere al Popolo</h3>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il primo inequivocabile dato che è
emerso dalle elezioni del 4 marzo è quello della rabbiosa e
rancorosa richiesta di cambiamento del popolo italiano. Lega e Cinque
Stelle raggiungono insieme circa il 50% dei voti, se ad essi sommiamo
altre forze di opposizione radicale o antisistema, di destra e di
sinistra che non hanno superato il quorum emerge che la larga
maggioranza di chi si è recato alle urne ha espresso questa
richiesta. E' il risultato di un Paese da almeno trent'anni in
inesorabile declino in cui la macelleria sociale e la cancellazione
dei diritti conquistati attraverso decenni di lotte - in
contemporanea allo smantellamento della struttura produttiva italiana
innescato dalla globalizzazione capitalistica, dai diktat liberisti
della UE e dalla partecipazione all'euro - si è innestata su di una
struttura politico-burocratico-amministrativa ed imprenditoriale che
è restata arretrata, inefficiente, corrotta, impregnata di
familismo, collusa assai frequentemente con le mafie. E' sufficiente,
ahimé, girare in questi giorni per le strade di Roma devastate dalle
buche per qualche giornata di neve e pioggia, pensare alle condizioni
delle zone terremotate del centro Italia tormentate dalla neve e dal
gelo, trovarsi nel girone infernale di un Pronto Soccorso o alle
prese con le bibliche liste di attesa delle prestazioni sanitarie
pubbliche per toccare con mano la realtà di un Paese che non è più
in grado di far fronte nemmeno alle sue funzioni e necessità
fondamentali. La condizione reale del Paese è quella che emerge da
tutti gli indici statistici: milioni e milioni di persone sotto la
soglia di povertà e che hanno dovuto rinunciare a curarsi,
disoccupazione, precariato, invecchiamento, mortalità e nuovi nati, abbandoni
scolastici e universitari, mezzogiorno, deindustrializzazione
delocalizzazioni e shopping di aziende nazionali da parte di soggetti
stranieri e si potrebbe andare avanti a lungo. Rispetto a questa
drammatica condizione reale non vengono più accettate le vecchie
rappresentazioni e narrazioni politiche: centro sinistra e centro
destra, la promessa che stiamo uscendo dalla crisi per uno zero
virgola in più qui o li, che abbiamo bisogno di <a href="https://ilmanifesto.it/il-grande-sconfitto-e-il-mito-europeista/">più
Europa</a>, che l'immigrazione è solo una risorsa e non anche un ulteriore
problema sociale, che i problemi si risolvono con i bonus o tagliando
qualche tassa. Da qui la crisi irreversibile della “vecchia”
politica del Partito Democratico di Renzi (ma anche dei trasfughi di
D'Alema e Bersani) e di Forza Italia di Berlusconi. Questo ce
l'avevano detto anche le elezioni amministrative degli ultimi anni e
soprattutto il referendum costituzionale del dicembre 2016 (nel quale
è stato determinante il ruolo di Lega e 5 Stelle) laddove i
cittadini avevano rifiutato esplicitamente la “normalizzazione”
istituzionale in coerenza con la struttura del “sistema”,
propagandata come indispensabile dall'establishment
politico-economico e dal mainstream informativo. Da qui il fatto che
la disperazione montante faccia sì che ci si aggrappi a qualunque
promessa di cambiamento. Se vogliamo anche il 40% di Renzi alle
Europee del 2014 poteva essere letto così: la percezione del
cambiamento attraverso un tangibile provvedimento, ancorché
inefficace e iniquo nell'esclusione proprio dei più poveri, a favore
dei lavoratori di livello medio-basso quale il bonus degli 80 euro,
la prima concessione sociale dopo anni e anni di macelleria sociale.
Dopo sono venuti jobs act, buona scuola e la perpetuazione delle
politiche di austerità e dunque il crollo del renzismo.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il secondo inequivocabile dato di
queste elezioni (ma non solo di queste elezioni) è che la rabbia
sociale degli esclusi e degli impoveriti e la richiesta di
cambiamento non si rivolge alla Sinistra. Al di là di invettive e
accuse di razzismo, fascismo, dilettantismo e analfabetismo politico,
di essere il sostegno occulto del sistema nei confronti di 5 Stelle e
Lega, al di là del fatto che noi riteniamo sbagliato il voto a tali
partiti, questo è il dato sostanziale. Questa è la conseguenza
della cultura e del senso comune dominanti nel nostro Paese (e in
questo senso nulla è cambiato rispetto alle <a href="http://veritaedemocrazia.blogspot.it/2013/05/il-capitalismo-e-la-crisi-culturale.html">elezioni
del 2013</a>). Un senso comune nel quale influisce ben poco la
campagna elettorale (quella può incidere per qualche punto
percentuale a favore di questo o di quello) ma che è stato costruito
negli anni (ad esempio nei miti dell'individualismo e del consumismo,
del “privato” efficiente e del “pubblico” sprecone o nella
drammatizzazione irrazionale del debito pubblico, veicolati
soprattutto attraverso la narrazione televisiva: le “vite in
diretta”, i reality, le domeniche televisive, il “giornalismo”
in stile Striscia la Notizia e Le Iene, l'ossessione per la cronaca
nera, il calcio e lo sport a tutte le ore del giorno e della notte,
il cinema e la fiction che oramai rarissimamente raccontano la
sofferenza delle persone comuni). Grillo e Casaleggio sono stati
capaci di cavalcare con straordinaria efficacia (la rete, la casta,
la denuncia delle bugie del mainstream informativo, i vaffanculo)
questo senso comune. A sua volta Salvini ha costruito il proprio
risultato elettorale partecipando per anni quasi quotidianamente alle
trasmissioni televisive (perché corrispondeva all'interesse del
“sistema” creare il “pericolo” Salvini) e dettando così
l'agenda della politica. Poco importa quello che rappresentano
realmente 5 Stelle e la Lega: per gli elettori ha contato l'involucro
esterno e cioè la possibilità/speranza di un cambiamento e di poter
dare un calcio nel sedere alle vecchie classi dirigenti. E' quello
che è stato definito il conflitto alto-basso, popolo vs. oligarchie
nel quale però mancano, per poter realizzare davvero una reale
trasformazione sociale ed una uguaglianza sostanziale, la prospettiva
e la promessa di un controllo collettivo sull'economia. Dentro questo
contesto culturale e del sentire comune ha ben poco senso
rimproverare a Potere al Popolo errori nella comunicazione, nei
singoli punti del programma, nel simbolo, nell'efficacia dei
portavoce. La Sinistra perde ovunque e comunque (il peggior risultato
della storia repubblicana): il radicalismo di Potere al Popolo
all'1,1, il trotskismo di Sinistra Rivoluzionaria (PCL e Falce e
Martello) allo 0,1, il comunismo duro e puro di Marco Rizzo allo 0,3,
il riformismo di Vendola e D'Alema appena sopra il quorum nonostante
partisse da una estesissima componente parlamentare e potesse contare
su personaggi di livello nazionale (Bersani, Grasso, Boldrini). E
mentre i cosiddetti sovranisti di sinistra, appollaiati sui social in
attesa degli insufficienti risultati elettorali delle liste della
Sinistra radicale e assisi sulle proprie cattedre virtuali a
pontificare su come deve essere la Sinistra, non riescono nemmeno
(non hanno nemmeno il coraggio di provare) a raccogliere le firme per
presentarsi alle elezioni, persino se per assurdo considerassimo
Sinistra (quella “moderna”) i liberisti di Renzi e della Bonino
resteremmo tra le macerie della sconfitta. Non si può nemmeno
affermare che questo è qualcosa di comune (la crisi della Sinistra –
vista nel suo complesso - in quanto correponsabile o complice della
globalizzazione capitalista) a tutto il mondo occidentale: esiste una
specificità tutta italiana. Nel Regno Unito abbiamo Corbyn, in
Francia Mélenchon, in Grecia Syriza (con tutto il male che possiamo
pensarne ed oltre a loro gli stalinisti del KKE), in Germania la
Linke, in Spagna Podemos e Izquierda Unida, in Portogallo governa una
coalizione formata da socialisti e comunisti, persino negli Stati
Uniti c'è Sanders. Forze politiche il più delle volte di
opposizione ma che comunque assicurano una presenza dignitosa alla
Sinistra. In Italia (almeno in termini elettorali) il nulla.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Preso atto, prima ancora prima degli
insufficienti risultati elettorali, della marginalità culturale
nella nostra società attuale delle idee comuniste e socialiste la
cosa che ci possiamo e dobbiamo comunque rimproverare è l'aver messo
in campo per l'ennesima volta una proposta elettorale a pochi mesi
dal voto (dopo l'Arcobaleno, Rivoluzione Civile, l'Altra Europa per
Tsipras). Al di là delle critiche politiche che si possono muovere
ad ognuna di queste specifiche esperienze, i motivi di questa
ricorrente scelta suicida (proporre un nome e un simbolo nuovo e
sconosciuto a pochi mesi dal voto) meriterebbero a loro volta delle
analisi approfondite (psicoanalitiche e politologiche o più
semplicemente sulle strategie personali di questo o quel leaderino (o
di questa o quella organizzazioncina) che attende fino all'ultimo
l'occasione per il miglior posizionamento personale o del proprio
gruppo per poter infine dare il via libera alla proposta elettorale).
La visibilità e la partecipazione di massa si conquistano negli
anni, attraverso un lavoro politico e sociale lungo e difficile.
Soprattutto per noi che per affermare le nostre idee ed i nostri
valori dobbiamo andare controcorrente e scalare le montagne. Usare ad
ogni elezione un simbolo nuovo e sconosciuto rende tutto più
difficile ed è inutile poi stare a lagnarsi che non abbiamo
possibilità di esprimerci in modo sufficiente in televisione, sui
giornali o addirittura di essere censurati anche sui social network:
questa è la condizione oggettiva in cui bisogna lavorare (perché se
vuoi contestare e rovesciare il sistema non puoi immaginarti che il
sistema ti dia gli strumenti per farlo).
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Stante queste premesse (e quella
fondamentale è, come scrive <a href="http://www.militant-blog.org/?p=15169">Militant
Blog</a>, che le elezioni fotografano la realtà non servono a
cambiarla), è utile continuare con l'esperienza di Potere al Popolo?
Per rispondere a questa domanda è necessario a mio avviso anzitutto
dirci cosa significano realmente le elezioni, almeno nell'epoca
presente. E cioè che le elezioni rappresentano una manifestazione
truffaldina della democrazia (cioè del potere del popolo): perché
di fatto il potere di decidere da parte delle istituzioni
democratiche elette dai cittadini è stato espropriato dal grande
capitale sovranazionale (anche attraverso i cosiddetti mercati) e delle istituzioni
che lo rappresentano (BCE, Commissione Europea, FMI, WTO, ecc.),
perché sono truffaldini i meccanismi tecnici con cui si forma la
rappresentanza popolare (il sistema elettorale maggioritario e le
soglie di sbarramento, il ricatto del “voto utile” che impedisce
il libero esercizio del voto, l'impossibilità per gli elettori di
poter scegliere tra i candidati dei singoli partiti), perché è
intollerabile la disparità della disponibilità di risorse tra le
varie forze in campo per poter comunicare le proprie proposte e le
proprie visioni. La conquista del consenso nelle elezioni a favore di
soggetti che poi non potranno che essere gli esecutori di decisioni
prese da altre entità ha ormai assunto le caratteristiche di una
grande operazione di marketing, della vendita di una “merce” (la
vendita della “merce” più desiderata qualunque essa sia e non la
proposta di una visione e di un progetto, una vendita che è
preparata senza soste e ben prima del periodo elettorale) con tutte
le distorsioni che ciò comporta per i cittadini in termini di
consapevolezza e di civismo democratico. Una logica mercantilistica
che è totalmente fuori dalle corde di una Sinistra di Alternativa:
anche se volessimo non saremmo comunque capaci di perseguirla.
L'obiettivo primario della Sinistra non può e non deve dunque
limitarsi alle elezioni. L'obiettivo primario della Sinistra deve
essere quello di ricostruire una grande organizzazione sociale di
massa, in grado di riportare al centro del dibattito pubblico i
bisogni e le istanze popolari (in direzione dell'uguaglianza e della
giustizia sociale) e i mezzi per realizzarli (la partecipazione
diretta dello Stato nell'economia e la collettivizzazione dei mezzi
di produzione): è attraverso questa forza popolare che sarà
possibile lottare per i propri obiettivi e la propria visione, nelle
elezioni e al di fuori delle elezioni, e se un giorno arriverà la
guida del governo per difenderlo dalla reazione. Una grande
organizzazione sociale di massa non potrà che fondarsi su di una
rete di iniziative cooperative e mutualistiche (parole di cui da anni
si parla a sinistra ma per i quali non si sono ancora fatti passi
concreti in avanti) diffuse sul territorio, nelle periferie, nei
luoghi di lavoro, nei luoghi del disagio e della sofferenza. Una
grande organizzazione sociale di massa – fatta di persone in carne
ed ossa da guardare negli occhi e di luoghi fisici in cui incontrarsi
- quale unico modo attraverso cui ricominciare a parlare e ad
incontrare le persone, condividendone i problemi e offrendo
soluzioni, sostenendone e promuovendone le lotte, riconquistandone la
fiducia e la partecipazione attiva alla vita politica. Per
ricostituire una grande comunità di popolo, senza dover dipendere
dalle televisioni e senza illudersi che esistano messaggi politici
che magicamente possano ridare una dimensione di massa alla Sinistra.
Ecco Potere al Popolo è l'unico soggetto a Sinistra che potrebbe
assumersi tale compito. Perché la Sinistra, quella che vuole
costruire un'alternativa di sistema senza paura di sporcarsi le mani
e senza cedere a settarismi o a governismi ed altroeuropeismi o la
cui unica occupazione sia quella di tirare letame addosso ad ogni
lista comunista che abbia il coraggio di presentarsi alle elezioni, è
qui. E' la Sinistra composta da uno zoccolo duro di militanza e di
attivismo – nei numeri equivalente a quello di un grande partito –
che con generosità ed entusiasmo ha condotto la campagna elettorale
di Potere al Popolo. Ed è la Sinistra di cui alcune centinaia di
migliaia di persone hanno avuto la consapevolezza e la capacità di
riconoscere la proposta politica anche senza tv. Se vi sarà la
lungimiranza di dare priorità all'azione sociale, l'alleanza tra
centri sociali, Rifondazione Comunista, PCI, Rete dei Comunisti,
Risorgimento Socialista deve continuare. Buttare via tutto questo (il
bambino con l'acqua sporca) per ricominciare ancora una volta da capo
sarebbe un tragico errore. Il simbolo e il nome possono piacere o
meno (personalmente aggiungerei in basso al simbolo “Socialisti e
Comunisti uniti per l'Alternativa”) ma il mantenerlo è la
condizione per non disorientare nuovamente l'elettorato. E c'è la
necessità di un partito organizzato e strutturato (a cui servono
tesseramento, sezioni, centri studi, quadri dirigenti), con una
collocazione politica di totale estraneità rispetto al PD e ai suoi
vecchi sodali (SEL/SI e Bersani/D'Alema), con una posizione di chiara
e netta opposizione alla dittatura della UE e dell'euro, con una
strategia di comunicazione incentrata su pochi e inequivocabili temi con l'obiettivo di far (ri)entrare nella coscienza collettiva la
consapevolezza che i drammi sociali che viviamo sono diretta
conseguenza del sistema capitalistico. E' evidente che c'è una
lunga marcia nel deserto da percorrere ed esiste un immenso lavoro da
svolgere senza alcuna certezza di raggiungere la meta e per il quale
serviranno anni. Ma personalmente, purché si voglia far prevalere la
direzione politico-sociale su di uno sterile partitismo, non vedo
altro punto da cui oggi poter partire.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-62786555270922064332018-01-23T22:37:00.000+01:002018-01-23T23:31:51.336+01:00Potere al Popolo: intervista a Viola Carofalo<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-2KnShG_JXwk/WmeaYSE2a_I/AAAAAAAABKw/8BVz-CRDUnIcYlkQLyJOg4-jCMeW-HRkQCLcBGAs/s1600/Potere%2Bal%2BPopolo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="265" src="https://4.bp.blogspot.com/-2KnShG_JXwk/WmeaYSE2a_I/AAAAAAAABKw/8BVz-CRDUnIcYlkQLyJOg4-jCMeW-HRkQCLcBGAs/s400/Potere%2Bal%2BPopolo.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<b>Ciao Viola anzitutto grazie per la
tua disponibilità a questa intervista. Prima domanda: chi è Viola
Carofalo? In breve puoi descrivere la tua storia personale e
politica? Sarai candidata?</b></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
La mia storia politica e personale non
è molto diversa da quella di tutti i militanti e gli attivisti di
Potere al popolo: non ho un lavoro stabile; nello specifico sono
ricercatrice precaria in filosofia all'università; ho militato per
anni nei collettivi universitari, nelle occupazioni di spazi da
dedicare alle attività sociali in città a fianco dei disoccupati,
dei lavoratori e degli immigrati, e ho sempre partecipato ai
cosiddetti movimenti “antagonisti”, che avevano come scopo quello
di costruire e di proporre un’alternativa a quei cambiamenti della
società, che si sono avverati negli ultimi vent'anni.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Per quanto riguarda la candidatura: no,
non sarò candidata. Abbiamo dovuto scegliere un capo politico perché
questa legge elettorale ce lo ha imposto; la scelta è caduta su di
me, e ne sono felice; ma proprio per scardinare la logica
personalistica delle elezioni politiche, abbiamo ritenuto opportuno
che il capo politico non fosse anche candidato.
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<b>La Sinistra di Alternativa manca in
Parlamento da dieci anni. Al di là degli errori e dei limiti dei
dirigenti della Sinistra Radicale e d'ispirazione Comunista non pensi
che ciò sia dipeso soprattutto dalla marginalità che nella cultura
diffusa, nel senso comune hanno ormai le istanze di Sinistra? Cioè
se parli con i giovani, con i precari, con i disoccupati, con i
lavoratori poveri – a causa dell'enorme potere di persuasione
esercitato dai media - si percepisce che per la maggioranza di loro
questo mondo è l'unico mondo possibile, che non esiste altra strada
alla competizione di tutti contro tutti, che le disuguaglianze, i
super profitti, le super retribuzioni dei manager e delle star dello
sport e dello spettacolo è la normalità. Che interessa di più
l'ultimo modello di smartphone o di capo firmato che avere politiche
egualitarie ed efficaci per il lavoro o la casa o la salute. E che la
soluzione ai loro/nostri problemi non è il controllo collettivo e
popolare sull'economia ma, di volta in volta, la guerra ai migranti,
ai “vecchi” che con i loro privilegi avrebbero compromesso il
futuro dei giovani, alle tasse, al debito pubblico, alle inefficienze
e agli sprechi delle istituzioni pubbliche.</b></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Se le cosiddette “istanze di
sinistra” sono diventate marginali nella cultura di massa, questo è
dipeso piuttosto dalle scelte di quella sinistra politica che negli
ultimi anni, purtroppo, non ha fatto altro che rincorrere le scadenze
elettorali. Io credo che sia necessario fare una distinzione, a
proposito di questo argomento: dobbiamo distinguere, infatti, una
rappresentazione delle istanze tradizionalmente di sinistra, che non
ha trovato spazio nel discorso politico e massmediatico degli ultimi
anni, e un sentimento “di sinistra” che invece accomuna molte
persone che sono disposte a mettere tempo ed energie a disposizione,
per portare avanti pratiche volte a scardinare il razzismo, il
classismo, e insomma l’imbarbarimento che chi ci ha governato,
negli ultimi anni (di qualsiasi “colore”) hanno cercato di
incoraggiare con le loro scelte politiche. Considerato questo
presupposto, è tuttavia vero che tra le classi popolari di questo
paese si registra un tasso di rassegnazione enorme, che porta molte
persone ad accettare le cose per come stanno. Questo senso di
rassegnazione, però, si combatte proponendo pratiche diverse:
progetti di mutualismo che oltre a risolvere un problema immediato
(l’accesso ai servizi sanitari, il doposcuola, la raccolta di
vestiti, o la consulenza legale per il diritto al lavoro), “educhi”
quante più persone possibile, a rivendicare i diritti, chiederne di
nuovi, e organizzarsi per cambiare realmente le cose, secondo quelle
che sono le necessità che possono cambiare da territorio a
territorio, da situazione a situazione. Potere al popolo ha proprio
questo scopo: rafforzare questo tipo di coraggio, che esiste ma che
troppo spesso non trova il il giusto spazio per esprimersi.</div>
<a name='more'></a><b> </b>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<b>Potere al Popolo mette al centro
della sua azione politica il mutualismo, cioè la realizzazione di
pratiche di auto-organizzazione popolare per fare fronte ai bisogni
essenziali – reddito/lavoro, salute, istruzione, casa, cultura,
ecc. - che le strutture pubbliche, per una deliberata volontà
politica subalterna alla voracità del capitale, non hanno più la
possibilità di prendere in considerazione. Ed in effetti il
mutualismo è stato all'origine della nascita e della diffusione del
movimento operaio italiano sin dalla fine dell'Ottocento ed è stata
una delle ragioni fondamentali per il successo elettorale di Syriza
in Grecia. Nel mutualismo poi c'è la tua storia personale e politica
che tu fermamente rivendichi. Parte da qui la possibilità di una
rivoluzione culturale e poi dunque politica anche in Italia? Ma come
si fa a rendere di massa pratiche che al momento sembrano solo “di
nicchia”, limitate a centri sociali che appaiono un mondo estraneo
anche a larga parte dei ceti popolari?</b></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-hDybINv7Pbk/Wmeamsty2BI/AAAAAAAABK0/l5UXW0c-NYwEW8hMwsndxsfff82v5C7-gCLcBGAs/s1600/Viola%2BCarofalo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-hDybINv7Pbk/Wmeamsty2BI/AAAAAAAABK0/l5UXW0c-NYwEW8hMwsndxsfff82v5C7-gCLcBGAs/s400/Viola%2BCarofalo.jpg" width="300" /></a>In realtà, lo sono già più di quanto
noi crediamo. In questi ultimi tre anni di esperienza, attraverso la
gestione del centro Ex-OPG Je so’ pazzo, abbiamo visto che esistono
molte forze, alcune già attivate, altre da attivare. Ma in generale,
non è raro trovare molti esempi di auto organizzazione alle
conseguenze generate dalla crisi alla vita dei ceti popolari. I
“nostri” sono dappertutto, e cercano di organizzarsi secondo i
mezzi che hanno. Si trovano fuori alle fabbriche o ai posti di
lavoro, si trovano nelle associazioni di volontariato per i migranti
e i senza tetto, nelle lotte ambientali dei territori… se guardiamo
a queste situazioni (siano esse più episodiche o più organizzate
come ad esempio la lotta dei No TAV) abbiamo la visione di un paese
tutt’altro che pacificato, dove i momenti di lotta, anche e
soprattutto attraverso progetti di mutualismo, non sono così
marginali. Spesso sono disorganizzati, a volte non riescono a entrare
in dialogo tra di loro, ma rafforzarli, dare loro voce e contribuire
affinché crescano ed entrino in contatto stretto e costante, è uno
dei compiti che si è dato l’Ex OPG al livello locale, e Potere al
popolo al livello nazionale. Credo che questo sia il modo per
rappresentare queste pratiche, allargarle, generalizzarle e renderle
sempre più egemoni nella cultura politica di ciascuno di noi. Potere
al popolo non è una coalizione, non è nemmeno una semplice lista
elettorale; è, in realtà, una vera e propria federazione di lotte,
che cercano di organizzarsi al meglio per proporsi all’esterno come
un’alternativa credibile e forte all’imbarbarimento di una classe
politica che propone solo la guerra tra poveri.
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<b>Passo ora alle domande “difficili”
e “scomode”, a certe critiche che vengono da Sinistra – almeno
a quanto si può leggere sui social - sul profilo politico e sul
programma di Potere al Popolo. La prima critica riguarda il fatto che
con Potere al Popolo si presenterebbe agli elettori l'ennesima
versione di una lista Arcobaleno, debolmente caratterizzata da un
punto di vista ideologico, anziché ripartire dall'unità dei
comunisti rimettendo insieme tutte le microformazioni tra cui si è
disperso il mondo comunista.</b></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Come ho detto nella risposta
precedente, Potere al popolo è prima di tutto una federazione di
lotte. Se si guarda anche alle nostre candidature, quello che
vogliamo rappresentare sono tutte le persone che lottano per un
lavoro stabile, per una scuola e una sanità di qualità e aperte a
tutti, per il rispetto della dignità delle persone più
svantaggiate, per promuovere politiche di accoglienza, per
riconsiderare i trattati europei e sottoporli al giudizio del popolo
e non di una ristretta cerchia di tecnocrati… questo non è frutto
di una scelta ideologica, fatta a tavolino, ma è frutto
dell’esperienza di questi ultimi anni. Le lotte e le pratiche
sociali sono la spina dorsale di Potere al popolo. Chi ha creduto in
questo progetto, si è messo a disposizione, e si è riconosciuto
come compagno di strada in un percorso che non parte da oggi e non
nasce per le elezioni, è stato e sarà il benvenuto. Non si fanno
cartelli elettorali, non dobbiamo tenere dentro qualcuno solo perché
nel nome del suo gruppo ha la parola “comunista”. Questo tipo di
discorso non ci interessa, proprio perché crediamo che il comunismo
sia, permettetemi la citazione, quel “movimento reale che abolisce
lo stato di cose presenti”, e non un poster da appendere in camera.
Se alcuni gruppi politici, che hanno fatto parte di precedenti
cartelli elettorali come la sinistra arcobaleno, hanno ritenuto
opportuno dare una mano al progetto, è perché una volta tanto non
hanno potuto fare a meno di ascoltare le spinte dal basso, ovvero la
voce di chi ha passato questi anni nelle piazze e nelle strade.
Potere al popolo non è la riproposizione di qualcosa di vecchio, ma
il tentativo di riportare nel discorso politico parole come lotta,
diritti, uguaglianza, antifascismo… e di farlo con tutti i
protagonisti che hanno sempre lavorato per affermare questi valori.
Mi sembra sia questa la cosa più vicina all’unità dei comunisti
di cui molti parlano, pensando di risolvere la cosa in qualche
assemblea di direzioni politiche a porte chiuse…</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<b>La seconda critica è relativa alla
posizione secondo alcuni timida o ambigua di Potere al Popolo
riguardo alla questione dell'euro e dell'Unione Europea. Cioè per
una parte di quel poco che resta del popolo della Sinistra, lo
schierarsi – qui ed ora – per l'uscita dall'euro e dall'Unione
Europea è la condizione indispensabile per ridare credibilità ad
una prospettiva di Alternativa. Ed in effetti risponde a verità il
fatto che dentro i vincoli dell'austerità, dentro l'impossibilità
di stampare moneta per finanziare spesa sociale e investimenti
produttivi, dentro il divieto di intervento pubblico nell'economia –
così come scritto nei trattati europei – non c'è spazio per
combattere povertà, sfruttamento, disoccupazione, precarietà,
smantellamento dei servizi e dei diritti sociali.</b></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
La nostra posizione sull’Unione
europea non presenta alcuna timidezza, anzi è calata nella realtà
di quelli che sono i rapporti di forza esistenti tra i popoli che
compongono l’Europa, e di questa specie di tecnocrazia che difende
gli interessi delle banche, degli industriali grandi e piccoli, degli
speculatori… di chi insomma da sempre si arricchisce sulle spalle
di chi lavora. Questa Europa va ribaltata completamente; dobbiamo
rimetterci al centro, e dobbiamo reclamare lo spazio che ci è
dovuto. Ribaltare i termini dei trattati, favorire i lavoratori e le
persone, non i capitali e le merci… è questo il nucleo della
nostra posizione sull’Europa. Un’unione europea che si basa solo
sui trattati, per dare ai vecchi stati nazionali strumenti più
potenti per portare avanti politiche di austerità, di abbassamento
del costo del lavoro, di inasprimento delle disuguaglianze, è
un’Unione europea che risponde a interessi che non sono i nostri e
che noi rifiutiamo completamente. Quello che dobbiamo fare è, prima
di tutto, riprendere il nostro diritto di decidere, su tutto quello
che ci riguarda, mettendo in chiaro che i trattati tra gli Stati
devono mirare all’amicizia tra i popoli, alla riduzione delle
disuguaglianze, ai diritti e alla tutela dei più deboli,
all’accoglienza… tutto ciò che non va in questa direzione va
abolito e rifiutato.
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<b>Un altro aspetto che ha destato non
poche perplessità tra gli elettori di Sinistra è la richiesta di
abolire l'articolo 41bis, il regime speciale per gli esponenti della
criminalità organizzata in carcere, in quanto ciò viene considerato
un pericoloso cedimento al potere delle mafie.</b></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Sappiamo benissimo che l’applicazione
del regime carcerario che segue l’articolo 41 bis non ha reso meno
forte il potere della mafia, che anzi negli ultimi 20 anni sembra
essersi rafforzato e ramificato. Inoltre il regime di carcere duro
non è stato sempre applicato agli esponenti della criminalità
organizzata: ricordiamo gli attivisti No TAV in attesa di giudizio
sottoposti al 41bis, ma ricordiamo anche clamorosi casi di errori
giudiziari.
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Abolire il 41bis non vuol dire fare un
regalo ai mafiosi. Per quanto possono immaginarsi misure particolari
per evitare che i boss mafiosi costruiscano reti di potere nel
carcere o dal carcere, sappiamo che la soluzione è una sola: la
mafia si combatte sottraendo alla criminalità il terreno su cui essa
prospera. Combattere la realizzazione delle grandi opere, occasione
spesso sfruttata per infiltrazioni mafiose, ci sembra (tanto per fare
un esempio) un modo più efficace di combattere la criminalità, così
come ci sembra un modo efficace, quello di avviare progetti di
mutualismo e ristabilire un senso di comunità nei cosiddetti
territori o quartieri “a rischio” lottando insieme per guadagnare
diritti, invece che intervenire con la repressione e il controllo
sociale nei confronti di chi già quotidianamente non riceve altro
che porte in faccia. Abolire il 41bis è un passaggio necessario per
parlare di riforma carceraria, e per dare un valore riabilitativo e
non punitivo alla pena che i detenuti devono scontare. Il 41bis
impone isolamento totale, rarissimi contatti umani, impossibilità di
distinguere il giorno dalla notte, il divieto di possedere carta,
libri, penne… si tratta di un regime che punta all’annullamento
dell’essere umano, non alla sua riabilitazione. Come possiamo dire
che per qualcuno questa forma di tortura possa essere lecita? Se il
carcere deve essere riabilitativo deve esserlo per tutti, non solo
per qualcuno.
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<b>Parliamo del dopo elezioni. Che
succederà per Potere al Popolo dal 5 marzo? Qualunque sia il
risultato elettorale proseguirà il processo di costruzione di una
Sinistra di Alternativa? Se guardiamo al quadro politico generale lo
scenario più probabile ad oggi è quello della formazione di un
“governissimo” subalterno alle logiche del capitalismo liberista
e dell'Unione Europea con dentro PD, Forza Italia ed anche Liberi e
Uguali di D'Alema e Bersani (e ciò probabilmente implicherebbe la
deflagrazione di Liberi e Uguali con la fuoriuscita della componente
ex SEL-Sinistra Italiana). Se ciò accadesse Potere al Popolo dovrà
continuare a lavorare per organizzare e tenere insieme le forze di
Sinistra anti-sistema (tra le quali evidentemente non possono essere
annoverati i vendoliani) oppure considerare Sinistra Italiana un
interlocutore possibile e necessario per la costruzione di una
Sinistra di Alternativa? E come pensi si muoverà al riguardo
Rifondazione Comunista, la forza politica più importante che
partecipa a Potere al Popolo, che ha sempre coltivato negli ultimi
anni il tentativo di unirsi elettoralmente a SEL-Sinistra Italiana?</b></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Io penso che il 5 marzo saremo in
parlamento. In ogni caso, però, le lotte che Potere al popolo
rappresenta saranno sicuramente più forti e avranno uno strumento in
più. Questo sarà il risultato più importante. Se si capisce
questo, si capisce anche che alleanze non ne faremo, tanto meno con
chi, come SEL e SI, sono stati lontani dalle piazze, dalle strade, e
da tutti quei tentativi di resistenza alle politiche di austerità.
Gli interlocutori saranno solo quelli che hanno creduto e costruito
insieme a noi, fino in fondo, questo progetto. Saranno quelli che si
metteranno a disposizione per proporre quotidianamente, e
concretamente, un’alternativa di società basata sulla solidarietà,
sull'uguaglianza, sul lavoro stabile e garantito… tutte le forze
dei singoli, in questo senso, sono benvenute. I ravvedimenti di quei
partiti politici che in questi anni hanno pensato solo a organizzare
cartelli elettorali, francamente, non li crediamo possibili.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<b>Un'ultima domanda su De Magistris
che non è protagonista dell'iniziativa di Potere al Popolo ma che
comunque appare in lontananza sullo sfondo. Qual è il tuo giudizio
sull'amministrazione comunale di Napoli? Ritieni, auspichi che De
Magistris possa partecipare ed impegnarsi nel dopo elezioni nella
costruzione della Sinistra di Alternativa dentro Potere al Popolo o
comunque insieme a Potere al Popolo?</b></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
L’esperienza amministrativa di De
Magistris è stata positiva per un motivo preciso: questa
amministrazione ha aperto in effetti un canale con i movimenti
sociali di questa città che per la prima volta sono stati ascoltati.
Durante gli ultimi anni, abbiamo potuto conoscere molte persone che hanno
mostrato sensibilità per il nostro progetto. Allo stesso tempo, altri, che erano già vicino a noi, hanno pensato di instaurare con l’amministrazione un rapporto più stretto. Tutto questo ci è stato molto utile perché,
indirettamente, ci ha permesso di crescere e di rafforzarci. Questa
valutazione però non significa che ci sia un auspicio particolare ad un impegno di De Magistris in prima persona dentro o insieme a Potere
al popolo. In ogni caso, vale quello che diciamo sempre: chi con
umiltà, dedizione, convinzione, si mette al servizio del progetto e
del tentativo di moltiplicare le pratiche di lotta nel nostro paese,
è il benvenuto.</div>
</div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-91453021430617492652017-12-17T13:10:00.000+01:002017-12-17T13:10:25.028+01:00LA SINISTRA FRASTAGLIATA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-tmPsu_R8Lac/WjZeGQddudI/AAAAAAAAB2M/0aMfdaXAFxMbgt-KxJd6jtqHRIuuobKrgCLcBGAs/s1600/fiori%2Brossi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="384" data-original-width="640" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-tmPsu_R8Lac/WjZeGQddudI/AAAAAAAAB2M/0aMfdaXAFxMbgt-KxJd6jtqHRIuuobKrgCLcBGAs/s400/fiori%2Brossi.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><br /></i></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i>(Torno con questo
post, su <b>Verità e Democrazia</b>, sperando di essere gradito,
dopo essermene allontanato , forse, per troppo tempo)</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><b>di giandiego </b></i>
</div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Di questa sinistra cosparsa, presunta e molto frastagliata mi
preoccupa molto di più il dopo, piuttosto che non l'ora e qui. Un
dopo elezioni che rischi di divenire un “liberi tutti” ed una
debacle di fronte ad un ulteriore fallimento delle <i>“buone
intenzioni”</i> e non parlo qui delle scelte di una pseudo sinistra
di comodo, nata da propaggini piddine in sola funzione anti-renziana,
pronta a ritornare all'ovile allo scattare delle sue dimissioni.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Resto personalmente convinto che il percorso per recuperare un'AreA
socialista ed alternativa a questo sistema sia lungo, profondo ed,
allo stato, appena accennato. Non credo che, nonostante le diverse
gradazioni <i>(alcune delle quali va detto, molto interessanti,
sebbene forse fuori tempo massimo)</i> le proposte attualmente in
campo possano essere adeguate e definitive.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Il Lavoro da compiere è ancora immane, perchè immane e
profondissima, culturale e motivazionale è stata la crisi dell'AreA.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Sono personalmente convinto, opinione per altro condivisa da alcuni
componenti della <b>Sinistra Europea</b> che questo giro di giostra
si potesse e forse si dovesse saltare, dedicando energie e creatività
al lavoro territoriale, culturale e politico, al radicamento,
all'affermazione della Via Maestra del Solidarismo, della Mutualità
e della Condivisione Orizzontale.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Cercando nelle cose e nelle azionie nell'essere <i>“L'uomo Nuovo”</i>
il recupero della credibilità perduta e quel rapporto, fondamentale
nell'analisi e nella pratica con quel popolo di cui saremmo
interpreti e portavoce e che oggi manca quasi totalmente.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Detto questo comprendo anche le necessità ed i desiderata di un'AreA
che vorrebbe trovare, finalmente, una degna rappresentanza.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Non ritengo però che quella individuata con <b>Potere al Popolo </b>la
<i>“indicazione definitiva”</i> ma solo una ulteriore ed in fondo
un poco disperata risposta ad una contingenza generata per altro dal
vizio formale della convinzione che l'elettoralismo sia l'unico campo
valido ed importante nel quale un'<b>AreA di Progresso e Civiltà </b>si
debba cimentare.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Ritengo invece che sia altra l'esigenza, culturale, politica e
spirituale … nonché filosofica ed etica in cui oggi quest'AreA si
dibatte.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Non elettoralismo quindi ma radicamento, territorialità e pratica
dell'autodifesa e dell'auto-organizzazione popolare.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b>Dal basso, ma partendo dal basso e non guardandolo dall'alto per
prenderne atto e coscienza</b>.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Può sembrare un bisticcio di parole, non lo è, molto si parla di
<i>“territorialità”</i> nei progetti e nella <i>“propaganda”</i>
di questa nuova sinistra.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Riescono a porla come<b> conditio sine qua </b>persino i nuovi
comitati elettorali di Grasso quei “Liberi ed Uguali” in sfondo
amaranto, che con la bocca parlano di sinistra mentre <i>“sottotraccia”</i>
preparano un futuro di alleanza con Il Neo-Liberismo soft del PD.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Eppure la <i>“territorialità”</i> non è sfizio, ma definizione
fondamentale. In questo senso esistono, allo stato, embrioni
importanti come <b>Je so pazzo</b>, piuttosto che alcune compagini
dei <b>GAP </b><i>(Gruppi di acquisto popolari)</i><b> </b>e dei <a href="mailto:R@P">R@P</a>
<i>(Rete dell'Auto-organizzazione Popolare)</i> o dell'area
associativa e volontaristica che si sono messi in gioco in questo
<i>“onesto tentativo”</i> di assalto alla Duma. che forse si sono
giocati troppo presto, buttando sul tavolo le proprie carte
all'ultima mano trascinati nella mischia dal fallimento
dell'operazione Brancaccio.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Il timore è che essi si brucino, nel tentativo, non necessariamente
facile, anzi reso complicato dal Sistema Elettorale Nazionale e,
soprattutto, Regionale <i>(ricordiamo che per esempio in Lombardia le
elezioni rischieranno di essere congiunte)</i>, di raccogliere le
firme e di guadagnare il consenso necessario per superare gli
ostacoli posti, ad arte, per rendere complessa ed incompleta la
rappresentanza.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Perchè è il dopo questa consultazione elettorale ad essere
veramente importante, cosa farà questa compagine improvvisata,
chiamata in campo dalla disperazione di Rifondazione, e della sua
area in forte crisi? Come reagirebbe ad un insuccesso, quanto
pagherebbe al dazio di un ulteriore fallimento? Cosa faranno i
vagabondi dell'AreA che oggi vagano anche nelle paludi del non voto
di fronte alla confusione di mille sinistre e nessuna vera
alternativa sistemica?</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Repetita iuvant dicevano i nostri avi, forse era meglio fermarsi e
preparare con lavoro minuto, culturale ed alfabetizzante ed
<b>EXTRAPARLAMENTARE</b><i> (purtroppo siamo a dover spiegare cosa
sia davvero il Socialismo)</i>una affermazione fortemente radicata
nei territori, municipale e potente, proprio perchè originata da una
partecipazione vera, conquistata con le pratiche e con l'essere, sul
campo.
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Quale in fondo <b>I GAP</b> ed <b>Je so' pazzo</b> in realtà
embrionalmente sono, ma che sono ben lungi dall'essere patrimonio
comune e metabolizzato dalla compagine che si mette in gioco. Senza
parlare per ragioni di assoluto verticismo e strumentalità delle
sinistre para-PD che a mio umilissimo ed inutile parere sono dannose
persino di più di un'affermazione della destra.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-74152500595410195882016-12-09T01:39:00.002+01:002016-12-09T21:12:35.356+01:00Renzi, il Referendum, il Popolo<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-FmL8QDYaI_I/WEn2TM5v7SI/AAAAAAAABIk/0lVMxU-YHBA8bN3ldTZ5aPkZmu8iU2JlwCLcB/s1600/Il%2BNO%2Bdi%2BLuca%2BPeruzzi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="277" src="https://4.bp.blogspot.com/-FmL8QDYaI_I/WEn2TM5v7SI/AAAAAAAABIk/0lVMxU-YHBA8bN3ldTZ5aPkZmu8iU2JlwCLcB/s400/Il%2BNO%2Bdi%2BLuca%2BPeruzzi.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il NO al Referendum secondo Luca Peruzzi</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Alcune
considerazioni sulla vicenda referendaria e sull'esito del voto che ha visto una
grande partecipazione popolare ed uno straordinario 59% di NO
alla manomissione della Costituzione.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Gli
obiettivi della deforma costituzionale di Renzi.</b> La prima cosa da
chiarire è il senso e la direzione del percorso di “riforma
istituzionale” promosso da Matteo Renzi accelerando e mettendo in
atto quanto avviato su sollecitazione di Giorgio Napolitano
all'inizio di questa legislatura (il Presidente della Repubblica che
sostituiva al ruolo di Garante della Costituzione quello di
manipolatore degli equilibri istituzionali, con la commissione di
saggi e l'iniziale progetto di poter modificare la Costituzione
scavalcando l'articolo 138 che ne regola le procedure di revisione).
Il quadro generale è quello della caduta verticale di credibilità e
di legittimazione popolare delle cosiddette Istituzioni democratiche
(in Italia come nelle altre “democrazie” liberali dell'Occidente)
e contemporaneamente della richiesta ultimativa del Grande Capitale di rimuovere lacci e
lacciuoli che ostacolano o impediscono di cogliere pienamente le
occasioni di profitto (diritti sociali e dei lavoratori, economia in
mano pubblica, difesa dell'ambiente). La risposta dell'Establishment
alla crisi della Politica e di consenso dei governi “amici”,
tanto più forte quanto più si diffonde la consapevolezza che questi
sono unicamente al servizio degli interessi del Potere Economico e
non del Bene Comune, si è esplicitata seguendo due direttrici: da un
lato utilizzando l'arma della paura (il terrorismo, la guerra, il
fallimento finanziario dello Stato) e dall'altro attivando gli
strumenti dell'ingegneria costituzionale ed elettorale per
restringere gli spazi della rappresentanza democratica in nome della
governabilità. Mentre sullo sfondo resta drammaticamente aperta,
extrema ratio perché in palese contraddizione con l'ideologia della
libertà assicurata solo dai mercati, l'opzione della dittatura
poliziesca. In questo contesto il tentativo di Renzi e della sua
cricca è stato il tentativo di soddisfare (e utilizzare) le
richieste del Grande Capitale per assicurarsi il dominio sull'Italia per i prossimi vent'anni. Il cronoprogramma predisposto
da Renzi testimonia la logica del suo disegno: approvazione con
referendum della schiforma/deforma costituzionale e subito dopo al
voto con l'Italicum per diventare, grazie al premio di maggioranza e
all'azzeramento dei contrappesi istituzionali, il Padrone
incontrastato del Paese. Un progetto da giocatore d'azzardo che cerca
di far saltare il banco e portar via tutta la posta sul tavolo. Ed
anche un progetto rispondente ad una logica banditesca in cui si
cerca di fregare i vecchi sodali (il Berlusconi del patto del
Nazareno) scappando con il bottino senza dividerlo con nessuno. Il
Piano B, una volta che l'eventualità della bocciatura della deforma
diventava sempre più probabile, era quello di minimizzare la
sconfitta attribuendosi comunque il ruolo di forza maggioritaria del "cambiamento". Per raggiungere questi obiettivi Renzi le ha tentate
tutte senza rispettare alcun dovere di lealtà istituzionale: la sovrapposizione del ruolo di "Costituente" e di Presidente del Consiglio, il quesito fuorviante sulla scheda referendaria, la data del
referendum stabilità in funzione delle proprie opportunità di
propaganda, le manovre (assai opache tanto per usare un eufemismo)
per conquistare il voto degli italiani all'estero, l'utilizzo della
legge di stabilità per acquisire consenso, l'endorsement di
giornalacci, vip e dei potenti della Terra, l'occupazione - come
nemmeno Berlusconi era riuscito a fare - della Rai e la saturazione
delle tv, l'utilizzo di temi spudoratamente populistici (“se vuoi
ridurre i politici vota si”) mentre nel contempo si attribuiva il
ruolo di argine all'antipolitica e al populismo, l'insulto
sistematico ai sostenitori del NO, la prefigurazione (il ricatto)
dello scenario minaccioso dell'avvento di barbari, locuste, tecnici,
troike e default dello Stato in caso di mancata vittoria del si, la
falsa e ipocrita contestazione della Merkel e della Commissione
Europea sui vincoli di bilancio. Tutto questo andava a sommarsi
all'originario e insanabile vizio d'origine della deforma
Napolitano-Renzi-Boschi-Verdini: il fatto di essere stata approvata
da un Parlamento eletto con una legge incostituzionale ed in cui alla
maggioranza dei voti in Parlamento non corrispondeva nemmeno
lontamente una maggioranza di voti nel Paese.</span></div>
<a name='more'></a><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">
</span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Gli
effetti politici del voto referendario.</b>
Di fatto Renzi ha svolto una campagna elettorale doppia: una per far
approvare la deforma costituzionale, l'altra (il piano B) - una volta
che era apparsa inevitabile la bocciatura da parte degli italiani - per confermare la propria centralità nel sistema politico italiano
con una sconfitta di misura. L'esito del voto (59 a 41) ha spazzato
via entrambe. La
situazione politica attuale appare ora dunque come un puzzle in cui
le diverse tessere sul tavolo non riescono ad incastrarsi: non puoi
votare subito perché non c'è la legge elettorale (e Renzi e i suoi
che hanno imposto l'italicum per la sola Camera dei Deputati prima
ancora che potesse esprimersi la volontà degli italiani sono da
denuncia per alto tradimento avendo avvelenato i pozzi della
democrazia), nessuno vuole partecipare al governo delle larghe intese, condizione posta da Renzi per far durare la legislatura, perché
non vuole assere identificato proprio in prossimità delle elezioni come sostenitore
del governo. E dunque non si può escludere che per "senso di
responsabilità" e su richiesta "non rifiutabile" di Mattarella e
del proprio partito sia proprio Renzi a gestire la fase politica che
si dipanerà nell'immediato futuro: la legge elettorale in qualche mese
(magari con i ritocchini richiesti di Alfano in funzione anti-Grillo:
premio di maggioranza senza ballottaggio e alla coalizione vincente anziché
al partito con più voti) e poi elezioni sfruttando ancora una volta
la visibilità del ruolo di Presidente del Consiglio. La mia
sensazione personale è che però per Renzi sia ormai passato il
treno del potere: nella società dei “vincenti” disegnata dal
Capitalismo non c'è posto per chi è precipitato nella disfatta. Per il Capitale anche nella Politica vale la regola dell'usa e getta:
il governo Renzi (dopo il centrosinistra di Prodi, dopo Berlusconi,
dopo Monti) ha portato ancora più avanti il dominio del Capitale ma ora che è diventato inservibile avanti un altro per un altro pezzo di strada (cioè qualcuno che riesca ad ingannare i cittadini per un altro po' di tempo).
Di fatto, per quanto riguarda la “politica del palazzo”, si è
aperta una fase di grande instabilità ed incertezza che
richiederebbe, quale unica soluzione di buonsenso, il ritorno ad un
sistema elettorale proporzionale per minimizzare i rischi presenti e
futuri di avventurismi e svolte autoritarie.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Il
significato del NO.</b>
Se per il referendum Renzi ha svolto contemporaneamente due campagne
elettorali, due sono state anche le sberle ricevute dagli italiani.
NO ad una deforma/schiforma pasticciata, scritta male, pericolosa
perché rivolta a restringere gli spazi di rappresentanza e
partecipazione democratica e ad accentrare poteri immensi e senza
contrappesi nel segretario del partito più votato alle elezioni. NO
al governo Renzi, alla sua irritante e disgustosa rappresentazione
della realtà, in cui i problemi si risolvono con il marketing
politico a ciclo continuo fatto attraverso tweets, slides,
bonus-elemosina e mirabolanti promesse di progresso e benessere. Dopo che il finanzcapitalismo liberista ci ha
condotto sull'orlo del baratro è apparso palesemente folle, alla
maggioranza del Paese, andare ancora più velocemente nella direzione
del disastro così come avrebbe preteso Renzi.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Il
valore della Costituzione.</b>
Come nel 2006 anche stavolta è stato confermato il valore che gli
italiani attribuiscono alla Costituzione quale punto di riferimento
ideale: la Costituzione come Bene Comune che può essere modificata
solo con il consenso della larga maggioranza dei cittadini e che non
può essere lasciata in ostaggio ad una cricca e ad ai suoi tentativi
di manipolazione. L'alta partecipazione al voto e l'entità del
successo del NO sono in questo senso eccezionalmente esplicativi. Sia
ben chiaro però che le leggi </span><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">(e del resto anche le elezioni)</span><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"> e la Costituzione che è la più
importante delle leggi sono una
sovrastruttura, nella loro formulazione letterale e soprattutto nella
loro concreta applicazione, dei rapporti di forza economici e sociali
che vigono in una società. La Costituzione nata dalla Resistenza non
ha impedito la trasformazione dello Stato e della società nel senso
del più feroce liberismo. Così aver impedito oggi di far passare la
deforma Renzi non significa ridare forza concreta ai valori
dell'uguaglianza, della giustizia sociale, dei diritti inalienabili
dei cittadini. Significa semplicemente aver riaffermato il valore
ideale e simbolico di alcuni principi ma la loro concreta
realizzazione e attuazione dipenderà dalla capacità di dare
effettiva rappresentanza politica, rovesciando i rapporti di forza in
essere, ai bisogni e agli interessi delle masse popolari.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Il
popolo e i referendum.</b>
Quando il popolo italiano è stato chiamato a scegliere attraverso i
referendum ha quasi sempre scelto ciò che era giusto
(monarchia/repubblica, divorzio, aborto, modifiche alla Costituzione
di Berlusconi, Acqua Pubblica e Nucleare, modifiche alla Costituzione
di Renzi). <span style="color: #1d2129;">Da
oggi in poi almeno a Sinistra, per cortesia, finiamola di blaterare
sull'inadeguatezza del suffragio universale, sul popolo bue e ignorante (e questo non solo per l'esito del referendum ma soprattutto per la partecipazione al voto): quando la domanda è semplice e chiara il Popolo sa abitualmente rispondere bene. Poi è evidente che il Popolo non sceglie sempre le cose più giuste e
migliori (almeno secondo il giudizio personale di ciascuno) anche
perché sottoposto a mille elementi di ricatto e di disinformazione. Ed è evidente che il Popolo non è composto tutto da raffinati cultori
della scienza politica, non lo è (abitualmente) la casalinga,
l'operaio, l'idraulico, l'impiegato del catasto, il pensionato delle
Poste e nemmeno il Professore Ordinario di Fisica Quantistica: tutti
loro hanno una propria cultura e proprie conoscenze specialistiche ma
l'approccio alle vicende politiche è fondamentalmente basato su
percezioni approssimative di ciò che è giusto e di ciò che corrisponde al proprio
personale interesse, sull'apprezzamento di massima di idee, proposte,
visioni. Il compito della Politica non è solo quello di mettere a
punto programmi inappuntabili e profonde analisi sul mondo in cui
viviamo ma ha come proprio irrinunciabile ed essenziale elemento
fondativo la capacità di comprendere, saper parlare, promuovere consapevolezza e proporre
strade convincenti e concrete al Popolo. La capacità di sapersi confrontare con ciò che le persone sono e pensano realmente e non come ci immaginiamo e vorremmo fossero.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="color: #1d2129;"><b>Un
Paese in grande sofferenza.</b></span><span style="color: #1d2129;">
Alla fine grazie a questo Referendum (almeno questo … ) se ne sono
accorti anche i principali analisti politici e i media mainstream (ma
non ancora i renziani): l'Italia è un Paese in grandissima
sofferenza. Ciascuno di noi questo lo percepisce chiaramente andando
in giro e parlando con gli altri e le principali statistiche e i
principali indicatori socio-economici ce lo confermano puntualmente:
disoccupazione, precariato, crollo del PIL e della produzione
industriale dall'inizio della crisi, fallimenti di imprese, riduzione
del potere d'acquisto di salari e stipendi, diffusione della povertà
e soggetti a rischio povertà che comprende anche chi ha un lavoro e
una pensione, suicidi per la crisi, milioni di persone che non
riescono più ad accedere alle cure sanitarie, esplosione delle
malattie psichiatriche e del gioco d'azzardo, nuova emigrazione, la
denatalità, il numero dei giovani che fino a quarant'anni restano a
vivere ancora con i genitori. Il No alla deforma, prendendo i dati
città per città e territorio per territorio, è stato tanto più
forte quanto più forte è la crisi. E il SI ha prevalso o si è
avvicinato ai livelli del NO solo nei quartieri ricchi delle città.
Si è parlato non a caso di NO sociale e comunque di un NO ad una
Costituzione scritta dalla Grande Finanza Internazionale e sostenuta
dalla Troika e da Confindustria. E' evidente che questa crisi epocale
nasce e ha cause antecedenti al governo Renzi. Ciò che è stato
contestato con il voto al parolaio fiorentino è stato l'aver tentato
di spacciare, in modo palesemente truffaldino, quali soluzioni
provvedimenti che al contrario avevano solo lo scopo di rafforzare e
cristallizzare il potere e il dominio del Capitale: il jobs act, la
buona scuola, i tagli alla spesa pubblica tanto per citarne alcuni.
Da questa crisi invece non si esce, questo ormai dovrebbe essere
chiaro a tutti, se non con l'intervento diretto nell'economia e con
la mobilitazione di ingenti risorse da parte dello Stato per mettere
in campo politiche industriali e straordinari interventi sociali (per
la casa, la scuola, la sanità, l'ambiente, la messa in sicurezza del territorio, il reddito garantito). E questo impone di rovesciare radicalmente i rapporti con l'Unione Europea e la gabbia dell'euro.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>Le
prospettive della Sinistra.</b> La battaglia referendaria è stata in
qualche mondo una battaglia fondamentalmente di Sinistra: combattuta
nel nome della Costituzione nata dalla Resistenza e nel rifiuto di
sostituire alla rappresentanza democratica il dominio autoritario di
un uomo solo al comando. A tale battaglia hanno dato un contributo
essenziale (anche per sconfiggere l'astensionismo) tutte le
formazioni politiche della Sinistra, i Comitati per il NO di chiara
ispirazione progressista, i giuristi e i costituzionalisti
liberaldemocratici che ci hanno illuminato sulle conseguenze della
deforma. Eppure è evidente che, per la stessa dimensione dei
soggetti in campo per il NO, la maggiore visibilità è stata quella di due formazioni di destra – la
Lega e Forza Italia – e di un partito – il Movimento 5 Stelle –
che pure nell'ispirazione giacobina non può essere definito di
Sinistra. E ciò vale anche per i possibili vantaggi politici che derivano dall'esito del voto. A noi di Sinistra, anche in questa fase, non resta che il
ruolo di spettatori. Certamente il diffuso malessere sociale ed il
fatto che riesca ad emergere, almeno sul piano elettorale, ogni qualvolta si
presenti l'occasione propizia rappresenterebbero le precondizioni per
la rinascita di un'Alternativa di massa della Sinistra. Ma per
arrivare a questo non bastano ridicoli e debolissimi cartelli elettorali dell'ultimo minuto
ed effetti ancora peggiori ha il galleggiamento nell'ambiguità dei
rapporti con il PD, il partito del liberismo. Serve un lungo,
faticoso, difficile lavoro organizzativo, nella comunicazione e nel
radicamento sociale per rinascere come comunità politica e partito
di massa. Ma di questo percorso della Sinistra ahimè, all'orizzonte, non si intravvede nulla di realmente significativo.</span></div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-27111924611113660182016-09-06T21:44:00.001+02:002016-09-06T21:44:31.651+02:00I 5 Stelle, i Partiti e la Politica<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-HfY7Un5pJ1w/V88adZDXxqI/AAAAAAAABIA/tCw3gCoWLJoRI51EihJO1lQBHmX71NGJwCLcB/s1600/Virginia%2BRaggi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="255" src="https://1.bp.blogspot.com/-HfY7Un5pJ1w/V88adZDXxqI/AAAAAAAABIA/tCw3gCoWLJoRI51EihJO1lQBHmX71NGJwCLcB/s400/Virginia%2BRaggi.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Virginia Raggi by Luca Peruzzi</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per esprimere la mia opinione a proposito della Raggi e delle
difficoltà che sta incontrando la giunta romana per diventare
operativa faccio due premesse.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La prima. Non ho mai considerato i 5 Stelle come la nuova forma
politica in grado di cambiare radicalmente in meglio l'Italia.
Contemporaneamente non ho mai considerato i 5 Stelle come i nuovi
barbari (o i nuovi fascisti) destinati a completare la distruzione
dell'Italia. E non so se fa più ridere o piangere che questa
ossessione sia coltivata da chi vota o votava Renzi e Berlusconi o da
chi non riesce ad esprimere nemmeno l'uno per cento dell'indignazione
che ha per i 5 Stelle nei confronti di chi ci ha condannato alla
gabbia dell'austerità liberista e dell'Unione Europea, di chi ha
smantellato quel poco di civiltà sociale che avevamo (scuola,
pensioni, sanità), di chi galleggia tra mafie e corruzione, di chi
ha portato l'Italia in guerra, di chi ha osato progettare la deforma
costituzionale (la “svolta autoritaria”) per di più con un
parlamento eletto con una legge incostituzionale. I 5 Stelle sono un
fenomeno complesso e contraddittorio: in parte incarnazione – nelle
forme che possono oggi realizzarsi nel contesto culturale e sociale
esistente - del bisogno di ribellione di chi sta in basso contro le élites (ed in questo sta l'aspetto positivo e progressivo dei 5
Stelle), in parte strumento – consapevole o inconsapevole – di
“manutenzione” del sistema e di controllo e sedazione della
rabbia e della protesta sociale (nella misura in cui non viene messa
in discussione l'economia capitalista). Ma ad oggi non avrei
esitazioni a votare il Partito di Grillo in un eventuale ballottaggio
contro Renzi o chi per lui.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La seconda. Per quelli che sono attualmente i poteri e le risorse
a disposizione di un'amministrazione comunale, Roma e i suoi
cittadini sopravviveranno anche con una giunta non funzionante. Così
come d'altro canto anche una giunta eccellente – con i cordoni
della borsa stretti dalle politiche criminali del governo centrale
prono ai diktat della UE – non sarebbe in grado di risolvere i
problemi di Roma: ridare un senso e un progetto urbanistico alla
città, realizzare 100 chilometri di metropolitane, ridurre almeno
del 50 per cento la circolazione delle auto private e lo smog che
soffoca la città, intervenire in modo significativo sul disagio
sociale (diritto alla casa, agli asili nido, ad una istruzione di qualità, al
reddito/lavoro, all'assistenza sociale e sanitaria), raggiungere
l'obiettivo dei rifiuti zero, garantire per quanto è necessario il
decoro della città (la pulizia delle strade, la manutenzione di
parchi e giardini, la sistemazione quotidiana delle buche),
riattivare iniziative culturali di massa che mancano dai tempi di
<a href="http://www.controlacrisi.org/notizia/Altro/2012/8/5/25206-nicolini-lultima-denuncia-da-veltroni-co-il-peggior-piano/" target="_blank">Renato Nicolini</a>. Stiamo tranquilli: per quanto “pasticcioni” i
grillini non potranno mai fare più danni di chi li ha preceduti e
cioè le giunte amiche dei <a href="http://veritaedemocrazia.blogspot.it/2012/11/il-pd-e-i-palazzinari.html" target="_blank">palazzinari</a> e delle cricche di <a href="http://veritaedemocrazia.blogspot.it/2014/12/mafia-capitale-la-chiamavano.html" target="_blank">mafiacapitale</a>. Certamente i grillini non regaleranno l'ACEA a Caltagirone
né favoriranno il consumo di territorio (la speculazione edilizia)
più di quanto fatto e deciso in passato.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Detto questo e stante il fatto che è ancora difficile capire e
definire ciò che sta succedendo (dilettanti allo sbaraglio?
regolamento di conti all'interno dei 5 Stelle? sabotaggio da parte
dei poteri forti?), anche perché ovviamente il mainstream
informativo sta cavalcando i fatti nel modo più subdolamente
grossolano, la riflessione che faccio è che dopo che si è fatta
radicare nel senso comune la convinzione che i Partiti non servono
(anzi sono il cancro della Nazione, del Popolo, dello Stato) e che
gli amministratori pubblici e gli eletti nelle Istituzioni devono
provenire solo dalla "società civile" (ed i 5 stelle sono
i capofila di questo assioma, assioma sul quale Renzi ha potuto
costruire parte delle sue "fortune" con la rottamazione e
cavalcando la richiesta popolare di riduzione (dei costi) della
politica), quanto sta accadendo a Roma dimostra proprio il contrario.
E cioè che i Partiti, la loro organizzazione, i loro dipartimenti e
uffici studi (il presidio sulle diverse materie in cui si esplica la
Cosa Pubblica, l'analisi dei fatti oltre e al di là delle versioni
diffuse dagli organi dello Stato), la loro capacità di selezionare
la classe dirigente, il loro garantire il primato della Politica
sulle competenze dei tecnocrati (che devono essere al servizio della
Politica e non viceversa), servono eccome! Parlo ovviamente dei
Partiti nel senso migliore del termine, pur con tutte le loro
inevitabili degenerazioni, e non dei Partiti degli Affari e dei
Partiti Azienda. Parlo dei Politici non come maneggioni e signori
delle tessere ma come espressione di una professionalità e di una
visione autonoma, originale e indispensabile per tenere insieme
bisogni della collettività, consenso e partecipazione popolare e
vincoli tecnici e delle risorse disponibili. Parlo dei Politici come
Donne e Uomini capaci di indicare una strada e di essere Guide nel
percorso di liberazione e per il raggiungimento del benessere degli
esseri umani.e non come coloro che agiscono unicamente in funzione
della propria vanità e del desiderio di arricchimento. Parlo di
Partiti avendo bene a mente il ruolo che ad essi attribuisce l'articolo 49 della
Costituzione (che tutti coloro che la difendono, grillini in testa,
dovrebbero riconoscere) e pur nella consapevolezza che quello dei Partiti è un
percorso accidentato e sempre a rischio di scivolare dalla ricerca
del bene comune alla "deriva oligarchica" (la degenerazione del potere
e il primato della perpetuazione dell'organizzazione).</div>
<div style="text-align: justify;">
Una volta per tutte, contrastando il luogo comune dominante,
bisogna affermare che la Politica è entrata in crisi non per colpa
dei Partiti ma quando e in quanto le Istituzioni democraticamente
elette sono diventate superflue nella subordinazione al Potere del
Grande Capitale, alla dittatura dei Mercati (leggi speculazione
finanziaria), alle entità tecnocratiche (la BCE, l'FMI, la
Commissione Europea) esecutrici dei desiderata di quell'uno per cento
della popolazione mondiale che detiene gran parte della ricchezza
disponibile sulla Terra, nel considerare unico possibile orizzonte
sociale ed economico l'ininterrotto Campionato Mondiale della
Competitività che ha conculcato il fondamentale anelito dell'Umanità
alla solidarietà e alla condivisione.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Politica è entrata in crisi quando lo Stato, invece di agire
nell'interesse della Collettività di cui dovrebbe essere
l'espressione, si è piegato, rinunciando alle proprie prerogative
quali l'emissione di moneta e l'intervento diretto nelle attività
economiche e produttive, al monopolio assoluto del Capitale.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' questo che ha reso inutili e intollerabili i Partiti: non più
comunità organizzate per affermare una visione di società e di
mondo ma squallidi soggetti di un teatrino fasullo, miseri comitati
elettorali utilizzati esclusivamente da arrivisti e corrotti per occupare le cariche
pubbliche, formalmente indispensabili pur se destinate alla mera
esecuzione della volontà del Potere economico e dunque posizioni
strategiche per l'arricchimento personale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Cavalcando l'odio per i Partiti e contribuendo a diffonderlo nel
senso comune (mettendo all'indice tutto ciò che rende un'organizzazione politica autonoma dal Potere Economico quale finanziamento pubblico, stampa di
partito, il professionismo politico che diventa impossibile con la
rieleggibilità dopo solo due mandati, ecc.) i 5 Stelle hanno di fatto
agito per rafforzare il Sistema anziché combatterlo.
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ora i 5 Stelle stanno pagando a Roma e in altre città in cui
governano il fatto di non essersi organizzati come Partito. Quando
hai l'opportunità di governare devi avere una squadra già pronta.
Chi assume una carica politica non può essere scelto con un concorso
per titoli ed esami, non va selezionato esclusivamente tra i
consulenti d'oro, i grandi burocrati ed i magistrati in servizio o in
pensione ma deve provenire dalla comunità dei militanti in funzione
della propria storia personale (che significa coerenza politica,
affidabilità, onestà, competenza dimostrata sul campo, condivisione
di un Progetto). Se il Potere è organizzato e forte, l'Alternativa
deve essere organizzata e forte: un Partito che realmente voglia
portare avanti una politica di radicale cambiamento deve
rappresentare un Contropotere rispetto all'ordine costituito, deve
essere un'entità autonoma che non chiede il permesso a Cantone (!)
per fare una nomina e deve essere in grado di evidenziare che ciò
che è legale non è sempre giusto (si chieda al riguardo ai
militanti No Tav e No Muos).</div>
<div style="text-align: justify;">
Ciò che non consente, a mio avviso, di considerare ai 5 Stelle
l'Alternativa radicale di cui l'Italia ha drammaticamente bisogno non
è il ruolo autocratico di Grillo e del defunto Casaleggio (quale
Partito può nascere e radicarsi senza una leadership forte e
coesa?), non è l'ambiguità grillina a fini di propaganda (quale
Partito non fa propaganda?), non sono le dichiarazioni “fuori dalle
righe” di questo o quel rappresentante o di questo o quel militante
virtuale (quale Partito è esente da tali castronerie?). Ma sono
due diversi e ben più importanti elementi: il non essere organizzato
come Partito e la mancanza di un progetto anticapitalista (in assenza
del quale l'attacco a lobbies, caste, élites, corruzione e mafie che
proprio nel sistema capitalistico trovano il proprio essenziale brodo
di coltura si riduce ad un inutile esercizio retorico e di fatto ad
un inganno).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Post Scriptum. La soluzione per rendere operativa ed efficiente la giunta romana, nel rispetto del voto dei cittadini e per respingere la reazione dei Poteri Forti? Commissariare la Raggi, attribuendo un ruolo di primo piano nella giunta a Di Battista che è tra i pochi nei 5 Stelle ad aver mostrato di avere carisma, credibilità e abilità politica.</div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-89508892003962426272016-05-24T23:36:00.001+02:002016-05-24T23:52:45.910+02:00Perché a Roma voto il comunista Mustillo<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-RR4ZFB49ypY/V0TAa1wWEGI/AAAAAAAABHk/01_tNsZo9X41Azhpu40qiKJbP-g_CNdLACLcB/s1600/Alessandro-Mustillo.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="230" src="https://4.bp.blogspot.com/-RR4ZFB49ypY/V0TAa1wWEGI/AAAAAAAABHk/01_tNsZo9X41Azhpu40qiKJbP-g_CNdLACLcB/s320/Alessandro-Mustillo.gif" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ciò che ha contraddistinto, negli
ultimi decenni, le cosiddette democrazie liberali del cosiddetto
libero Occidente è stata la sempre più marcata subordinazione della
Politica, quale espressione della volontà generale, al grande potere
economico e finanziario, ai Mercati (la speculazione), alle entità
tecnocratiche (BCE, Commissione Europea, Fondo Monetario
Internazionale) che pur prive di una legittimazione democratica e di
un mandato popolare sono stati i veri artefici delle scelte di
governo che hanno determinato e determinano le nostre vite.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Attraverso l'Unione Europea (in attesa
del TTIP che ne renderà inutili larga parte delle funzioni), l'euro,
la delocalizzazione delle attività produttive dai Paesi ricchi ai
Paesi in via di sviluppo, il libero commercio internazionale, la
circolazione libera e senza regole dei capitali - la globalizzazione
– si è realizzata, di fatto e sul piano del diritto, tale
subordinazione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Gli Stati i cui governi si mettono di
traverso o che non sono funzionali al sistema, presidiato da un
mastodontico complesso militare (Stati Uniti, Nato, Israele), vengono
ridotti all'obbedienza per mezzo della guerra economica (il crollo
degli indici di borsa, il crollo del prezzo delle materie prime
qualora tali Paesi fondassero la propria esistenza sulla produzione
ed esportazione di questi beni, facendo innalzare esponenzialmente i
tassi del debito pubblico) oppure sottoposti a manovre
destabilizzatrici a volte cruente (il terrorismo, la guerra) a volte
fondate su di una martellante e mistificante propaganda mediatica e
sull'esplosione di scandali giudiziari creati ad arte o quantomeno
ingigantiti nella loro dimensione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
In questo contesto i governi nazionali
non possono che limitarsi a percorrere strade e binari preordinati ed
i politici sono ridotti a semplici testimonial/venditori di decisioni
prese in altre sedi. Non a caso si è coniato il termine di pilota
automatico: qualunque partito vada al governo non cambiano (non
possono cambiare) gli indirizzi politici fondamentali.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
In Italia quando si guarda con
nostalgia alla Prima Repubblica pur con tutti i suoi disastri è
proprio perché i vecchi esponenti di partito, oltre ad aver ben
altra cultura politica, mantenevano ancora, pur nei ristretti margini
della guerra fredda, un'autonomia decisionale, una funzione di
mediazione tra la “Ragion di Stato” e i bisogni popolari (il
“primato della politica”). E tutto questo non grazie alla
lungimiranza della Democrazia Cristiana ma per la “minaccia”
incombente dell'Unione Sovietica che obbligava i governi a misurarsi quotidianamente con il consenso popolare e dunque a redistribuire la ricchezza prodotta e a riconoscere
diritti sociali.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Almeno dal 1992 in poi in Italia si
sono confrontate invece due opzioni di governo che - dietro la
facciata del berlusconismo e dell'antiberlusconismo - hanno seguito
sostanzialmente la stessa direzione: cancellazione dei diritti dei
lavoratori, demolizione dell'intervento dello Stato nell'economia,
smantellamento del welfare e cioè dei servizi sociali garantiti a
tutti, gratuitamente o a prezzo politico (pensioni, scuola, casa,
sanità, trasporti, tariffe controllate che nel complesso
costituivano il salario indiretto) con i quali si perseguiva in qualche modo una forma di uguaglianza sostanziale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Certamente esistevano profili personali
e quadri ideologico-culturali di riferimento diversi tra
centrosinistra e berlusconismo ma la direzione complessiva appunto è
stata la stessa: l'affermazione del modello liberista contro la
socializzazione, pur annacquatissima, dell'economia. Ed è qui
evidentemente, nel tradimento dei partiti che ne continuavano a
sventolare la bandiera, è morta la credibilità ed il radicamento
popolare della Sinistra per come è stata conosciuta per secoli.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Di questa involuzione in varie forme
comune a tutta l'Europa ed al “libero” mondo capitalistico, della
riduzione della lotta politica a teatrino privo di una reale
contrapposizione in termini di fatti determinanti per la vita delle
persone, si sono via via rese consapevoli sempre più persone. Ne
sono la dimostrazione l'astensionismo arrivato a livelli mai
conosciuti in passato e l'emergere di nuove proposte “eretiche”
di vario segno: reazionario e xenofobo in particolare nell'Europa
dell'est già sotto il dominio sovietico, democratiche e progressiste
(gli indignados e Podemos, Syriza, Occupy Wall Street), di difficile
e problematica catalogazione come il Movimento 5 Stelle. Tutte con
l'obiettivo di rompere, con esiti e risultati sui quali la
discussione è evidentemente aperta, il consueto bipolarismo
democratici-repubblicani, socialisti-popolari,
centrosinistra-centrodestra.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Alla crisi della democrazia,
all'impossibilità per i partiti tradizionali e per i rappresentanti
istituzionali di essere credibili agli occhi dei cittadini, il
“sistema” reagisce restringendo progressivamente gli spazi della
rappresentanza, del pluralismo, criminalizzando il dissenso e
cancellandolo o deformandolo nel dibattito pubblico, affidandosi
quale soluzione finale al cesarismo (la svolta autoritaria di Renzi
della deforma costituzionale e dell'Italicum).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La fine della democrazia vale
evidentemente anche e forse tanto più per gli Enti Locali dove tra
patti di stabilità, obbligo del pareggio di bilancio e di riduzione
del deficit, tagli ai servizi sociali, privatizzazioni dei servizi
pubblici, restano ben pochi se non inesistenti margini per fare delle
scelte politiche: dove sono le risorse per le politiche sociali, per
il diritto all'abitazione, per il trasporto pubblico, per gli asili
nido, per la manutenzione delle strade e per le opere pubbliche
essenziali, per promuovere uno sviluppo che fornisca occasioni di
reddito/lavoro per i cittadini?
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Venendo alla situazione di Roma, fermo restando che una delle poche
ragioni per cui vale la pena votare alle Comunali è quella di dare
un solenne ceffone a Renzi e alla sua cricca (non perché ci si possa
illudere che chi verrà dopo, se espressione degli stessi poteri
dominanti, invertirà la direzione di marcia ma unicamente per
guadagnare tempo rallentando la corsa verso il baratro) e che non può
non destare curiosità la possibile/probabile vittoria dei grillini per vederli all'opera in una realtà di dimensione nazionale, ci
può ripugnare questo o quel candidato – il renziano, il
palazzinaro o la fascista - per la loro storia personale, per ciò
che dicono e ciò che rappresentano, possiamo ritenere questo o quel
candidato (il suo programma, la coalizione che rappresenta) più
onesto, più capace, più efficace, simbolicamente più vicino o meno
lontano dalla nostra concezione del mondo, ma chi può realmente
pensare che il governo della città di chiunque sarà eletto potrà
discostarsi dai diktat sui tagli di bilancio, dalla sforbiciata ai
servizi sociali, dall'aggressione alle retribuzioni dei dipendenti
comunali e dalla loro criminalizzazione, dal fare cassa con le multe,
con le privatizzazioni e con le compensazioni urbanistiche?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non ci è bastata l'esperienza dei
sindaci arancioni e la loro totale compatibilità con il “sistema”
con l'unica eccezione di Luigi De Magistris che - a differenza di
Zedda, Doria e Pisapia – ha mantenuto un profilo conflittuale con
il governo Renzi ed ha portato avanti temi straordinamente
significativi, ancorché sul piano simbolico, quali la
ripubblicizzazione della gestione dell'acqua ed il sostegno alla
causa del popolo palestinese?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Se dunque le elezioni sono ridotte a
poco più di un sondaggio di opinione, se per quanto riguarda Roma
non c'è all'orizzonte nessun pericolo della costruzione di un
enclave fascista né del sovvertimento del potere costituito da parte
dei palazzinari (che questo potere già lo controllano e
continuerebbero a farlo anche con la vittoria del PD di Giacchetti),
se il consenso raggiunto dai 5 Stelle può far ben sperare sulla
sconfitta dei renziani, se tra le coalizioni che hanno la possibilità
di esprimere il prossimo sindaco non ce n'è nessuna nella quale
possa identificarmi politicamente, ebbene io voglio utilizzare il
voto per mettere la mia crocetta sulla casella che meglio può
esprimere (più può avvicinarsi) sul piano simbolico alla mia
visione della società, della cosa pubblica, della politica.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E conseguentemente non prendo in
considerazione, guardando tra quanto offre la Sinistra, <a href="http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/05/20/parla-fassina-il-pd-raggi-roma-e-io/" target="_blank">Fassina</a>:
perché francamente non mi passa nemmeno per la testa di votare un
candidato che solo pochi anni fa era il responsabile economico del
partito che votava la macelleria sociale di Monti, la criminale legge
Fornero sulle pensioni, il pareggio di bilancio in Costituzione e che
subito dopo ha ricoperto – tra il voto a Marini e Napolitano
anziché Rodotà per la presidenza della Repubblica, un elogio a
Renzi, un'apertura di credito ai berlusconiani – il ruolo di
viceministro nel governo del grande inciucio di Enrico Letta. E
perché francamente considero l'operazione politica che sta dietro
alla coalizione che lo sostiene truffaldina e perdente: il solito
tentativo, già visto e rivisto (ricordate L'Altra Europa per
Tsipras?), di raggranellare qualche punto percentuale di consenso,
qualche briciola di finanziamento pubblico, qualche poltroncina
istituzionale senza sciogliere i nodi politici al suo interno (in
particolare il rapporto con il PD come <a href="http://www.stefanofassina.it/news/le-liste-una-sofferenza-una-parte-di-noi-guardava-altrove/">Fassina</a>
stesso ammette in presenza di un partito – SEL – che mai
rinuncerà al proposito di riagganciarsi al treno del centrosinistra)
e senza assumere quel profilo necessariamente identitario e radicale
che non può non avere una forza minoritaria che faticosamente cerca
di riconquistare il radicamento popolare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Seguendo questo ragionamento allora io
voto il simbolo comunista per tutto ciò che questo idealmente
significa, voto (si badi bene senza alcun riconoscimento politico al
partito di Marco Rizzo che è palesemente poca cosa e cosa assai
discutibile) Alessandro Mustillo un giovane che quantomeno non ha
alcuna responsabilità per i disastri vecchi e recenti della Sinistra
e che si presenta con un programma che rispetta, per quel poco che
può servire, tutti i canoni teorici di ciò che dovrebbe richiedere
la Sinistra.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E perché sono convinto che un
risultato dignitosamente significativo (diciamo intorno al 2 per
cento) - pur senza apparati, risorse e mezzi di propaganda - del
comunista Mustillo costringerebbe tutti a ripensare la direzione
suicida che ha assunto la Sinistra radicale nella quale la maggiore preoccupazione, con esiti evidentemente fallimentari, per i "geni" che ne
gestiscono le prospettive sembra sia quella di cancellare l'identità e la storia socialista e comunista. E tra questi "geni" non si può non evidenziare il ruolo fondamentale svolto dall'attuale dirigenza di
Rifondazione Comunista che è riuscita nell'opera di distruggere
l'ultimo partito rimasto a Sinistra.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-55789039169903244972016-04-18T02:30:00.001+02:002016-04-18T20:54:19.834+02:00Referendum: se tredici milioni di voti vi sembrano pochi<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-x6kUBtLsGSM/VxP-3vzF6eI/AAAAAAAABHU/kFYwoZSg9ssHH7bGk6HFlweiGsnswfDHACLcB/s1600/Renzi%2Be%2Ble%2Btrivelle.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="147" src="https://2.bp.blogspot.com/-x6kUBtLsGSM/VxP-3vzF6eI/AAAAAAAABHU/kFYwoZSg9ssHH7bGk6HFlweiGsnswfDHACLcB/s400/Renzi%2Be%2Ble%2Btrivelle.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Renzi e le trivelle by Luca Peruzzi</td></tr>
</tbody></table>
<b><a href="http://elezioni.interno.it/referendum/scrutini/20160417/FX01000.htm" target="_blank">I numeri</a></b><br />
<b><br /></b>
<b>Voti per l'abrogazione delle norme sulle trivelle: 13.334.754</b><br />
<b>Voti di Renzi alle Europee del 2014: 11.202.231</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sarebbe servito un miracolo per
raggiungere il quorum nel referendum sulle trivelle, cioè quel
cinquanta per cento più uno necessario a rendere efficace sul piano
legislativo la volontà espressa dai cittadini. Un miracolo pensando all'Italia della passività e dell'ignavia ma anche della disperazione e della sfiducia e tenendo
conto del mancato accorpamento con le amministrative, della disinformazione profusa a piene mani dai giornalacci e
dalle tv di regime a cominciare dalla Rai renziana (certe
trasmissioni di Rai 3 in cui si affermava che si votava solo in nove
regioni rappresentano veri e propri “casi criminali di scuola”),
dal punto di partenza rappresentato dal fatto che ormai 3-4 italiani
su 10 non vanno più a votare in qualsivoglia elezione e sul quale i fautori del No hanno
fondato la propria campagna per l'astensione, dalla marginalità
sostanziale del tema oggetto del referendum (la proroga automatica
alla scadenza delle concessioni già in essere per l'estrazione di
gas e petrolio, nei tratti di mare entro le dodici miglia), dal fatto che i cittadini delle regioni che non si affacciano sul mare non si sono sentiti (egoisticamente) coinvolti nella questione. Vale la
pena ricordare che per il raggiungimento del quorum (invertendo una tendenza che durava da molti anni) nei referendum
del 2011 che riguardavano oltre che l'acqua pubblica anche il
nucleare ebbe un impatto fondamentale la tragedia di Fukushima in
Giappone verificatasi poco tempo prima. E comunque i referendum sulla questione trivelle erano stati già vinti nel momento in cui, con l'ultima legge di stabilità, il governo Renzi aveva abrogato la possibilità di nuove concessioni entro le 12 miglia proprio per non doversi confrontare con i cittadini su quella sciagurata decisione.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
In queste condizioni il fatto che il
32 per cento degli italiani si siano recati a
votare e che in oltre 13 milioni abbiano votato Si non è un dato di
poco conto. Soprattutto tenendo conto che gli <a href="http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=E&dtel=25/05/2014&tpa=Y&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S">11,2
milioni di voti</a> ricevuti alle europee del 2014 ci
vengono propinati da due anni come l'attribuzione a Renzi da parte della maggioranza degli italiani di un potere assoluto.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
In quei 13 milioni di Si – cittadini
che nonostante tutto riescono a mantenere capacità di selezionare l'informazione e
autonomia di giudizio, che non rinunciano al dovere civico del voto,
che riconoscono che ambiente e salute contano ben più del profitto privato – vi è gran parte del risentimento antirenziano
che è cresciuto nel Paese e vi sono i potenziali
interlocutori, anche se non necessariamente i potenziali elettori, per chi ambisce a cambiare radicalmente l'Italia.<br />
Poi, invece di lanciare strali sugli italiani che non vanno a votare, sarà il caso prima o poi di soffermarsi sulle strategie da trovare ad ogni costo per non soccombere inesorabilmente alla dittatura mediatica delle società capitaliste e per riuscire a mobilitare la maggioranza delle persone.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Un'altra considerazione: pochi temi come la difesa dell'ambiente e la salute riescono a coinvolgere milioni di cittadini. La Sinistra potrà riguadagnare centralità politica se e quando sarà in grado di rendere inscindibili nella percezione delle persone tali bisogni con il controllo collettivo sull'economia.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Infine, un ultimo elemento
positivo che a mio avviso emerge dal voto sulle trivelle, pensando
al referendum in cui saremo chiamati a votare nel prossimo autunno
sulla “deforma” costituzionale renziana: il PD di Renzi ha
ottenuto al suo massimo 11 milioni e duecentomila, qui nel referendum abbiamo
avuto, con un pronunciamento come sopra detto in larghissima parte antirenziano, oltre tredici milioni di voti.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Per Renzi che ha giocato tutta la sua
partita personale sulla “svolta autoritaria” della Costituzione
non solo non vincere quel referendum ma, prima ancora, mostrare di
non essere in grado di difendere ciò che sta così tanto a cuore
al Grande Capitale (ed è sufficiente ricordare il <a href="http://www.emilianobrancaccio.it/2013/06/21/la-costituzione-antifascista-secondo-jp-morgan/" target="_blank">famigerato report</a> di Jp Morgan) rappresenta, forse già prima di quanto possiamo immaginare, la morte politica.</div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-81669488336189023092016-03-20T14:59:00.000+01:002016-04-07T14:21:29.238+02:00Il Referendum del 17 aprile sulle trivellazioni in mare: dove sono i paladini delle prossime generazioni?<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-bG5fn3DthH8/Vu6sMQZJ-PI/AAAAAAAABG8/JeUwKGyMZqoWR9uAo33FTRp1BqtAjVJgQ/s1600/Schizofrenia%2Bpiddina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-bG5fn3DthH8/Vu6sMQZJ-PI/AAAAAAAABG8/JeUwKGyMZqoWR9uAo33FTRp1BqtAjVJgQ/s400/Schizofrenia%2Bpiddina.jpg" width="276" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il PD: il partito dei bugiardi seriali</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il prossimo 17 aprile siamo chiamati a
votare nel referendum sulle trivellazioni in mare destinate alla
ricerca ed allo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio nei
tratti di mare sotto costa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ciò su cui andremo “tecnicamente”
ad esprimerci riguarda la possibilità che le concessioni attualmente
attive per lo sfruttamento di giacimenti di gas e petrolio entro le
dodici miglia marine dalla costa possano continuare ad operare anche
dopo la scadenza delle concessioni fino all'esaurimento dei
giacimenti. Se prevarranno i SI questa possibilità sarà esclusa, se
vinceranno i NO o non verrà raggiunto il quorum necessario a rendere
validi i referendum (la partecipazione al voto del 50% più uno degli
aventi diritto) tale possibilità verrà mantenuta.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E' coinvolto in effetti un piccolo
numero di piattaforme estrattive, con un modesto apporto al
fabbisogno energetico nazionale e gli effetti del referendum si
avrebbero (in base alla durata delle singole concessioni) non prima
di cinque o dieci anni: dunque nessun shock petrolifero all'orizzonte
e nessuna prospettiva di licenziamenti di massa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Per capire cosa c'è in ballo (é
evidente che il valore simbolico e politico del referendum va ben
oltre il quesito in essere) è necessario fare un po' di cronistoria.
Tutto nasce con lo Sblocca Italia, la legge con cui Renzi pianifica
la devastazione definitiva dell'ambiente con un incontrastato e
criminale via libera alla cementificazione, agli inceneritori e alle
trivellazioni nei tratti di mare sotto costa.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
In soldoni distruggere l'Italia,
compromettere la salute dei cittadini, far fallire vitali attività
economiche locali (nel turismo, nella pesca, nell'agricoltura) per i
profitti di pochi mascherando il tutto con la promessa della crescita
del PIL (se va bene qualche frazione decimale in più).</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Di questa follia autodistruttiva, di
questa eutanasia di una Nazione le trivellazioni sotto costa
rappresentano l'aspetto paradigmatico: un Paese a vocazione turistica
e che ha nell'agro-alimentare uno dei punti di forza della propria
economia acconsente ad un pugno di multinazionali, anche con l'uso di
tecniche devastanti per la fauna marina e a cui si imputa di
provocare terremoti (airgun), a cercare sotto costa gas e petrolio,
con risibili incassi finanziari per lo Stato e trascurabili effetti sul fabbisogno energetico nazionale, per alimentare un
settore produttivo, quello dei combustibili fossili, di fatto ormai
senza futuro. E anche se ciò comporta compromettere l'integrità e
la bellezza di coste e spiagge e far ammalare i cittadini.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Un progetto talmente
insensato che ha costretto, alla luce delle numerose richieste di
concessione riguardanti tutti i mari italiani, persino nove
Presidenti di regione del PD e della Lega a promuovere i referendum
per dire no a questa parte dello Sblocca Italia. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Di fronte alla
mobilitazione popolare (si ricordi la manifestazione <a href="https://stopombrina.wordpress.com/2015/05/23/corteo-immenso-a-lanciano-in-60-000-contro-le-trivelle-per-salvare-ladriatico/">NoOmbrina</a>
del 23 maggio 2015) e alla possibilità di una sconfitta al
referendum, Renzi - così attento agli umori della piazza e al
proprio consenso (e la salute e l'ambiente sono temi popolari!) - è
stato costretto ad una parziale marcia indietro. Con l'ultima legge
di stabilità modificando le norme dello Sblocca Italia riguardanti
le trivellazioni sotto costa ha disinnescato i referendum lasciandone
in piedi furbescamente solo uno: quello appunto relativo alla proroga
delle concessioni già in atto. La tattica renziana è palese:
aspettare che il referendum, svuotato dei contenuti più
inaccettabili per i cittadini (le nuove trivellazioni), fallisca con
il mancato raggiungimento del quorum per poi riproporre le norme
contestate in tempi migliori (e la volontà di privatizzare la
gestione dell'acqua appena è stato possibile, essendo decorsi cinque
anni dal referendum, indica chiaramente la direzione in cui si muove)
con l'alibi che la maggioranza dei cittadini non si è pronunciato
sulla questione. Dalla sua parte ha evidentemente tutta la grande
stampa e le tv espressioni del potere economico nonché la Rai,
quella del “servizio pubblico” e a cui va versato l'obolo del
canone nella bolletta elettrica, che diligentemente agiscono per
oscurare il referendum e diffondere disinformazione a pieni mani. Il
mancato accorpamento con le prossime amministrative è l'altra mossa
di prammatica per chi vuole impedire la possibilità che si esprima
la volontà popolare (e per un bugiardo seriale non conta nulla che
ciò smentisca precedenti dichiarazioni al riguardo e che significhi,
in un Paese dove persino la carta igienica nelle scuole se la devono
portare gli studenti da casa, 300 milioni di euro gettati al vento).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-mnTtpL6nv4s/Vu6sdFOOyLI/AAAAAAAABHA/KQ2A_FREJkUoFfEKdI-PqIMbX4KZEDNuQ/s1600/Renzi%2BAcqua%2BPubblica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-mnTtpL6nv4s/Vu6sdFOOyLI/AAAAAAAABHA/KQ2A_FREJkUoFfEKdI-PqIMbX4KZEDNuQ/s320/Renzi%2BAcqua%2BPubblica.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Renzi e l'acqua pubblica by Luca Peruzzi</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il referendum del 17 aprile
conserva però un fondamentale valore simbolico e politico. Ciò su
cui siamo chiamati realmente ad esprimerci è se come Paese dobbiamo
rassegnarci alla distruzione dell'ambiente e all'attentato alla
salute delle persone a favore del profitto di pochi, alla
privatizzazione dei beni comuni, alla dittatura delle multinazionali
(anzi nel caso delle trivellazioni nei mari italiani, come scrive
<a href="http://dorsogna.blogspot.it/2016/03/tutti-i-motivi-per-non-trivellare.html">Maria
Rita D'Orsogna</a>, di qualche banda di avventurieri), ad una
politica energetica che perseveri nella dipendenza suicida dai
combustibili fossili anziché puntare tutto sulle rinnovabili e a
quanto di positivo questa scelta comporterebbe in termini di tutela
ambientale, salute, qualità della vita, occupazione, ricerca,
indipendenza energetica nazionale, equilibrio dei conti con l'estero,
democratizzazione della produzione di energia mettendo fine alla
schiavitù del rubinetto in mano a pochi soggetti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La questione delle trivelle
mi suggerisce però una ulteriore riflessione. L'argomento principe
con cui, da Mario Monti in poi, si è giustificata l'austerità
(aumento delle tasse, riduzione della spesa pubblica e anzitutto
della spesa sociale) come unico orizzonte possibile è che la
priorità assoluta per il Paese doveva essere ridurre il debito per
non lasciare tale fardello sulle spalle delle prossime generazioni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ma dove sono i “paladini” delle
prossime generazioni quando si parla di ambiente? Esiste un dovere
maggiore verso chi verrà dopo di noi di preservare l'ambiente, di
dire basta alla cementificazione del territorio, di contrastare e
ridurre l'inquinamento atmosferico, di riconvertire la produzione e
la distribuzione delle merci affinché si riesca ad evitare di
restare completamente sommersi dall'immondizia, di conservare il
paesaggio e il nostro patrimonio artistico ed archeologico? Chi
sbandierava e sbandiera il futuro delle prossime generazioni, come
alibi delle decisioni politiche antisociali e antipopolari, sono gli
stessi delle grandi opere inutili e devastatrici, del consumo di
terreno agricolo con il cemento e l'asfalto della speculazione
edilizia, delle autostrade deserte, dell'EXPO, dell'inquinamento
atmosferico cancellato per decreto aumentando i limiti consentiti
delle sostanze tossiche e cancerogene nell'aria, dell'imminente
dittatura incontrastata delle multinazionali attraverso il TTIP,
dello Sblocca Italia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Siamo di fronte ad una
ipocrisia, ad una attitudine alla truffa intellettuale e alla
menzogna senza limiti: sull'ambiente come sull'economia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Le politiche di pareggio di bilancio
rappresentano infatti una bestialità in termini di risultati
economici: far crollare la domanda interna con l'austerità significa
ridurre la produzione di ricchezza (quella che viene grossolanamente
ed arbitrariamente misurata con il PIL) e dunque aumentare
l'incidenza, in termini relativi ed assoluti, proprio del debito
pubblico.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Quello che ci hanno spiegato gli
economisti non a libro paga del grande potere economico è che uno
Stato non funziona come un singolo individuo o una famiglia che deve
spendere nei limiti delle proprie entrate.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La spesa pubblica finanziata attraverso
il debito o stampando denaro attiva le potenzialità del sistema
produttivo, è trasferimento di ricchezza verso i cittadini
addirittura anche quando viene sperperata nella corruzione e negli
sprechi e tanto più quanto è impiegata in modo efficiente ed equo
in investimenti e spesa sociale. La spesa a deficit e il debito
pubblico sono la normalità nella vita degli Stati purché questi
mantengano la sovranità sugli strumenti per governare la moneta, che
non si facciano legare mani e piedi dalla speculazione finanziaria,
che riescano a mantenere in equilibrio i conti con l'estero.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Quello che viene indicato come il furto
dei vecchi a danno dei giovani – condizioni di lavoro e
retribuzioni dignitose, la sanità pubblica, la pensione in un'età
che non preceda immediatamente la morte, l'istruzione superiore e
l'università accessibile ai più – è proprio quello che ha
consentito ai giovani di vivere meglio di chi li ha preceduti ed anzi
se ancora oggi, nonostante il precariato e la disoccupazione, non
sono alla fame e possono continuare ad accedere in larga parte alla
maggior parte dei beni di consumo è proprio grazie ai risparmi
accumulati da genitori e nonni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il futuro dei giovani e delle prossime
generazioni non è messo a repentaglio dal debito pubblico ma al
contrario da un sistema capitalistico che accentrando totalmente il
monopolio della ricchezza e della produzione della ricchezza nelle
mani di pochi (questo è il liberismo) determina disoccupazione e
precariato, il non poter accedere a scuole e università di qualità,
il non potersi curare adeguatamente in caso di bisogno, il non poter
progettare la propria esistenza, il non poter avere una casa a costi
ragionevoli per conquistare autonomia e indipendenza dalla propria
famiglia, il non potere sperare in una pensione dignitosa da vecchi.
E che queste stesse cose vengano contemporaneamente tolte ai propri
genitori e ai propri nonni, che ad essi vengano negate persino cure e
assistenza, non è una consolazione ma un ulteriore danno.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
I risultati delle politiche di
“contenimento” del debito pubblico sono sotto gli occhi di tutti:
deindustrializzazione e colonizzazione economica (“gli investimenti
esteri”) dell'Italia, la stagnazione del Paese a fanalino di coda a
livello mondiale nella ricerca scientifica, l'esplosione della
disoccupazione e della povertà unitamente alla precarietà, il
contemporaneo aumento della mortalità e la diminuzione della
natalità, milioni di italiani che non hanno più la possibilità di
curarsi, la rinuncia di massa a seguire studi universitari.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Per quanto mi riguarda è passato il
tempo in cui mi illudevo che con il voto si potesse cambiare la
realtà delle cose ma comunque non voglio rinunciare alla possibilità
di gridare ciò che considero giusto e razionale per il bene di
tutti. Dunque il 17 aprile andrò a votare e voterò SI: per il
presente e il futuro dell'Italia, contro Renzi, contro la dittatura
del Capitalismo “l'economia che uccide”.<br />
<br />
<br /></div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-19244549780485235162016-02-26T01:33:00.001+01:002016-02-26T21:38:23.183+01:00Caro Paolo Ferrero ora è il momento di farti da parte<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-_2AzcWyAWXI/Vs-RVjnwDKI/AAAAAAAABGo/eJ5Kemjh_Ek/s1600/Paolo%2BFerrero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-_2AzcWyAWXI/Vs-RVjnwDKI/AAAAAAAABGo/eJ5Kemjh_Ek/s400/Paolo%2BFerrero.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paolo Ferrero</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Alla fine dopo una lunga gestazione è
nata Sinistra Italiana, il nuovo nome del partito di Vendola che
raccoglie l'intera vecchia SEL insieme a qualche transfuga del PD e a
pezzi dell'Altra Europa per Tsipras, il raggruppamento già
intransigente e radicale dei fautori della politica partecipata e dal
basso e del Soggetto Politico Nuovo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il giudizio negativo di Paolo Ferrero
che ha annunciato l'indisponibilità di condurre Rifondazione
Comunista dentro Sinistra italiana destinata a raggiungere al massimo
il 4-5 per cento dei voti alle elezioni senza poter diventare una
reale alternativa per il governo del Paese ha ricevuto sarcastici
commenti sui social network: “come è ridicolo nel criticare il 4-5
per cento di Sinistra Italiana lui che è alla guida di un Partito
allo zero virgola o all'uno virgola” è l'accusa più benevola che
ha ricevuto.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Questo in effetti ha <a href="http://www.radiopopolare.it/2016/02/no-al-solito-partito-da-4/" target="_blank">dichiarato</a> Paolo
Ferrero:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Secondo
lei quindi l’iniziativa di Sinistra Italiana è destinata al
fallimento?</span></span></strong></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333;">“</span><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Io
non ho detto questo, ma penso che non risponde ai problemi che ci
sono. </span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Magari
prendono il 4, il 5%</span></span></strong><span style="color: #333333;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">.
Vivono tranquilli, col loro gruppo parlamentare. Ma non è questo che
risponde al problema per cui metà degli italiani oggi non vanno a
votare." </span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">E
francamente mi sembra un giudizio difficilmente confutabile: pensare
che il Partito che ha come<span style="color: #141823;">
"padri nobili" colui che parlava amabilmente al telefono
con gli inquinatori dell'Ilva e nella cui giunta scoppiavano gli
scandali della sanità (Vendola) ed il responsabile economico del
partito che votava il pareggio di bilancio in costituzione e la
controriforma Fornero delle pensioni (Fassina) possa riguadagnare la fiducia del
popolo della Sinistra, oggi disperso tra astensione e voto ai 5
Stelle, mi sembra fantascienza.</span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #141823;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Nel
dna di SEL vi è la scelta governista, cioè la convinzione di poter
realizzare conquiste a favore dei ceti popolari solo stando dentro la
maggioranza di governo.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #141823;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Per
chi è generoso si tratta di un'evidente illusione e di una scelta
suicida considerando che non siamo più negli anni sessanta del
secolo scorso durante i quali il PSI al governo poteva conquistare tra le altre cose,
grazie alla “minaccia” dell'Unione Sovietica e del più grande
partito comunista dell'occidente, la
nazionalizzazione dell'industria elettrica e lo Statuto dei
Lavoratori ma ci troviamo al contrario in una situazione in cui siamo
stritolati nella morsa della globalizzazione liberista e della
dittatura dell'Unione Europea a guida tedesca.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #141823;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Per
i maligni è l'ennesima pantomima con cui pezzi di ceto politico
sconfitto e marginale cercano di salvare o conquistare poltrone,
visibilità, ruoli istituzionali e le relative indennità.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #141823;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Negli
interventi degli analisti e nelle discussioni dei militanti politici
(virtuali e reali) di sinistra l'attenzione è rivolta quasi
esclusivamente (ed ossessivamente) ai contenuti.delle iniziative in
campo. I più sono convinti che il destino di ogni iniziativa
politica sia legato a questa o quella posizione, a questa o quella
proposta, a questo o quel programma, alla richiesta di riforma o di
rottura dell'Unione Europea. E per costoro la soluzione (la via
maestra) diventa così la definizione “partecipata e dal basso”
del programma e gli strumenti di cui non si può assolutamente fare a
meno sono le procedure assembleari, i tavoli tematici, le piattaforme
web per discutere e deliberare democraticamente.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #141823;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Ora
certamente la politica è fatta di contenuti e non può essere
ridotta a mero marketing elettorale, è inaccettabile l'idea e la
pratica di decisioni meccanicamente calate dall'alto ma qualcuno può
pensare realmente che la gente (intendendo per gente tutti coloro che non vivono di pane e politica: l'operaio, il
disoccupato, il precario, l'impiegato, l'insegnante, il pensionato,
la cassiera del supermercato, il professore universitario) aderisce
ad un partito, lo sostiene e lo vota perché ne ha letto
integralmente, condividendolo, il programma? Oppure quella scelta si
può spiegare in gran parte - ad esempio il voto di ieri a Berlusconi
e quello di oggi a Grillo o Renzi ma anche, se vogliamo, la fiducia
messianica nei confronti del vecchio PCI - nell'adesione a macro
idee, ad una immagine, nella convinzione istintiva e quasi
pre-razionale che ciò che si ha di fronte è la soluzione migliore
sulla piazza per i propri interessi e per gli interessi generali?</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #141823;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">A
mio avviso, in termini di contenuti a Sinistra si è detto tutto quanto si doveva dire e nei vari soggetti radicali esiste una sostanziale convergenza:
su quello che c'è da fare e sugli obiettivi da perseguire salvo le divisioni sulla questione dell'euro e dell'Unione
Europea che però a sua sua volta sarebbe di facile soluzione. Se
l'Europa si può riformare si riforma, se non si può riformare la si
rompe: litigare oggi sull'esito di una trattativa che presuppone di avere la forza, in un ipotetico domani, per imporre un tavolo di negoziazione non mi sembra
abbia molto senso. Purché ovviamente vi sia la convinzione di dover portare avanti le proprie posizioni fino alle estreme conseguenze.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #141823;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il
problema della Sinistra è che nella percezione collettiva non è
identificata come la “soluzione”, è anzi considerata
corresponsabile con i governi dell'Ulivo della crisi italiana e parte
integrante della “casta”, l'idea dell'uguaglianza e del controllo
collettivo sull'economia va contro il senso comune impregnato di
egoismo e di individualismo.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #141823;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">In
un Paese che non a caso non ha avuto né movimenti spontanei di
protesta come quello degli indignados in Spagna né la conflittualità
sindacale della Grecia, cercare di riconquistare credibilità e
tornare a rappresentare la speranza dei ceti popolari ed incarnarne la lotta per una società migliore significa predisporsi a scalare
una montagna alta come l'Everest. La mia bocciatura senza appello nei
confronti di Sinistra Italiana nasce da qui. Dov'è la credibilità?
Dov'è il carisma dei suoi dirigenti? Dov'è la novità, la svolta,
la rottura dell'esistente della sua proposta complessiva? Che
fiducia si può riporre nel partito degli assessori, nell'ipocrisia
della Boldrini così solerte nell'enunciare principi e
contemporaneamente colpevole complice della rottamazione della
Costituzione e delle prerogative parlamentari, in coloro la cui
massima aspirazione è reiterare le fallimentari esperienze del
centrosinistra, in chi non ha nemmeno il coraggio di ammettere che
l'appoggio alla coalizione Italia Bene Comune di Bersani ha
consentito a Renzi di ottenere la maggioranza parlamentare con cui ha
potuto fare ciò che ha fatto? Ci si può proporre come Alternativa
al renzismo (e alla dittatura del liberismo e alla macelleria sociale
che questo rappresenta) governando insieme al PD negli enti locali,
portando l'acqua con le orecchie al suo sistema di potere, accettando
supinamente la logica del pareggio di bilancio e dei patti di
stabilità (i sindaci Pisapia, Doria, Zedda), arrivando perfino a
sostenere il renziano Giuseppe Sala dominus dell'EXPO - simbolo
dell'iperliberismo, del criminale utilizzo del lavoro gratuito e
grande mangiatoia per la corruzione - alle elezioni a Sindaco di
Milano?</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #141823;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Fatta
questa premessa la nascita di Sinistra Italiana è anche l'ennesima
grande sconfitta per Paolo Ferrero. </span></span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #141823;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Considero
Paolo Ferrero un galantuomo ma da quando è diventato segretario di
Rifondazione Comunista non ne ha azzeccata una. Quello che poteva
considerarsi uno degli ultimi veri partiti italiani (fatto di
militanti, sezioni, organi dirigenti) si è ridotto via via, perdendo
una dopo l'altra molte delle sue componenti, in
un'entità impalpabile e inutile. L'accusa che si rivolge
abitualmente a Rifondazione è di coltivare una visione identitaria e
minoritaria della politica. In realtà Ferrero ha agito esattamente
in senso contrario spendendosi per una Sinistra “larga e plurale”.
Ma lo ha fatto con un atteggiamento subalterno, rinunciando a dare a
Rifondazione il ruolo di promotrice dell'Alternativa ed accettando di
svolgere una mera funzione di gregario: prima nei confronti di De
Magistris e Di Pietro con Rivoluzione Civile, poi verso i
“professori” dell'Altra Europa. Da due anni si è posto in attesa
di una impossibile ricomposizione della Sinistra insieme a SEL e ai
dissidenti PD il cui orizzonte e le cui intenzioni erano chiare anche
ai muri: riesumare ad ogni costo il centrosinistra. Mentre la
situazione italiana precipitava tragicamente nelle condizioni dei
ceti popolari e nell'assalto ai principi costituzionali, si sono
persi colpevolmente due anni nella costruzione di una vera
Alternativa di sistema, radicale e intransigente. Rifondazione è
scomparsa ma non è nato niente al suo posto.</span></span></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Per Paolo Ferrero, se ha dignità, se ha veramente a cuore i destini
della Sinistra non come costruzione astratta ma come concreta
rappresentanza e difesa dei bisogni delle persone, in particolare di
quelle più deboli e indifese, ora è venuto il momento di farsi da
parte e di lasciare strada a chi, si spera, potrà fare meglio di
lui. Meglio un gesto onorevole per salvare il salvabile e provare a ripartire che farsi travolgere da un destino già scritto e trascinare definitivamente nel baratro anche i propri compagni.</div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-55092721836008904242016-02-14T17:47:00.001+01:002016-02-14T17:47:11.908+01:00Il Canone Rai al tempo della Grande Menzogna<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-lPT1ly-vcxg/VsCkOCXI5rI/AAAAAAAABF8/Q7OYfeUF65o/s1600/Fabio%2BFazio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-lPT1ly-vcxg/VsCkOCXI5rI/AAAAAAAABF8/Q7OYfeUF65o/s400/Fabio%2BFazio.jpg" width="385" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fabio Fabio secondo Luca Peruzzi</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Sta passando in questi giorni sulle
reti Rai lo spot sul pagamento del canone. Mentre scorrono sullo
sfondo le immagini dei programmi “di punta” o presunti tali della
tv pubblica, ci viene propinato il messaggio che da quest'anno il
canone è più conveniente e più comodo da pagare. Si tratta
evidentemente di una colossale e spudorata mistificazione: il canone
non è il prezzo di un servizio liberamente scelto ma è la tassa
dovuta per il possesso degli apparecchi televisivi (o a questi
equiparati) che serve a finanziare la Rai in quanto servizio pubblico
radiotelevisivo. L'entità della tassa è stata ridotta a cento euro
(a quanto si è capito solo per il 2016) considerato che associarla
alla bolletta elettrica consente di recuperare gran parte
dell'evasione. Una comunicazione onesta e corretta (e che ciò non
avvenga dice tutto sull'attendibilità della Rai nell'informarci
sulle grandi questioni quali ad esempio le guerre e la crisi
economica) richiederebbe dunque di pronunciare esplicitamente parole
ed espressioni messe all'indice e considerate tabù per il pensiero
unico dominante: tasse e servizio pubblico.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Servirebbe cioè riconoscere che
esistono ambiti della vita sociale ed economica (quale è la cultura
nell'accezione più ampia: informazione, arte, musica, spettacolo,
cinema, teatro, letteratura) che devono essere sottratti alla
dittatura del profitto, della speculazione e delle multinazionali per
essere governati in funzione del bene comune, identificato come tale
dalla volontà popolare, e finanziati dalla fiscalità generale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Che la Rai non possa evidenziare il
proprio ruolo di servizio pubblico è facilmente comprensibile: da
anni non svolge più tale funzione e ciò rende il canone una tassa
odiosa ed insopportabile soprattutto pensando agli onorari milionari
degli insulsi personaggi che la infestano.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La Rai è un carrozzone dove piazzare
politici trombati, amanti, parenti e amici dei potenti, è il
megafono del governo e comunque dei poteri dominanti e per questo
opera una sistematica disinformazione sulle grandi questioni
politiche, economiche e sociali, non inventa e non produce più
programmi ma si è ridotta (con tutta l'opacità amministrativa che a
questo consegue) a mera appaltatrice ed acquirente dei format delle
multinazionali del settore, è diventata la brutta copia delle tv
commerciali, continua ad essere lo strumento di propaganda
dell'ideologica cattolica con le fiction.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il Servizio Pubblico è evidentemente
un'altra cosa: significa diffondere cultura ed una informazione
pluralista, significa sperimentare linguaggi e proporre forme
originali e non omologate di intrattenimento e di musica, significa
saper coniugare ed alternare spettacoli popolari di massa e
innovazione creativa. Tutte cose che la tv commerciale schiava della
pubblicità e dell'audience non può fare e solo questo potrebbe
giustificare il pagamento del canone alla Rai.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E' impossibile paragonare la Rai del
monopolio a quella attuale: si tratta di due epoche diverse, le
condizioni generali – sociali, economiche, politiche, tecnologiche
– sono completamente cambiate. Soprattutto la televisione e i media in generale non avevano l'odierno ruolo totalizzante sui sentimenti e le opinioni delle persone. Ma si deve riconoscere che la Rai fino all'avvento di Mediaset – per quanto
bigotta, lottizzata e oggetto della censura democristiana –
rappresentava davvero la più grande industria culturale italiana,
era capace di raccontare l'Italia, in essa potevano lavorare – cito solo qualcuno di coloro che mi vengono in mente – Soldati, Eco,
Pasolini, Nanni Loy, Arbore, Zeffirelli, Comencini, la Wertmuller,
Fellini, Dario Fo, Eduardo e Peppino De Filippo, Mina, Biagi.
Svolgeva davvero la funzione di unificazione del Paese almeno nel
linguaggio.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E' naturale che molti di noi la
rimpiangano così come rimpiangiamo i giochi infantili della nostra
infanzia confrontandoli con i sofisticati videogiochi di oggi o
proviamo nostalgia per il gusto dei cibi cucinati da nostra madre
rapportati ai sapori tutti uguali dei prodotti dell'industria
alimentare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ma non si tratta di pensare di poter
rimettere indietro le lancette della storia, non si tratta di
vagheggiare un autocastrante ritorno alla scarsità quando la scienza
e la tecnica ci hanno dato l'abbondanza potenzialmente per tutti, si
tratta semplicemente di riconoscere che la strada intrapresa –
nella televisione come negli altri aspetti della vita – non è
quella giusta e che bisogna cercarne un'altra.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Perché il telecomando, gli scaffali
pieni dei supermercati e l'invasione delle automobili non ci hanno
dato più libertà ma ci hanno coperto di immondizia e solo tra
l'immondizia ci è consentito oggi di scegliere e di vivere.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br />
</div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-64150558201559647852016-02-03T02:33:00.001+01:002016-02-03T20:49:43.214+01:00Il family day e l'agenda politica del liberismo<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-dh1DruLwlWc/VrFTINcO4aI/AAAAAAAABFk/e3baOJ-RrhQ/s1600/Ipocrity%2BDay.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="253" src="https://4.bp.blogspot.com/-dh1DruLwlWc/VrFTINcO4aI/AAAAAAAABFk/e3baOJ-RrhQ/s400/Ipocrity%2BDay.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'Ipocrity Day by Luca Peruzzi</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Sabato scorso a Roma <a href="https://www.lastampa.it/2016/01/30/italia/cronache/il-family-day-e-la-bufala-dei-due-milioni-J9ILXInTkGDgvqypu6cmiJ/pagina.html">qualche
decina di migliaia di persone</a>, fomentate per ragioni di
opportunismo politico e bigottismo religioso, manifestava contro il
riconoscimento giuridico delle coppie di fatto e delle coppie
omosessuali.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Nel frattempo vaste aree del mondo sono
insanguinate - conseguenza diretta o indiretta dell'imperialismo
occidentale e della politica dei suoi alleati Israele, Turchia e
Arabia Saudita – dalla guerra e dal fondamentalismo islamico (e si parla ormai apertamente di una guerra mondiale incombente o già in corso), tanti
povericristi (e tra loro tantissimi bambini) continuano a morire nel
Mediterraneo nel loro viaggio verso la speranza (o illusione) di
salvezza da guerre, malattie e miseria, i cambiamenti climatici in
atto annunciano lo stravolgimento della geografia umana così come la
conosciamo da alcuni millenni. E in Italia non si vede alcun
superamento della crisi ed alcuna sostanziale diminuzione della
disoccupazione, la povertà riguarda milioni di persone, le conquiste
del welfare (pensioni, sanità, casa, trasporti pubblici, scuola e università per tutti)
sono sempre più un lontano ricordo, la democrazia politica (anche
nella sua mera funzione simbolica) è sotto attacco con le
controriforme costituzionali e l'Italicum, si sta definitivamente
smantellando la struttura economico-produttiva italiana – come
entità nazionale autonoma – alla mercé del capitale straniero
(gli “investimenti esteri”) e la battaglia che si sta conducendo
intorno alle Banche italiane rappresenta l'ultimo e forse conclusivo
atto del processo di colonizzazione economica e dunque politica
dell'Italia.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Eppure la questione delle unioni civili
è da giorni al centro del dibattito politico come se ad essa fossero
appesi i destini del mondo. </div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Ci sentiamo tutti appagati e soddisfatti
nella sacrosanta ingiuria, rigorosamente attraverso i social network, agli insulsi e marginali Salvini,
Giovanardi, Adinolfi, Meloni e (pessima) compagnia cantante. Senza
renderci conto di diventare così complici ed esecutori delle
strategie di distrazione di massa. Intendiamoci: il riconoscimento
dei diritti degli omosessuali e delle coppie di fatto è un elemento
di civiltà, né di destra né di sinistra: semplicemente di civiltà. Ma
a Sinistra dovremmo sempre ricordare che i diritti civili che non
sono sostenuti dai diritti sociali sono parole scritte sulla sabbia,
ci fanno ridurre al livello dei radicali pannelliani o della
Boldrini.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Che tu voglia sposarti secondo i riti
comandati da Santa Romana Chiesa oppure vivere liberamente la tua
relazione eterosessuale o omosessuale o, ancora, liberarti da vincoli
familiari insostenibili, se vuoi essere genitore, hai bisogno di una casa, di un lavoro, di
poterti curare quando necessario e di poter coltivare il tuo talento
e le tue attitudini scegliendo da giovane la scuola e l'università
che ritieni giusta per te senza dover essere milionario.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Non si tratta di fantasiose utopie, ma
semplicemente di redistribuire equamente la ricchezza esistente, di
rendere disponibili le centinaia di migliaia di abitazioni sfitte o
invendute e gli edifici pubblici non più utilizzati, di impiegare i
senza lavoro nella tutela del territorio e nella realizzazione di
servizi per il welfare in un circolo virtuoso in cui il controllo sociale collettivo della produzione e la piena
occupazione produce ricchezza e benessere per tutti.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
O la Sinistra e le forze
dell'Alternativa saranno in grado di imporre nel dibattito politico i temi che riguardano la reale
soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali delle persone oppure
dovremo sempre correre dietro l'agenda politica del liberismo. In un Paese dove milioni di persone non hanno la possibilità di vivere dignitosamente, cos'altro sono le discussioni sui diritti civili (sulle quali i soliti capi-tifosi possono esercitarsi nei teatrini televisivi) se non armi di distrazione di massa e il contentino gettato in pasto ad un popolo della Sinistra che non è più in grado di ritrovare la bussola della propria identità e della propria missione politica? In questa rappresentazione distorta della realtà, conforme agli interessi e ai desiderata delle élite politiche ed economiche e che riguarda tutti gli ambiti della vita pubblica, gli Scalfarotto ed i feroci liberisti del PD, accesi sostenitori del
jobs act e della controriforma Fornero, possono così atteggiarsi a
paladini del progressismo. Così Renzi che contesta (o fa finta di
contestare) fuori tempo massimo le regole sul debito pubblico dell'Unione
Europea cannibalizzata dalla Germania viene spacciato quale difensore
degli interessi nazionali invece di essere riconosciuto come colui che contratta uno zero virgola di
spesa pubblica per finanziare le proprie campagne elettoriali. Così
la tragedia dei migranti e le tensioni sociali che essa provoca viene
ridotta ad una guerra di religione e di civiltà anziché essere
denunciata come la conseguenza dell'imperialismo economico e militare
dell'Occidente capitalista. E la guerra in corso intorno alle Banche italiane,
ghiotto boccone per il grande capitale sovranazionale, ridotta ai
misfatti della imbarazzante famiglia Boschi.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-77308310373027649392016-01-09T14:23:00.000+01:002016-01-13T22:18:04.923+01:00I tavoli della Sinistra e il mutualismo<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-ZLfoxAPBK10/VpBrazAHEpI/AAAAAAAABE4/h_JmlQiylIM/s1600/Quarto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="210" src="http://1.bp.blogspot.com/-ZLfoxAPBK10/VpBrazAHEpI/AAAAAAAABE4/h_JmlQiylIM/s400/Quarto.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Quarto Stato visto da Luca Peruzzi</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Anche per l'ultimo tavolo per la
Costituente della Sinistra Unita Italiana è stato dichiarato il
<a href="http://popoffquotidiano.it/2016/01/01/sinistra-sara-lanno-del-pds/">fallimento</a>
ma non credo che la cosa possa destare meraviglia né che ciò
spingerà qualcuno a strapparsi le vesti o tantomeno al suicidio.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Le ragioni di questi fallimenti,
ampiamente prevedibili e scontati anche guardando a quanto successo
nel passato recente, sono a mio avviso sostanzialmente due.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<b>Prima ragione</b>. Un movimento, un
partito, un'iniziativa politica non nasce e non assume rilevanza di
massa perché si uniscono pezzi di ceto politico (per di più
screditati e impopolari) ma perché si ha la capacità di cogliere,
di rappresentare, di organizzare bisogni e sentimenti collettivi
diffusi, di essere espressione di almeno una parte del popolo. Non vi
è da parte mia una furia “rottamatrice” verso i vecchi dirigenti
dei partiti della Sinistra i quali anzi, presi uno per uno, sono
spesso persone anche dignitose e rispettabili, meritevoli di ascolto
e che potrebbero ancora dare un utile contributo. Ma se manca la
capacità di coinvolgere, di mobilitare, di suscitare l'interesse
concreto di coloro che si vogliono rappresentare (anzitutto precari,
disoccupati, lavoratori e pensionati poveri, disabili, studenti di
serie B senza futuro) non si va da nessuna parte. Se non si riesce a
rompere l'involucro impenetrabile (disinformazione di massa, cultura
dell'egoismo e del consumo compulsivo, la paura di perdere anche quel
pochissimo che si ha) che rende prigionieri i più, se non si riesce
a mettere al centro del dibattito politico l'idea di una società
comunista e socialista quale soluzione dei problemi e quale premessa
per il bene comune e a non lasciare la parola solo alla destra nelle
sue varie declinazioni si è condannati alla marginalità e
all'impotenza. E se manca la “ciccia” di una visibile
partecipazione e di un consenso almeno potenziale che convinca a
stare insieme, al di là delle fisiologiche differenze di opinione e
di strategia, è inevitabile che ciascuno scelga di restare
asserragliato nel proprio fortino, per quanto fragile e fatiscente, e
magari ad accontentarsi di raccogliere le briciole di potere lasciate
cadere sotto il tavolo.<br />
<a name='more'></a></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<b>Seconda ragione</b>. Pensare o far
credere di pensare di poter costruire un soggetto politico di
Sinistra radicalmente alternativo e contrapposto al PD, il partito
del liberismo subalterno all'Europa e dell'eversione costituzionale,
insieme a SEL è da folli o da incompetenti o da persone in malafede
(o magari tutte e tre le cose insieme). L'orizzonte e la mission
originaria di SEL sono quelli di essere “sinistra di governo” e
di poter condizionare “dall'interno” il potere, nel suo dna vi è
la nostaglia del centrosinistra e dunque il ritorno all'alleanza con
il PD quale unico contesto politico possibile – a qualunque
livello, nazionale e locale - nel quale ottenere qualcosa per i ceti
popolari. Al punto di arrivare persino a sostenere l'impresentabile
renziana Moretti alle ultime elezioni regionali in Veneto e ad
accettare l'eventualità di appoggiare Sala (l'uomo dell'Expo simbolo
della globalizzazione capitalista, della cementificazione, del lavoro
gratuito) alla carica di nuovo sindaco di Milano. Delle due l'una: o
si condivide l'impostazione di SEL e allora si sta dentro SEL, è
inutile inventarsi altri soggetti; oppure si pensa, come io penso,
che siano stati proprio i compromessi del centrosinistra a gettare i
ceti popolari tra le braccia di Grillo e di Salvini e che solo il
conflitto e una dura opposizione possono far arretrare il Potere e
farci riguadagnare credibilità e allora SEL va lasciata al suo
destino. Se questo è un dato evidente e inconfutabile ci spieghino i
soloni dell'Altra Europa, quelli della politica orizzontale e dal
basso, e la segreteria di Rifondazione Comunista per quale motivo
sono da due anni in attesa di SEL e dei cosiddetti dissidenti PD per
un'unione che anche i bambini sapevano che non avrebbe mai potuto
esserci se non arrendendosi al ruolo di sostanziale stampella del PD.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Sono sempre stato a favore di una
sinistra plurale ma per l'ambiguità con cui questo ideale è stato
declinato, per l'essere concetto incomprensibile a chi non vive di
pane e politica, confusione si è aggiunta a confusione, fallimenti e
delusioni si sono succeduti uno dopo l'altro. Oggi dunque si
riacquista a Sinistra una dignitosa presenza elettorale, per quel
poco che può contare, solo con una identità chiara e riconoscibile,
rivendicando a testa alta il meglio della storia socialista e
comunista: l'antifascismo, la Resistenza, il contributo essenziale
alla stesura della Costituzione Repubblicana, le lotte per i diritti
sociali e dei lavoratori, Enrico Berlinguer e Sandro Pertini. Serve
un soggetto politico non contraddistinto da settarismi, dogmatismi e
centralismi burocratici, aperto a tutti i contributi utili ma che
manifesti con forza l'orgoglio del percorso secolare del movimento
dei lavoratori ed il progetto di costruire una società socialista.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Spetterebbe anzitutto a Rifondazione
Comunista assumere un ruolo da protagonista per la formazione di un
tale soggetto, in cui definirsi comunista non sia considerata una
bestemmia ed una colpa da tenere nascosta. Ma questo evidentemente
richiederebbe l'abbandono da parte di quel partito dell'atteggiamento
subalterno che l'ha contraddistinto negli ultimi anni ed un cambio di
segreteria per sostituire il volonteroso ma inesorabilmente
fallimentare Paolo Ferrero con una leadership dotata di un minimo di
carisma, di capacità comunicativa, di adeguate attitudini tattiche e
strategiche.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Poi, se e quando vorremo lasciare da
parte soggetti politici nuovi, appelli (“perché non c'è più
tempo”) e tavoli unitari (naturalmente “partecipati e dal basso”)
e cominciare a parlare di cose serie e cioè di come si costruisce un
movimento di massa, bisognerà riprendere a ragionare seriamente di
iniziative sociali mutualistiche e solidali. Stante il fatto che
attraverso il marketing politico, per il quale per di più mancano
mezzi e competenze, non si conquista il potere, una comunità sociale
e politica che abbia la forza necessaria per far sentire la propria
voce per una vera uguaglianza ed una vera giustizia sociale si
ricostruisce organizzando, diffondendo e mettendo in rete iniziative
di socializzazione, per fare cultura, di integrazione/creazione di
reddito, di tutela di diritti, di autodifesa dei più deboli, di
produzione cooperativa, di sostegno alle lotte sociali e ambientali
che nascono sul territorio. Una rete di iniziative e di luoghi che
rispondano al binomio <a href="http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/2/notizia/Politica/2011/6/19/13725-Politica-e-societ%C3%83%C2%A0-nel-movimento-operaio-e-socialista---di/">resistenza/mutualità</a>
e che sia in grado di coinvolgere e avvicinare milioni di persone.
Questa è la strada che tutti sanno e tutti riconoscono essere
l'unica possibile ma alla quale si sostituisce sempre - perché meno
faticosa - un bell'appello, una inutile discussione sui massimi
sistemi, un'invettiva sui social network, un post su di un blog o un articolo sull'Huffington Post o
sul Manifesto (ed evidentemente anche chi sta scrivendo qui non riesce a fare altro).</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Eppure proprio così Syriza ha
costruito il proprio radicamento elettorale (lasciamo da parte
ovviamente i successivi esiti politici); eppure proprio così
eviteremmo di lacerarci già prima di cominciare in base alle
tessere, alle appartenenze, alle magliette; eppure proprio così si
potrebbe far crescere una nuova generazione di quadri politici sulla
base non dell'attitudine all'eloquio ma della capacità di realizzare risultati
concreti per le persone. Eppure basterebbe dare vita a due o tre di
queste nuove “case del popolo” per suscitare un interesse ed un
effetto imitativo che si estenderebbe a valanga.</div>
</div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-74646040545522080442015-12-29T00:59:00.000+01:002015-12-29T01:09:55.080+01:00Italia: il pareggio di bilancio si realizza con i morti<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-HEQuxJd7c7k/VoHBasfN4KI/AAAAAAAABEo/_Sl9lHRMRPA/s1600/Rigor%2BMortis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-HEQuxJd7c7k/VoHBasfN4KI/AAAAAAAABEo/_Sl9lHRMRPA/s1600/Rigor%2BMortis.jpg" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
C'è la melassa stucchevole
dell'informazione natalizia e c'è la réclame senza soste di Renzi,
il Vanna Marchi della politica, che spaccia per successi del suo
governo e segni della rinascita italiana persino meri doveri
dell'Esecutivo: il completamento di opere pubbliche (peraltro
di dubbia utilità) cantierate e finanziate in tempi immemorabili e
qualche manciata di restauri a fronte di uno smisurato patrimonio
artistico e archeologico lasciato nel degrado e nell'incuria.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E poi ci sono le notizie vere, quelle
che dovrebbero essere al centro del dibattito pubblico e sulle quali
costruire le trasmissioni televisive se non fosse più comodo e utile
farlo mistificando la realtà e sfruttando marginali episodi di
cronaca nera o grigia di cui sono protagonisti qualche balordo,
qualche piccolo criminale di strada, qualche falso invalido o qualche
dipendente pubblico assenteista.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Quante trasmissioni televisive hanno
parlato della notizia, sconvolgente e inquietante, dell'aumento
record di morti nel 2015 in Italia, un incremento comparabile a
quello degli anni della guerra?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non sono ancora disponibili i dati
suddivisi per regione, per classi di età, per sesso, per condizione
sociale ed economica che consentano di trarre conclusioni ma
evidentemente sul banco degli imputati ci sono la crisi ed il taglio
della sanità pubblica. Sono fatti già accertati che con la crisi e
lo smantellamento progressivo del servizio sanitario nazionale molte
persone sono costrette a rinunciare a curarsi e che si sono persi dal
2004 <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/05/dati-eurostat-in-italia-persi-710-anni-di-vita-in-buona-salute-dal-2004-pesa-la-crisi-economica/1138683/">tra
i sette e i dieci anni di vita in buona salute</a>.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E in ogni caso questo dato drammatico
appare l'espressione di un paese vecchio, in declino, depresso
(l'Italia del <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/04/censis-italia-in-letargo-esistenziale-collettivo-emergono-capacita-inventive-ma-solo-individuali-e-spontanee/2277016/">“letargo
collettivo”</a> secondo il Censis), senza speranze, senza energie,
in cui milioni di persone sono ridotte in povertà, in cui si vive
nel terrore di perdere il lavoro ed in cui quando lo si perde in
un'età avanzata ma con la pensione ancora irraggiungibile ci si
ritrova davanti ogni porta chiusa, in cui a quarant'anni si è
costretti spesso a vivere ancora a casa dei genitori, in cui i
giovani hanno ripreso ad emigrare all'estero per trovare dignità e
opportunità, in cui si muore di più sul lavoro nonostante la
diminuzione degli occupati (ma che strana coincidenza che ciò
succeda con il jobs act e la demolizione dei diritti dei
lavoratori!).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Un Paese in svendita in cui i maggiori
asset produttivi nazionali sono già finiti in mano straniera e ciò
che resta è esposto sui banchetti dei mercati in giro per il mondo:
capitali freschi da far fruttare con le speculazioni finanziarie per
i vecchi proprietari ed un'economia italiana sempre più subalterna
alle multinazionali.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Un Paese sommerso dall'immondizia, nel
quale si mangia sempre peggio quanto più si parla di buon cibo in
televisione, con un'informazione non più attendibile perché in larghissima parte al servizio del
Potere, nel quale l'<a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/30/inquinamento-in-italia-record-di-morti-premature-nella-ue-84-400-decessi-su-491mila/2264023/">inquinamento
atmosferico</a> miete più vittime che in qualunque altra parte
d'Europa, nel quale le cento terre dei fuochi disseminate in tutta
Italia diffondono senza soste mali incurabili.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Un Paese in cui le mafie non commettono
più omicidi eclatanti perché ormai hanno vinto, al Sud come al
Nord.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Chi viaggia all'estero riferisce che
anche Paesi non certo all'avanguardia dal punto vista economico e
sociale – come ad esempio Portogallo o Bulgaria o Turchia – si
presentano ben più vitali, efficienti, organizzati dell'Italia delle attese interminabili ai pronto soccorso, delle
strade dissestate e che non conoscono più manutenzione, delle città
sommerse dalle automobili, del degrado dei trasporti pubblici locali
e dei treni per i pendolari.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Sarebbe interessante collegare le
statistiche sulla mortalità con quelle sulla malattia mentale, sul
gioco d'azzardo, sui suicidi, sulla dipendenza dall'alcool e dalle
droghe.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Si tratti di un <a href="http://contropiano.org/articoli/item/32993">Grande
Progetto</a> consapevolmente perseguito per ridurre il capitale umano
(ed eliminare così gli esseri meno produttivi e più costosi per le
finanze pubbliche) oppure degli “spiacevoli” effetti collaterali
di politiche ispirate dal più bieco sadismo sociale che chi ha
attuato (Napolitano, Monti, Fornero, Poletti & c.) continua a ritenere
necessarie e inevitabili, non fa differenza.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La realtà è che il pareggio di
bilancio, imposto dall'austerità liberista dell'Unione Europea, si
ottiene con i morti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Se nell'essere umano, così come nelle
altre specie animali, fosse predominante l'istinto di conservazione
della propria vita e della specie di cui si è parte, si imporrebbe
un cambio di comportamenti. Per l'umanità o quantomeno per la nostra
comunità nazionale significherebbe ridiscutere le forme di
organizzazione sociale ed economica. Richiederebbe ad esempio di
spingere al massimo sulle energie rinnovabili e sul risparmio
energetico invece di perpetuare l'uso sconsiderato di combustibili fossili e dare il via libera ad inceneritori e
trivellazioni petrolifere sotto costa. Oppure imporrebbe di
abbandonare la logica dei tagli lineari alla sanità e di preservare
ad ogni costo livelli di cura dignitosi ed efficaci per tutti.
Semplicemente obbligherebbe tutti a comprendere che il bene comune
non può essere perseguito affidandosi agli “spiriti animali” (leggi: feroci predatori) dei mercati e del capitalismo. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ma nell'essere umano prevalgono dogmi,
pregiudizi, vanità, idee e bisogni e comportamenti indotti
attraverso il lavaggio del cervello dei media e della pubblicità, manovrati da chi detiene il potere economico.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Così continuiamo a vedere il maggior
pericolo alla nostra esistenza nei rom, nei profughi, nei lavavetri o
nei topi d'appartamento mentre sono evidentemente altri coloro che ci
rubano la vita presente e futura. E la stessa idea che - senza
cambiare il sistema, senza togliere di mezzo gli elementi che
impediscono la possibilità di scegliere collettivamente come
realizzare il bene comune - tutto si risolva solo con il cambio della classe dirigente, solo sostituendo i disonesti e gli inetti con chi si suppone (o si presenta come) onesto,
meritevole e capace non è altro che l'ennesima fatale illusione.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-77834579809819663932015-12-20T17:58:00.001+01:002015-12-20T21:10:24.183+01:00Grande è la confusione sotto il cielo della Sinistra<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-U5EYAe4uwvo/VnbckU59pKI/AAAAAAAABEU/-DNuvCTWmlM/s1600/Salvini%2BLePen.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="265" src="http://4.bp.blogspot.com/-U5EYAe4uwvo/VnbckU59pKI/AAAAAAAABEU/-DNuvCTWmlM/s400/Salvini%2BLePen.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Salvini e la Le Pen secondo Luca Peruzzi</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Grande è la confusione sotto il cielo
ma non so se ciò renda, non me ne voglia il compagno Mao Tse-tung,
la situazione favorevole.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Grande è la confusione sotto il cielo
della Sinistra, in Italia e nel mondo. Una confusione che è figlia,
da un lato, della frustrazione e del senso di impotenza di chi vede
il baratro – morale, sociale, politico, economico – nel quale
siamo precipitati ma non riesce ad individuare un modo per
riscattarci e per salvarci e, dall'altro, è conseguenza del fatto
che sono venuti meno gli schemi mentali, i punti di riferimento
ideali attraverso i quali potevamo indicare ed indicarci dal punto di vista collettivo ciò che è
bene e ciò che è male, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e
i mezzi per perseguire il bene e il giusto.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Nella mia visione, pragmatica e
rudimentale e di questo chiedo preventivamente comprensione e
perdono ai cultori e ai custodi dei Dogmi e della Dottrina, la
Sinistra è la parte politica che vuole per ciascun essere umano la
possibilità di esprimere il meglio di sé stesso e di cercare la
propria felicità coltivando la propria natura, il proprio talento,
le proprie inclinazioni e che ritiene, perché ciò possa
realizzarsi, che ciascun essere umano sia liberato dalla schiavitù
del bisogno. Dunque che ciò che viene prodotto possa essere
equamente distribuito tra tutti, perché a nessuno manchi ciò che è
necessario per vivere, e che collettivamente possiamo decidere cosa,
quanto e in che modo produrre.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Recita l'articolo 3 della Costituzione
(e mi sembra che possa spiegare egregiamente ciò che dovrebbe essere
e dovrebbe perseguire la Sinistra):
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Tutti
i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione,
di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.</span></span></span></i><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;"><i>È
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.</i> </span></span></span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
La confusione sotto il cielo della
Sinistra nasce, a mio avviso, dalla scissione arbitraria e
schizofrenica tra i due elementi che ne rappresentano gli elementi
costitutivi: obiettivi da perseguire e mezzi per realizzarli.
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Così c'è chi può continuare a
definirsi di Sinistra solo per il fatto di enunciarne ipocritamente
principi e valori: diritti, emancipazione, libertà, solidarietà,
opportunità. Ma appunto si tratta di vuote ed ipocrite affermazioni
(le “boldrinate”) quando non si fondano su di una trasformazione
egualitaria della struttura dei rapporti economici, anzi sono proprio
questi “progressisti” gli autori materiali (o i loro complici o
gli inetti spettatori che non si rendono conto di ciò che gli
succede intorno) dei processi che accentrano sempre più in poche
mani la ricchezza e rendono schiavi tutti gli altri.
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
A tutti costoro, a cominciare dalla
nostra (si fa per dire) Presidentessa della Camera, bisognerebbe
ricordare ciò che scriveva Sandro Pertini: <i>“<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif;">Si
può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella
miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come
mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero.</span></span>
“</i></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Nel contempo abbiamo le destre che
tuonano, e attraverso questo conquistano il consenso popolare e
l'attenzione di una parte del popolo della Sinistra, contro gli
strumenti con cui la dittatura del capitalismo finanziario realizza i
suoi tragici e perversi effetti : l'euro e l'unione europea, la
globalizzazione, la guerra al ribasso per i salari condotta anche
attraverso i migranti, la progressiva cancellazione del sistema
pensionistico pubblico, le “controriforme” del welfare e del
diritto del lavoro. Solo che insieme alla contestazione del
capitalismo finanziario da queste destre bisogna prendersi (il
“fusarismo”?) anche il pacchetto dei valori tradizionali: Dio,
Patria e Famiglia. Con annessi xenofobia, omofobia e via discorrendo e facendo assurgere presepi e canti di Natale alla funzione di linea Maginot della nostra "civiltà" .</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Il tragico problema dei migranti
diventa così da questione anzitutto sociale e conseguenza
dell'imperialismo militare ed economico occidentale una questione
religiosa e razziale e il tentativo dell'Islam di travolgere le
nostre tradizioni e la nostra identità. Come se poi tradizioni e
identità potessero essere cristallizzate una volta per sempre e non
essere destinate, come sempre accaduto nella storia, ad un continuo
processo di evoluzione e di meticciamento.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Ora in politica vale la regola del “mai
dire mai”, si può anche prendere in considerazione il sostegno
tattico e contingente o addirittura l'alleanza con un “nemico” se
ciò può essere utile a sconfiggere o, almeno, a mettere in
difficoltà un altro “nemico” in quel momento più distruttivo e
letale, mi rendo conto che l'odio - ingigantito dalla consapevolezza
dell'impotenza - verso la dittatura dell'Unione Europea e del mondo
delle multinazionali (i cui esecutori sono in Italia il renzismo ed
in Francia Hollande e Sarkozy) possa giustificare qualunque scelta e
qualunque voto contingente, però a chi si trova a fare il tifo per la Le Pen o Orban contro il Grande Capitale Sovranazionale deve essere ben chiara una cosa. Le destre populiste, nazionaliste, anti-euro ed anti-Europa,
fasciste o para-fasciste che vediamo affermarsi e conquistare spazio
in tutta Europa (si pensi appunto all'Ungheria o alla Polonia, al Front
National in Francia, alla Lega in Italia mentre il Movimento 5 Stelle
che è fenomeno ben più complesso e controverso lo lascerei fuori da
questo elenco) non combattono l'oppressione del capitalismo
finanziario per realizzare l'emancipazione e la liberazione
dell'individuo. La loro ideologia è impregnata di autoritarismo,
gerarchismo, classismo, razzismo; la componente sociale delle proprie
proposte ha una natura paternalista e non egualitaria. Combattono
(dicono di combattere) il capitalismo sovranazionale e globalizzato
per tornare a forme di capitalismo nazionale e protetto, esaltando il
ruolo non dei lavoratori ma degli imprenditori medi e piccoli come se
anche per questi il profitto non giustificasse sfruttamento del
lavoro, distruzione dell'ambiente, illegalità (corruzione, evasione
fiscale e contributiva).</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
Pensare di potersi accodare alle destre
nazionaliste e xenofobe nella lotta contro l'euro e l'Unione Europea,
nella convinzione che una volta vinta questa guerra sarebbero
ripristinate le condizioni economiche e politiche per la sovranità
popolare e per le politiche sociali, è un tragico errore, è
totalmente illusorio e miope. Non vi sarebbe alcun nuovo spazio per
una libera lotta politica come se senza l'euro venisse magicamente
meno anche la struttura dell'organizzazione economica e dei rapporti
di forza militari internazionali. Queste destre sono storicamente il
piano B del Capitale: quando non regge più l'inganno delle
democrazie liberali si ricorre allo squadrismo, al manganello, alle
bombe (naturalmente nelle forme contingenti e particolari del
momento). Dal regime del capitalismo finanziario passeremmo ad un
regime capitalista “tradizionalmente” autoritario e la storia
europea del '900 ci mostra quante volte le forze reazionarie hanno
utilizzato la promessa di misure sociali per acquisire consenso
popolare e scalare il potere.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div style="margin: 0px; text-align: justify;">
Una proposta di Alternativa di Sinistra si regge invece su due gambe: il diritto all'autodeterminazione di ogni individuo e la collettivizzazione dell'economia. Se manca una delle due gambe si perde ogni credibilità, la costruzione politica non regge e crolla.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
La Sinistra riparte e ritorna credibile
nell'unitarietà e nella coerenza di Pensiero e Azione e se
riacquista la capacità di comunicare e di mettersi in sintonia con i
ceti popolari. Altrimenti non sorprendiamoci (e soprattutto
asteniamoci da giudizi moralistici) se questi affidano le proprie
speranze e le proprie paure a Grillo o Salvini.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
C'è un ultimo ma non secondario
elemento che deve essere a mio avviso sottolineato. Oggi la priorità
per una proposta di Sinistra di Alternativa è anche quella di
riconoscere e denunciare che le elezioni sono una trappola, sono un
gioco truccato nello squilibrio di risorse delle forze in campo nel quale perdi sempre, soprattutto con il
maggioritario e il ballottaggio che comunque ti costringono a
scegliere tra opzioni che escludono la rappresentanza di larga parte
degli interessi popolari e dei principi autenticamente progressisti. Sempre più le cosiddette Istituzioni democratiche sono modellate secondo la logica della <i>governance</i> delle società per azioni in cui una piccola minoranza, grazie a <i>patti di sindacato</i> e complicati sistemi di scatole cinesi, può decidere per tutti.<br />
In assenza di una reale
democrazia economica la pretesa democraticità dei regimi occidentali e la retorica delle libere elezioni perdono ogni legame con la realtà: l'unico vero
potere è quello dei soldi. Le elezioni non te le fanno vincere (con
il terrorismo e le stragi contro il PCI; quando va bene con il bombardamento dei media di regime), se le vinci non ti fanno
attuare i programmi per i quali sei stato votato (Syriza in Grecia),
se le vinci e metti in pratica i tuoi programmi ti scatenano contro
la guerra economica e non solo (il <a href="http://www.cubainformazione.it/?p=12258#more-12258">Venezuela</a>).</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
In queste condizioni, la Sinistra in
Italia deve concentrare i propri sforzi e le proprie poche risorse
nel dare vita ad un partitino condannato all'impotenza ed alla
marginalità elettorale e politica, deve continuare a discutere di percentuali e presunti mali minori legittimando la truffa di cui siamo vittime oppure deve battere altre strade, altri
terreni, altre forme di lotta politica e dedicarsi alla costruzione
di un movimento di massa auto-organizzato ed in grado di essere
riconosciuto quale espressione di contropotere democratico e
popolare?</div>
</div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-13789011923757374342015-11-29T17:13:00.000+01:002015-11-29T17:13:05.826+01:00Sinistra: che (cosa si potrebbe) fare<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-9VmN904-vZQ/VlscOPIkuSI/AAAAAAAABEE/zpBmimfDuZc/s1600/ART3_SAREBBE%2BSTATO.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="http://2.bp.blogspot.com/-9VmN904-vZQ/VlscOPIkuSI/AAAAAAAABEE/zpBmimfDuZc/s400/ART3_SAREBBE%2BSTATO.png" width="400" /></a></div>
</div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: center;">
<span lang="it-IT" style="text-align: justify;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span lang="it-IT" style="text-align: justify;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="text-align: justify;">Vi sono due parole che, a proposito di Sinistra, sono scomparse dal mio personale vocabolario: </span><b style="text-align: justify;">Stupore</b><span style="text-align: justify;"> e </span><b style="text-align: justify;">Unità</b><span style="text-align: justify;">.</span><br />
<span lang="it-IT" style="text-align: justify;"><br /></span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="it-IT">Lo </span><span lang="it-IT"><b>Stupore</b></span><span lang="it-IT">
per la totale scomparsa della Sinistra dal Paese che aveva il più
grande Partito Comunista dell'Occidente e contemporaneamente un
Partito Socialista che non era la ridicola formazione politica di
Nencini ma quella di Nenni, Lombardi, Pertini oltre ad una
numericamente piccola ma politicamente assai significativa area
extra-parlamentare. Allo stupore, cioè alla rabbiosa incredulità,
si è sostituita la razionale rassegnazione: oggi la Sinistra è
tramontata dall'orizzonte collettivo, non solo e non tanto come
Partito ma come valori e sentimenti condivisi, come coscienza e
cultura di massa, come senso comune diffuso nel popolo. Da questa
elementare consapevolezza bisogna ripartire, se sarà possibile
ripartire.</span></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="it-IT">L'</span><span lang="it-IT"><b>Unità</b></span><span lang="it-IT">
delle forze della Sinistra radicale quale premessa indispensabile –
mettendo insieme quel poco di apparati, di militanza, di risorse che
ancora esiste – per la formazione di un soggetto politico con il
minimo di forza necessario a non essere condannato alla totale
marginalità e per potersi candidare ad essere riconosciuto quale
Alternativa di sistema. Il percorso degli ultimi anni - tra cartelli
elettorali last minute, Rifondazione, SEL, benecomunisti, cosiddetta
sinistra PD - ci ha mostrato una misera e meschina guerra di
posizione di pseudo generali senza esercito per occupare posizioni –
leadership e poltrone – nel nuovo ipotetico soggetto politico. L'ultima iniziativa elettorale unitaria è stata l'Altra Europa con Tsipras ad inizio 2014 ed ad oggi, mentre infuria la feroce offensiva reazionaria di Renzi, siamo ancora "al carissimo amico": nessuna organizzazione stabile,
nessuna strategia politica e comunicativa, nessun chiarimento
definitivo riguardo ad un elemento essenziale quale il posizionamento
nei confronti del PD, nessuna capacità di calarsi nella realtà
sociale imitando l'unica cosa buona che ci ha lasciato Syriza
(l'organizzazione mutualistica di Solidarity For All). Ciò che ci
viene proposto continua ad essere il progetto (nostalgico del
Centrosinistra) di SEL allargata e patetiche e ambigue riproposizioni
di cartelli elettorali usa e getta i cui manifesti fondativi riescono
persino nell'impresa di non nominare mai le parole Socialismo e
Comunismo. E' stato detto, e oggi lo condivido totalmente, che la
Sinistra potrà rinascere non attraverso l'unità di pezzi di ceto
politico – come se esistesse un popolo di Sinistra, maggioranza nel
Paese, che non aspetta altro di ritrovare una guida per muoversi e
sollevarsi – ma quando emergerà un'iniziativa politica, originale
ed autonoma, che sarà in grado di mettersi in sintonia con i bisogni
e i sentimenti migliori delle masse popolari. Maurizio Landini e
Stefano Rodotà lanciando il progetto di Coalizione Sociale
sembravano aver capito perfettamente tutto questo: peraltro anche
loro sono ancora fermi alle parole, agli annunci, agli appelli, alle
richieste di mobilitazione senza essere riusciti a penetrare la carne
viva della Società.</span></div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Fatta questa lunga
premessa, continuo ad essere ossessivamente convinto che il deserto
della Sinistra si esprime – contemporaneamente causa e effetto –
nella minorità e marginalità della propria essenza ideale nel
popolo: la contestazione del sistema capitalistico quale origine
fondamentale dei mali sociali e la proposta di una società
socialista e comunista (il controllo collettivo dell'economia) per
combattere e risolvere quei mali.</div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Servirebbe una strategia
efficace – la cui realizzazione richiede evidentemente riflessione,
ricerca, creatività, impegno, generosità – per ribaltare il
senso comune dominante e spezzare la dittatura del pensiero unico
liberista e capitalista.</div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Senza questa strategia,
tutte le discussioni e le proposte su programmi, contenuti, Europa ed
euro, schieramenti, alleanze, democrazia, Costituzione, natura e
forma del nuovo soggetto politico si riducono ad inutili, per quanto
nobili, esercizi intellettuali. Limitati a “noi” e non rivolti al
soggetto che ne deve essere protagonista: il popolo. Una mera
testimonianza molto simile negli effetti alle rabbiose e impotenti
invettive sui social network di coloro che non rinunciano a
dichiarare il proprio essere di Sinistra se non attraverso qualche
post contro ciò che hanno individuato come il nemico mortale: di
volta in volta e a seconda dei gusti Renzi, Berlusconi, Salvini,
Grillo, i fascisti e Casapound.
</div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ciò da cui ripartire è
dunque, a mio avviso, intraprendere una grande battaglia culturale
contro il sistema capitalistico. Una battaglia a cui siano chiamati a
partecipare movimenti, associazioni, artisti e intellettuali
indipendenti, gruppi e singoli che cercano di diffondere
un'informazione ed una interpretazione dei fatti alternative a quella
dominante del pensiero unico liberista.</div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ciascuno con le proprie
risorse, le proprie capacità, le proprie attitudini, senza
pretendere di imporre a tutti la stessa maglietta ma con la
consapevolezza di dover unire le forze a disposizione e smettere di
parlare (e litigare) “tra di noi” per poterci rivolgere - con
l'obiettivo di raggiungere la necessaria massa critica - alle
persone semplici, non politicizzate, non ideologizzate, intontite dai
miti consumistici e dal miraggio del successo individuale e facili
prede della disinformazione del mainstream.
</div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il nuovo soggetto politico
(e non i deboli tentativi fin qui concepiti), la mobilitazione nel
conflitto e per il conflitto nasceranno solo quando vi saranno delle
masse convinte di dover lottare per costruire una società diversa,
fondata sulla giustizia sociale e sull'uguaglianza.</div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Se non vogliamo
rassegnarci all'impotenza, continuando ciascun gruppo a coltivare
l'orticello delle proprie certezze ideologiche, aspettando che
miracolosamente cambi il vento e il popolo acquisti spontaneamente
consapevolezza politica e si sollevi facendo nascere la nuova
Alternativa, il tema della comunicazione politica diventa dunque
fondamentale e prioritario. Oggi a Sinistra serve parlare e discutere
di comunicazione e di informazione più che di euro ed Europa.</div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Sono convinto che
un consistente gruppo – coordinato, organizzato, coeso – di
militanti, di creativi, di blogger, di cittadini impegnati potrebbe
riuscire a sensibilizzare e ad indicare una strada possibile ad un importante numero di persone, a far comprendere loro
quali sono realmente i propri interessi. Partendo dal web per la
scarsità di risorse, anche finanziarie, a disposizione. E poi, se
raggiungesse una sufficiente partecipazione popolare, estendendosi (e
percorrendo tutte le possibili forme espressive) al mondo reale: alle
piazze, ai luoghi di lavoro, alle scuole, ai tanti luoghi del disagio
e del dolore presenti nella nostra Società, alla comunicazione
strada per strada e casa per casa, alle iniziative di solidarietà e
mutuo aiuto per finire, senza considerarlo il più importante, al
momento elettorale.
</div>
<div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Di appelli e di “liste
della spesa” della nuova Sinistra – quasi sempre largamente
condivisibili – ne sono stati scritti un'infinità ma,
evidentemente, senza alcun risultato apprezzabile. Qui serve
individuare due o tre temi – comprensibili, popolari, seduttivi –
attraverso i quali entrare efficacemente nel dibattito pubblico, far crescere la consapevolezza collettiva e agire
per una mobilitazione di massa per il Socialismo. Così funziona la comunicazione politica e così agiscono le principali forze partitiche (giovandosi del fatto che possono semplicemente lisciare il pelo al senso comune a differenza di una Sinistra che deve andare contro corrente) per sviluppare il proprio
insediamento sociale ed elettorale cavalcando, a seconda dei casi, l'egoismo
individualista, le tasse, gli immigrati, la casta politica, la
corruzione e via discorrendo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La politica non è
solo valori e idee, la politica è anche e soprattutto rappresentanza
di interessi. Le statistiche ci parlano (vado a memoria) di un dieci
per cento di italiani sotto la soglia di povertà, di dieci milioni
di persone in “affanno” per il lavoro (disoccupati, precari,
dipendenti di aziende in crisi), di un cinquanta per cento delle
famiglie che vive con meno di due milioni al mese, cioè quelle
famiglie che per vivere una vita dignitosa hanno bisogno di servizi
pubblici (sanità, istruzione, trasporti) di qualità e a prezzi
accessibili. Vogliamo provare a costruire una Sinistra che sappia essere convincente nell'indicare a queste masse (cioè al proprio popolo) che la
salvezza sta nel Socialismo?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-59953809821347391552015-10-10T16:35:00.001+02:002015-10-10T16:54:38.484+02:00Marino e Renzi: il liberista pasticcione ed il liberista feroce<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-jxd9-DRnfoY/VhhXla96eMI/AAAAAAAABDw/lFUy9toXfzc/s1600/marino-buzzi-nieri-620180.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="298" src="http://3.bp.blogspot.com/-jxd9-DRnfoY/VhhXla96eMI/AAAAAAAABDw/lFUy9toXfzc/s400/marino-buzzi-nieri-620180.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Marino, Buzzi e Nieri</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Che a Sinistra, che ha nel proprio dna
lo stare dalla parte dei perdenti e dei deboli, ci sia qualcuno che
simpatizzi per Ignazio Marino può essere comprensibile. Che lo si
elevi a baluardo dell'onestà e del bene dei cittadini contro i
poteri forti (i padroni capitalisti), romani e non, mi sembra
francamente ridicolo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La Sinistra non è (semplicemente)
empatia caritatevole, la Sinistra è la volontà – lucida e
razionale – di costruire una Società fondata sulla giustizia
sociale e la liberazione dal bisogno: Marino ha forse mai dimostrato, con i propri atti, di agire per affermare valori popolari socialisti e comunisti e di contrastare il dominio capitalista del profitto?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
L'onestà è una indispensabile
condizione pre-politica ma non esprime in sé un programma di governo
e di amministrazione della cosa pubblica finalizzata al bene comune.<br />
Cerchiamo di capirci: se siamo tra chi considera Renzi il male assoluto - per la rottamazione della Costituzione, dei diritti dei lavoratori, dello Stato sociale - non possiamo nemmeno stare dalla parte di chi, come Marino, dipende per la propria sopravvivenza e ruolo politico da Renzi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ignazio Marino è senza alcun dubbio nemmeno lontanamente paragonabile ad Alemanno e al suo coinvolgimento
nel malaffare politico, ma mi auguro che sia ormai passato il tempo, per chi è convinto della necessità di costruire un'Alternativa di
Sistema, della resa alla logica della scelta del (presunto e meramente consolatorio) male minore: Marino contro Alemanno (o alle prossime
elezioni Marchini), ieri Prodi contro Berlusconi, domani Renzi contro
Salvini.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E poi, se Marino ha (fino ad oggi) la fedina
penale pulita l'onestà e la coerenza politica sono altre cose.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non sei onesto politicamente se ti
candidi per il PD e con il PD, cioè il partito dei poteri forti e
dei palazzinari, e poi lamenti di essere fatto fuori da questi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non sei onesto politicamente o
quantomeno sei un inetto se ti fai eleggere (senza rendertene conto?)
anche con i voti dei maneggioni di mafia capitale e scopri che sono
largamente infiltrati nella tua amministrazione e nel tuo partito
solo dopo l'intervento della magistratura.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non sei onesto politicamente se neghi
che mafie e corruzione non si diffondono solo per colpa di qualche
mascalzone ma grazie ad un sistema fondato sulla dittatura del
profitto e che trovano terreno fertile in <a href="http://veritaedemocrazia.blogspot.it/2014/12/mafia-capitale-la-chiamavano.html">esternalizzazioni
e privatizzazioni</a>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non sei onesto politicamente se vuoi
far credere di poter governare un'amministrazione comunale
perseguendo il bene dei cittadini in un regime di austerità
liberista. Vale per tutti i paesi e tutte le città e tanto più per
una città come Roma: capitale di due Stati, tre milioni di abitanti
oltre a qualche milione di pendolari dall'hinterland ogni giorno, il
centro della vita politica e sociale del Paese (il che significa che
legittimamente è la sede naturale delle grandi manifestazioni di
piazza), il più grande centro storico del mondo, una superficie
comunale tra le più grandi d'Europa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non sei onesto politicamente se addossi
ai lavoratori l'inefficienza dei servizi pubblici e persegui il
pareggio di bilancio sforbiciandone le retribuzioni e peggiorandone,
senza contropartite, le condizioni di lavoro. E' sufficiente
riascoltare i vigliacchi interventi di Marino contro gli autisti
dell'Atac o contro gli addetti del Colosseo in assemblea. Certamente
tra i dipendenti comunali e delle aziende municipalizzate esisteranno
fannulloni e corrotti ma gli autobus non passano, le strade sono
sporche e le buche non vengono riparate, mancano i servizi sociali,
non vi è sufficiente disponibilità di case popolari non per responsabilità dei lavoratori ma perché mancano
risorse ed investimenti ed i vertici dell'amministrazione sono
inadeguati o corrotti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non sei onesto politicamente se ti ergi
a grande moralizzatore ma poi l'<a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/16/roma-porto-franco-degli-appalti-niente-gara-per-90-per-cento-dei-lavori-report-dellanticorruzione-su-alemanno-e-marino/2039189/">87
per cento degli appalti</a> vengono assegnati dalla tua
amministrazione senza una gara pubblica.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non sei onesto politicamente e non hai
nemmeno dignità se accetti, senza ribellarti e negando persino
l'evidenza dei fatti, di farti commissariare da Renzi per il Giubileo
e di imbarcare nel rimpasto della tua giunta un magistrato (<a href="http://contropiano.org/articoli/item/28214">Sabella</a>
con ruoli operativi ed organizzativi nel G8 di Genova 2001) quale
mera foglia di fico contro la corruzione ed un misero personaggio
come il pasdaran pro-Tav Esposito ai Trasporti. Potendo contare solo sul fatto che a Renzi non convenivano nuove elezioni a Roma. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Nessuno può incolpare ovviamente
Marino dei grandi mali di Roma ma è mancata completamente la
capacità e la volontà di proporre una strada alternativa: si pensi
alla bocciatura senza appello delle <a href="http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2015/7/8/45158-roma-il-consiglio-comunale-boccia-tutte-e-quattro-le/">quattro
delibere di iniziativa popolare</a> che riguardavano acqua, scuola,
finanza pubblica e patrimonio.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Sui social network gira un lungo elenco
delle mirabolanti realizzazioni dell'amministrazione Marino: se così
fosse basterebbe che si ripresentasse alle prossime elezioni per
ricevere un consenso plebiscitario da parte dei cittadini. Ma
evidentemente sono proprio i cittadini (e se siamo in democrazia sono
costoro i giudici inappellabili) a non essersi accorti del buon
governo di Marino.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il liberista Marino è stato fatto
fuori dal Vaticano e dai poteri forti romani e dall'implacabile e feroce liberista
Renzi non perché ha difeso gli interessi popolari, non perché si è
opposto alle privatizzazioni, non perché ha preteso ad alta voce più
risorse per Roma ma perché inefficace e inaffidabile dal loro punto
di vista e, contemporaneamente, indifendibile e impresentabile sul
piano del consenso popolare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E' palese che le storie delle multe
della panda, gli scontrini fasulli, le gaffes a ripetizione sono
fatti risibili (eppure sintomatici della superficialità e della
inadeguatezza del personaggio che, uniti ad un inguaribile
narcisismo, lo rendono inesorabilmente ridicolo) rispetto all'enorme
massa di risorse sottratte alla collettività dal capitalismo
criminale ma le dimissioni di Marino sono un fatto tutto interno ad
un ben identificato sistema di potere.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non ha alcun senso che la Sinistra si
stracci le vesti per Marino, la Sinistra deve lavorare per costruire
un'Alternativa. Anzi <a href="http://veritaedemocrazia.blogspot.it/2014/12/roma-loccasione-da-non-perdere-per.html">avrebbe
dovuto lavorare per Roma già da tempo</a> se solo nella Sinistra
radicale esistesse un po' di buon senso e di intelligenza politica e
non ci si riducesse masochisticamente ad annullarsi di volta in volta
in iniziative che hanno il solo scopo di recuperare una poltroncina a
qualche dirigente politico senza futuro, perdendo il contatto con la
realtà italiana e con i sentimenti e i bisogni delle persone.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
A meno di miracoli l'unica cosa che
oggi si può sperare è che il Movimento 5 Stelle, cioè la sola
alternativa democratica alla continuità del potere sul Comune di
Roma delle destre renziane e/o leghiste-neofasciste-berlusconiane
(entrambe prone a Vaticano, palazzinari e speculatori), si decida a
candidare non un oscuro militante dei meet up, sconosciuto ai
cittadini e senza alcuna esperienza della complessa macchina
amministrativa che dovrebbe andare a guidare, ma un personaggio di provata esperienza e competenza, capace di suscitare l'entusiasmo e la mobilitazione popolare anche del popolo della Sinistra.</div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-19798157660789562032015-08-17T23:22:00.000+02:002020-01-30T22:27:06.381+01:00Democrazia e “Sistema”<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-W6NbltSzOrE/VdJO6rTdxUI/AAAAAAAABC4/8B7NHq9ylKE/s1600/La%2BStrage%2Bdi%2BBologna%2Bby%2BLuca%2BPeruzzi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="223" src="https://4.bp.blogspot.com/-W6NbltSzOrE/VdJO6rTdxUI/AAAAAAAABC4/8B7NHq9ylKE/s400/La%2BStrage%2Bdi%2BBologna%2Bby%2BLuca%2BPeruzzi.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Strage di Bologna by Luca Peruzzi</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La resa della Grecia di Tsipras nella
trattativa con la Troika (chi, a Sinistra, nega che si sia trattato
di resa è o in malafede o non è in grado di fare a meno di
interpretare la realtà unicamente in modo autoconsolatorio) non solo
sancisce l'irriformabilità attuale dell'Unione Europea soggetta al
pugno di ferro dell'ordoliberismo tedesco ma ci riporta tutti sulla
terra, cancellando sogni e illusioni, dimostrando l'impossibilità -
dentro il sistema di potere globale – di governare a vantaggio
della maggioranza dei cittadini e dei ceti popolari .</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Puoi anche vincere le elezioni con un
programma di riforme radicali (se riesci a neutralizzare e
sconfiggere, sul piano del voto, i formidabili fattori di distorsione
della comprensione ed interpretazione della realtà e decisivi nella
formazione della volontà popolare, tutti sotto il controllo del
“sistema”) ma poi non puoi realizzare nulla o quasi di quel
programma.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E' l'ormai vecchia questione della
Politica, il governo della Cosa Pubblica fondato sui bisogni e gli
interessi del popolo ed espressione della volontà generale,
esautorata dal potere delle elites economiche e finanziarie.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E' sufficiente rileggersi <span style="color: navy;"><span lang="zxx"><u><a href="https://books.google.it/books?id=61UqcI0RAC8C&pg=PA463&lpg=PA463&dq=NOAM+CHOMSKY:+NON+HA+PI%C3%99+IMPORTANZA+CHI+DETIENE+IL+POTERE+POLITICO,+TANTO+NON+SONO+PI%C3%99+LORO+A+DECIDERE+LE+COSE+DA+FARE.&source=bl&ots=gziW8AL6Og&sig=rl9eKJg9BWbTZO2h6eUnaygZJus&hl=it&sa=X&ved=0CC0Q6AEwAmoVChMIwaeEgLCrxwIVgZIUCh2oeQjT#v=onepage&q=NOAM%20CHOMSKY:%20NON%20HA%20PI%C3%99%20IMPORTANZA%20CHI%20DETIENE%20IL%20POTERE%20POLITICO,%20TANTO%20NON%20SONO%20PI%C3%99%20LORO%20A%20DECIDERE%20LE%20COSE%20DA%20FARE.&f=false">Noam
Chomsky</a></u></span></span>: <span style="font-size: small;"><b>“</b></span><em><span style="color: #7f7f7f;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Non
ha più importanza chi detiene il potere politico, tanto non sono più
loro a decidere le cose da fare.”</b></span></span></span></em></div>
<a name='more'></a><span style="font-size: small;">
</span>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Nel mondo globale della libera
circolazione dei capitali, della dittatura dei mercati (leggasi
speculazione finanziaria), delle imprese che possono muoversi ovunque
vogliano – ricattando e mettendo in ginocchio popoli e Stati -
sulla base delle opportunità di profitto, della suicida rinuncia da
parte del potere politico alla possibilità di battere moneta non si
hanno più strumenti di governo: dalla "stanza dei bottoni", anche una volta entrati, non si controlla e non si comanda più nulla. E ove non siano più sufficienti ed
efficaci la manipolazione dell'opinione pubblica da parte dei media e
le “tempeste perfette” scatenate dai “mercati” e per chi
tenta di sovvertire le regole su cui si fonda il nostro Mondo resta
incombente la minaccia delle armi che presidiano il “sistema” e
delle azioni eversive e destabilizzatrici di “rivoluzioni”
popolari e di organizzazioni terroristiche fomentate, progettate e
finanziate dai servizi di intelligence dell'<i>Impero</i>.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
L'azione dei Governi non può
esplicarsi che dentro i binari decisi dal “sistema” (il “pilota
automatico”) e la classe politica è ridotta ad una mediocre banda
di comparse e figuranti il cui unico compito è quello di
giustificare e propagandare nei confronti dell'opinione pubblica
decisioni prese in altre sedi e di cui sono i meri esecutori. La loro <i>mission</i> è di farci credere che stiamo assistendo ad una battaglia senza esclusione di colpi ma in realtà il "risultato" è già deciso in partenza.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Venendo alla situazione italiana siamo
prigionieri di un insieme, apparentemente invincibile, di fattori e
vincoli che impediscono la possibilità di perseguire il bene comune:
esterni (la finanza globale, l'Impero USA e la NATO, l'Unione Europea e l'euro) e
interni (le mafie, la corruzione e l'evasione fiscale diffusa, le
pratiche clientelari e del voto di scambio, il Vaticano). E solo
qualche “talebano” no-euro può credere nella funzione di per sé
salvifica della mera uscita dalla moneta unica per riconquistare la
democrazia, la competitività del sistema produttivo nazionale e lo
spazio per difendere e implementare il welfare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Nel secondo dopoguerra, forse fino alla
caduta del muro di Berlino, vi erano margini di negoziazione con il
potere e per la possibilità di conquiste sociali, essendo l'unico
(ancorché inaccettabile e antidemocratico) vincolo invalicabile
quello della collocazione dentro l'Impero USA (come
dimostrano gli anni delle stragi e dei tentativi e delle minacce di
colpi di Stato di fronte all'eventualità di una vittoria elettorale del
PCI e la conseguente svolta berlingueriana, anche a seguito del golpe
di Pinochet nel Cile di Allende, del compromesso storico). La
“minaccia” sovietica rappresentava di fatto la migliore polizza
di assicurazione per i ceti popolari e i lavoratori dell'Occidente.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E' stato detto invece che oggi “non
siamo in un punto della storia come un altro, come un ciclo che si
ripete …. ma siamo all'apice di un percorso. E' il percorso di una
gestione “mondiale” del potere e di tutti i suoi elementi
(compresi quelli naturali) che convergono in un conflitto senza
precedenti con i bisogni e i diritti delle persone. Schiacchiati tra
gli elementi di quei poteri ci siamo noi, frastornati e disarmati
(senza più speranze e difese) nel crollo dell'illusione
democratica”.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Possiamo e dobbiamo agire in difesa
della Costituzione, promuovere referendum, appelli, petizioni e leggi
di iniziativa popolare, auspicare la nascita del nuovo soggetto
politico della Sinistra, esprimere la nostra opposizione con scioperi
e manifestazioni, richiedere di far saltare la gabbia asfissiante
dell'euro e dell'Unione Europea. Ma il punto di partenza deve essere
quello di ammettere la verità e di riconoscere che il gioco “democratico” fondato sulle
elezioni non solo è truccato ma è anche inutile e che dentro le
cosiddette "Istituzioni liberali" e dentro le cosiddette
"regole democratiche" non c'è più spazio (o non c'è oggi
più spazio) per fare emergere la volontà popolare e per tutelare e
difendere i diritti e perseguire gli interessi dei cittadini e il
bene comune.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E' solo questa <span style="color: navy;"><span lang="zxx"><u><a href="http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=122803&typeb=0&la-nuova-grande-trasformazione">consapevolezza</a></u></span></span>
che può fornire le priorità dell'azione politica evitando di sprecare troppo tempo ad inseguire le dichiarazioni di Renzi e
Salvini, gli scivoloni anti-migranti di Grillo o a tentare di
organizzare, con la speranza di incidere sulle scelte politiche,
improbabili coalizioni elettorali alternative.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Oggi è innanzitutto necessario
denunciare l'illegittimità democratica degli usurpatori che hanno
occupato le Istituzioni pubbliche e non prestarsi più al loro gioco
fornendo di fatto un riconoscimento morale del loro ruolo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Se anche esistono realtà nel mondo che
offrono qualche speranza (alcune esperienze di governo dell'America
Latina), certamente in Italia oggi la lotta, la resistenza, la
rinascita va condotta dalle persone che hanno compreso il baratro in
cui siamo precipitati sul piano extra-istituzionale.<br />
Smascherare - gridando - l'inganno e il
tradimento, boicottare e disertare (con intelligenza e creatività)
il "sistema" per farne esplodere le contraddizioni, soprattutto provare
a ricostituirci e rincontrarci – noi che siamo le vittime senza
speranza del capitalismo globale - come comunità, in grado di soddisfare i
nostri bisogni materiali e spirituali, per ricreare una “nostra”
dimensione parallela ed esterna, indipendente e autonoma dal sistema
economico, politico, mediatico "ufficiale": c'è un'altra strada che oggi possiamo percorrere?</div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-42671299157829921262015-07-10T23:26:00.002+02:002015-07-10T23:33:11.673+02:00La lezione della Grecia<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-bicfID4ltY4/VaA2jAjxuqI/AAAAAAAABCY/DQUDQc2OmgM/s1600/Civati%252C%2BFassina%2Be%2BVendola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="136" src="http://4.bp.blogspot.com/-bicfID4ltY4/VaA2jAjxuqI/AAAAAAAABCY/DQUDQc2OmgM/s320/Civati%252C%2BFassina%2Be%2BVendola.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Provo a guardare allo straordinariamente positivo esito del referendum di domenica 5 luglio in Grecia non dal punto di vista della questione austerità/euro ma rispetto alla prospettiva della rinascita di un'Alternativa di Sinistra in Italia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ciò che ci insegna la Grecia di Syriza ma anche la Spagna di Podemos, due Paesi cioè molto spesso accomunati all'Italia in termini di cultura e "indole" sociale nonché di (in)efficienza delle strutture amministrative pubbliche, è che la condizione indispensabile (anche se non sufficiente) per dare una dimensione maggioritaria e di massa ad una proposta politica di Sinistra è la coerenza e la credibilità di chi la porta avanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' attraverso la propria credibilità e coerenza, rendendo manifesta e innegabile la propria diversità nei confronti dei partiti che si sono alternati al governo della Grecia negli ultimi decenni, che Syriza ha potuto prima vincere le elezioni e poi ricevere un esplicito mandato popolare a trattare con la Troika, sulla base di una linea di fermezza e dignità nazionale, sulla questione del debito (gli esiti e i risultati di questa trattativa.esulano evidentemente da questa riflessione).</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Il pensiero dunque non può non andare al progetto di ricostituzione di un partito di Sinistra annunciato da alcuni fuoriusciti dal PD (Fassina, Cofferati, Civati) e da SEL di Vendola e a cui chiedono di partecipare anche <a href="http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=18812" target="_blank">Rifondazione Comunista</a>.e, se ho ben compreso, l'Altra Europa con Tsipras (ormai andatasi configurando anch'essa come ennesimo partitino della Sinistra).</div>
<div style="text-align: justify;">
Ebbene se si esamina il passato anche recente dei promotori dell'ennesimo progetto per far nascere il nuovo soggetto politico della Sinistra c'è tutto meno che credibilità e coerenza e comunque le qualità per farne un partito popolare di massa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Intendiamoci, presi uno per uno, alcuni dei personaggi in questione risultano anche umanamente apprezzabili (da questo punto di vista l'autocritica di Fassina è quasi commovente).</div>
<div style="text-align: justify;">
Guardiamo però alle scelte politiche effettuate negli ultimi anni dai nuovi costituenti della Sinistra.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lasciamo da parte il povero Paolo Ferrero. Le sue dichiarazioni sono sempre ragionevoli e condivisibili ma sotto la sua direzione Rifondazione Comunista è praticamente scomparsa dalla scena politica nazionale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lasciamo da parte l'Altra Europa con Tsipras il cui massimo risultato è stato quello di portare, con i voti della Sinistra, due editorialisti di Repubblica - la Spinelli e Maltese - al Parlamento Europeo.</div>
<div style="text-align: justify;">
E prendiamo in esame gli altri. Pur tra dissociazioni, critiche e distinguo Fassina era il responsabile economico del Partito (il PD) che sosteneva la macelleria sociale di Monti, che votava la legge Fornero, il fiscal compact, il pareggio di bilancio in Costituzione per passare successivamente a fare il vice-ministro con Letta. Per quanto riguarda Pippo Civati, il "sor Tentenna", in base a quali meriti possa essere identificato come potenziale leader di una nuova Sinistra francamente mi è ignoto. Ciò che si ricorda di Cofferati politico, dopo il vigliacco rifiuto di provare a prendere la guida degli allora DS, è anzitutto l'esperienza di sindaco-sceriffo di Bologna tutto preso dall'impegno a contrastare centri sociali, lavavetri e ambulanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vogliamo mettere a confronto Tsipras e Varoufakis con Vendola? Con i leader di Syriza considerati a ragione dei nemici da parte dell'establishment politico e finanziario europeo ed il fondatore di SEL che parlava amabilmente al telefono con gli inquinatori dell'Ilva, che ancora alle ultime elezioni europee si prefiggeva di fare da <a href="http://www.sinistraecologialiberta.it/notizie/alcuni-passaggi-delle-conclusioni-di-nichi-vendola-al-congresso-di-sel/" target="_blank">ponte tra le posizioni di Tsipras e quelle di Schulz</a>, che candidava alla Presidenza della Repubblica Romano Prodi - cioè uno dei massimi responsabili dell'involuzione liberista italiana - non solo come scelta tattica volta a mettere in difficoltà il PD ma proprio nella convinzione di avere a che fare con uno statista che ha perseguito il bene dell'Italia. Vogliamo parlare della presenza di SEL, alleato al PD, nelle giunte regionali e comunali in tutta Italia che eseguono - senza opporre alcuna resistenza - le politiche di austerità, di privatizzazioni, di svendita dei beni comuni, di smantellamento del welfare, di compensazioni urbanistiche? Vogliamo parlare di Pisapia che inaugura l'Expo e organizza i volontari per ripulire i muri "imbrattati" dai no-expo? E vogliamo parlare del sostegno di SEL, alle ultime regionali, alla candidatura della velina renziana Moretti in Veneto?</div>
<div style="text-align: justify;">
Pensiamo che così, con questi personaggi e con queste posizioni politiche si possa invertire la fuga del popolo progressista e comunque dei ceti popolari verso l'astensione, Grillo e la Lega?</div>
<div style="text-align: justify;">
E' vero siamo tutti o quasi ex di qualcosa, tutti possiamo rimproverarci le scelte del passato: da elettori e militanti o, per chi ha svolto tale ruolo, da dirigenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma qual è il quadro di riferimento in cui si muovono ex piddini e sellini? E' quello della nostalgia dell'Ulivo e di considerare il PD un'occasione mancata nella quale sono state tradite le premesse iniziali. Nel proporsi come "Sinistra di Governo", un mantra ripetuto quasi ossessivamente, cosa c'è altro se non l'ambizione di ricostituire la "gamba" progressista di un nuovo centrosinistra? Non avevano tutti costoro - Fassina, Cofferati, Civati, Vendola (e a dire il vero anche alcuni dei promotori originari dell'Altra Europa) - sottoscritto il programma di <a href="http://veritaedemocrazia.blogspot.it/2012/08/vendola-saragat-bersani-e-la.html" target="_blank">Italia Bene Comune</a> cioè la perpetuazione dell'austerità montiana richiesta dall'Europa mettendoci dentro soltanto, per dirla alla Bersani, un po' di equità?</div>
<div style="text-align: justify;">
Non è così? I nostri hanno capito che il PD (con Renzi o Bersani a mio avviso non cambia così tanto) è il principale nemico? Sono consapevoli che la Sinistra è morta con l'Ulivo, con l'idea che Prodi fosse il massimo che potessimo ottenere? Riescono a comprendere che una forte opposizione di massa può ottenere maggiori risultati per i ceti popolari che non qualche poltrona di sottogoverno? Ebbene ce ne diano la dimostrazione. Escano subito da tutte le giunte in cui governano insieme al PD, ci diano la prova che vogliono costruire una vera Alternativa e non sono semplicemente alla ricerca di poltrone.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se questo non succederà, e non succederà, Ferrero eviti di trascinare Rifondazione Comunista in un'altra iniziativa fallimentare. Prenda finalmente il coraggio di rendere il proprio partito il protagonista e il promotore di un'Alternativa progressista radicale - mettendo a frutto il patrimonio di militanza che ancora contraddistingue Rifondazione Comunista - anziché ridurlo per l'ennesima volta ad inutile gregario di ambigui progetti che hanno solo l'obiettivo di far guadagnare una poltrona a qualche vecchio e fallito dirigente di partito.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-24583071019467467152015-07-05T01:31:00.001+02:002015-07-05T01:31:58.251+02:00Papa Francesco e la dittatura del pensiero unico liberista<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-BGC7nEXM8pc/VZhgfXbienI/AAAAAAAABB0/kvj28Pc7cGY/s1600/Raoul%2BCastro%2BPapa%2BFrancesco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="http://1.bp.blogspot.com/-BGC7nEXM8pc/VZhgfXbienI/AAAAAAAABB0/kvj28Pc7cGY/s400/Raoul%2BCastro%2BPapa%2BFrancesco.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
L'accusa al capitalismo e al libero
mercato - “<a href="http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2015-02-07/papa-francesco-l-economia-iniqua-uccide-165719.shtml?uuid=ABc67ArC">l'economia
che uccide</a>” - di essere alle origine delle inaccettibili
disuguaglianze e povertà diffuse nel mondo e della distruzione
dell'ambiente naturale, il riconoscimento della Palestina come Stato,
la definizione dell'ergastolo quale pena di morte mascherata,
l'elogio ricevuto da Raoul Castro per il decisivo intervento volto
alla rimozione delle sanzioni economiche da parte degli Stati Uniti
nei confronti di Cuba, l'incontro con <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/29/papa-francesco-leoncavallo-parole-sinistra-quelle-dei-partiti-dovrebbero-esserlo/1179170/">i
movimenti e i centri sociali</a> per riaffermare che terra, casa e
lavoro sono diritti inalienabili degli esseri umani, l'invito a Naomi
Klein a partecipare ad una conferenza in Vaticano sul riscaldamento
globale..</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Chiunque auspica la trasformazione del
mondo (e dell'Italia) nel senso dell'uguaglianza e della liberazione
dal bisogno non può ignorare il contributo che la “svolta” di
Papa Francesco sta dando al dibattito politico.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E di questa svolta infatti si trova
ampia eco nella Sinistra: con commenti positivi o addirittura
entusiastici soprattutto nell'Area Benecomunista e Decrescista ma non
solo (<a href="http://www.guidoviale.it/dellenciclica-laudato/">Guido
Viale</a> e <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/26/lenciclica-laudato-si-papa-francesco-e-berlinguer/1816947/">Gianfranco
Amendola</a>, <a href="http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=120942">Megachip</a>
e <a href="http://comune-info.net/2015/06/enciclica-cantico/">Comune-Info</a>,
<a href="http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2015/7/3/45113-papa-bergoglio-e-carlo-marx/">Paolo
Ciofi</a> e <a href="https://pierluigifagan.wordpress.com/2015/06/20/lenciclica-della-complessita/">Pierluigi
Fagan</a> solo per citare alcuni esempi) accompagnati da dure prese
di distanza e denunce dell'ipocrisia papista, in particolare nel
mondo dell'<a href="http://www.sinistrainrete.info/cultura/5368-sebastiano-isaia-qualche-considerazione-critica-sullenciclica-francescana.html">ortodossia
marxista</a> e di coloro che non vogliono rinnegare il dogma della
“religione oppio dei popoli”. Sta di fatto che Papa Francesco
riesce ad essere citato sia dal “riformista” Landini che
dall'antagonista <a href="http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/06/21/giorgio-cremaschi-perche%CC%81-mi-auguro-che-non-ci-sia-accordo-tra-ue-e-grecia/">Cremaschi</a>.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E' stato detto che la predicazione di
Papa Francesco è in sostanziale continuità con la tradizionale
dottrina sociale della Chiesa Cattolica. Non sono in grado di dire la
mia al riguardo e francamente non mi interessa: la novità rilevante
a mio avviso sta nel fatto che mentre nei decenni scorsi i temi
sociali restavano sullo sfondo e subalterni rispetto ai “valori non
negoziabili” (morale sessuale, aborto, divorzio, eutanasia,
famiglia “tradizionale”, educazione scolastica cattolica, ecc.) a
fronte dei quali la Chiesa cattolica sceglieva i propri referenti
politici (in Italia Berlusconi e CL) oggi si realizza un ribaltamento
delle priorità. Sono i cosiddetti “valori non negoziabili”
(peraltro certamente non rinnegati) a passare in secondo piano e la
centralità viene assunta dal tema della giustizia sociale. Al punto
che di fronte alla marginalità delle forze progressiste italiane in
molti arrivano ad affermare che bisogna ascoltare il Papa per sentire
finalmente nel nostro Paese qualcosa di Sinistra.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Premesso che sarebbe sbagliato
interpretare l'azione di Papa Francesco unicamente dentro le logiche
politiche italiane (quasi che stesse provando a colmare il vuoto
determinato dall'annientamente della Sinistra) non riconoscendo che
i suoi interlocutori sono fondamentalmente quelle masse di diseredati
dei Paesi in via di sviluppo ed in particolare dell'America Latina
che il percorso di rivoluzione sociale e di liberazione hanno
intrapreso da tempo, provo a spiegare perché secondo me le forze
dell'Alternativa non dovrebbero sminuire o ignorare l'importanza di
quanto sta accadendo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non si tratta evidentemente di
attribuire un ruolo politico attivo di cambiamento al Papa e alla
Chiesa cattolica, non si tratta di lasciare la politica ai preti come
dice qualche vecchio socialista, non si tratta di dimenticare la
funzione di sostegno al potere storicamente svolto dalle gerarchie
ecclesiastiche ed in generale dalle religioni (trasformando il
“bisogno” spirituale della maggioranza degli individui in
strumento di controllo sociale), non si tratta di disconoscere che
Papa Francesco fa parte di una strategia bimillenaria di
autoperpetuazione dell'Istituzione Chiesa cattolica che dopo gli
scandali pedofilia e finanziari aveva necessità di ricostituirsi
un'immagine pulita e credibile, non si tratta di ignorare i crimini
storici della Chiesa cattolica né le sue stridenti contraddizioni
passate e presenti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il punto è che qui c'è una voce,
ascoltata da centinaia di milioni di persone nel mondo e che non può
essere silenziata dai media, che infrange la dittatura del pensiero
unico liberista. Quel pensiero per cui i diritti delle persone devono
essere subordinate alle esigenze del mercato e del profitto, per cui
l'unica ragione di vita è il consumo, che opera il sistematico
lavaggio del cervello dei cittadini raccontandoci di un mondo che
funziona solo con la competizione, il merito, la ricerca del
successo, la crescita del PIL, gli indici di borsa, lo spread, le
start up (o sei un genio fortunato che riesce a far nascere
un'attività imprenditoriale di successo oppure rassegnati alla
disoccupazione e al precariato)..</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Mi sembra cosa non di poco conto se
assumiamo che la sconfitta della Sinistra, in Europa e in Italia, è
anzitutto una sconfitta culturale. L'incapacità cioè di far
comprendere alle masse popolari che la soddisfazione dei propri
bisogni passa dalla radicale trasformazione del sistema economico e
del modello sociale, nel passaggio dal capitalismo al socialismo.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Tanto più in un Paese come l'Italia
dove il senso comune attribuisce la colpa della crisi di volta in
volta alla “casta” politica o a migranti e diversi e dove si
scende in piazza spontaneamente quasi solo per il tifo sportivo o per
affermare non i propri diritti ma per negare che altre persone
possano veder riconosciuti i propri. Dove la colpa della crisi – in
Italia come in Grecia – sta nel fatto che abbiamo vissuto al di
sopra delle nostre possibilità (pensioni, sanità, assistenza
sociale) e che dunque ora dobbiamo ferocemente stringere la cinghia
per ripagare l'enorme debito pubblico accumulato. Ne è ulteriore
dimostrazione la <a href="http://www.affaritaliani.it/politica/il-pd-piace-al-ceto-medio-alto-i-piu-poveri-votano-forza-italia-372697.html">composizione
sociale</a> del voto in cui la rabbia dei ceti bassi e medio-bassi
non riesce che a produrre consenso verso Lega e Forza Italia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Nell'enciclica <a href="http://www.avvenire.it/Papa_Francesco/Documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si_it.pdf">Laudato
Si'</a> si indicano, con parole semplici e comprensibili a tutti, i
valori e gli obiettivi umani che vanno perseguiti: il rifiuto delle
disuguaglianze e dello sfruttamento, l'equa distribuzione delle
ricchezze tra tutti i popoli della Terra, il lavoro come
indispensabile fattore di dignità degli esseri umani e non come
merce, la tutela dell'ambiente naturale. A tutti coloro che ne
pretenderanno l'applicazione sul piano politico non potranno dare
risposte convincenti Renzi o Salvini o Berlusconi e nemmeno Grillo:
sta qui un'opportunità che si offre per la Sinistra..
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Piaccia o no Papa Francesco rappresenta
oggi l'apertura di una breccia nel muro del pensiero unico liberista
(e contemporaneamente bisognerebbe riconoscere l'incidenza che ha
sull'evoluzione del pensiero collettivo il carisma di alcune
persone): sta poi a tutti coloro che vogliono costruire nel Paese
un'Alternativa popolare e di massa per il socialismo cogliere anche
questo elemento per dare corpo e concretezza alla propria azione
politica.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Così scriveva Stefano Zicchinelli sul
sito Aurora a proposito di <a href="http://www.aurorarivista.it/articolo.php?cat=storiaepolitica&id=170_marxismo__fedi_"><b>Marxismo,
Fedi e Impegno politico</b></a>.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="orphans: 1; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-weight: normal;">Marx
appoggiò due lotte fortemente influenzate dal clero cattolico:
quella irlandese e quella polacca. Il problema non era la religione -
a dispetto della celebre frase mutuata dall’illuminista
settecentesco d’Holbach sull’oppio dei popoli - ma il contenuto
sociale di tali lotte. Marx, come molti dirigenti comunisti, era
ebreo e festeggiava in famiglia le più importanti feste religiose,
non a caso suo nonno era il rabbino di Treviri Mordechai Halevi ben
Schmuel Postelberg. Nel Capitale, prima di citare l’infausta frase
del d’Holbach, Marx sottolinea che “</span></span></span></span></strong><em><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-style: normal;">la
religione è il sospiro della creatura oppressa</span></span></span></span></em><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-weight: normal;">”.</span></span></span></span></strong></div>
</div>
<div style="orphans: 1; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-weight: normal;">I
marxisti non a caso sanno che la società è divisa in classi e non
in credenti ed atei. Anzi i sinceri credenti che contrastano la
degenerazione capitalistico -consumista della società occidentale,
quale che sia la fede che li anima, ebraica, islamica, cristiana,
sono persone consapevoli dello scontro, prima ancora culturale che
politico, con l’ideologia dominante. Lenin nel Congresso
dell’Internazionale Comunista di Baku del 1920, tenuto a in
Azerbaijan proprio per avvicinarsi alle masse islamiche delle
costituende Repubbliche Sovietiche centro - asiatiche, chiamò i
popoli islamici a sollevarsi nella jihad contro il dominio
colonialista e spinse i comunisti indonesiani a lavorare dentro il
movimento islamico. Appelli analoghi furono lanciati da Radek e
Zinovev. In America Latina la Teologia della Liberazione fu
determinante: Camilo Torres negli anni ’60 influenzò i movimenti
cristiano-socialisti, con la sua opera ed il suo pensiero, in
Colombia, Brasile ed Argentina, tanto da aderire lui stesso alla
lotta rivoluzionaria nella sua Colombia nelle file del’ELN,
Esercito di Liberazione Colombiano.</span></span></span></span></strong></div>
</div>
<div style="orphans: 1; text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-weight: normal;">In
Argentina i Montoneros, peronisti di sinistra, furono fortemente
caratterizzati da questa corrente culturale ed è bene dire che
costituirono la spina dorsale della Resistenza armata contro la
dittatura militare. Nasrallah, leader degli Hezbollah, viene dalla
gioventù comunista libanese. La Rivoluzione Islamica Iraniana
rappresenta a tutti gli effetti l’irruzione dello spirituale nel
politico, come diceva Michel Foucault, e l’esempio di un impegno
sociale sui temi classici dei diritti a casa, scuola, lavoro, salute,
tutela degli anziani, in cui sebbene il richiamo sia fortemente
fondato sul Corano e non sul socialismo, la sostanza è quella di un
costante impegno sociale per i propri cittadini e di un coerente
antimperialismo a livello internazionale. Il socialismo bolivariano,
dichiaratamente fondato sui diritti sociali e antimperialista, con i
presidenti Hugo Chavez, Nicolas Maduro, Evo Morales e Rafael Correa
si richiama stabilmente a una visione cristiana e socialista
dell’uomo e del suo progresso. Proprio l’incontro tra
antimperialismo e religione segna figure come Deniz Gesmiz, Mohamed
Deif o Musa Al Sadr. Ben Bella, stesso, negli ultimi anni valorizzò
la sua fede islamica. Come ha scritto Davide Rossi nell’articolo
“</span></span></span></span></strong><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-weight: normal;"><span style="background: #ffffff;">Il
tramonto del dio dell’Occidente” (</span></span></span></span></span></strong><span style="color: black;"><span style="font-family: verdana, arial, helvetica;"><span style="font-size: x-small;"><span style="background: #ffffff;">n.
165 - settembre 2014)</span></span></span></span><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: verdana, arial, helvetica;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-weight: normal;"><span style="background: #ffffff;"> </span></span></span></span></span></strong><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-weight: normal;"><span style="background: #ffffff;">non
le fedi posso essere il discrimine, ma la visione sociale, di classe.
Lottare contro la diseguaglianza e l’imperialismo per un mondo di
pace, uguaglianza e solidale, non è un problema religioso, ma
politico.</span></span></span></span></span></strong></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-84577128742526362502015-06-02T17:25:00.000+02:002015-06-04T01:15:15.775+02:00Commento Elettorale<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-j7pRJ6nXmGQ/VW3GmmI9wpI/AAAAAAAABBg/2VdxiN8HCu8/s1600/renzi_orfini_playstation_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="http://3.bp.blogspot.com/-j7pRJ6nXmGQ/VW3GmmI9wpI/AAAAAAAABBg/2VdxiN8HCu8/s400/renzi_orfini_playstation_01.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La politica non è una partita di
calcio e dunque lasciamo le metafore da deficienti sui risultati –
7 a 0, 5 a 2, 4 a 3 – alla propaganda piddina e agli ultras
renziani e proviamo a ragionare sui fatti e sui numeri.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Che il PD fosse destinato a prevalere
in gran parte delle sette regioni in cui si votava era scontato: per
la martellante propaganda televisiva di Renzi, perché tre di quelle
sette regioni fanno parte del tradizionale insediamento storico dei
degeneri eredi del PCI, perché di fatto il partito di Renzi è oggi
pressoché l'unica proposta di governo che ai cittadini è consentito
percepire e concepire con il disfacimento della destra berlusconiana,
con l'emergere dell'inaccettabile (per la maggioranza delle persone
al di fuori del “civile” nord) fascio-leghismo di Salvini, con
l'incapacità dei 5 Stelle di diventare i promotori di un'alleanza
politica e sociale che vada oltre i confini del grillismo, con la
scomparsa della sinistra radicale.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Le elezioni regionali designano dei
“vincitori” solo grazie a truffaldini meccanismi elettorali
maggioritari e per di più su due delle “vittorie” del PD grava
una pesante ipoteca costituzionale-giudiziaria: sulla
<a href="http://www.corriere.it/editoriali/15_marzo_09/legge-elettorale-fatta-misura-pd-aa56d622-c631-11e4-80fc-ae05ebe65fb1.shtml">costituzionalità</a>
della legge elettorale umbra e sulla <a href="http://www.huffingtonpost.it/2015/06/01/de-luca-doppio-impedimento_n_7483116.html">impresentabilità</a>
di Vincenzo De Luca.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Nei giorni che hanno preceduto le
elezioni ho notato un grande e generoso impegno di alcuni volenterosi
per convincere, in funzione antirenziana, gli astensionisti
dell'importanza del voto: la realtà è che oggi, con la politica
svuotata nella propria funzione da istituzioni sovranazionali non
designate democraticamente (“il pilota automatico”), il voto non
è altro che un mega sondaggio di opinione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ebbene il sondaggio delle regionali, a
cui peraltro metà degli elettori si è rifiutata di partecipare,
conferma che, dopo un anno e mezzo di governo, la destra di Renzi ha la fiducia
solo di una minima parte di italiani ed anzi vede scemare il proprio
consenso. Semplicemente perché i risultati del suo governo sono
fallimentari: sulla disoccupazione, sulla crisi, sull'impoverimento
degli italiani, nel tentativo di attuare una autentica svolta
autoritaria nelle istituzioni rappresentative, nella scuola,
nell'ambito dei diritti civili e sociali.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Il risultato di queste elezioni non
indurrà peraltro ad un'inversione di rotta nel dispiegamento delle
criminali e folli politiche di austerità conformi al dettato della
UE piuttosto farà capire al parolaio fiorentino che, per continuare
ad eseguire il mandato del grande capitale internazionale, deve
venire a patti con vecchi pezzi di classe dirigente del suo partito e
con la destra leghista-berlusconiana.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Intendiamoci, a causa dei ben noti
fattori di distorsione della volontà popolare alcuni dei quali ho
sopra richiamato, Renzi resta di gran lunga il favorito per le
prossime elezioni generali ma la sua vittoria non è affatto certa ed egli non è affatto al riparo da "scalate" ostili. Esiste una destra leghista-berlusconiana che è destinata a riorganizzarsi ed a riunificarsi. Renzi non ha i numeri per vincere al primo turno e in un ballottaggio si
rovescerebbe nei suoi confronti l'odio e il disprezzo che ha saputo
suscitare a destra come a sinistra.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Si pensi soltanto come cambierebbero
gli equilibri politici se la partecipazione al voto tornasse ai
livelli fisiologici della democrazia italiana – il 70-80 per cento
– riportando al voto dieci-quindici milioni di cittadini.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Per quanto riguarda i risultati della
Sinistra radicale, nelle varie configurazioni regionali, ancora una
volta condannata ad una pressoché totale marginalità ed ininfluenza
nel quadro politico generale, nessuna sorpresa e dunque nessuna
delusione.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Nel senso comune e nei sentimenti
diffusi degli italiani oggi la parola Sinistra ha ben poco
significato. C'è un grande lavoro da fare, una lunga marcia nel
deserto che però non è nemmeno agli inizi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Dove sono le iniziative
mutualistiche-solidali diffuse sul territorio di cui tutti si sono
riempiti la bocca dopo la vittoria di Syriza in Grecia? Non si
potrebbe realizzare quel poco che consentirebbe di ottenere almeno
qualcosina in termini di risultati elettorali? E cioè un unico nome
ed un unico simbolo a livello nazionale, un portavoce riconoscibile
ed efficace sul piano della comunicazione politica, l'identificazione
chiara e trasparente di chi è parte del progetto di costruzione
dell'alternativa di Sinistra al PD mettendo fine alla geografia
variabile delle alleanze, contraddittoria e opportunistica, che
toglie ogni credibilità al nuovo “soggetto” in quel poco che
resta del popolo della Sinistra?</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
In questo quadro viene da sorridere pensando <a href="http://www.aldogiannuli.it/landini-lasciamo-perdere/" target="_blank">ai sapientoni e ai saccenti</a> chi irridono e storcono il naso di fronte al progetto di <a href="http://www.coalizione-sociale.it/" target="_blank">CoalizioneSociale</a> della Fiom e di Landini. Landini parte da due dati di fatto
incontrovertibili: oggi non esiste una rappresentanza politica dei
lavoratori e dei ceti popolari, i tentativi di ricostruirla condotti
nell'ambito meramente partitico non hanno spazio e possibilità di
successo. E dunque la decisione conseguente è quella di ripartire
dal tessuto sociale (così come Syriza e Podemos devono i propri
risultati elettorali dal fatto di essersi innestati su una reale
mobilitazione sociale di massa). Nessuno può dire se Landini possa
riuscire nel suo progetto ma certamente qui siamo in presenza
dell'unico tentativo anti-liberista che ha una consistenza ed una base di militanza
reale (la Fiom) e non virtuale e fondato sulla fantasia. Credo che meriti almeno il nostro rispetto e la nostra attenzione.</div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4894042712311145463.post-38920512416961857582015-05-30T12:32:00.000+02:002015-05-30T12:32:26.039+02:00La Commissione Antimafia: Vincenzo De Luca è un impresentabile<div data-mce-style="text-align: justify;" style="color: #111111; font-family: Arimo, Verdana, Arial; font-size: 15.2015199661255px; line-height: 24.3224315643311px; margin-bottom: 0.8em; margin-top: 0.8em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-dqFtazxWK6o/VWmRp51TiXI/AAAAAAAABBM/Mg5yoty9Cmc/s1600/Gomorra_m.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="295" src="http://2.bp.blogspot.com/-dqFtazxWK6o/VWmRp51TiXI/AAAAAAAABBM/Mg5yoty9Cmc/s320/Gomorra_m.jpg" width="320" /></a></div>
<div data-mce-style="text-align: justify;" style="color: #111111; font-family: Arimo, Verdana, Arial; font-size: 15.2015199661255px; line-height: 24.3224315643311px; margin-bottom: 0.8em; margin-top: 0.8em; text-align: justify;">
<br /></div>
<div data-mce-style="text-align: justify;" style="color: #111111; font-family: Arimo, Verdana, Arial; font-size: 15.2015199661255px; line-height: 24.3224315643311px; margin-bottom: 0.8em; margin-top: 0.8em; text-align: justify;">
E' assolutamente sbagliato ridurre la politica ad una questione di legalità che è cosa ben diversa dalla giustizia. Coloro che maggiormente si sono accaniti con ferocia contro il popolo italiano negli ultimi anni - Napolitano, Monti, la Fornero, Renzi, Marchionne - a quanto risulta hanno la fedina penale pulita. Legalità non coincide con il buon governo e non necessariamente ha a che fare con la soluzione dei problemi sociali.</div>
<div data-mce-style="text-align: justify;" style="color: #111111; font-family: Arimo, Verdana, Arial; font-size: 15.2015199661255px; line-height: 24.3224315643311px; margin-bottom: 0.8em; margin-top: 0.8em; text-align: justify;">
Ma la questione degli impresentabili - coloro che sono stati candidati nonostante siano stati condannati in via non definitiva o inquisiti per reati contro la pubblica amministrazione o il patrimonio o addirittura per rapporti con la criminalità organizzata - non è un semplice dettaglio.<img alt="" class="wp-more-tag mce-wp-more" data-mce-placeholder="1" data-mce-resize="false" data-mce-src="data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7" data-wp-more-text="" data-wp-more="more" src="data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7" style="-webkit-box-shadow: none; background-attachment: scroll; background-clip: initial; background-image: url(http://www.cornicerossa.com/wp-includes/js/tinymce/skins/wordpress/images/more.png); background-origin: initial; background-position: 50% 50%; background-repeat: repeat-y; background-size: initial; border-radius: 0px; border: 0px; box-shadow: none; cursor: default; display: block; height: 16px; margin: 15px auto 0px; max-width: 100%; outline: 0px; padding: 0px; width: 672px;" title="Leggi tutto..." /></div>
<div data-mce-style="text-align: justify;" style="color: #111111; font-family: Arimo, Verdana, Arial; font-size: 15.2015199661255px; line-height: 24.3224315643311px; margin-bottom: 0.8em; margin-top: 0.8em; text-align: justify;">
E' la condizione minima per l'agibilità delle istituzioni: come chiedere che un medico o un ingegnere o un professore siano laureati o che un autista di un mezzo pubblico non abusi dell'alcool e non faccia uso di droghe.</div>
<div data-mce-style="text-align: justify;" style="color: #111111; font-family: Arimo, Verdana, Arial; font-size: 15.2015199661255px; line-height: 24.3224315643311px; margin-bottom: 0.8em; margin-top: 0.8em; text-align: justify;">
Se si è scelto di pagare un alto prezzo di immagine nel candidarli è perché costoro, con le proprie relazioni e la propria popolarità sul territorio, portano voti. E ciò presuppone che in qualche modo dopo la consultazione elettorale, anche se non eletti, dovranno essere "retribuiti". Il fatto che anche il Partito Democratico di Renzi e non solo le coalizioni costruite da Forza Italia non abbia potuto fare a meno di includere nelle proprie liste tali personaggi - a partire ovviamente da Vincenzo De Luca, lo sceriffo di Salerno - è emblematico della mission che si è attribuito il parolaio fiorentino: accumulare ad ogni costo più potere possibile per realizzare il programma del grande capitale internazionale.</div>
<div data-mce-style="text-align: justify;" style="color: #111111; font-family: Arimo, Verdana, Arial; font-size: 15.2015199661255px; line-height: 24.3224315643311px; margin-bottom: 0.8em; margin-top: 0.8em; text-align: justify;">
E dunque il 31 maggio, per allargare la crepa che sta incrinando la debole costruzione del regime renziano, bisogna andare a votare per sconfiggere i candidati del PD.</div>
<div data-mce-style="text-align: justify;" style="color: #111111; font-family: Arimo, Verdana, Arial; font-size: 15.2015199661255px; line-height: 24.3224315643311px; margin-bottom: 0.8em; margin-top: 0.8em; text-align: justify;">
<strong>L'elenco degli impresentabili indicati dalla Commissione parlamentare Antimafia guidata da Rosy Bindi</strong></div>
<pre data-mce-style="text-align: right;" style="background: rgb(238, 238, 238); color: #222222; font-family: 'Courier 10 Pitch', Courier, monospace; font-size: 0.9em; line-height: 1em; margin-left: 1px; margin-right: 1px; overflow: auto; padding: 3px 8px; text-align: right;"><strong>da <a data-mce-href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/29/impresentabili-sono-17-per-lantimafia-4-puglia-13-campania-ce-de-luca/1729386/" href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/29/impresentabili-sono-17-per-lantimafia-4-puglia-13-campania-ce-de-luca/1729386/" style="color: #ba1111; text-decoration: none;" target="_blank">Il Fatto Quotidiano</a></strong></pre>
<div data-mce-style="text-align: justify;" style="color: #111111; font-family: Arimo, Verdana, Arial; font-size: 15.2015199661255px; line-height: 24.3224315643311px; margin-bottom: 0.8em; margin-top: 0.8em; text-align: justify;">
Lista con sorpresa per il Partito Democratico. Nell’elenco<strong> dei 16 nomi</strong> la lista dei candidati “<strong>impresentabili</strong>” alle elezioni regionali del 31 maggio, resa nota dalla Commissione parlamentare Antimafia presieduta da<strong> Rosy Bindi</strong>, c’è anche quello di <a data-mce-href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/28/incandidabilita-e-sospensione-severino-automatica-nessuna-discrezionalita/1726821/" href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/28/incandidabilita-e-sospensione-severino-automatica-nessuna-discrezionalita/1726821/" style="color: #ba1111; text-decoration: none;"><strong>Vincenzo De Luca</strong>, candidato del centrosinistra alla presidenza della<strong> Campania</strong>sul quale pende la spada di Damocle della <strong>legge Severino</strong></a>. Una sorpresa per il Pd, e in primis per <strong>Matteo Renzi</strong> che nei giorni scorsi prevedeva all’unisono con il vicesegretario <strong>Lorenzo Guerini</strong>: “<strong>Nessuno del Pd</strong> tra gli impresentabili”. “Mai visto dibattito così <strong>autoreferenziale</strong> e lontano dalla realtà – scriveva ancora questa mattina il premier nella sua Enews – nessuno di loro verrà eletto”. “<strong>Denuncio</strong> la Bindi per <strong>diffamazione</strong>“, la prima reazione di De Luca, che sfida la presidente della commissione Antimafia a “un<strong> dibattito pubblico</strong> per sbugiardarla”, fanno sapere dal suo staff. Sul versante opposto della barricata, quella del centrodestra, il candidato alla presidenza della Regione <strong>Stefano Caldoro</strong> ha fatto sapere di aver chiesto “personalmente” un <strong>passo indietro</strong> a uno dei candidati giudicati impresentabili,<strong> Francesco Plaitano</strong>: “Il punto – dice Caldoro – è che di fronte a reati di <strong>mafia</strong>e <strong>camorra</strong> non bisogna avere alcuna titubanza”. Quindi su De Luca: “E’ <strong>ineleggibile</strong>. La sua è una candidatura contro la legge, oltre la legge”.</div>
<div class="videoplayer" data-mce-style="text-align: justify;" style="color: #111111; font-family: Arimo, Verdana, Arial; font-size: 15.2015199661255px; line-height: 24.3224315643311px; text-align: justify;">
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<strong>Impresentabili in Campania: c’è anche Sandra Mastella</strong><br />Secondo la Commissione, che ha presentato i risultati del proprio lavoro in una conferenza stampa poco dopo le 14,30 al termine dell’Ufficio di presidenza e della seduta plenaria della Commissione, sono 13 e tutti campani i candidati impresentabili alle Regionali, oltre <a data-mce-href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/26/regionali-2015-renzi-no-impresentabili-in-pd-antimafia-riunita-per-analisi-liste/1720701/" href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/26/regionali-2015-renzi-no-impresentabili-in-pd-antimafia-riunita-per-analisi-liste/1720701/" style="color: #ba1111; text-decoration: none;">ai <strong>4 pugliesi</strong> i cui nomi sono trapelati nei giorni scorsi</a>. Ecco i nomi: il candidato presidente del Pd Vincenzo De Luca, <strong>Antonio Ambrosio</strong> di Forza Italia, <strong>Luciano Passariello</strong>di Fratelli d’Italia, <strong>Sergio Nappi</strong> di ‘Caldoro presidente’,<strong>Fernando Errico</strong> di Ncd, <strong>Alessandrina Lonardi</strong> di Forza Italia,<strong>Francesco Plaitano</strong> di Popolari per l’Italia, <strong>Antonio Scalzone</strong> e<strong>Raffaele Viscardi</strong> entrambi di Popolari per l’Italia, <strong>Domenico Elefante</strong> di Centro democratico-Scelta civica, <strong>Carmela Grimaldi</strong> (che, come De Luca, ha annunciato di voler denunciare per<strong> diffamazione</strong> i componenti dell’Antimafia) della lista Campania in rete e <strong>Alberico Gambino</strong> della lista Meloni Fdi. Tra questi, dunque, ci sono anche il candidato del centro sinistra in Campania, sulla cui candidatura pende la spada di Damocle della<strong>legge Severino</strong>, e Sandra Lonardo, moglie dell’ex ministro<strong>Clemente Mastella</strong>. “Si sa benissimo per quale motivi sono stati inseriti nelle liste – ha spiegato la presidente della Commissione – perché <strong>portano voti</strong>, forse proprio perché sono impresentabili”.<strong>Non c’è più</strong> invece <strong>Biagio Iacolare</strong> dell’Udc che in un primo momento era stato iscritto tra i “casi di prescrizione per reati rientranti nel codice di autoregolamentazione con giudizio ancora pendente”, ma solo perché la Cassazione non aveva ancora registrato la sentenza finale.</div>
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<div data-mce-style="text-align: justify;" style="color: #111111; font-family: Arimo, Verdana, Arial; font-size: 15.2015199661255px; line-height: 24.3224315643311px; margin-bottom: 0.8em; margin-top: 0.8em; text-align: justify;">
<strong>De Luca “impresentabile” per le accuse di concussione e truffa</strong><br />La vicenda per la quale Vincenzo De Luca è stato inserito nella lista dei cosiddetti “impresentabili” risale al 1998 e riguarda un’inchiesta della <strong>Procura di Salerno</strong> incentrata sulla richiesta di <strong>cassa integrazione</strong> per circa 200 operai dell’ex Ideal Standard. Secondo l’accusa, la cassa integrazione fu <strong>sollecitata</strong> dallo stesso De Luca in<strong>assenza</strong> dei presupposti di legge. Un altro filone dell’inchiesta è relativo alla richiesta degli o<strong>neri di urbanizzazione</strong> ad alcuni imprenditori interessati alla realizzazione di una struttura sempre nella zona orientale della città. Il<strong> rinvio a giudizio</strong> per De Luca e per altri 46 imputati è arrivato nel<strong> 2008</strong>. I reati contestati all’ex primo cittadino di Salerno sono di <strong>concussione</strong> (in relazione alla richiesta degli oneri di urbanizzazione) e di <strong>truffa</strong> (per la concessione della cassa integrazione). Lo stesso De Luca, che più volte nel corso degli anni ha commentato la vicenda, ha rinunciato alla <strong>prescrizione</strong> “relativamente ai delitti per i quali era maturato il relativo decorso”.</div>
<div data-mce-style="text-align: justify;" style="color: #111111; font-family: Arimo, Verdana, Arial; font-size: 15.2015199661255px; line-height: 24.3224315643311px; margin-bottom: 0.8em; margin-top: 0.8em; text-align: justify;">
<strong>Tutti i reati degli altri impresentabili</strong><br />Antonio Agostino <strong>Ambrosio</strong> (lista Forza Italia, candidato Caldoro) è stato condannato per <strong>concussione</strong> (reato poi estinto per patteggiamento) e è in attesa di giudizio per tentata concussione; Luciano <strong>Passariello</strong> (lista Fratelli d’Italia, Caldoro presidente)<strong>rinviato a giudizio</strong> per impiego di denaro, beni o utilità di<strong>provenienza illecita</strong> aggravato da abuso dei poteri d’ufficio); Sergio <strong>Nappi</strong> (consigliere regionale uscente, candidato nella lista Caldoro presidente) rinviato a giudizio per tentata concussione; Fernando <strong>Errico</strong> (lista Ncd Campania popolare, Caldoro presidente) ha pendenti due processi per concussione e per concussione continuata in concorso; Alessandrina <strong>Lonardo</strong> (Forza Italia, Caldoro presidente), la moglie di Clemente Mastella ha un processo pendente in fase di giudizio per concussione; Francesco<strong>Plaitano</strong> (di Popolari per l’Italia, Caldoro presidente) imputato per ruolo direttivo in <strong>associazione mafiosa</strong> e condannato in primo grado per <strong>estorsione</strong>, pende l’appello; Antonio Scalzone (di Popolari per l’Italia, Caldoro presidente) processato per associazione mafiosa; Raffaele Viscardi (Popolari per l’Italia, Caldoro presidente) rinviato a giudizio per corruzione e <strong>abuso d’ufficio</strong>; Domenico Elefante (Centro democratico-Scelta civica, Caldoro presidente) condannato in 1° e 2° grado per concussione, reato prescritto; Carmela Grimaldi (lista Campania in rete, candidato presidente De Luca) rinviata a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e partecipazione ad associazione finalizzata a<strong> traffico di stupefacenti</strong>, accuse da cui è stata<strong>assolta</strong> ma contro cui pende un <strong>processo d’appello</strong> proposto dalla procura generale della Corte d’appello di Salerno; Alberico Gambino (lista Meloni-Fratelli d’Italia) condannato per concussione, giudizio contro cui pende l’appello.</div>
Maurizio Zaffaranohttp://www.blogger.com/profile/15482117445659141128noreply@blogger.com0