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Virginia Raggi by Luca Peruzzi |
Per esprimere la mia opinione a proposito della Raggi e delle
difficoltà che sta incontrando la giunta romana per diventare
operativa faccio due premesse.
La prima. Non ho mai considerato i 5 Stelle come la nuova forma
politica in grado di cambiare radicalmente in meglio l'Italia.
Contemporaneamente non ho mai considerato i 5 Stelle come i nuovi
barbari (o i nuovi fascisti) destinati a completare la distruzione
dell'Italia. E non so se fa più ridere o piangere che questa
ossessione sia coltivata da chi vota o votava Renzi e Berlusconi o da
chi non riesce ad esprimere nemmeno l'uno per cento dell'indignazione
che ha per i 5 Stelle nei confronti di chi ci ha condannato alla
gabbia dell'austerità liberista e dell'Unione Europea, di chi ha
smantellato quel poco di civiltà sociale che avevamo (scuola,
pensioni, sanità), di chi galleggia tra mafie e corruzione, di chi
ha portato l'Italia in guerra, di chi ha osato progettare la deforma
costituzionale (la “svolta autoritaria”) per di più con un
parlamento eletto con una legge incostituzionale. I 5 Stelle sono un
fenomeno complesso e contraddittorio: in parte incarnazione – nelle
forme che possono oggi realizzarsi nel contesto culturale e sociale
esistente - del bisogno di ribellione di chi sta in basso contro le élites (ed in questo sta l'aspetto positivo e progressivo dei 5
Stelle), in parte strumento – consapevole o inconsapevole – di
“manutenzione” del sistema e di controllo e sedazione della
rabbia e della protesta sociale (nella misura in cui non viene messa
in discussione l'economia capitalista). Ma ad oggi non avrei
esitazioni a votare il Partito di Grillo in un eventuale ballottaggio
contro Renzi o chi per lui.
La seconda. Per quelli che sono attualmente i poteri e le risorse
a disposizione di un'amministrazione comunale, Roma e i suoi
cittadini sopravviveranno anche con una giunta non funzionante. Così
come d'altro canto anche una giunta eccellente – con i cordoni
della borsa stretti dalle politiche criminali del governo centrale
prono ai diktat della UE – non sarebbe in grado di risolvere i
problemi di Roma: ridare un senso e un progetto urbanistico alla
città, realizzare 100 chilometri di metropolitane, ridurre almeno
del 50 per cento la circolazione delle auto private e lo smog che
soffoca la città, intervenire in modo significativo sul disagio
sociale (diritto alla casa, agli asili nido, ad una istruzione di qualità, al
reddito/lavoro, all'assistenza sociale e sanitaria), raggiungere
l'obiettivo dei rifiuti zero, garantire per quanto è necessario il
decoro della città (la pulizia delle strade, la manutenzione di
parchi e giardini, la sistemazione quotidiana delle buche),
riattivare iniziative culturali di massa che mancano dai tempi di
Renato Nicolini. Stiamo tranquilli: per quanto “pasticcioni” i
grillini non potranno mai fare più danni di chi li ha preceduti e
cioè le giunte amiche dei palazzinari e delle cricche di mafiacapitale. Certamente i grillini non regaleranno l'ACEA a Caltagirone
né favoriranno il consumo di territorio (la speculazione edilizia)
più di quanto fatto e deciso in passato.