C'è la melassa stucchevole
dell'informazione natalizia e c'è la réclame senza soste di Renzi,
il Vanna Marchi della politica, che spaccia per successi del suo
governo e segni della rinascita italiana persino meri doveri
dell'Esecutivo: il completamento di opere pubbliche (peraltro
di dubbia utilità) cantierate e finanziate in tempi immemorabili e
qualche manciata di restauri a fronte di uno smisurato patrimonio
artistico e archeologico lasciato nel degrado e nell'incuria.
E poi ci sono le notizie vere, quelle
che dovrebbero essere al centro del dibattito pubblico e sulle quali
costruire le trasmissioni televisive se non fosse più comodo e utile
farlo mistificando la realtà e sfruttando marginali episodi di
cronaca nera o grigia di cui sono protagonisti qualche balordo,
qualche piccolo criminale di strada, qualche falso invalido o qualche
dipendente pubblico assenteista.
Quante trasmissioni televisive hanno
parlato della notizia, sconvolgente e inquietante, dell'aumento
record di morti nel 2015 in Italia, un incremento comparabile a
quello degli anni della guerra?
Non sono ancora disponibili i dati
suddivisi per regione, per classi di età, per sesso, per condizione
sociale ed economica che consentano di trarre conclusioni ma
evidentemente sul banco degli imputati ci sono la crisi ed il taglio
della sanità pubblica. Sono fatti già accertati che con la crisi e
lo smantellamento progressivo del servizio sanitario nazionale molte
persone sono costrette a rinunciare a curarsi e che si sono persi dal
2004 tra
i sette e i dieci anni di vita in buona salute.
E in ogni caso questo dato drammatico
appare l'espressione di un paese vecchio, in declino, depresso
(l'Italia del “letargo
collettivo” secondo il Censis), senza speranze, senza energie,
in cui milioni di persone sono ridotte in povertà, in cui si vive
nel terrore di perdere il lavoro ed in cui quando lo si perde in
un'età avanzata ma con la pensione ancora irraggiungibile ci si
ritrova davanti ogni porta chiusa, in cui a quarant'anni si è
costretti spesso a vivere ancora a casa dei genitori, in cui i
giovani hanno ripreso ad emigrare all'estero per trovare dignità e
opportunità, in cui si muore di più sul lavoro nonostante la
diminuzione degli occupati (ma che strana coincidenza che ciò
succeda con il jobs act e la demolizione dei diritti dei
lavoratori!).
Un Paese in svendita in cui i maggiori
asset produttivi nazionali sono già finiti in mano straniera e ciò
che resta è esposto sui banchetti dei mercati in giro per il mondo:
capitali freschi da far fruttare con le speculazioni finanziarie per
i vecchi proprietari ed un'economia italiana sempre più subalterna
alle multinazionali.
Un Paese sommerso dall'immondizia, nel
quale si mangia sempre peggio quanto più si parla di buon cibo in
televisione, con un'informazione non più attendibile perché in larghissima parte al servizio del
Potere, nel quale l'inquinamento
atmosferico miete più vittime che in qualunque altra parte
d'Europa, nel quale le cento terre dei fuochi disseminate in tutta
Italia diffondono senza soste mali incurabili.
Un Paese in cui le mafie non commettono
più omicidi eclatanti perché ormai hanno vinto, al Sud come al
Nord.
Chi viaggia all'estero riferisce che
anche Paesi non certo all'avanguardia dal punto vista economico e
sociale – come ad esempio Portogallo o Bulgaria o Turchia – si
presentano ben più vitali, efficienti, organizzati dell'Italia delle attese interminabili ai pronto soccorso, delle
strade dissestate e che non conoscono più manutenzione, delle città
sommerse dalle automobili, del degrado dei trasporti pubblici locali
e dei treni per i pendolari.
Sarebbe interessante collegare le
statistiche sulla mortalità con quelle sulla malattia mentale, sul
gioco d'azzardo, sui suicidi, sulla dipendenza dall'alcool e dalle
droghe.
Si tratti di un Grande
Progetto consapevolmente perseguito per ridurre il capitale umano
(ed eliminare così gli esseri meno produttivi e più costosi per le
finanze pubbliche) oppure degli “spiacevoli” effetti collaterali
di politiche ispirate dal più bieco sadismo sociale che chi ha
attuato (Napolitano, Monti, Fornero, Poletti & c.) continua a ritenere
necessarie e inevitabili, non fa differenza.
La realtà è che il pareggio di
bilancio, imposto dall'austerità liberista dell'Unione Europea, si
ottiene con i morti.
Se nell'essere umano, così come nelle
altre specie animali, fosse predominante l'istinto di conservazione
della propria vita e della specie di cui si è parte, si imporrebbe
un cambio di comportamenti. Per l'umanità o quantomeno per la nostra
comunità nazionale significherebbe ridiscutere le forme di
organizzazione sociale ed economica. Richiederebbe ad esempio di
spingere al massimo sulle energie rinnovabili e sul risparmio
energetico invece di perpetuare l'uso sconsiderato di combustibili fossili e dare il via libera ad inceneritori e
trivellazioni petrolifere sotto costa. Oppure imporrebbe di
abbandonare la logica dei tagli lineari alla sanità e di preservare
ad ogni costo livelli di cura dignitosi ed efficaci per tutti.
Semplicemente obbligherebbe tutti a comprendere che il bene comune
non può essere perseguito affidandosi agli “spiriti animali” (leggi: feroci predatori) dei mercati e del capitalismo.
Ma nell'essere umano prevalgono dogmi,
pregiudizi, vanità, idee e bisogni e comportamenti indotti
attraverso il lavaggio del cervello dei media e della pubblicità, manovrati da chi detiene il potere economico.
Così continuiamo a vedere il maggior
pericolo alla nostra esistenza nei rom, nei profughi, nei lavavetri o
nei topi d'appartamento mentre sono evidentemente altri coloro che ci
rubano la vita presente e futura. E la stessa idea che - senza
cambiare il sistema, senza togliere di mezzo gli elementi che
impediscono la possibilità di scegliere collettivamente come
realizzare il bene comune - tutto si risolva solo con il cambio della classe dirigente, solo sostituendo i disonesti e gli inetti con chi si suppone (o si presenta come) onesto,
meritevole e capace non è altro che l'ennesima fatale illusione.
Ottima analisi, lucida e composta.
RispondiEliminaPeccato che l'itagliano medio (il gl è dispregiativo) continui a pendere dalle labbra del Bomba... e temo continuerà a farlo ancora per un bel po'.