"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

martedì 3 marzo 2015

Renzi peggio di Berlusconi. E Repubblica e i Girotondi che fine hanno fatto?


Renzi by Luca Peruzzi
Mettiamo insieme, una accanto all'altra, tutte le cose che Renzi ha realizzato e ha posto le basi per realizzare nel suo anno di governo: la legalizzazione dello sfruttamento del lavoro (il jobs act), la svolta autoritaria (per cancellare con la controriforma costituzionale e italicum pluralismo politico e divisione dei poteri), l'aggressione all'ambiente (sblocca italia, decreto ilva), le privatizzazioni, la subalternità in politica estera alle direttive amerikane, la totale sudditanza al sistema finanzcapitalista europeo e mondiale senza riuscire in alcun modo ad incrinare i vincoli dell'austerità definiti dall'Unione Europea, il taglio alle spese sociali, la legge sulla responsabilità civile dei magistrati, condoni e colpi di spugna per evasori fiscali e per chi ha esportato capitali all'estero, la trasformazione della scuola pubblica in una scuola classista e al mero servizio dell'impresa, l'utilizzo spasmodico della decretazione d'urgenza e del ricorso al voto di fiducia per svuotare le residue funzioni delle Camere.
Il tutto dentro il contesto di una incessante propaganda mediatica, fatta di bugie, annunci e promesse di un mondo migliore sparati come proiettili di una mitragliatrice, di un cerchio magico (il "giglio magico") nel quale non mancano furbetti e speculatori, di favori e regalie - nascosti nei codicilli di questo o quel provvedimento - a lobby e amici furbetti, di un Partito Democratico immerso nella corruzione ed in procedure di selezione dei candidati (le primarie) imbarazzanti. In questo contesto Renzi emerge come un omunculo dal modesto spessore culturale ed umano che, a giudicare dalle sue citazioni e dai suoi slogan, deve aver compiuto il proprio processo formativo sull'Almanacco del Calcio e sugli album delle figurine Panini oltre che attraverso la visione dei Processi di Biscardi.
Renzi ha dunque completato e sta completando tutto quanto avrebbe voluto fare Berlusconi e per le quali spesso Berlusconi è stato costretto a fermarsi di fronte all'opposizione, oltre che politica, di una parte rilevante dell'opinione pubblica.
Renzi Ronaldo by Luca Peruzzi

Di fatto il parolaio fiorentino sta godendo di uno scenario, per sé, ideale.
Anzitutto la sua forza sta nell'essersi preso l'incarico, per conto del sistema di potere economico e finanziario (mondiale e italiano), di rendere il nostro Paese "smart" per i padroni del vapore, cosa possibile in Italia, attraverso le larghe intese, solo in accordo con quei pezzi di potere economico estranei al grande capitale internazionale. Il proprio personale contributo è quello del piazzista di consensi elettorali, mestiere nel quale surclassa decisamente i propri predecessori Monti e Letta.
Può poi godere dell'assenza di una opposizione politica che abbia (al momento) la possibilità di sconfiggerlo alle elezioni, con la scomparsa della sinistra dopo decenni di svendita (governi di centrosinistra, CGIL) dei propri valori fondanti, con il dissolvimento di Forza Italia, con l'incapacità del Movimento 5 Stelle di fare quelle alleanze politiche e sociali tali da renderlo maggioranza nel Paese.
Addirittura oggi Renzi sembra poter fare a meno dell'appoggio e dei voti di Berlusconi avendolo sostituito nella rappresentanza di quei ceti sociali e di quei torbidi interessi che facevano riferimento al padrone di Mediaset.
Infine è circondato dal coro unanime a suo favore di quasi tutti i media, grandi quotidiani (con l'eccezione del Fatto Quotidiano) e televisioni.
Ma perché la società italiana sta concedendo a Renzi quanto non aveva permesso a Berlusconi?
E' stato detto che attraverso l'antiberlusconismo e la focalizzazione della lotta politica unicamente nel contrasto del “mostro” (il conflitto di interessi, il dominio sulle televisioni, i processi, le leggi ad personam, i rapporti attraverso suoi fedelissimi con la criminalità organizzata, il bunga bunga) si sono nascoste e si sono fatte accettare agli italiani le scelte decisive nel solco del liberismo, non a caso realizzate dai governi di centrosinistra, che hanno peggiorato le condizioni di vita dei ceti popolari a vantaggio del grande capitale: la precarizzazione del lavoro, le privatizzazioni, l'ingresso nell'euro senza reti di protezione.
In parte ciò è vero ma questo non significa che l'antiberlusconismo non fosse fondato su ragioni sacrosante. Ed esso si componeva in realtà di due anime; quella legalitaria (Di Pietro, Travaglio) e quella dell'area PD- Repubblica.
La prima, rappresentata oggi dal Movimento 5 Stelle e dal Fatto Quotidiano, ha mantenuto coerentemente le sue posizioni continuando a contrastare i provvedimenti “berlusconiani” anche se firmati da Renzi.
E' la seconda, la più forte e la più influente sui mezzi di comunicazione di massa e cioè l'area PD-Repubblica, che ha contraddetto con Renzi e per Renzi le cose sostenute per un ventennio contro Berlusconi e l'opposizione che aveva condotto anche sul piano culturale: cose che evidentemente nulla avevano a che fare con un diverso modello di società ma solo la finalità strumentale di partecipare, da posizioni di forza, alla spartizione del bottino. Per quanto riguarda il PD non vi è stata alcuna "mutazione genetica": quell'organismo politico era finalizzato a servire ben determinati interessi e poteri. Renzi ha semplicemente reso manifesto, nel momento in cui ve ne erano le condizioni e le possibilità, ciò che era stato tenuto ipocritamente nascosto per un ventennio. Qualcosa dovrebbe pur dire la resa incondizionata dei bersaniani e dei dalemiani, espertissimi ed accorti navigatori della politica, al parolaio fiorentino. Tale resa senza condizioni non può derivare unicamente da errori politici e dall'efficace, spudorata, aggressiva condotta del rottamatore. Deve esserci qualcosa di più e di diverso, "ordini di scuderia" a cui non ci si poteva opporre, di fronte ai quali non si era senza macchia e senza paura per poter resistere. Salvo poi di volta in volta riapparire sulla scena per reclamare un proprio posticino al sole, per marcare una propria presunta diversità il cui unico effetto è quello di rafforzare il partito di Renzi convincendo allocchi e creduloni che nel PD esista anche una componente di sinistra.

Quando dunque ci si chiede perché dopo l'antiberlusconismo si è lasciato campo libero al renzismo bisogna rispondersi che ciò è avvenuto perché così ha voluto il duo PD-Repubblica, con i loro quotidiani, con il TG3, con le associazioni collaterali, con le loro manifestazioni, petizioni, campagne di stampa, con gli artisti e gli intellettuali di area. Ora che dal gruppo De Benedetti e dal PD è venuto l'ordine del rompete le righe e di inneggiare al nuovo "duce" i vecchi oppositori, non tutti ovviamente, per i quali l'unica ideologia che conta è quella del “tengo famiglia” e del “Franza o Spagna basta che se magna” si sono prontamente adeguati: politici, intellettuali, artisti, comici, scrittori. Tutti coloro che sono perennemente alla ricerca di soldi pubblici, di un contratto con la Rai, di fare carriera, di farsi pubblicare e pubblicizzare un libro, di poter scrivere su qualche giornale, di continuare a godere delle prebende e dei privilegi di una bella poltrona.
Il loro silenzio sui media è diventato ahimè, fino ad oggi, il silenzio degli italiani, anche di quelli che si oppongono ma a cui sono negati lo spazio e la visibilità per far ascoltare la propria voce.


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