"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

lunedì 19 maggio 2014

Una buona destinazione per il 5 per mille: contribuire a fronteggiare la tragedia dell'Alzheimer


L’A.F.A.M  - Associazione Familiari Alzheimer Marche nasce il giorno 8/8/2008 come Associazione Familiari Alzheimer Macerata per iniziativa di un gruppo di familiari di malati di Alzheimer per poi trasformarsi in Regionale il giorno 6 maggio 2013.
E’ un‘associazione ONLUS senza scopo di lucro ed è affiliata all'Associazione Alzheimer Riuniti Roma ONLUS.
A.F.A.M. nasce con lo scopo di migliorare la qualità di vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano improvvisamente investiti da una problematica di cui sanno poco o niente, alle prese con mille difficoltà sia di ordine materiale, che economico, psicologico ed emotivo.
I nostri obiettivi sono essenzialmente:

•    Informare e sensibilizzare sulla malattia e tutti i suoi aspetti
•    Rappresentare le esigenze e le problematiche dei malati e dei loro familiari presso le istituzioni preposte sul territorio
•    Formare la famiglia e chi assiste il malato
•    Creare la possibilità di contatti e scambi fra gli associati

Credendo nel confronto in un’ottica di scambio e di arricchimento abbiamo cercato esperienze di affrontare la malattia in altre regioni di Italia. Abbiamo scoperto verificandolo di persona che la malattia è brutta, ma non così brutta come ci è stata presentata o come sfortunatamente l’abbiamo vissuta. Esiste un modo diverso di affrontarla, un metodo che mette la persona la centro, assistendola non solo con farmaci, ma con tutta una serie di elementi che vanno dai comportamenti, alla logistica, alle attività, all’arredamento, sempre nell’ottica del rispetto della persona e delle attitudini che la caratterizzano. Il vedere che concretamente è possibile un altro modo di affrontare la malattia ci ha dato la “spinta” necessaria per poterci “buttare” ed aiutare le Istituzioni a fare un giro di boa che consenta una svolta nell’approccio alla malattia e a tutto ciò che questa comporta in un percorso unico che veda come attori coprotagonisti familiari, operatori, medici, psicologi e volontari.

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