"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 13 aprile 2014

Perché votare l'Altra Europa con Tsipras alle elezioni europee



Siamo tutti consapevoli della drammatica crisi economica e sociale che stiamo vivendo in Italia ed in Europa e che vede nel massacro sociale a cui è stato sottoposto il popolo greco la sua punta più indegna e più vergognosa.
L'aspetto paradossale è che la crisi nasce dal liberismo, dalla deregulation dei mercati finanziari internazionali che nel momento dell'esplosione della bolla speculativa ha trascinato nel baratro prima colossi bancari mondiali e poi le finanze degli stessi Stati nazionali, ma è con massicce dosi di liberismo che si pretende di curarla.
In Italia si è passati dal campione del capitalismo liberista-nazionale Berlusconi a quello del capitalismo liberista-finanziario Mario Monti per arrivare, dopo la scialba esperienza attendista di Enrico Letta, al liberismo-populista di Matteo Renzi, autentica macchina da guerra del marketing politico. La dimostrazione che oggi in Italia il sistema capitalista ha bisogno di ritrovare nel voto la legittimazione del proprio dominio e dei massacri sociali che sta operando e che intende operare.

Opporsi alle politiche dell'Unione Europea da sinistra e non da destra. E' indispensabile opporsi alle politiche dell'Unione Europea di cui il PD è in Italia il fedele esecutore ma stando bene attenti a non confondersi con le destre populiste che attaccano euro ed Istituzioni comunitarie cavalcando egoismi nazionali, razzismo e xenofobia, predisponendosi ad attentare ai diritti civili e del lavoro, riproponendo, con le armi della svalutazione competitiva e del protezionismo, la stessa pretesa 'terra promessa' capitalista dei liberisti fondata su impresa privata, mercato, crescita e consumi infiniti, competizione, abolizione delle regole. L'Altra Europa con Tsipras, nella sua visione alternativa, prospetta invece intervento pubblico nell'economia, beni comuni, riconversione ecologica delle attività produttive e salvaguardia del territorio, giustizia sociale ed eguaglianza, solidarietà tra i popoli, internazionalismo, difesa dei diritti civili e del lavoro. Se non è pensabile che la candidatura Tsipras possa risultare vincente per la carica di Presidente della Commissione europea è però indiscutibile che tanto più ampio sarà il consenso che riuscirà a conquistare alle elezioni tanto più sarà in grado di influenzare da sinistra le politiche della maggioranza PSE-PPE impedendo che queste si ritrovino le destre estreme come unici interlocutori ed oppositori risultandone inesorabilmente condizionati.

Contrastare le politiche di Renzi costruendo in Italia uno spazio politico alternativo di Sinistra. Chi vuole esprimere un messaggio politicamente corretto, anche tra i sostenitori della Lista Tsipras, ci dice che il voto del prossimo 25 maggio è un voto per l'Europa e non l'Italia, perché è ormai nelle istituzioni europee che si prendono le decisioni fondamentali per i cittadini del vecchio continente. In realtà di fronte a Matteo Renzi che cerca con il voto per le europee di ottenere la legittimazione popolare per il proprio mandato 'costituente' la preferenza che si esprime per la Lista Tsipras ha anzitutto il valore di dire no al progetto politico del parolaio fiorentino: no alla svolta autoritaria dell'Italicum e della controriforma costituzionale, no al jobs act, no allo smantellamento del welfare e del pubblico. Un significativo successo della Lista Tsipras (pur con tutti i limiti e i difetti che la contraddistinguono e che sarebbe ingenuo ignorare) può consentire l'inizio di una nuova stagione politica in Italia, aprire la prospettiva della costruzione di un'alternativa di Sinistra, sventare il tentativo di Renzi di cancellare nel nostro Paese tutto ciò che resta della democrazia (almeno di quella 'nominale'). Da questo punto di vista non è vero che il voto è inutile e che l'astensione è la più efficace forma di opposizione. La propaganda con cui il mainstream informativo si appresta ad inondarci si fonda sulle percentuali di voto conseguite e riduce e minimizza l'astensione a mero dato sociologico. Per questo, per impedire a Renzi ed al PD di apparire come l'unico vincitore (anche se solo per la rinuncia ad esprimere la propria preferenza da parte di chi lo contrasta) è utile ogni voto dato alla lista Tsipras.

Sostenere Tsipras e Syriza per la Grecia e per l'Europa. L'Unione Europea non ha imposto le proprie politiche liberiste con la forza delle armi ma per la volontà delle classi dirigenti delle nazioni che la compongono. Come scrive Brancaccio in troppi sono condizionati dall'illusione del vincolo esterno dell'Europa: il “ce lo chiede l'Europa” nella visione del capitalismo liberista come presupposto della modernizzazione ed il “via dall'Europa” quale condizione indispensabile degli antieuropeisti per riconquistare democrazia e giustizia sociale. Secondo costoro nulla si può fare senza questa Europa o con questa Europa. Per rovesciare le politiche dell'Unione Europea che non ha un'identità in sé se non come somma algebrica delle politiche degli Stati che la compongono è indispensabile che cambino gli equilibri politici a livello nazionale: la Sinistra - quella vera e non quella falsa e truffaldina di Renzi, di Hollande, di Zapatero o della SPD tedesca - deve diventare maggioranza in Italia, in Francia, in Spagna, in Germania. La candidatura di Alexis Tsipras, il leader di Syriza il partito della sinistra radicale greca, alla Commissione Europea può aiutarlo a vincere le elezioni politiche nazionali in quanto un consistente consenso raggiunto a livello europeo non può che accrescerne credibilità e prestigio nel suo Paese. Se la Grecia è stata la cavia su cui sono state applicate e sperimentate le politiche della macelleria sociale liberista, la Grecia può diventare l'esempio di come si esce dalla crisi da sinistra e di come ci si oppone da sinistra ai diktat europei. Un modello concreto da imitare per gli altri Paesi in crisi che può scatenare un effetto domino tale da cambiare radicalmente le politiche europee.



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