Anche per l'ultimo tavolo per la
Costituente della Sinistra Unita Italiana è stato dichiarato il
fallimento
ma non credo che la cosa possa destare meraviglia né che ciò
spingerà qualcuno a strapparsi le vesti o tantomeno al suicidio.
Le ragioni di questi fallimenti,
ampiamente prevedibili e scontati anche guardando a quanto successo
nel passato recente, sono a mio avviso sostanzialmente due.
Prima ragione. Un movimento, un
partito, un'iniziativa politica non nasce e non assume rilevanza di
massa perché si uniscono pezzi di ceto politico (per di più
screditati e impopolari) ma perché si ha la capacità di cogliere,
di rappresentare, di organizzare bisogni e sentimenti collettivi
diffusi, di essere espressione di almeno una parte del popolo. Non vi
è da parte mia una furia “rottamatrice” verso i vecchi dirigenti
dei partiti della Sinistra i quali anzi, presi uno per uno, sono
spesso persone anche dignitose e rispettabili, meritevoli di ascolto
e che potrebbero ancora dare un utile contributo. Ma se manca la
capacità di coinvolgere, di mobilitare, di suscitare l'interesse
concreto di coloro che si vogliono rappresentare (anzitutto precari,
disoccupati, lavoratori e pensionati poveri, disabili, studenti di
serie B senza futuro) non si va da nessuna parte. Se non si riesce a
rompere l'involucro impenetrabile (disinformazione di massa, cultura
dell'egoismo e del consumo compulsivo, la paura di perdere anche quel
pochissimo che si ha) che rende prigionieri i più, se non si riesce
a mettere al centro del dibattito politico l'idea di una società
comunista e socialista quale soluzione dei problemi e quale premessa
per il bene comune e a non lasciare la parola solo alla destra nelle
sue varie declinazioni si è condannati alla marginalità e
all'impotenza. E se manca la “ciccia” di una visibile
partecipazione e di un consenso almeno potenziale che convinca a
stare insieme, al di là delle fisiologiche differenze di opinione e
di strategia, è inevitabile che ciascuno scelga di restare
asserragliato nel proprio fortino, per quanto fragile e fatiscente, e
magari ad accontentarsi di raccogliere le briciole di potere lasciate
cadere sotto il tavolo.