"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)

sabato 17 settembre 2011

Una questione di decenza: Berlusconi si dimetta!

Non so quanti siano i cittadini, all'opposizione di questa ignobile maggioranza di destra che da due decenni tiene in ostaggio l'Italia, che ritengano che una volta caduto Berlusconi d'incanto si risolveranno i problemi del Paese.
Chi ha un briciolo di consapevolezza e guarda all'attualità della situazione economica e sociale italiana e mondiale e ai rapporti di forza che la contraddistinguono sa che non è così.
Per assurdo un Berlusconi, preso com'è dalle pendenze giudiziarie e dal disperato tentativo di tutelare la propria immagine, è forse meno pericoloso ai fini di una riorganizzazione dello Stato secondo i canoni della logica capitalistica ortodossa (e dunque della macelleria sociale e della totale distruzione del welfare che ne deriverebbe) di quanto lo sarebbero un Montezemolo o un Profumo.
Eppure questo nostro martoriato Paese ha il diritto ed il dovere di tornare ad una vita politica in cui la discussione, la partecipazione, la lotta dei cittadini possa rivolgersi alle misure concrete che riguardano la propria esistenza (il lavoro, l'ambiente, il modello economico, lo stato sociale, la qualità della vita ed i servizi pubblici) e non alle perfomances del puttaniere di Arcore (siano esse i maneggi per rimediare compagnie femminili o acquisire vantaggi patrimoniali o sfuggire alla legge sfruttando la funzione istituzionale che ricopre).
Le dimissioni di Berlusconi sono una questione di dignità e di decenza (non da oggi ma dal 1994!): è un segnale che noi italiani dobbiamo dare a noi stessi e al mondo che ormai ci deride.
Mi chiedo davvero come sia possibile che tra i 320 circa deputati della maggioranza berlusconiana non ve ne siano almeno dieci (i papisti ciellini servi del Vaticano? i populisti leghisti?)  che non avvertano l'urgenza improcrastinabile di staccare la spina a questo Governo.
E il Presidente Napolitano come può pensare di continuare a parlare di coesione nazionale, di dialogo tra le varie componenti politiche e sociali del Paese, del prestigio e dei doveri dell'Italia in Europa e nel mondo senza intervenire per ripristinare una condizione di legalità nella conduzione delle Istituzioni? Sciolga le Camere e indica nuove elezioni o almeno si rivolga a tutti gli italiani con un messaggio esplicito in difesa della legalità costituzionale.
Berlusconi si dimetta! Poi si ricominci a fare politica con l'asprezza e la decisione che richiedono questi tempi.

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