"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

domenica 20 dicembre 2015

Grande è la confusione sotto il cielo della Sinistra


Salvini e la Le Pen secondo Luca Peruzzi


Grande è la confusione sotto il cielo ma non so se ciò renda, non me ne voglia il compagno Mao Tse-tung, la situazione favorevole.
Grande è la confusione sotto il cielo della Sinistra, in Italia e nel mondo. Una confusione che è figlia, da un lato, della frustrazione e del senso di impotenza di chi vede il baratro – morale, sociale, politico, economico – nel quale siamo precipitati ma non riesce ad individuare un modo per riscattarci e per salvarci e, dall'altro, è conseguenza del fatto che sono venuti meno gli schemi mentali, i punti di riferimento ideali attraverso i quali potevamo indicare ed indicarci dal punto di vista collettivo ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e i mezzi per perseguire il bene e il giusto.
Nella mia visione, pragmatica e rudimentale e di questo chiedo preventivamente comprensione e perdono ai cultori e ai custodi dei Dogmi e della Dottrina, la Sinistra è la parte politica che vuole per ciascun essere umano la possibilità di esprimere il meglio di sé stesso e di cercare la propria felicità coltivando la propria natura, il proprio talento, le proprie inclinazioni e che ritiene, perché ciò possa realizzarsi, che ciascun essere umano sia liberato dalla schiavitù del bisogno. Dunque che ciò che viene prodotto possa essere equamente distribuito tra tutti, perché a nessuno manchi ciò che è necessario per vivere, e che collettivamente possiamo decidere cosa, quanto e in che modo produrre.

Recita l'articolo 3 della Costituzione (e mi sembra che possa spiegare egregiamente ciò che dovrebbe essere e dovrebbe perseguire la Sinistra):

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. 

La confusione sotto il cielo della Sinistra nasce, a mio avviso, dalla scissione arbitraria e schizofrenica tra i due elementi che ne rappresentano gli elementi costitutivi: obiettivi da perseguire e mezzi per realizzarli.
Così c'è chi può continuare a definirsi di Sinistra solo per il fatto di enunciarne ipocritamente principi e valori: diritti, emancipazione, libertà, solidarietà, opportunità. Ma appunto si tratta di vuote ed ipocrite affermazioni (le “boldrinate”) quando non si fondano su di una trasformazione egualitaria della struttura dei rapporti economici, anzi sono proprio questi “progressisti” gli autori materiali (o i loro complici o gli inetti spettatori che non si rendono conto di ciò che gli succede intorno) dei processi che accentrano sempre più in poche mani la ricchezza e rendono schiavi tutti gli altri.
A tutti costoro, a cominciare dalla nostra (si fa per dire) Presidentessa della Camera, bisognerebbe ricordare ciò che scriveva Sandro Pertini: Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero.
Nel contempo abbiamo le destre che tuonano, e attraverso questo conquistano il consenso popolare e l'attenzione di una parte del popolo della Sinistra, contro gli strumenti con cui la dittatura del capitalismo finanziario realizza i suoi tragici e perversi effetti : l'euro e l'unione europea, la globalizzazione, la guerra al ribasso per i salari condotta anche attraverso i migranti, la progressiva cancellazione del sistema pensionistico pubblico, le “controriforme” del welfare e del diritto del lavoro. Solo che insieme alla contestazione del capitalismo finanziario da queste destre bisogna prendersi (il “fusarismo”?) anche il pacchetto dei valori tradizionali: Dio, Patria e Famiglia. Con annessi xenofobia, omofobia e via discorrendo e facendo assurgere presepi e canti di Natale alla funzione di linea Maginot della nostra "civiltà" .
Il tragico problema dei migranti diventa così da questione anzitutto sociale e conseguenza dell'imperialismo militare ed economico occidentale una questione religiosa e razziale e il tentativo dell'Islam di travolgere le nostre tradizioni e la nostra identità. Come se poi tradizioni e identità potessero essere cristallizzate una volta per sempre e non essere destinate, come sempre accaduto nella storia, ad un continuo processo di evoluzione e di meticciamento.
Ora in politica vale la regola del “mai dire mai”, si può anche prendere in considerazione il sostegno tattico e contingente o addirittura l'alleanza con un “nemico” se ciò può essere utile a sconfiggere o, almeno, a mettere in difficoltà un altro “nemico” in quel momento più distruttivo e letale, mi rendo conto che l'odio - ingigantito dalla consapevolezza dell'impotenza - verso la dittatura dell'Unione Europea e del mondo delle multinazionali (i cui esecutori sono in Italia il renzismo ed in Francia Hollande e Sarkozy) possa giustificare qualunque scelta e qualunque voto contingente, però a chi si trova a fare il tifo per la Le Pen o Orban contro il Grande Capitale Sovranazionale deve essere ben chiara una cosa. Le destre populiste, nazionaliste, anti-euro ed anti-Europa, fasciste o para-fasciste che vediamo affermarsi e conquistare spazio in tutta Europa (si pensi appunto all'Ungheria o alla Polonia, al Front National in Francia, alla Lega in Italia mentre il Movimento 5 Stelle che è fenomeno ben più complesso e controverso lo lascerei fuori da questo elenco) non combattono l'oppressione del capitalismo finanziario per realizzare l'emancipazione e la liberazione dell'individuo. La loro ideologia è impregnata di autoritarismo, gerarchismo, classismo, razzismo; la componente sociale delle proprie proposte ha una natura paternalista e non egualitaria. Combattono (dicono di combattere) il capitalismo sovranazionale e globalizzato per tornare a forme di capitalismo nazionale e protetto, esaltando il ruolo non dei lavoratori ma degli imprenditori medi e piccoli come se anche per questi il profitto non giustificasse sfruttamento del lavoro, distruzione dell'ambiente, illegalità (corruzione, evasione fiscale e contributiva).
Pensare di potersi accodare alle destre nazionaliste e xenofobe nella lotta contro l'euro e l'Unione Europea, nella convinzione che una volta vinta questa guerra sarebbero ripristinate le condizioni economiche e politiche per la sovranità popolare e per le politiche sociali, è un tragico errore, è totalmente illusorio e miope. Non vi sarebbe alcun nuovo spazio per una libera lotta politica come se senza l'euro venisse magicamente meno anche la struttura dell'organizzazione economica e dei rapporti di forza militari internazionali. Queste destre sono storicamente il piano B del Capitale: quando non regge più l'inganno delle democrazie liberali si ricorre allo squadrismo, al manganello, alle bombe (naturalmente nelle forme contingenti e particolari del momento). Dal regime del capitalismo finanziario passeremmo ad un regime capitalista “tradizionalmente” autoritario e la storia europea del '900 ci mostra quante volte le forze reazionarie hanno utilizzato la promessa di misure sociali per acquisire consenso popolare e scalare il potere.

Una proposta di Alternativa di Sinistra si regge invece su due gambe: il diritto all'autodeterminazione di ogni individuo e la collettivizzazione dell'economia. Se manca una delle due gambe si perde ogni credibilità, la costruzione politica non regge e crolla.
La Sinistra riparte e ritorna credibile nell'unitarietà e nella coerenza di Pensiero e Azione e se riacquista la capacità di comunicare e di mettersi in sintonia con i ceti popolari. Altrimenti non sorprendiamoci (e soprattutto asteniamoci da giudizi moralistici) se questi affidano le proprie speranze e le proprie paure a Grillo o Salvini.
C'è un ultimo ma non secondario elemento che deve essere a mio avviso sottolineato. Oggi la priorità per una proposta di Sinistra di Alternativa è anche quella di riconoscere e denunciare che le elezioni sono una trappola, sono un gioco truccato nello squilibrio di risorse delle forze in campo nel quale perdi sempre, soprattutto con il maggioritario e il ballottaggio che comunque ti costringono a scegliere tra opzioni che escludono la rappresentanza di larga parte degli interessi popolari e dei principi autenticamente progressisti. Sempre più le cosiddette Istituzioni democratiche sono modellate secondo la logica della governance delle società per azioni in cui una piccola minoranza, grazie a patti di sindacato e complicati sistemi di scatole cinesi, può decidere per tutti.
In assenza di una reale democrazia economica la pretesa democraticità dei regimi occidentali e la retorica delle libere elezioni perdono ogni legame con la realtà: l'unico vero potere è quello dei soldi. Le elezioni non te le fanno vincere (con il terrorismo e le stragi contro il PCI; quando va bene con il bombardamento dei media di regime), se le vinci non ti fanno attuare i programmi per i quali sei stato votato (Syriza in Grecia), se le vinci e metti in pratica i tuoi programmi ti scatenano contro la guerra economica e non solo (il Venezuela).

In queste condizioni, la Sinistra in Italia deve concentrare i propri sforzi e le proprie poche risorse nel dare vita ad un partitino condannato all'impotenza ed alla marginalità elettorale e politica, deve continuare a discutere di percentuali e presunti mali minori legittimando la truffa di cui siamo vittime oppure deve battere altre strade, altri terreni, altre forme di lotta politica e dedicarsi alla costruzione di un movimento di massa auto-organizzato ed in grado di essere riconosciuto quale espressione di contropotere democratico e popolare?

Nessun commento:

Posta un commento