di Giandiego Marigo
Molte voci si sono
sollevate in analisi più o meno dotte sul quanto e sul come la lista
“L'Altra Europa con Tsipras” possa davvero essere
l'opportunità di “radunare” la sinistra radicale, sparsa
e dolorante. In sostanza quanto ci credono davvero gli artefici di
questa vicinanza?
Dico la mia o meglio la
ridico … perché l'ho già scritta, in un modo o nell'altro, altre
volte.
Quello che vi narro
deriva da esperienza diretta, come dovrebbe essere ogni cosa venga
narrata, in un modo o nell'altro, vissuta in prima persona nel
percorso dei comitati elettorali e della lista, sino alla raccolta di
firme ed alla formazione delle liste medesime. Vissuta e vista
dall'AreA di influenza privilegiata di un movimento di opinione che
spinge per l'unità della sinistra … dal basso.
Una frase, mi viene in
mente in questi giorni, che a mio umilissimo parere sintetizza e
esemplifica il senso di molte delle critiche che sono piovute attorno
all'esperienza in questione.
In un'organizzazione
verticistica. pochissimo conta chi abiti momentaneamente il vertice,
ma il fatto stesso che esso esista , crea i presupposti perché poco
o nulla cambi veramente. Non piccatevi, cortesemente di spiegarmi
che un centro organizzativo occorra e che sia importante che qualcuno
tiri le fila... ne sono assolutamente cosciente e non è di quello
che stiamo e sto parlando … suvvia!
Un'altra frase potrebbe
adattarsi alla bisogna.
Sino a quando la
sinistra (o l'AreA che definimmo tale) parlerà di partecipazione dal
basso, di circolarità, di orizzontalità di democrazia
partecipativa a parole senza , realmente riuscire ad applicarla
nelle sue pratiche politiche poco o nulla cambierà veramente
In
queste due definizioni si riassume, in buona sostanza, la critica
che può e deve essere mossa a quest'esperienza.
Detto
questo, che è, per altro, fondamentale dire veniamo però al
bicchiere mezzo pieno, perché il non vederlo sarebbe altrettanto
stolto che non ammettere e stigmatizzare gli aspetti criticabili che
ho sin qui definito.
Un
breve inciso mi appare doveroso, io non sono nessuno se non un
scrivano di scarso seguito, ed un politico migrante sempre un poco
improvvisato, in tutti i suoi quasi quarant'anni di perseveranza
(persino negli anni della militanza severa) che ha vagato per molto
tempo sulla sua barchetta alla disperata ricerca di un vero approdo
in quell'arcipelago che è oggi la sinistra, un visitatore ed un
abitante di quest'AreA. Non sono un “credibile” per
definizione e stipendio, non sono una icona … nemmeno un piccolo
inutile santino, quindi riservati ampi margini di dubbio su quel che
dico.
Frequento
i banchetti di raccolta delle firme sono fra gli artefici del
percorso del comitato elettorale del Lodigiano, sono con Tsipras sin
dalla primissima ora e sono quindi certo di quel che dico perché lo
vedo e lo pratico, ogni giorno.
Qual'è
la sostanziale differenza fra questa e le esperienze “strumentali”
precedenti, quindi perché la lista “L'altra Europa con
Tsipras” è un'opportunità?
Non
solo e non unicamente il livello ormai “senza ritorno”
della disperazione degli agglomerati organizzati della sinistra
radicale, non basterebbe, sebbene possa essere un'ottima ragione, ma per la volontà che si respira alle
riunioni, la comprensione dell'importanza dell'occasione ed il
ritorno, in campo, di molte facce che si erano allontanate, ma non
solo.
Ai
banchetti traspare l'esigenza della gente, del popolo della sinistra
di una Unità vera, reale sulle cose, ma che sappia partire dai
motivi ed unificare sulle ragioni profonde e spirituali.
La gente
firma per la lista ma ci chiede implicitamente ed anche palesemente
di “portare non solo un greco alla presidenza della comunità
europea” il che può risultare
oltremodo complesso, ma di portare il Italia l'esperienza di Syriza e di crederci sino ad unificare l'arcipelago, ormai da troppo tempo inutilmente e
dolorosamente frammentato.
In
questo senso L'invasione del pensiero del Sud dell'Europa è benefico
e d'ispirazione e crea un ponte una “sinergia”
su scala transnazionale, fra due paesi che sono entrambi
mediterranei, entrambi sudisti, entrambi in un mare di guai /che non è il Mediterraneo), entrambi
PIGS …
è d'assoluta importanza e che va praticata con coraggio e con
tenacia.
Allarga
la visione ed il lavoro, paziente ed efficace dei movimenti
transnazionali come quello dell'acqua e contro il nucleare portandolo
all'evidenza, la lista di Tsipras si muove su quel terreno, dona alle
forme di resistenza territoriale, NO TAV, per esempio, una dignità
ed un ambito del tutto nuovo ed importante. Rende, pur con tutti i
suoi limiti, la parola a quella parte dell'Europa che l'aveva persa.
Dà, finalmente, rappresentanza e quindi voce a quella sinistra che,
quantomeno in Italia, aveva perso sé stessa, avvoltolandosi nei
propri stessi errori, ma non tanto e non solo ad essa ed ai partiti
che la compongono, che potrebbe essere solo una operazione di archeologia, quanto al popolo che la abita...che pure esiste.
Si
poteva fare meglio? ... Sì! Si potevano evitare forzature? Si poteva,
partendo per tempo adottare un metodo maggiormente partecipativo,
forme di garanzie più ampie e riconosciute?...Sì!
Però l'occasione
c'è, concreta, palpabile e deriva e si concretizza in quel “basso”
che tanto stiamo cercando, percorriamo questa strada, con tutto il
coraggio necessario ed alziamo lo sguardo, ogni tanto, pur non
ipotecando il futuro, verso l'orizzonte, cercandovi quella visione
comune che pure esiste che risiede nei “comuni e condivisi”
motivi che cui hanno portati sin qui. Per farlo ci occorrerà tutto
il nostro spirito critico (che generalmente non difetta mai) ma anche e soprattutto il nostro ottimismo...e non sarà, comunque, facile.
C'È
BISOGNO DI SINISTRA, UNA ESIGENZA IMPELLENTE DI UN'ALTERNATIVA
CULTURALE , POLITICA E SPIRITUALE … COSA STIAMO ASPETTANDO?
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