La nuova DC di Luca Peruzzi |
1. Il popolo italiano non reagisce nemmeno
quando viene preso a bastonate (un'economia ridotta come quella di un
Paese uscito da una guerra, dichiarazione del Presidente di
Confindustria Squinzi). La Germania e l'Italia sono gli unici due
Paesi europei che confermano il consenso ai governi dell'austerità
solo che nel caso della Germania c'è forse qualche ragione in più
....I compagni che esultano per i risultati elettorali perché la
lista Tsipras ha avuto il 4,03 per cento dei voti e perché i
'fascisti' dell'M5S sono stati puniti dagli elettori sono
semplicemente patetici: non hanno capito a quale svolta epocale siamo
di fronte e quanti poteri il liberista e neoberlusconiano Renzi sia
riuscito ad accentrare. Forse pensano di poter fermare domani con i
banchetti l'Italicum, lo stravolgimento della Costituzione,
l'allargamento del precariato, il TTIP, privatizzazioni e
licenziamenti nel settore pubblico. Molti a Sinistra erano convinti
che il Movimento 5 Stelle raccogliesse il voto degli ex elettori
delle destre berlusconiane ma evidentemente questo si è rivolto
massicciamente verso il PD.
2. La lista Tsipras ha superato il quorum
del 4 per cento e questo è sicuramente un fatto positivo e un plauso
va riconosciuto all'impegno di tanti compagni. Ma non è nemmeno
lontanamente l'abbozzo di un progetto di Alternativa Unitaria di
Sinistra: è stato semplicemente un cartello elettorale (peraltro
l'unico votabile per quanto mi riguarda), una proposta politica la
cui realizzazione è stata affidata in outsourcing agli
'intellettuali' considerata l'impossibilità per Rifondazione
Comunista e Sinistra Ecologia e Libertà di definire un accordo
strategico e di lungo periodo e nel quale tutte le divisioni e tutte
le diverse visioni strategiche sono state messe sotto il tappeto. Per
il domani c'è ben poco di pronto se non l'abituale impegno di tanti
volontari: neanche il simbolo L'Altra Europa con Tsipras che con
tanta difficoltà e combattendo contro il boicottaggio mediatico si è
cercato di far conoscere sarà riutilizzabile. E probabilmente si
ricomincerà nell'eterna discussione tra partiti organizzati e
movimenti espressione della società civile, tra sinistra di
opposizione e sinistra di governo.
3. Una delle osservazioni più frequenti
nel dopo elezioni è che nessuno aveva capito cosa stava accadendo e
che il PD era destinato a superare il 40 per cento. Non l'avevano
capito i sondaggisti, i giornalisti, gli analisti politici, gli
stessi Grillo e Renzi che hanno fatto la campagna elettorale pensando
ad un testa a testa. Si possono dare tante spiegazioni razionali a
questo sorprendente risultato: l'eterno carattere democristiano degli
italiani, gli 80 euro, la saturazione di tv e giornali da parte di
Renzi, la sua immagine di giovane e dinamico leader capace di
recuperare l' "incarto" delle proposte dell'M5S (la
riduzione delle spese della politica e dei privilegi della
burocrazia) per accreditarsi come rinnovatore e riformista e
nascondere la sostanza della sua politica liberista, la campagna
elettorale aggressiva e gridata di Grillo che ha probabilmente
spaventato una larga fetta dell'elettorato (larga parte dei moderati
che di fronte alla fine politica di Berlusconi ha trovato nel PD la
nuova democrazia cristiana e un pezzo di elettori di sinistra che si
è ricompattata nel PD per il voto utile contro il pericolo
'fascista' di Grillo). Oppure si possono fare cattivi pensieri e
sospettare che nel Paese delle stragi, del caso Moro, delle menzogne
di Ustica, della P2, dei servizi deviati, dello strapotere delle
mafie e della loro trattativa con lo Stato qualche 'manina' o
'manona' possa aver opportunamente alterato l'aggregazione dei dati
elettorali.
4. Ho l'impressione che la sconfitta
elettorale dei Cinque Stelle sia qualcosa di più di un'episodica
battuta d'arresto ma l'inizio della fine del più innovativo fenomeno
politico italiano di questi ultimissimi anni. In ogni caso qualcosa
che richiederebbe un'analisi approfondita nel Movimento (se esiste un
Movimento e non è solo la creatura di Grillo e Casaleggio): sul
linguaggio e sulla comunicazione politica necessari a conquistare la
maggioranza nel Paese, sul fatto che un'alternativa di sistema non la
si realizza con il 25 o il 30 o il 35 per cento dei voti, soli contro
tutti, ma tessendo alleanze sociali e politiche, chiarendo finalmente
la propria visione ed il proprio progetto e dunque inevitabilmente
collocandosi a destra o sinistra, dandosi un'adeguata struttura
organizzativa, accettando l'idea che una forza politica ha bisogno
anche dell'apporto di intellettuali, di esperti e di personaggi
riconoscibili per definire programma e candidature istituzionali
credibili. Il Movimento 5 Stelle può ora accontentarsi di continuare
a svolgere il ruolo di 'guastafeste', di fatto però così impedendo
la nascita di un'alternativa unitaria di massa e lasciando campo
libero alla destra berlusconiana riunificata (Lega, Casini e Alfano,
Forza Italia) quale competitore dell'altra destra del PD nel
ballottaggio previsto dall'Italicum, oppure proporsi come promotore
di un grande Comitato di Liberazione Nazionale insieme alla Sinistra
socialista e comunista.
5. Infine sull'astensione che pur essendo un dato fondamentale della partecipazione e della salute politica di un Paese viene sempre lasciato sullo sfondo (e ciò dovrebbero riconoscerlo coloro che scelgono l'astensione come espressione politica di dissenso). E' come una competizione sportiva per la quale si ricorda solo l'albo d'oro dei vincitori tralasciando di precisare il contesto in cui è arrivata la vittoria. Quando si parla di vittoria straordinaria di Renzi bisognerebbe dunque avere ben presente che il suo 40% di consensi con una partecipazione al voto inferiore al 60% dei cittadini corrisponde a meno di un quarto del corpo elettorale. La sua stessa maggioranza di governo, sommando i voti di PD NCD e Scelta Civica, è ben al di sotto del 50% dei voti espressi. Renzi non è il padrone dell'Italia, occupa pro-tempore una istituzione ma non ha ricevuto alcun mandato dalla maggioranza dei cittadini per attuare il proprio programma di stravolgimento della Costituzione sia in senso formale che sostanziale.
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