"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 17 dicembre 2017

LA SINISTRA FRASTAGLIATA



(Torno con questo post, su Verità e Democrazia, sperando di essere gradito, dopo essermene allontanato , forse, per troppo tempo)


di giandiego

Di questa sinistra cosparsa, presunta e molto frastagliata mi preoccupa molto di più il dopo, piuttosto che non l'ora e qui. Un dopo elezioni che rischi di divenire un “liberi tutti” ed una debacle di fronte ad un ulteriore fallimento delle “buone intenzioni” e non parlo qui delle scelte di una pseudo sinistra di comodo, nata da propaggini piddine in sola funzione anti-renziana, pronta a ritornare all'ovile allo scattare delle sue dimissioni.
Resto personalmente convinto che il percorso per recuperare un'AreA socialista ed alternativa a questo sistema sia lungo, profondo ed, allo stato, appena accennato. Non credo che, nonostante le diverse gradazioni (alcune delle quali va detto, molto interessanti, sebbene forse fuori tempo massimo) le proposte attualmente in campo possano essere adeguate e definitive.
Il Lavoro da compiere è ancora immane, perchè immane e profondissima, culturale e motivazionale è stata la crisi dell'AreA.
Sono personalmente convinto, opinione per altro condivisa da alcuni componenti della Sinistra Europea che questo giro di giostra si potesse e forse si dovesse saltare, dedicando energie e creatività al lavoro territoriale, culturale e politico, al radicamento, all'affermazione della Via Maestra del Solidarismo, della Mutualità e della Condivisione Orizzontale.
Cercando nelle cose e nelle azionie nell'essere “L'uomo Nuovo” il recupero della credibilità perduta e quel rapporto, fondamentale nell'analisi e nella pratica con quel popolo di cui saremmo interpreti e portavoce e che oggi manca quasi totalmente.
Detto questo comprendo anche le necessità ed i desiderata di un'AreA che vorrebbe trovare, finalmente, una degna rappresentanza.
Non ritengo però che quella individuata con Potere al Popolo la “indicazione definitiva” ma solo una ulteriore ed in fondo un poco disperata risposta ad una contingenza generata per altro dal vizio formale della convinzione che l'elettoralismo sia l'unico campo valido ed importante nel quale un'AreA di Progresso e Civiltà si debba cimentare.
Ritengo invece che sia altra l'esigenza, culturale, politica e spirituale … nonché filosofica ed etica in cui oggi quest'AreA si dibatte.
Non elettoralismo quindi ma radicamento, territorialità e pratica dell'autodifesa e dell'auto-organizzazione popolare.
Dal basso, ma partendo dal basso e non guardandolo dall'alto per prenderne atto e coscienza.
Può sembrare un bisticcio di parole, non lo è, molto si parla di “territorialità” nei progetti e nella “propaganda” di questa nuova sinistra.
Riescono a porla come conditio sine qua persino i nuovi comitati elettorali di Grasso quei “Liberi ed Uguali” in sfondo amaranto, che con la bocca parlano di sinistra mentre “sottotraccia” preparano un futuro di alleanza con Il Neo-Liberismo soft del PD.
Eppure la “territorialità” non è sfizio, ma definizione fondamentale. In questo senso esistono, allo stato, embrioni importanti come Je so pazzo, piuttosto che alcune compagini dei GAP (Gruppi di acquisto popolari) e dei R@P (Rete dell'Auto-organizzazione Popolare) o dell'area associativa e volontaristica che si sono messi in gioco in questo “onesto tentativo” di assalto alla Duma. che forse si sono giocati troppo presto, buttando sul tavolo le proprie carte all'ultima mano trascinati nella mischia dal fallimento dell'operazione Brancaccio.
Il timore è che essi si brucino, nel tentativo, non necessariamente facile, anzi reso complicato dal Sistema Elettorale Nazionale e, soprattutto, Regionale (ricordiamo che per esempio in Lombardia le elezioni rischieranno di essere congiunte), di raccogliere le firme e di guadagnare il consenso necessario per superare gli ostacoli posti, ad arte, per rendere complessa ed incompleta la rappresentanza.
Perchè è il dopo questa consultazione elettorale ad essere veramente importante, cosa farà questa compagine improvvisata, chiamata in campo dalla disperazione di Rifondazione, e della sua area in forte crisi? Come reagirebbe ad un insuccesso, quanto pagherebbe al dazio di un ulteriore fallimento? Cosa faranno i vagabondi dell'AreA che oggi vagano anche nelle paludi del non voto di fronte alla confusione di mille sinistre e nessuna vera alternativa sistemica?
Repetita iuvant dicevano i nostri avi, forse era meglio fermarsi e preparare con lavoro minuto, culturale ed alfabetizzante ed EXTRAPARLAMENTARE (purtroppo siamo a dover spiegare cosa sia davvero il Socialismo)una affermazione fortemente radicata nei territori, municipale e potente, proprio perchè originata da una partecipazione vera, conquistata con le pratiche e con l'essere, sul campo.

Quale in fondo I GAP ed Je so' pazzo in realtà embrionalmente sono, ma che sono ben lungi dall'essere patrimonio comune e metabolizzato dalla compagine che si mette in gioco. Senza parlare per ragioni di assoluto verticismo e strumentalità delle sinistre para-PD che a mio umilissimo ed inutile parere sono dannose persino di più di un'affermazione della destra.