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La Strage di Bologna by Luca Peruzzi |
La resa della Grecia di Tsipras nella
trattativa con la Troika (chi, a Sinistra, nega che si sia trattato
di resa è o in malafede o non è in grado di fare a meno di
interpretare la realtà unicamente in modo autoconsolatorio) non solo
sancisce l'irriformabilità attuale dell'Unione Europea soggetta al
pugno di ferro dell'ordoliberismo tedesco ma ci riporta tutti sulla
terra, cancellando sogni e illusioni, dimostrando l'impossibilità -
dentro il sistema di potere globale – di governare a vantaggio
della maggioranza dei cittadini e dei ceti popolari .
Puoi anche vincere le elezioni con un
programma di riforme radicali (se riesci a neutralizzare e
sconfiggere, sul piano del voto, i formidabili fattori di distorsione
della comprensione ed interpretazione della realtà e decisivi nella
formazione della volontà popolare, tutti sotto il controllo del
“sistema”) ma poi non puoi realizzare nulla o quasi di quel
programma.
E' l'ormai vecchia questione della
Politica, il governo della Cosa Pubblica fondato sui bisogni e gli
interessi del popolo ed espressione della volontà generale,
esautorata dal potere delle elites economiche e finanziarie.
E' sufficiente rileggersi Noam
Chomsky: “Non
ha più importanza chi detiene il potere politico, tanto non sono più
loro a decidere le cose da fare.”
Nel mondo globale della libera
circolazione dei capitali, della dittatura dei mercati (leggasi
speculazione finanziaria), delle imprese che possono muoversi ovunque
vogliano – ricattando e mettendo in ginocchio popoli e Stati -
sulla base delle opportunità di profitto, della suicida rinuncia da
parte del potere politico alla possibilità di battere moneta non si
hanno più strumenti di governo: dalla "stanza dei bottoni", anche una volta entrati, non si controlla e non si comanda più nulla. E ove non siano più sufficienti ed
efficaci la manipolazione dell'opinione pubblica da parte dei media e
le “tempeste perfette” scatenate dai “mercati” e per chi
tenta di sovvertire le regole su cui si fonda il nostro Mondo resta
incombente la minaccia delle armi che presidiano il “sistema” e
delle azioni eversive e destabilizzatrici di “rivoluzioni”
popolari e di organizzazioni terroristiche fomentate, progettate e
finanziate dai servizi di intelligence dell'Impero.
L'azione dei Governi non può
esplicarsi che dentro i binari decisi dal “sistema” (il “pilota
automatico”) e la classe politica è ridotta ad una mediocre banda
di comparse e figuranti il cui unico compito è quello di
giustificare e propagandare nei confronti dell'opinione pubblica
decisioni prese in altre sedi e di cui sono i meri esecutori. La loro mission è di farci credere che stiamo assistendo ad una battaglia senza esclusione di colpi ma in realtà il "risultato" è già deciso in partenza.
Venendo alla situazione italiana siamo
prigionieri di un insieme, apparentemente invincibile, di fattori e
vincoli che impediscono la possibilità di perseguire il bene comune:
esterni (la finanza globale, l'Impero USA e la NATO, l'Unione Europea e l'euro) e
interni (le mafie, la corruzione e l'evasione fiscale diffusa, le
pratiche clientelari e del voto di scambio, il Vaticano). E solo
qualche “talebano” no-euro può credere nella funzione di per sé
salvifica della mera uscita dalla moneta unica per riconquistare la
democrazia, la competitività del sistema produttivo nazionale e lo
spazio per difendere e implementare il welfare.
Nel secondo dopoguerra, forse fino alla
caduta del muro di Berlino, vi erano margini di negoziazione con il
potere e per la possibilità di conquiste sociali, essendo l'unico
(ancorché inaccettabile e antidemocratico) vincolo invalicabile
quello della collocazione dentro l'Impero USA (come
dimostrano gli anni delle stragi e dei tentativi e delle minacce di
colpi di Stato di fronte all'eventualità di una vittoria elettorale del
PCI e la conseguente svolta berlingueriana, anche a seguito del golpe
di Pinochet nel Cile di Allende, del compromesso storico). La
“minaccia” sovietica rappresentava di fatto la migliore polizza
di assicurazione per i ceti popolari e i lavoratori dell'Occidente.
E' stato detto invece che oggi “non
siamo in un punto della storia come un altro, come un ciclo che si
ripete …. ma siamo all'apice di un percorso. E' il percorso di una
gestione “mondiale” del potere e di tutti i suoi elementi
(compresi quelli naturali) che convergono in un conflitto senza
precedenti con i bisogni e i diritti delle persone. Schiacchiati tra
gli elementi di quei poteri ci siamo noi, frastornati e disarmati
(senza più speranze e difese) nel crollo dell'illusione
democratica”.
Possiamo e dobbiamo agire in difesa
della Costituzione, promuovere referendum, appelli, petizioni e leggi
di iniziativa popolare, auspicare la nascita del nuovo soggetto
politico della Sinistra, esprimere la nostra opposizione con scioperi
e manifestazioni, richiedere di far saltare la gabbia asfissiante
dell'euro e dell'Unione Europea. Ma il punto di partenza deve essere
quello di ammettere la verità e di riconoscere che il gioco “democratico” fondato sulle
elezioni non solo è truccato ma è anche inutile e che dentro le
cosiddette "Istituzioni liberali" e dentro le cosiddette
"regole democratiche" non c'è più spazio (o non c'è oggi
più spazio) per fare emergere la volontà popolare e per tutelare e
difendere i diritti e perseguire gli interessi dei cittadini e il
bene comune.
E' solo questa consapevolezza
che può fornire le priorità dell'azione politica evitando di sprecare troppo tempo ad inseguire le dichiarazioni di Renzi e
Salvini, gli scivoloni anti-migranti di Grillo o a tentare di
organizzare, con la speranza di incidere sulle scelte politiche,
improbabili coalizioni elettorali alternative.
Oggi è innanzitutto necessario
denunciare l'illegittimità democratica degli usurpatori che hanno
occupato le Istituzioni pubbliche e non prestarsi più al loro gioco
fornendo di fatto un riconoscimento morale del loro ruolo.
Se anche esistono realtà nel mondo che
offrono qualche speranza (alcune esperienze di governo dell'America
Latina), certamente in Italia oggi la lotta, la resistenza, la
rinascita va condotta dalle persone che hanno compreso il baratro in
cui siamo precipitati sul piano extra-istituzionale.
Smascherare - gridando - l'inganno e il tradimento, boicottare e disertare (con intelligenza e creatività) il "sistema" per farne esplodere le contraddizioni, soprattutto provare a ricostituirci e rincontrarci – noi che siamo le vittime senza speranza del capitalismo globale - come comunità, in grado di soddisfare i nostri bisogni materiali e spirituali, per ricreare una “nostra” dimensione parallela ed esterna, indipendente e autonoma dal sistema economico, politico, mediatico "ufficiale": c'è un'altra strada che oggi possiamo percorrere?
Smascherare - gridando - l'inganno e il tradimento, boicottare e disertare (con intelligenza e creatività) il "sistema" per farne esplodere le contraddizioni, soprattutto provare a ricostituirci e rincontrarci – noi che siamo le vittime senza speranza del capitalismo globale - come comunità, in grado di soddisfare i nostri bisogni materiali e spirituali, per ricreare una “nostra” dimensione parallela ed esterna, indipendente e autonoma dal sistema economico, politico, mediatico "ufficiale": c'è un'altra strada che oggi possiamo percorrere?
Di questo passo la finanza, che ormai detta legge alla politica, ci porterà al collasso generale perchè è legata al concetto di fare profitto anche a danno della gente.
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