di Michele
I cittadini onesti non ne possono più, il paese continua a impoverirsi, avere un lavoro è diventato un lusso (non viene considerato un diritto costituzionalmente riconosciuto) e non si fa altro che parlare di come trovare uno scudo giudiziario per Berlusconi.
Si fa finta di discutere dei gravi problemi dei cittadini mentre la propaganda di regime oscura le proteste dei terremotati, dei precari, dei disoccupati, degli studenti, degli insegnanti, dei ricercatori, dei disabili ecc.; in tale contesto l'unico modo per farsi sentire è diventato la pacifica contestazione di piazza, una forma di contestazione civile e democratica nell’esercizio della libera espressione del pensiero critico.
La disinformazione di alcuni media asserviti oscura anche le motivazioni delle contestazioni quando non può fare a meno di citarle. E’ il caso del Tg1 a guida berlusconiana di Minzolini per il modo in cui ha informato, o meglio disinformato, sulle recenti contestazioni a Dell’Utri (edizione serale del 31 Agosto) e a Schifani (edizione serale del 4 settembre). Nel servizio sulla contestazione a Dell'Utri non si è spiegato il motivo delle contestazioni, ha parlato solo Dell'Utri e si è etichettata una civile protesta a difesa della legalità come “tifo organizzato” contro Dell'Utri. Allo stesso modo il Tg1 non ha dato spiegazione delle contestazioni a Schifani, ha tolto l’audio sui cori rivolti a Schifani e a Dell’Utri, ha tagliato le inquadrature su chi mostrava le agende rosse, simbolo di giustizia e verità in memoria di Paolo Borsellino.
Coloro che manifestano pacificamente non sono “incapaci di rispettare il principio del libero e democratico confronto” e non hanno intenzione di “impedire con intimidatorie gazzarre il libero svolgimento di manifestazioni e discorsi politici” bensì si contesta la degenerazione culturale della politica. Il nocciolo della questione è che certa gente, in un paese civile, non può ricoprire le cariche istituzionali che ha e le ricopre allo scopo di avere l'impunità.
Purtroppo non esiste il confronto nelle sedi istituzionali preposte perché, ad esempio, oltre 300 mila firme del primo V-Day sono state regolarmente depositate in Parlamento ma vengono costantemente ignorate. C’è un distacco delle istituzioni dai problemi reali, è palese la non volontà di ascoltare.
Dunque, si è costretti a farsi sentire con contestazioni pacifiche le cui motivazioni vengono comunque ignorate da certa informazione servile, manifestazioni che qualcuno pensa di impedire, nonostante siano proteste civili e pacifiche, perché si vuole reprimere qualsiasi forma di dissenso popolare rappresentato dalla maggioranza della popolazione.
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