"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 27 maggio 2014

Commentino elettorale.


La nuova DC di Luca Peruzzi
1. Il popolo italiano non reagisce nemmeno quando viene preso a bastonate (un'economia ridotta come quella di un Paese uscito da una guerra, dichiarazione del Presidente di Confindustria Squinzi). La Germania e l'Italia sono gli unici due Paesi europei che confermano il consenso ai governi dell'austerità solo che nel caso della Germania c'è forse qualche ragione in più ....I compagni che esultano per i risultati elettorali perché la lista Tsipras ha avuto il 4,03 per cento dei voti e perché i 'fascisti' dell'M5S sono stati puniti dagli elettori sono semplicemente patetici: non hanno capito a quale svolta epocale siamo di fronte e quanti poteri il liberista e neoberlusconiano Renzi sia riuscito ad accentrare. Forse pensano di poter fermare domani con i banchetti l'Italicum, lo stravolgimento della Costituzione, l'allargamento del precariato, il TTIP, privatizzazioni e licenziamenti nel settore pubblico. Molti a Sinistra erano convinti che il Movimento 5 Stelle raccogliesse il voto degli ex elettori delle destre berlusconiane ma evidentemente questo si è rivolto massicciamente verso il PD.

2. La lista Tsipras ha superato il quorum del 4 per cento e questo è sicuramente un fatto positivo e un plauso va riconosciuto all'impegno di tanti compagni. Ma non è nemmeno lontanamente l'abbozzo di un progetto di Alternativa Unitaria di Sinistra: è stato semplicemente un cartello elettorale (peraltro l'unico votabile per quanto mi riguarda), una proposta politica la cui realizzazione è stata affidata in outsourcing agli 'intellettuali' considerata l'impossibilità per Rifondazione Comunista e Sinistra Ecologia e Libertà di definire un accordo strategico e di lungo periodo e nel quale tutte le divisioni e tutte le diverse visioni strategiche sono state messe sotto il tappeto. Per il domani c'è ben poco di pronto se non l'abituale impegno di tanti volontari: neanche il simbolo L'Altra Europa con Tsipras che con tanta difficoltà e combattendo contro il boicottaggio mediatico si è cercato di far conoscere sarà riutilizzabile. E probabilmente si ricomincerà nell'eterna discussione tra partiti organizzati e movimenti espressione della società civile, tra sinistra di opposizione e sinistra di governo.

3. Una delle osservazioni più frequenti nel dopo elezioni è che nessuno aveva capito cosa stava accadendo e che il PD era destinato a superare il 40 per cento. Non l'avevano capito i sondaggisti, i giornalisti, gli analisti politici, gli stessi Grillo e Renzi che hanno fatto la campagna elettorale pensando ad un testa a testa. Si possono dare tante spiegazioni razionali a questo sorprendente risultato: l'eterno carattere democristiano degli italiani, gli 80 euro, la saturazione di tv e giornali da parte di Renzi, la sua immagine di giovane e dinamico leader capace di recuperare l' "incarto" delle proposte dell'M5S (la riduzione delle spese della politica e dei privilegi della burocrazia) per accreditarsi come rinnovatore e riformista e nascondere la sostanza della sua politica liberista, la campagna elettorale aggressiva e gridata di Grillo che ha probabilmente spaventato una larga fetta dell'elettorato (larga parte dei moderati che di fronte alla fine politica di Berlusconi ha trovato nel PD la nuova democrazia cristiana e un pezzo di elettori di sinistra che si è ricompattata nel PD per il voto utile contro il pericolo 'fascista' di Grillo). Oppure si possono fare cattivi pensieri e sospettare che nel Paese delle stragi, del caso Moro, delle menzogne di Ustica, della P2, dei servizi deviati, dello strapotere delle mafie e della loro trattativa con lo Stato qualche 'manina' o 'manona' possa aver opportunamente alterato l'aggregazione dei dati elettorali.

4. Ho l'impressione che la sconfitta elettorale dei Cinque Stelle sia qualcosa di più di un'episodica battuta d'arresto ma l'inizio della fine del più innovativo fenomeno politico italiano di questi ultimissimi anni. In ogni caso qualcosa che richiederebbe un'analisi approfondita nel Movimento (se esiste un Movimento e non è solo la creatura di Grillo e Casaleggio): sul linguaggio e sulla comunicazione politica necessari a conquistare la maggioranza nel Paese, sul fatto che un'alternativa di sistema non la si realizza con il 25 o il 30 o il 35 per cento dei voti, soli contro tutti, ma tessendo alleanze sociali e politiche, chiarendo finalmente la propria visione ed il proprio progetto e dunque inevitabilmente collocandosi a destra o sinistra, dandosi un'adeguata struttura organizzativa, accettando l'idea che una forza politica ha bisogno anche dell'apporto di intellettuali, di esperti e di personaggi riconoscibili per definire programma e candidature istituzionali credibili. Il Movimento 5 Stelle può ora accontentarsi di continuare a svolgere il ruolo di 'guastafeste', di fatto però così impedendo la nascita di un'alternativa unitaria di massa e lasciando campo libero alla destra berlusconiana riunificata (Lega, Casini e Alfano, Forza Italia) quale competitore dell'altra destra del PD nel ballottaggio previsto dall'Italicum, oppure proporsi come promotore di un grande Comitato di Liberazione Nazionale insieme alla Sinistra socialista e comunista.


5. Infine sull'astensione che pur essendo un dato fondamentale della partecipazione e della salute politica di un Paese viene sempre lasciato sullo sfondo (e ciò dovrebbero riconoscerlo coloro che scelgono l'astensione come espressione politica di dissenso). E' come una competizione sportiva per la quale si ricorda solo l'albo d'oro dei vincitori tralasciando di precisare il contesto in cui è arrivata la vittoria. Quando si parla di vittoria straordinaria di Renzi bisognerebbe dunque avere ben presente che il suo 40% di consensi con una partecipazione al voto inferiore al 60% dei cittadini corrisponde a meno di un quarto del corpo elettorale. La sua stessa maggioranza di governo, sommando i voti di PD NCD e Scelta Civica, è ben al di sotto del 50% dei voti espressi. Renzi non è il padrone dell'Italia, occupa pro-tempore una istituzione ma non ha ricevuto alcun mandato dalla maggioranza dei cittadini per attuare il proprio programma di stravolgimento della Costituzione sia in senso formale che sostanziale. 

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