E' assolutamente sbagliato ridurre la politica ad una questione di legalità che è cosa ben diversa dalla giustizia. Coloro che maggiormente si sono accaniti con ferocia contro il popolo italiano negli ultimi anni - Napolitano, Monti, la Fornero, Renzi, Marchionne - a quanto risulta hanno la fedina penale pulita. Legalità non coincide con il buon governo e non necessariamente ha a che fare con la soluzione dei problemi sociali.
Ma la questione degli impresentabili - coloro che sono stati candidati nonostante siano stati condannati in via non definitiva o inquisiti per reati contro la pubblica amministrazione o il patrimonio o addirittura per rapporti con la criminalità organizzata - non è un semplice dettaglio.
E' la condizione minima per l'agibilità delle istituzioni: come chiedere che un medico o un ingegnere o un professore siano laureati o che un autista di un mezzo pubblico non abusi dell'alcool e non faccia uso di droghe.
Se si è scelto di pagare un alto prezzo di immagine nel candidarli è perché costoro, con le proprie relazioni e la propria popolarità sul territorio, portano voti. E ciò presuppone che in qualche modo dopo la consultazione elettorale, anche se non eletti, dovranno essere "retribuiti". Il fatto che anche il Partito Democratico di Renzi e non solo le coalizioni costruite da Forza Italia non abbia potuto fare a meno di includere nelle proprie liste tali personaggi - a partire ovviamente da Vincenzo De Luca, lo sceriffo di Salerno - è emblematico della mission che si è attribuito il parolaio fiorentino: accumulare ad ogni costo più potere possibile per realizzare il programma del grande capitale internazionale.
E dunque il 31 maggio, per allargare la crepa che sta incrinando la debole costruzione del regime renziano, bisogna andare a votare per sconfiggere i candidati del PD.
L'elenco degli impresentabili indicati dalla Commissione parlamentare Antimafia guidata da Rosy Bindi
da Il Fatto Quotidiano
Lista con sorpresa per il Partito Democratico. Nell’elenco dei 16 nomi la lista dei candidati “impresentabili” alle elezioni regionali del 31 maggio, resa nota dalla Commissione parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindi, c’è anche quello di Vincenzo De Luca, candidato del centrosinistra alla presidenza della Campaniasul quale pende la spada di Damocle della legge Severino. Una sorpresa per il Pd, e in primis per Matteo Renzi che nei giorni scorsi prevedeva all’unisono con il vicesegretario Lorenzo Guerini: “Nessuno del Pd tra gli impresentabili”. “Mai visto dibattito così autoreferenziale e lontano dalla realtà – scriveva ancora questa mattina il premier nella sua Enews – nessuno di loro verrà eletto”. “Denuncio la Bindi per diffamazione“, la prima reazione di De Luca, che sfida la presidente della commissione Antimafia a “un dibattito pubblico per sbugiardarla”, fanno sapere dal suo staff. Sul versante opposto della barricata, quella del centrodestra, il candidato alla presidenza della Regione Stefano Caldoro ha fatto sapere di aver chiesto “personalmente” un passo indietro a uno dei candidati giudicati impresentabili, Francesco Plaitano: “Il punto – dice Caldoro – è che di fronte a reati di mafiae camorra non bisogna avere alcuna titubanza”. Quindi su De Luca: “E’ ineleggibile. La sua è una candidatura contro la legge, oltre la legge”.
Impresentabili in Campania: c’è anche Sandra Mastella
Secondo la Commissione, che ha presentato i risultati del proprio lavoro in una conferenza stampa poco dopo le 14,30 al termine dell’Ufficio di presidenza e della seduta plenaria della Commissione, sono 13 e tutti campani i candidati impresentabili alle Regionali, oltre ai 4 pugliesi i cui nomi sono trapelati nei giorni scorsi. Ecco i nomi: il candidato presidente del Pd Vincenzo De Luca, Antonio Ambrosio di Forza Italia, Luciano Passariellodi Fratelli d’Italia, Sergio Nappi di ‘Caldoro presidente’,Fernando Errico di Ncd, Alessandrina Lonardi di Forza Italia,Francesco Plaitano di Popolari per l’Italia, Antonio Scalzone eRaffaele Viscardi entrambi di Popolari per l’Italia, Domenico Elefante di Centro democratico-Scelta civica, Carmela Grimaldi (che, come De Luca, ha annunciato di voler denunciare per diffamazione i componenti dell’Antimafia) della lista Campania in rete e Alberico Gambino della lista Meloni Fdi. Tra questi, dunque, ci sono anche il candidato del centro sinistra in Campania, sulla cui candidatura pende la spada di Damocle dellalegge Severino, e Sandra Lonardo, moglie dell’ex ministroClemente Mastella. “Si sa benissimo per quale motivi sono stati inseriti nelle liste – ha spiegato la presidente della Commissione – perché portano voti, forse proprio perché sono impresentabili”.Non c’è più invece Biagio Iacolare dell’Udc che in un primo momento era stato iscritto tra i “casi di prescrizione per reati rientranti nel codice di autoregolamentazione con giudizio ancora pendente”, ma solo perché la Cassazione non aveva ancora registrato la sentenza finale.
Secondo la Commissione, che ha presentato i risultati del proprio lavoro in una conferenza stampa poco dopo le 14,30 al termine dell’Ufficio di presidenza e della seduta plenaria della Commissione, sono 13 e tutti campani i candidati impresentabili alle Regionali, oltre ai 4 pugliesi i cui nomi sono trapelati nei giorni scorsi. Ecco i nomi: il candidato presidente del Pd Vincenzo De Luca, Antonio Ambrosio di Forza Italia, Luciano Passariellodi Fratelli d’Italia, Sergio Nappi di ‘Caldoro presidente’,Fernando Errico di Ncd, Alessandrina Lonardi di Forza Italia,Francesco Plaitano di Popolari per l’Italia, Antonio Scalzone eRaffaele Viscardi entrambi di Popolari per l’Italia, Domenico Elefante di Centro democratico-Scelta civica, Carmela Grimaldi (che, come De Luca, ha annunciato di voler denunciare per diffamazione i componenti dell’Antimafia) della lista Campania in rete e Alberico Gambino della lista Meloni Fdi. Tra questi, dunque, ci sono anche il candidato del centro sinistra in Campania, sulla cui candidatura pende la spada di Damocle dellalegge Severino, e Sandra Lonardo, moglie dell’ex ministroClemente Mastella. “Si sa benissimo per quale motivi sono stati inseriti nelle liste – ha spiegato la presidente della Commissione – perché portano voti, forse proprio perché sono impresentabili”.Non c’è più invece Biagio Iacolare dell’Udc che in un primo momento era stato iscritto tra i “casi di prescrizione per reati rientranti nel codice di autoregolamentazione con giudizio ancora pendente”, ma solo perché la Cassazione non aveva ancora registrato la sentenza finale.
De Luca “impresentabile” per le accuse di concussione e truffa
La vicenda per la quale Vincenzo De Luca è stato inserito nella lista dei cosiddetti “impresentabili” risale al 1998 e riguarda un’inchiesta della Procura di Salerno incentrata sulla richiesta di cassa integrazione per circa 200 operai dell’ex Ideal Standard. Secondo l’accusa, la cassa integrazione fu sollecitata dallo stesso De Luca inassenza dei presupposti di legge. Un altro filone dell’inchiesta è relativo alla richiesta degli oneri di urbanizzazione ad alcuni imprenditori interessati alla realizzazione di una struttura sempre nella zona orientale della città. Il rinvio a giudizio per De Luca e per altri 46 imputati è arrivato nel 2008. I reati contestati all’ex primo cittadino di Salerno sono di concussione (in relazione alla richiesta degli oneri di urbanizzazione) e di truffa (per la concessione della cassa integrazione). Lo stesso De Luca, che più volte nel corso degli anni ha commentato la vicenda, ha rinunciato alla prescrizione “relativamente ai delitti per i quali era maturato il relativo decorso”.
La vicenda per la quale Vincenzo De Luca è stato inserito nella lista dei cosiddetti “impresentabili” risale al 1998 e riguarda un’inchiesta della Procura di Salerno incentrata sulla richiesta di cassa integrazione per circa 200 operai dell’ex Ideal Standard. Secondo l’accusa, la cassa integrazione fu sollecitata dallo stesso De Luca inassenza dei presupposti di legge. Un altro filone dell’inchiesta è relativo alla richiesta degli oneri di urbanizzazione ad alcuni imprenditori interessati alla realizzazione di una struttura sempre nella zona orientale della città. Il rinvio a giudizio per De Luca e per altri 46 imputati è arrivato nel 2008. I reati contestati all’ex primo cittadino di Salerno sono di concussione (in relazione alla richiesta degli oneri di urbanizzazione) e di truffa (per la concessione della cassa integrazione). Lo stesso De Luca, che più volte nel corso degli anni ha commentato la vicenda, ha rinunciato alla prescrizione “relativamente ai delitti per i quali era maturato il relativo decorso”.
Tutti i reati degli altri impresentabili
Antonio Agostino Ambrosio (lista Forza Italia, candidato Caldoro) è stato condannato per concussione (reato poi estinto per patteggiamento) e è in attesa di giudizio per tentata concussione; Luciano Passariello (lista Fratelli d’Italia, Caldoro presidente)rinviato a giudizio per impiego di denaro, beni o utilità diprovenienza illecita aggravato da abuso dei poteri d’ufficio); Sergio Nappi (consigliere regionale uscente, candidato nella lista Caldoro presidente) rinviato a giudizio per tentata concussione; Fernando Errico (lista Ncd Campania popolare, Caldoro presidente) ha pendenti due processi per concussione e per concussione continuata in concorso; Alessandrina Lonardo (Forza Italia, Caldoro presidente), la moglie di Clemente Mastella ha un processo pendente in fase di giudizio per concussione; FrancescoPlaitano (di Popolari per l’Italia, Caldoro presidente) imputato per ruolo direttivo in associazione mafiosa e condannato in primo grado per estorsione, pende l’appello; Antonio Scalzone (di Popolari per l’Italia, Caldoro presidente) processato per associazione mafiosa; Raffaele Viscardi (Popolari per l’Italia, Caldoro presidente) rinviato a giudizio per corruzione e abuso d’ufficio; Domenico Elefante (Centro democratico-Scelta civica, Caldoro presidente) condannato in 1° e 2° grado per concussione, reato prescritto; Carmela Grimaldi (lista Campania in rete, candidato presidente De Luca) rinviata a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e partecipazione ad associazione finalizzata a traffico di stupefacenti, accuse da cui è stataassolta ma contro cui pende un processo d’appello proposto dalla procura generale della Corte d’appello di Salerno; Alberico Gambino (lista Meloni-Fratelli d’Italia) condannato per concussione, giudizio contro cui pende l’appello.
Antonio Agostino Ambrosio (lista Forza Italia, candidato Caldoro) è stato condannato per concussione (reato poi estinto per patteggiamento) e è in attesa di giudizio per tentata concussione; Luciano Passariello (lista Fratelli d’Italia, Caldoro presidente)rinviato a giudizio per impiego di denaro, beni o utilità diprovenienza illecita aggravato da abuso dei poteri d’ufficio); Sergio Nappi (consigliere regionale uscente, candidato nella lista Caldoro presidente) rinviato a giudizio per tentata concussione; Fernando Errico (lista Ncd Campania popolare, Caldoro presidente) ha pendenti due processi per concussione e per concussione continuata in concorso; Alessandrina Lonardo (Forza Italia, Caldoro presidente), la moglie di Clemente Mastella ha un processo pendente in fase di giudizio per concussione; FrancescoPlaitano (di Popolari per l’Italia, Caldoro presidente) imputato per ruolo direttivo in associazione mafiosa e condannato in primo grado per estorsione, pende l’appello; Antonio Scalzone (di Popolari per l’Italia, Caldoro presidente) processato per associazione mafiosa; Raffaele Viscardi (Popolari per l’Italia, Caldoro presidente) rinviato a giudizio per corruzione e abuso d’ufficio; Domenico Elefante (Centro democratico-Scelta civica, Caldoro presidente) condannato in 1° e 2° grado per concussione, reato prescritto; Carmela Grimaldi (lista Campania in rete, candidato presidente De Luca) rinviata a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e partecipazione ad associazione finalizzata a traffico di stupefacenti, accuse da cui è stataassolta ma contro cui pende un processo d’appello proposto dalla procura generale della Corte d’appello di Salerno; Alberico Gambino (lista Meloni-Fratelli d’Italia) condannato per concussione, giudizio contro cui pende l’appello.
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