Mancano ormai meno di quattro settimane
al 25 maggio, giorno delle elezioni europee, e la lista L'Altra
Europa con Tsipras balla pericolosamente sul margine della fatidica
soglia del 4 per cento, il minimo indispensabile per poter portare
propri rappresentanti al Parlamento Europeo.
In tanti abbiamo criticato e dissentito
su alcuni aspetti della Lista Tsipras: su come sono state scelte le
candidature, sui contenuti che si è deciso prioritariamente di
veicolare, sull'esclusione della parola Sinistra dal simbolo. Ma
credo che oggi tutti coloro che si sentono di Sinistra, che
dissentono radicalmente dalle politiche del PD e di Renzi, che
osteggiano le destre liberiste e reazionarie, che non si sentono
rappresentati dal Movimento 5 Stelle, dalle sue ambiguità
programmatiche e organizzative e dal suo linguaggio estraneo ai
valori del progressismo, dovrebbero sforzarsi di votare per la lista
Tsipras.
Per non doversi dolere ancora una
volta, come dopo l'inizio della legislatura in corso, dell'assenza
dalle istituzioni di una rappresentanza diretta e numericamente
consistente dei ceti popolari e delle sensibilità ideali che esprime
la Sinistra, proprio mentre sono in ballo, in Italia ed in Europa,
questioni fondamentali sul nostro futuro: sul lavoro, sulla moneta,
sulle politiche economiche, sullo Stato sociale, sulla Costituzione.
Si deve peraltro riconoscere che ad
oggi la lista Tsipras non è riuscita ad esprimere una propaganda
politica efficace e coinvolgente, nonostante il lodevole impegno di
candidati e soggetti collettivi che sostengono la lista e le
iniziative pubbliche che sono state prodotte (e la prossima
manifestazione
del 17 maggio per i beni comuni sarà inevitabilmente la più
importante occasione di incontro per il suo popolo).
Oltre all'oscuramento operato (come
ampiamente prevedibile) dai grandi media, oltre alla novità
(l'ennesima alla vigilia di un'elezione) del simbolo con
l'indicazione di un nome – Tsipras – probabilmente sconosciuto ai
più, è mancato un
messaggio netto, riconoscibile, nitido che ne definisse in modo
chiaro ed inequivocabile la proposta politica. E. tutto questo senza
un portavoce italiano popolare e seduttivo, con la concomitante
offensiva propagandistica renziana (gli 80 euro) e con la concorrenza
delle altre opposizioni radicali e/o antieuro (Grillo, Lega, Fratelli
d'Italia). Certamente non aver indicato la parola Sinistra nel
simbolo non è stato utile.
In
questi ultime settimane di campagna elettorale vanno dunque colmate
queste lacune, perché non si possono ripetere i fallimenti
dell'Arcobaleno e di Rivoluzione Civile.
Si
deve far sapere anzitutto che esiste la lista Tsipras (in tanti non
lo sanno!) e quali soggetti e quali personaggi popolari la sostengono
per farne comprendere la natura e definirne il profilo programmatico.
Serve
dunque un'offensiva sul web (anche per mezzo di brevi e incisivi
video), serve un volantinaggio diffuso (rendendo disponibile sul sito
volantini in bianco e nero e con slogan 'elementari' che ciascuno
possa stampare e diffondere in autonomia), serve un appello di
personaggi famosi per il voto alla lista Tsipras. Serve utilizzare
quei pochi spazi televisivi che vengono concessi con portavoce che
sappiano usare al meglio (ahimè) il mezzo televisivo.
Nella
consapevolezza che la base elettorale di riferimento è costituita al
99 per cento da persone di di Sinistra (gli elettori del PD delusi da
Renzi, chi ha votato SEL e Rivoluzione Civile o scelto l'astensione
alle ultime politiche) non si abbia paura a definirsi di Sinistra. Si
lasci sullo sfondo, per il momento, il tema degli Stati Uniti
d'Europa che non ricompatta l'elettorato di Sinistra e che non è
certo oggi argomento molto popolare e si punti su messaggi politici
chiari che non possono non riferirsi alla situazione politica
italiana attuale. Solo per fare degli esempi: “voto lista Tsipras
perché sono contro il precariato di Renzi”, “voto lista Tsipras
perché non voglio gli F35 e la TAV”, “voto lista Tsipras perché
voglio difendere e attuare la Costituzione minacciata da Renzi e
Berlusconi” e si potrebbe continuare a lungo. Il PD renziano, la
crisi, l'austerità, gli accordi sulle regole con Berlusconi offrono
autentiche praterie da percorrere.
Per
carità, per il pudore di non violare il politicamente corretto, non
sciupiamo anche questa occasione.
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