Grande è la confusione sotto il cielo
ma non so se ciò renda, non me ne voglia il compagno Mao Tse-tung,
la situazione favorevole.
Grande è la confusione sotto il cielo
della Sinistra, in Italia e nel mondo. Una confusione che è figlia,
da un lato, della frustrazione e del senso di impotenza di chi vede
il baratro – morale, sociale, politico, economico – nel quale
siamo precipitati ma non riesce ad individuare un modo per
riscattarci e per salvarci e, dall'altro, è conseguenza del fatto
che sono venuti meno gli schemi mentali, i punti di riferimento
ideali attraverso i quali potevamo indicare ed indicarci dal punto di vista collettivo ciò che è
bene e ciò che è male, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e
i mezzi per perseguire il bene e il giusto.
Nella mia visione, pragmatica e
rudimentale e di questo chiedo preventivamente comprensione e
perdono ai cultori e ai custodi dei Dogmi e della Dottrina, la
Sinistra è la parte politica che vuole per ciascun essere umano la
possibilità di esprimere il meglio di sé stesso e di cercare la
propria felicità coltivando la propria natura, il proprio talento,
le proprie inclinazioni e che ritiene, perché ciò possa
realizzarsi, che ciascun essere umano sia liberato dalla schiavitù
del bisogno. Dunque che ciò che viene prodotto possa essere
equamente distribuito tra tutti, perché a nessuno manchi ciò che è
necessario per vivere, e che collettivamente possiamo decidere cosa,
quanto e in che modo produrre.
Recita l'articolo 3 della Costituzione
(e mi sembra che possa spiegare egregiamente ciò che dovrebbe essere
e dovrebbe perseguire la Sinistra):
Tutti
i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione,
di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.È
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.
La confusione sotto il cielo della
Sinistra nasce, a mio avviso, dalla scissione arbitraria e
schizofrenica tra i due elementi che ne rappresentano gli elementi
costitutivi: obiettivi da perseguire e mezzi per realizzarli.
Così c'è chi può continuare a
definirsi di Sinistra solo per il fatto di enunciarne ipocritamente
principi e valori: diritti, emancipazione, libertà, solidarietà,
opportunità. Ma appunto si tratta di vuote ed ipocrite affermazioni
(le “boldrinate”) quando non si fondano su di una trasformazione
egualitaria della struttura dei rapporti economici, anzi sono proprio
questi “progressisti” gli autori materiali (o i loro complici o
gli inetti spettatori che non si rendono conto di ciò che gli
succede intorno) dei processi che accentrano sempre più in poche
mani la ricchezza e rendono schiavi tutti gli altri.
A tutti costoro, a cominciare dalla
nostra (si fa per dire) Presidentessa della Camera, bisognerebbe
ricordare ciò che scriveva Sandro Pertini: “Si
può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella
miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come
mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero.
“
Nel contempo abbiamo le destre che
tuonano, e attraverso questo conquistano il consenso popolare e
l'attenzione di una parte del popolo della Sinistra, contro gli
strumenti con cui la dittatura del capitalismo finanziario realizza i
suoi tragici e perversi effetti : l'euro e l'unione europea, la
globalizzazione, la guerra al ribasso per i salari condotta anche
attraverso i migranti, la progressiva cancellazione del sistema
pensionistico pubblico, le “controriforme” del welfare e del
diritto del lavoro. Solo che insieme alla contestazione del
capitalismo finanziario da queste destre bisogna prendersi (il
“fusarismo”?) anche il pacchetto dei valori tradizionali: Dio,
Patria e Famiglia. Con annessi xenofobia, omofobia e via discorrendo e facendo assurgere presepi e canti di Natale alla funzione di linea Maginot della nostra "civiltà" .
Il tragico problema dei migranti
diventa così da questione anzitutto sociale e conseguenza
dell'imperialismo militare ed economico occidentale una questione
religiosa e razziale e il tentativo dell'Islam di travolgere le
nostre tradizioni e la nostra identità. Come se poi tradizioni e
identità potessero essere cristallizzate una volta per sempre e non
essere destinate, come sempre accaduto nella storia, ad un continuo
processo di evoluzione e di meticciamento.
Ora in politica vale la regola del “mai
dire mai”, si può anche prendere in considerazione il sostegno
tattico e contingente o addirittura l'alleanza con un “nemico” se
ciò può essere utile a sconfiggere o, almeno, a mettere in
difficoltà un altro “nemico” in quel momento più distruttivo e
letale, mi rendo conto che l'odio - ingigantito dalla consapevolezza
dell'impotenza - verso la dittatura dell'Unione Europea e del mondo
delle multinazionali (i cui esecutori sono in Italia il renzismo ed
in Francia Hollande e Sarkozy) possa giustificare qualunque scelta e
qualunque voto contingente, però a chi si trova a fare il tifo per la Le Pen o Orban contro il Grande Capitale Sovranazionale deve essere ben chiara una cosa. Le destre populiste, nazionaliste, anti-euro ed anti-Europa,
fasciste o para-fasciste che vediamo affermarsi e conquistare spazio
in tutta Europa (si pensi appunto all'Ungheria o alla Polonia, al Front
National in Francia, alla Lega in Italia mentre il Movimento 5 Stelle
che è fenomeno ben più complesso e controverso lo lascerei fuori da
questo elenco) non combattono l'oppressione del capitalismo
finanziario per realizzare l'emancipazione e la liberazione
dell'individuo. La loro ideologia è impregnata di autoritarismo,
gerarchismo, classismo, razzismo; la componente sociale delle proprie
proposte ha una natura paternalista e non egualitaria. Combattono
(dicono di combattere) il capitalismo sovranazionale e globalizzato
per tornare a forme di capitalismo nazionale e protetto, esaltando il
ruolo non dei lavoratori ma degli imprenditori medi e piccoli come se
anche per questi il profitto non giustificasse sfruttamento del
lavoro, distruzione dell'ambiente, illegalità (corruzione, evasione
fiscale e contributiva).
Pensare di potersi accodare alle destre
nazionaliste e xenofobe nella lotta contro l'euro e l'Unione Europea,
nella convinzione che una volta vinta questa guerra sarebbero
ripristinate le condizioni economiche e politiche per la sovranità
popolare e per le politiche sociali, è un tragico errore, è
totalmente illusorio e miope. Non vi sarebbe alcun nuovo spazio per
una libera lotta politica come se senza l'euro venisse magicamente
meno anche la struttura dell'organizzazione economica e dei rapporti
di forza militari internazionali. Queste destre sono storicamente il
piano B del Capitale: quando non regge più l'inganno delle
democrazie liberali si ricorre allo squadrismo, al manganello, alle
bombe (naturalmente nelle forme contingenti e particolari del
momento). Dal regime del capitalismo finanziario passeremmo ad un
regime capitalista “tradizionalmente” autoritario e la storia
europea del '900 ci mostra quante volte le forze reazionarie hanno
utilizzato la promessa di misure sociali per acquisire consenso
popolare e scalare il potere.
Una proposta di Alternativa di Sinistra si regge invece su due gambe: il diritto all'autodeterminazione di ogni individuo e la collettivizzazione dell'economia. Se manca una delle due gambe si perde ogni credibilità, la costruzione politica non regge e crolla.
La Sinistra riparte e ritorna credibile
nell'unitarietà e nella coerenza di Pensiero e Azione e se
riacquista la capacità di comunicare e di mettersi in sintonia con i
ceti popolari. Altrimenti non sorprendiamoci (e soprattutto
asteniamoci da giudizi moralistici) se questi affidano le proprie
speranze e le proprie paure a Grillo o Salvini.
C'è un ultimo ma non secondario
elemento che deve essere a mio avviso sottolineato. Oggi la priorità
per una proposta di Sinistra di Alternativa è anche quella di
riconoscere e denunciare che le elezioni sono una trappola, sono un
gioco truccato nello squilibrio di risorse delle forze in campo nel quale perdi sempre, soprattutto con il
maggioritario e il ballottaggio che comunque ti costringono a
scegliere tra opzioni che escludono la rappresentanza di larga parte
degli interessi popolari e dei principi autenticamente progressisti. Sempre più le cosiddette Istituzioni democratiche sono modellate secondo la logica della governance delle società per azioni in cui una piccola minoranza, grazie a patti di sindacato e complicati sistemi di scatole cinesi, può decidere per tutti.
In assenza di una reale democrazia economica la pretesa democraticità dei regimi occidentali e la retorica delle libere elezioni perdono ogni legame con la realtà: l'unico vero potere è quello dei soldi. Le elezioni non te le fanno vincere (con il terrorismo e le stragi contro il PCI; quando va bene con il bombardamento dei media di regime), se le vinci non ti fanno attuare i programmi per i quali sei stato votato (Syriza in Grecia), se le vinci e metti in pratica i tuoi programmi ti scatenano contro la guerra economica e non solo (il Venezuela).
In assenza di una reale democrazia economica la pretesa democraticità dei regimi occidentali e la retorica delle libere elezioni perdono ogni legame con la realtà: l'unico vero potere è quello dei soldi. Le elezioni non te le fanno vincere (con il terrorismo e le stragi contro il PCI; quando va bene con il bombardamento dei media di regime), se le vinci non ti fanno attuare i programmi per i quali sei stato votato (Syriza in Grecia), se le vinci e metti in pratica i tuoi programmi ti scatenano contro la guerra economica e non solo (il Venezuela).
In queste condizioni, la Sinistra in
Italia deve concentrare i propri sforzi e le proprie poche risorse
nel dare vita ad un partitino condannato all'impotenza ed alla
marginalità elettorale e politica, deve continuare a discutere di percentuali e presunti mali minori legittimando la truffa di cui siamo vittime oppure deve battere altre strade, altri
terreni, altre forme di lotta politica e dedicarsi alla costruzione
di un movimento di massa auto-organizzato ed in grado di essere
riconosciuto quale espressione di contropotere democratico e
popolare?
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