Il patto del Nazareno è la versione
moderna della P2.
Lo è nei programmi (la rottamazione
della Costituzione e dei principi fondanti della Repubblica, la
cancellazione del pluralismo, l'intenzione di rendere inoffensive e
subalterne le Istituzioni di garanzia, il varo di una legge
elettorale che unisce il carattere maggioritario ed antidemocratico
con la designazione di gran parte degli eletti da parte delle
segreterie dei partiti, lo smantellamento dei corpi intermedi a
partire dai Sindacati), nella segretezza intollerabile in democrazia
che ne avvolge i contenuti, nell'ascendente massonico di gran parte
degli attori in gioco.
Non è pensabile che chi ha concepito
questo progetto di eversione dei principi democratici enunciati nella
Costituzione nata dalla Resistenza ed ha la maggioranza in Parlamento, grazie ad una legge elettorale incostituzionale, possa tollerare la presenza al
Quirinale, nel ruolo chiave di Presidente della Repubblica, di
qualcuno che possa mettersi di traverso alla sua realizzazione. Il
profilo ideale del Patto del Nazareno è quello di un Presidente,
possibilmente una figura di secondo piano, politicamente succube a
Renzi e Berlusconi (e cioè che perpetui la retorica delle “riforme”,
pronto a sciogliere le Camere in base all convenienze del parolaio
fiorentino, disposto alla riabilitazione politica di Berlusconi
condannato per evasione fiscale). Esiste è vero il tema del
rinnovamento e dell'opportunità di dare in pasto all'opinione pubblica un
personaggio non manifestamente compromesso. Per quanto sia oggi sui
media un tema messo sotto il tappeto, ciò potrebbe giocare a favore di
qualche outsider (Piero Grasso?) che unisca il carattere di novità
alla lealtà verso il Renzusconi.
Purtroppo i rapporti di forza in
Parlamento non consentono nemmeno lontanamente di sperare
nell'elezione di un Presidente galantuomo, in grado di rappresentare
tutti i cittadini, garante della Costituzione e dei principi
democratici.
Ciò in cui, al massimo, si può sperare è in un Presidente, pur organico ai poteri dominanti e pur
corresponsabile dei mali italiani, che non sia diretta espressione
del Patto del Nazareno, che possa mantenere una sua indipendenza ed
una sua autonoma forza in grado di consentirgli di dire anche dei no
alle peggiori intenzioni renziane. In questa ottica, necessariamente
difensiva, sono pertanto da apprezzare i tentativi di Vendola e dei
Cinque di Stelle di incunearsi nel fronte berlusconiano-renziano con
le candidature di Prodi e Bersani.
Vedremo come andrà a finire ma, intanto, dobbiamo essere sempre più consapevoli che esiste una voragine tra NOI, i comuni cittadini, e LORO, le élite politiche ed economiche dominanti e che le Istituzioni rappresentative sono sempre meno espressione della Democrazia essendo state occupate "militarmente" dalle cricche della malapolitica e del malaffare. Il massimo degli sforzi per costruire l'Alternativa ed un sistema autenticamente democratico va dunque fatto al di fuori dei Palazzi e sul piano sociale e culturale.
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